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Autore: Commy    12/08/2013    6 recensioni
"Derek mi aveva intimato di non seguire il branco quando sarebbero andati a cercare il rifugio degli Alpha da poco arrivati a Beacon.
Gli ho dato ascolto?
Ovviamente no, non lo facevo mai.
Avrei dovuto?
Probabilmente sì, ma se l'avessi fatto adesso non sarebbe cambiato nulla, sarei ancora lo sfigato che aiuta il branco perché riesce solo a cacciarsi nei guai e non riesce a trovarsi degli amici normali."
E' così che la storia di Stiles comincia. Forse avrebbe dovuto dare ascolto al suo Alpha perché da lì in poi vi sarà una successione di eventi, piacevoli e non (più non), che cambieranno quel ragazzino logorroico che tutti amiamo.
Se volete saperne di più avventuratevi nella prima ff su Teen Wolf di questa nevrotica, pervertita e strana ragazza che è la sottoscritta.
Genere: Angst, Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Traumatic

 

 

“Perché non posso avere un attimo di pace? Perché non potevo uscire con il mio Sourwolf e tornare a casa con un sorriso da ebete? Che palle!”

 

Quando arrivammo mi precipitai giù dall'auto, facendo cenno a Muso di seguirci, con Derek alle mie spalle.

 

In salotto dovetti elargire un sorriso ai miei “amici” e, con il permesso di mio padre, li portai in camera mia.

 

Feci entrare per ultimo Aidan e, appena chiusi la porta, mi girai di scatto rifilandogli un pugno sul naso, che lo fece finire dall'altra parte della stanza.

 

-Genim, calmati. Rilascia l'energia: non ti serve, ci siamo qui io e Derek.- Cercò di calmarmi il riccio, mentre gli altri presenti mi guardavano sbalorditi.

 

Cercai di non dare peso al potere che sentivo scorrere nelle vene, evidentemente stavo incanalando energia inconsapevolmente, ed abbassai il capo.

 

Respirai lentamente per qualche secondo e parlai:

 

-Perché siete qua?! Perché da mio padre? Perché da lui!- L'ultima frase la gridai.

 

Sarah provò ad avvicinarmisi, ma più lei avanzava più io arretravo.

 

-Stiles non siamo qui per far del male a tuo padre, dobbiamo solo parlarti.-

 

-Stronzate.- Sussurrai.

 

-Non vi siete fatti problemi a torturarmi quando ero umano... Ora dovrei credervi?- Ringhiai guardandola negli occhi.

 

-Stai zitto e facci parlare!- Urlò Ethan evidentemente turbato.

 

Avevo sempre pensato che non avrei mai imparato a riconoscerli, però in situazioni come queste si capiva subito: Aidan aveva più sangue freddo invece Ethan era più umano, sotto tutti i punti di vista.

 

-Sputate il rospo.-

 

-Deucalion ti vuole nel branco Stiles, insieme a Derek, ma potrebbe fare un'eccezione se venisse l'altro druido.- Spiegò Aidan, rialzandosi.

 

-Fa pure come se io non ci fossi.- Commentò Muso che fu ignorato.

 

-Vuole un branco perfetto e tu devi esserci per forza, tu sei di sua proprietà. Anche se l'ancora ti ha permesso di ribellarti l'asservimento è più forte e, se avesse esercitato quel potere su di te, ora i tuoi amici sarebbero morti. Quindi ti offre delle opzioni: vieni tu insieme a Derek, che però dovrà uccidere tutti i beta, venite tu ed il druido, una volta ucciso il branco dell'Hale, oppure attiverà l'asservimento ed a quel punto sarai la sua arma personale.- Continuò l'Alpha.

 

-Hai fino a domani sera per decidere.- Disse decisa Sarah, aprendo la porta della camera.

 

E, detto questo, i tre salutarono mio padre e se ne andarono.

 

Ero senza parole.

 

Avevo tre opzioni ed entrambe facevano cagare.

 

Ci avrei dormito su e, senza spiccicare parola o mettermi il pigiama, mi infilai nel letto, ignorando completamente i due ragazzi ancora presenti, che poco dopo se ne andarono.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Era domenica e non avevo motivo per alzarmi dal letto.

 

Non avevo chiuso occhio tutta la notte e le parole di Aidan mi avevano invaso il cervello, impedendomi di ragionare lucidamente.

 

Guardai la sveglia digitale poggiata sul comodino ed ordinai al mio corpo, controvoglia, di alzarsi dal comodo e caldo materasso. Appena i piedi scalzi, le calze le avevo probabilmente sfilate durante la notte, toccarono il pavimento freddo un brivido mi percorse tutta la spina dorsale.

 

Mentre mi dirigevo in bagno, per fare una doccia che magari mi avrebbe schiarito le idee, ripensai a cosa avevo provato la sera prima. Ricordai il senso di vuoto e di terrore alla prospettiva di perdere l'unico parente che mi era rimasto. Non ero mai riuscito ad immaginare come mi sarei sentito alla probabilità di morte di mio padre, ora lo sapevo benissimo.

 

Non mi ero ancora ripreso dalla sera prima e, mentre guardavo l'acqua mista a shampoo scivolare giù per lo scarico, immagini spezzate di ciò che era successo mi passavano davanti agli occhi.

 

Vedere mio padre parlare con degli Alpha, la faccia di Muso preoccupata e il battito accelerato di Derek, il ghigno di Aidan e le espressioni serie di Sarah ed Ethan, il tremolio della mia mano prima di colpire il gemello e la magnifica sensazione l'attimo dopo.

 

Quando ritornai in camera sentii il cellulare vibrare e, una volta guardati i messaggi e le chiamate perse, decisi di spegnerlo.

 

Ormai erano le otto e, lasciando un biglietto a mio padre, entrai nella jeep diretto allo spiazzo che io e Muso usavamo per l'allenamento.

 

Prima che potessi mettere in moto Scott era seduto in parte a me.

 

-Amico, non ci starai davvero pensando su. Lo sai che qualunque decisione prenderai noi saremo morti?-

 

-Da quel che ho capito, lo sareste anche se mi rifiutassi. E no. Non sto effettivamente pensando chi lasciar vivere e chi uccidere, sto solo pensando. Sto pensando a quanto faccia schifo la mia vita, a quanto ero inutile da umano ed a quanto sono inutile e pericoloso adesso. Mi sto rendendo conto che è tutta colpa mia: se, quando abbiamo scoperto che eri un lupo mannaro, fossi scappato, come tutte le persone normali avrebbero fatto, ora non dovrei vivere nell'angoscia di perdere o, peggio, uccidere voi e mio padre! Sono solo uno stupido, logorroico e iperattivo ragazzi con dei super-poteri del cazzo! Ora vorrei solo non esistere...-

 

Mi sfogai con lui e subito mi sentii meglio.

 

Mi sfogai perché era il mio migliore amico, perché ormai era mio fratello e lui mi avrebbe capito. Mi avrebbe capito perché anche lui a volte si sentiva soltanto inutile e pericoloso e, per quanto io gli assicurassi che se non fosse stato per lui ora saremmo tutti morti, non voleva sentire scuse.

 

Ora ero io che mi sentivo così e non volevo sentire scuse e lui lo capiva. Infatti quando puntai gli occhi nei suoi ci vidi comprensione e non sbigottimento per quelle parole, in apparenza, insensate.

 

-Grazie. So che capisci e ti ringrazio, non potrei desiderare un fratello migliore. Ora: puoi chiamare Derek e Muso e dire loro di raggiungermi allo spiazzo dell'allenamento? Ho lasciato il cellulare in camera e non voglio essere tempestato di messaggi tutto il giorno.- Gli dissi, cercando di essere il più normale possibile.

 

-Certo. Ci vediamo stasera alla villa, li aspetteremo lì.-

 

-Grazie.-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

-Scott ci ha detto tutto, sei un idiota.-

 

-E tu un lupone scorbutico, ma voglio comunque un bacio.- E detto questo Derek mi prese per la nuca e mi baciò.

 

Avevo pensato mentre aspettavo i due ragazzi ed avevo deciso di non buttarmi giù, di non lasciare che la minaccia di un potere che mi avrebbe portato via dai miei amici mi spaventasse.

 

-Ehm ehm... Ragazzi, ovviamente non sono contro la vostra relazione, vi shippo da quando ci siamo conosciuti, ma è leggermente imbarazzante.- Sussurrò il il riccio, sapendo di essere ascoltato.

 

Ci staccammo subito.

 

-Ci ho pensato su molto e... Fanculo l'asservimento! Voglio che mi insegniate a combatterlo.- Spiegai, tornando serio.

 

-Stiles... Non sappiamo quanto sia forte l'asservimento a Deucalion. Solitamente è un leggero senso di gratitudine ma da come ne parlava Aidan sembrava una specie di legame molto più profondo. Non abbiamo idea che potere avrà su di te e se l'attaccamento al Branco ed a Derek basti.-

 

-Quindi?- Chiesi osservando entrambi i ragazzi, percependo, per la seconda volta in quella giornata, il panico dell'inevitabile assalirmi.

 

-Cosa facciamo?-

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Il pomeriggio lo avevo passato con il Branco, avevamo deciso di passare del tempo insieme per rinforzare maggiormente il legame, ed ora mi dirigevo verso casa, insieme a Scott, per salutare mio padre nel caso avessi ceduto al potere di Deucalion.

 

A cinquanta metri dalla destinazione iniziai ad allarmarmi: sentivo odore di Alpha.

 

Scesi dalla macchina, lasciandola accesa in strada, e corsi alla finestra del salotto senza farmi sentire.

 

Quando Scott mi raggiunse, senza capire perché mi stavo nascondendo, stavo già piangendo.

 

-Scusate ma Stiles non è ancora tornato. Volete che gli dica di chiamarvi?- Chiedeva mio padre cortesemente.

 

-Scusi per il disturbo sceriffo ma i miei figli avevano urgenza di vederlo.- Disse Deucalion, indicando i gemelli e Sarah che erano in piedi dietro di lui.

 

-Se volete aspettarlo qui, dovrebbe arrivare tra pochi minuti.-

 

-No, no. Piuttosto gli dica...- Iniziò il maggiore degli Alpha, puntando lo sguardo verso di noi.

 

-Che non ci si può nascondere dal proprio Alpha.-

 

Ed in un secondo mio padre morì per mano di Aidan.

 

Rimasi a bocca aperta.

 

Ero bloccato.

 

Non vedevo niente all'infuori del corpo senza vita di mio padre.

 

Scott agì per istinto e, prendendomi in braccio, mi portò sulla Jeep e mise in moto verso casa Hale.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Ero immobile, seduto sul divano e, davanti a me, Derek ed il Branco discutevano.

 

Probabilmente stavano parlando di ciò che era successo, dell'azione insensata e crudele degli Alpha.

 

Non riuscivo a capacitarmi della morte di mio padre.

 

Mio padre, mi era rimasto solo lui dopo la sua morte, dopo che lei ci aveva lasciati e lui, che mi aveva assicurato che ci sarebbe stato fino alla fine, se ne era andato.

 

Mi aveva mentito e mi aveva lasciato solo, completamente ed inesorabilmente solo.

 

Non so perché ma iniziai ad ascoltare la discussione e notai gli sguardi di tutti puntati su di me.

 

Forse loro, come me del resto, si chiedevano perché ero immobile. Perché ero precipitato in quello stato catatonico come se fossi completamente assente.

 

-Sono dei mostri! Vado ad ucciderli.-

 

-Derek ucciderebbero anche te e sei troppo importante, soprattutto per Stiles.-

 

-Allora cosa vuoi fare Muso, eh?-

 

-Ragazzi calmatevi.-

 

-Scott taci!-

 

-Derek, Stiles è il mio migliore amico credi che non mi preoccupi per lui? Per questo lo sceriffo è stato quasi un secondo padre per me! Non ci pensi?!-

 

Ora ciò che importa è, come farlo ragionare o almeno sfogare: non può rimanere in questo stato.-

 

Forse stavano parlando di me, ma non ero sicuro di capire cosa stava succedendo davvero.

 

Però io avrei parlato di me, se fossi stato nei loro panni.

 

Avrei parlato di me perché ero inutile, avrei parlato di come eliminarmi ma loro no. Loro, anche se non ne ero certo, stavano parlando di come salvarmi da tutto ciò che mi stava accadendo in quelle poche settimane.

 

-Ragazzi credo di aver capito cos'ha.-

 

-E cosa aspettavi a dircelo, Lydia?-

 

-Ci ho pensato e, secondo me, l'organismo di Stiles ha attivato il sistema neurobiologico di difesa. Si attiva quando si percepisce un pericolo, tipo un predatore. Un animale si blocca davanti ad un predatore quando capisce che non può scappare, Stiles ha visto in Deucalion una minaccia enorme, data la morte dello sceriffo,ha avuto una paura improvvisa e devastante che ha attivato l'immobilità tonica. L'individuo di solito si sente accasciato, non si muove, ha la bradicardia. Il trauma mobilizza anche il sistema vegetativo. Questi sono dei sintomi da Stress Post Traumatico ora che si stanno prolungando nel tempo.-

 

-Lydia ha ragione. Non pensavo però che Deucalion potesse incutergli un tale timore: ieri ha dato un pugno ad Aidan solo perché era entrato in casa sua, pensavo fosse più forte.-

 

-Non quando si tratta dei genitori, Muso. Quando è morta la madre ha iniziato a soffrire di attacchi di panico molto frequenti e, ancora adesso, non usciva di casa durante la ricorrenza della sua morte. Stiles in questi anni è cresciuto con la priorità di proteggere il padre, proteggere l'unico famigliare che gli era rimasto. Possiamo solo immaginare cosa significhi la sua morte.-

 

-Comunque non possiamo aspettare. Dobbiamo fargli superare il trauma entro stanotte. Non possiamo permettere a Deucalion di sfruttare il suo stato attuale per l'asservimento!-

 

-Per riconciliarsi con il trauma occorre esprimerlo ed elaborarlo avendo l'opportunità di parlare a fondo della propria esperienza e degli effetti in un contesto sicuro, al fine di disattivare le sensazioni disturbanti presenti in memoria e dar voce al malessere provato: rievocare ogni dettaglio che turba emotivamente, vivere sensazioni e pensieri che derivano dall'evento traumatico, sperimentare il dolore e il disagio affrontandolo, sentendosi pronti e in grado di gestirlo.
Ad esempio, può risultare importante riconoscere sensi di colpa (ci si sente responsabili di aver contribuito a causare la situazione) e vergogna (profondo senso di umiliazione, percezione di sé come cattivi, sporchi, rovinati, indesiderabili, difettosi) e superarli, gestendo difficoltà e rabbia, al fine di rinforzare l'autostima.-

 

-Dio santo Lydia, sembri un libro di psicologia.- Dissi.

 

Avevo la voce rauca il che mi fece pensare a quanto tempo era passato dalla.... cosa.

 

-S-stiles? Stai bene?- Mi chiese Derek, sedendomisi accanto ed abbracciandomi.

 

Io risposi a quell'abbraccio come un bambino al proprio salvagente.

 

Non volevo affogare, non volevo immergermi in quell'oceano di dolore che mi avrebbe inghiottito portandomi a fondo. Sapevo che era un comportamento stupido, avrei dovuto affrontare l'accaduto o sarebbe stato peggio, ma ora volevo vivere nel torpore emozionale che il mio organismo aveva attivato.

 

Così risposi:

 

-Be-benissimo.- Ispirando a pieni polmoni il profumo del mio licantropo.

 

-Stiles, non farlo.- Mi attaccò Lydia.

 

Era proprio vero: solo Lydia era più intelligente di me, solo lei poteva arrivare a capire la mia tattica in così poco tempo.

 

-Ha ragione Genim, finiresti solo con il peggiorare la situazione. Finiresti con l'avere un crollo psicotico ed a quel punto sarebbe più difficile tornare indietro.-

 

Ah già, Muso.

 

Quel ragazzo che mi era entrato nel cuore in poche ore e che adesso consideravo come un fratello maggiore, anche lui poteva capirmi. Non so perché ma in pochi giorni era riuscito a conoscermi così a fondo da arrivare al livello di Scott.

 

-Sto solo chiedendo una pausa okay?! Una pausa per stasera, per evitare di essere una preda troppo facile. Prima di affrontare la cosa devo essere certo di essere al sicuro.-

 

-Ti rendi conto che questo torpore che hai attivato potrebbe renderti più vulnerabile al potere di Deucalion? Se reprimi il dolore inevitabilmente reprimi anche il resto, tra qui ciò che ti lega a noi.- Aggiunse Lydia.

 

-BASTA! Okay? Sono leggermente esausto e se dovess...-

 

Erano arrivati.

 

Avevano davvero avuto il coraggio di presentarsi alla porta dopo quello che avevano fatto.

 

Ad un certo punto avevo pensato che se lo sarebbero risparmiati, che avrebbero aspettato almeno il giorno successivo, mi sbagliavo.

 

Corsi subito sul portico.

 

Tutti corremmo sul portico, solo Allison e Lydia rimasero dentro in compagnia di Erica.

 

C'erano solo Kalì e Deucalion e, appena vidi i loro volti compiaciuti, iniziai a ringhiare ed ad accumulare energia.

 

-Allora piccolo Stiles, cos'hai deciso?- Domandò pacatamente l'uomo.

 

-Secondo te?- Sussurrai infastidito dalla sua sola presenza.

 

-Immaginavo che non ti avrei piegato nemmeno con la morte di tuo padre. Procediamo.-

 

E detto questo non successe niente.

 

Al di fuori non successe niente, nella mia testa la voce di Deucalion rimbombava insistente e penetrante.

 

Caddi in ginocchio mentre, con la testa tra le mani, cercavo di pensare a tutte le persone a cui tenevo. Pensai a Scott, a quando ci eravamo conosciuti ed a tutti gli anni passati assieme, pensai al Branco, alla mia cotta per Lydia che era diventata una profonda e splendida amicizia, pensai a Derek.

 

Pensai a Derek ed a quando capii che ne ero attratto, a quando Muso aveva detto che a lui piacevo, al nostro primo bacio ed al nostro muto accordo, al nostro primo appuntamento, a quanto era stato dolce e divertente e sincero, a quanto era stato Derek. Non lo conoscevo prima dell'incendio ma avrei scommesso che fosse stato proprio così, un po' sbruffone ma molto dolce.

 

Più pensavo a Derek più la voce di Deucalion passava in secondo piano.

 

Più ricordavo tutti i momenti passati con l'Alpha più percepivo le sue braccia intorno alle mie spalle.

 

Più la voce di Deucalion scemava più sentivo la voce dell'Hale che mi sussurrava di stare tranquillo, che mi diceva che lui era lì e che mi avrebbe protetto.

 

Quando risposi all'abbraccio e la voce del mio Alpha era ormai scomparsa, iniziai a piangere.

 

Piansi per tutto: dalle torture, al fatto di essere diventato un mostro, dal scoprire di essere un druido, alla morte di mio padre.

 

Un immenso dolore mi pervase ed il mio cuore inizio ad accelerare.

 

Alzai il volto dalla spalla di Derek e, con la coda dell'occhio, notai Scott, Isaac, Boyd e Jackson partire contro Kalì, mentre Peter e Muso rimanevano a farci da scudo. Vidi i beta soccombere alla forza della lupa e l'odore dei componenti del Branco tramutare dall'eccitazione alla paura.

 

Realizzai che, per colpa mia, era morto mio padre e i miei amici stavano per fare la stessa fine.

 

A quel punto mi mancò l'aria.

 

Iniziai ad annaspare mentre un peso mi sopprimeva il petto, mettendo a dura prova il cuore che già martellava nella cassa toracica. Iniziai a piangere sempre più disperatamente, cercando di liberare quell'uragano di morte, paura e dolore che si era impadronito di me.

 

Strinsi maggiormente Derek mentre la terra iniziava a tremare.

 

Il fatto è che più tremava più mi sentivo meglio, come se il terreno assorbisse le mie pene per scaricarle sotto forma di scosse.

 

Il terremoto era decisamente più violento di quello di due giorni prima e tutti si allarmarono.

 

Derek iniziò a dirmi di stare calmo, che avremmo passato tutto quello e saremmo stati felici ma io non riuscivo ad immaginarlo. In quel punto della mia vita dove tutto mi sembrava nero non riuscivo ad immaginare di sentirmi meglio.

 

Quando le scosse iniziarono a degenerare sentii la mano di Muso poggiarsi sulla mia spalla, ed improvvisamente mi sentii sempre più stanco e privo di forze.

 

Mi accasciai tra le braccia del giovane Hale e, con la vista un po' sfocata, vidi Muso entrare in azione.

 

Combatté contro Kalì e, in pochi minuti, riuscì a passare in vantaggio.

 

Usò l'energia che probabilmente aveva preso da me e, ogni volta che sfiorava la licantropa, la ustionava. Lo scontro durò ancora un paio di minuti finché l'Alpha, stremata, cadde a terra e Muso le strappò il cuore dal petto.

 

Quando alzò il volto Deucalion era sparito.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Svenni sul portico ma poche ore dopo mi svegliai, ritrovandomi nella camera di Derek, insieme al licantropo.

 

Piansi tutta la notte e gli raccontai tutto ciò che mi ricordavo dell'omicidio.

 

Mi fece parlare per ore e mi spiegò che non era colpa mia e che mi avrebbe dato tutto il tempo che mi sarebbe servito per riprendermi.

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Passate due settimane ero riuscito a superare il trauma, anche se ero rimasto alla villa ed ero uscito solo per delle passeggiate nel bosco.

 

Era stato Scott a parlare con la polizia per via di mio padre e. insieme a Peter, Derek e Muso , i maggiorenni di casa, spiegarono perché non avevo voglia di parlare.

 

Per qualche giorno parlai solo con Derek quando la notte eravamo soli in camera, ma anche questo migliorò ed ora, a volte, utilizzavo ancora del sarcasmo.

 

L'unico famigliare in vita che mi era rimasto era la sorella di mio padre e, quando venne per il funerale, le parlammo dell'adozione. Mi propose di andare a vivere con lei in Europa ma io le chiesi di firmare le carte per farmi adottare da Melissa che, appena saputa la notizia, si offrì subito come tutrice.

 

Ora ero a casa McCall ed io, Melissa e Scott stavamo cenando.

 

Domani sarei tornato a scuola e, per ora, era tutto tranquillo: niente attacchi da due settimane e niente visite da parte dei gemelli o qualcuno del branco nemico, solo allenamenti per tenere libera la mente e giornate in “famiglia” insieme a tutti quelli del Branco.

 

 




RAGAZZI VI RICORDO CHE L'OMICIDIO E' ILLEGALE!
Dopo avervi ricordato che E' ILLEGALE e non c'è una notte all'anno in cui tutti i crimini sono legali, passiamo al capitolo.
Non so quanto ho sofferto per la scena della morte dello sceriffo, ma non programmo la storia ed i capitoli vi arrivano appena li finisco. Vorrei farvelo capire dicendo che ad inizio capitolo volevo che Stiles ritornasse dagli Alpha sotto asservimento... Evidentemente il personaggio non me lo ha permesso.
L'attacco di panico del nostro piccolo protagonista l'ho descritto così come l'ho provato... Mi spiego: ho voluto aggiungerlo perché ci stava (Stiles vulnerabile e fatto a pezzi dal dolore etc.) ma mi son chiesta "Come lo scrivo?". A quel punto ho deciso di scriverlo pensando a quando li ho avuti io. Ora non voglio star qua a parlarne, sappiate solo che ho cercato di renderlo il più realistico possibile.
Altro punto fondamentale: la morte di Papa Stilinski.
Vi starete chiedendo perché l'ho fatto soffrire così tanto per poi far passar tutto in mezza pagina? Semplice: perché Stiles è forte. Il nostro Genim ha già affrontato di tutto ed ho cercato di far capire che l'amore che, forse inconsciamente, prova per Derek lo ha aiutato moltissimo. Avete ragione: avrei potuto lasciargli una paginetta per la sua "guarigione" ma mi piaceva di più così.
Comunque vorrei far notare che non sarà più lo Stiles di prima, forse ritornerà ad esserlo ma per ora questa perdita lo ha segnato nel profondo ed anche se non vuole ammetterlo è cambiato.



ORA.
Ringrazio tutti voi ragazzi senza distinzioni perché questa storia sta avendo (secondo il mio modesto parere) un gran successo e sono molto fiera di lei.
Mi sono sorpresa particolarmente per il numero di recensioni dello scorso capitolo e vorrei mettere anche questa volta il minimo di 5. Forse pensate che sono una rompi (ed avete ragione) ma più recensioni ricevo più riesco a sapere cosa piace a voi e cosa non.


Mi dispiace oggi niente gif/immagini :c (Ah! Le parti in corsivo sono quando Stiles non può partecipare. In senso che, in una, è fuori dalla finestra quindi è uno spettatore. La seconda perché il suo cervello "vede" quello che sta succedendo ma non riesce a capirlo appieno. Spero di essermi spiegata.)


CIAU! 

 

   
 
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