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Autore: DominoRage    12/08/2013    2 recensioni
Vedo un taglio, esce un delicata goccia di sangue che cade nel buio con un tonfo sordo. Ne vedo un altro, e poi un altro, un altro ancora. L’ultimo fa male, tremendamente male. Cerco di sopportare il dolore ma una fitta al cuore mi prende di soprassalto. Porto la mano al petto, stringendolo il più possibile. Intorno a me tutto diventa bianco, e quel sangue diventa nero. Tremendamente nero. Nero come i suoi capelli. Nero come quella notte di Dicembre. I suoi occhi mi perseguitano. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. NON E’ COLPA MIA.
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Chapter Six-
-Breathless-


 

È una Mercedes nera ultimo modello.
Sa di nuovo e muschio bianco, ho una fitta al cuore.
Mi ritrovo dentro la macchina, sta viaggiando lungo la strada di campagna.
Le mie orecchie vengono forate dalla dolce musica dei Queen. Il suo gruppo preferito
La voce di Freddy Mercurie mi rimbomba dentro la testa, è così delicata che mi ci perdo e chiudo gli occhi.
Gli riapro, sembra passata un eternità, ma la mia consapevolezza dice che ho chiuso gli occhi per pochi minuti, giusto il tempo di finire la canzone.
Sta salendo l’alba, i vetri sono appannati per colpa del freddo di Dicembre, mancano solo cinque giorni a Natale, al sol pensiero il cuore mi si scalda.
Lo guardo, è bellissimo, i capelli neri sono in ordine per la prima volta, i tatuaggi sbucano appena dalla giacca di pelle.
-Ti amo Matt- voglio toccarlo, ci provo ma una luce bianca appare davanti a lui.

Urla.
Lacrime.
Sangue.

Mi sveglio di soprassalto, sono sudata e il cuore mi batte a mille che sembra esplodere.
Sento un’altra fitta, porto di scatto la mano al petto e stringo forte per poter soffocare il dolore.
Mi rannicchio su me stessa e piango, singhiozzando sola.
 
 
 
 
-Sappi che ti odio per questo Alexandria- dice Danny porgendomi la tazza di cereali
Lo guardo, non rispondo, la prendo e mi siedo a tavola aspettando che si sieda anche lui.
Ci guardiamo per istanti, ha capito tutto, i nostri occhi sono uguali, chiari e limpidi come l’acqua. Sono così trasparenti che ci puoi leggere dentro.
-Hai avuto un incubo questa notte?- domanda serio
-Non sono cose che ti…-
-SI INVECE- dice sbattendo il pugno sul tavolo
Il campanello suona, è Ben ne sono sicura.
-Ne riparliamo dopo- dice freddo
Va ad aprire la porta, e il suo volto cambia espressione. Scuoto la testa come in segno di disapprovazione, prendo la ciotola e butto tutto nel bidone.
-Ciao Ben- lo saluto senza guardarlo in faccia
Non sento nessuna risposta,  entro in camera mia, con un mormorio di voci dietro la mia schiena.
Appena mi siedo sul letto la porta si spalanca e si richiude di scatto. Giro la testa e vedo Ben, in piedi, vicino alla porta.
-Cosa vuoi?-
-Sono ritornati?-
Accenno un debole si con la testa e d’un tratto sento il suo braccio cingermi la vita, automaticamente le mie gambe passano sopra le sue, e in pochi istanti mi ritrovo accoccolata al suo petto. Sento le lacrime rigarmi il volto, le sue braccia mi stringono ancora di più fino a farmi sprofondare il viso nel suo petto.
-È stata colpa mia, io…io- non riesco a finire la frase, mi ritrovo a stringere la sua maglia fino  a romperla leggermente nell’orlo del colletto
-Alexandria, non è colpa tua non lo è mai stata- mi asciuga una lacrima con il pollice per poi appoggiare le labbra sullo zigomo leggermente arrosato.
Rimango senza fiato, il cuore mi si ferma, il sangue mi pulsa. Le sue labbra scendono sempre di più fino ad arrivare alla  bocca.
La sfiora leggermente un paio di volte, fino ad eliminare la poca distanza. Mi bacia, è caldo, sa di fumo ed è paradisiaco. Le nostre lingue si intrecciano, stringo la sua maglietta per averne ancora di più di quanto io stia ricevendo. Sposto le gambe mi ritrovo a cavalcioni su di lui, le nostre labbra non si sono mai staccate. Non voglio staccarmi, ma devo respirare.
Lo guardo, affannata e rossa in faccia.
Ha un sorriso beffardo sul volto.
Devo andare.
Non ci riesco.
Stringo ancora più forte la sua maglietta ed elimino la distanza. Un fremito passa lungo il mi corpo.
Voglio di più.
Intreccio le dita tra i suoi capelli biondicci, è una sensazione fantastica
Sento le sue mani percorrere tutto il mio corpo.
Mi ritrovo con la schiena schiacciata sul materasso. Sento la sua eccitazione scontrarsi con la mia. Appena le sue mani finiscono sotto la mia maglietta lo blocco. Non oppone resistenza.
Mi perdo nei suoi occhi.
Non posso.
Scivolo da sotto di lui e mi dirigo verso la porta, dove mi appoggio e scivolo lentamente lungo il pavimento.
Mi segue, sedendosi affianco.
Ho il viso in fiamme, sto arrossendo sempre di più, mi sfiora leggermente la pelle.
Sussulto.
-Stai bene?- mi domanda
-Non deve più succedere- dico fredda senza guardarlo negli occhi
-Come preferisci tu-
Mi alzo di scatto ed esco dalla porta, scendo le scale e mi fiondo letteralmente fuori di casa.
Inizio a correre.
Corro.
Corro senza una metà, il vento mi taglia il viso, le lacrime scivolano lungo le mie guance, fanno male. Chiudo gli occhi per un paio di secondi e corro ancora più veloce.
Non voglio fermarmi
Corro così tanto da rimanere senza fiato.
Appoggio le mani sulle ginocchia e cerco di riprendere fiato, ansimo, il mio viso è in fiamme e sono completamente sudata.
Mi alzo con la schiena e volgo la testa all’indietro, socchiudo gli occhi per colpa del sole e cerco di riprendere ancora un po’ di fiato.
Il cuore si sta calmando, sento il sangue scorrere nelle vene, il rossore delle guance sta sparendo e la gola sta diventando secca.
Ho bisogno di bere.
Mi guardo attorno, noto che sono vicino ad un parco giochi, che botta di culo.
Faccio spallucce e mi dirigo nell’unica fontanella che c’è nel parco.
Apro il rubinetto e mi ci attacco.
Sento una goccia delimitarmi la gola, mentre l’acqua fresca mi invade la bocca, mi sento meglio prendo un altro respiro e mi siedo li nella panchina affianco.
Do uno sguardo in giro, non conosco questa zona di Londra, ma sembra tranquilla e pacifica, non ci sono ragazzini e uomini 30 enni con il palmare in mano, ma dei vecchietti che passeggiano. Mi ci potrei abituare
Resto li, minuti, ore, secoli. Sto bene e i pensieri volano via come foglie d’inverno.
Il cellulare non squilla, non c’è neanche la polizia che mi cerca. Guardo l’orologio, credo che sia ora di tornare a casa.
 
 
La casa è vuota, c’è solo il pranzo dentro il microonde e un bigliettino rosa sul frigo
 

“Alexandria, noi siamo da Cam
per il provino del tuo amico”
              Danny.

 

Quando mi chiama Alexandria non è mai un buon segno, guardo con disgusto il pranzo.
Maccheroni al formaggio, mio fratello ne è ossessionato. Dopo ingrassa
Scrollo le spalle ed esco di casa, dirigendomi di corsa verso il garage di Cam, devo sostenere il povero James.
Inizio a correre, non so perché ma l’adrenalina scorre lungo il mio corpo, è una sensazione paradisiaca, sono sempre più vicina al garage, sento il basso di Sam suonare, la chitarra elettrica di Cameron  suona una delle solite melodie dei Beatles.
Arrivo ansimante sulla soglia del garage, intravedo James camminare avanti e indietro come un leone in gabbia, sposto lo sguardo a destra e intravedo Ben e Danny che mi guardano intontiti, mentre io a quella vista arrossisco ancora di più.
Cerco James con lo sguardo, e appena mi vede i suoi occhi luccicano, non ci penso due volte, mi fiondo tra le sue braccia. Sa di vaniglia, e io adoro la vaniglia.
-Alexandria- sgrano gli occhi e mi stacco da lui
-Bene, perché non iniziamo?- domando per allentare la tensione, ma vedo che non funziona dato che Danny mi fulmina ogni secondo.
James prende le bacchette e si posiziona dietro alla vecchia batteria di Ben.
Mi perdo nel vedere la delicatezza che ci mette nel muoversi, e la potenza che usa per battere contro la pelle del tamburo. È affascinante, sembra di essere sotto l’effetto di qualche stupefacente. Vedo la bocca di Danny aprirsi leggermente lo stesso come quella dei ragazzi.
James finisce la cover degli Slayer e mi guarda fiero, pieno di speranze ed eccitato dall’idea di poter entrare dentro alla band.
Mio fratello rimane ancora imbambolato, quasi incredulo dalla bravura che ha
-Bene, credo che ormai sia fatta dato le vostre facce, giusto?- domando
-Si certo che è fatta- dice eccitato Cam
-Benvenuto nella band amico- Sam gli mostra il cinque che lui ricambia molto volentieri
Ben ha un sorriso stampato in faccia, sa che James ha del potenziale, Danny si schiarisce la gola e richiama l’attenzione
-Credo, credo che si possa fare- borbotta Danny
James è incredulo, dall’eccitazione si fionda letteralmente tra le braccia di mio fratello.
È stata una pessima mossa
-James- dice freddo Danny
-Si?-
-Se non ti levi entro tre secondi ti apro a metà- James si allontana lentamente, impaurito e rigido.
-Allora, come vi chiamerete?-
-Sky Hard!- esclama Danny
-Stai scherzando?- dico sbigottita
Fa di no con la testa e mi sorride come un bambino di cinque anni.
-Sai che c’è un doppio senso vero?-
-Ovvio-
-Cretino- sussurro
-Zitta donna-















-Sono in ritardo.
lalalalala.
CHIEDO VENIAAA ç.ç
Comuuuunque, mi fa schifo,  e farà schifo anche a voi, quindi boh, lo leggo e lo sento spoglio. Ditemi perchè non riesco più a scrivere ç.ç
Detto ciò, vi annuncio che forse farò pochi capitoli cioè 12/13, dai sono tanti per essere solo al sesto capitolo, no?
Ditemi cosa ne pensate e vi prego ditemi anche se fa schifo, datemi dei suggerimenti, vi prometto che farò il possibile per fare il prossimo capitolo impeccabile
Vi luvvu ç.ç
Domino-
  
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