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Autore: Alina_Petrova    13/08/2013    3 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Passano alcuni minuti, il treno parte lentamente e il cellulare vibra nelle mie mani. Apro il messaggio per leggere la risposta dell'affittuario, ma invece di quello ci trovo una sola parola:
"Torna".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L'angolo di Ali   Ciao a tutti! Ringrazio di cuore quelli di voi chi aveva scritto delle belle parole alla autrice, che vi ringrazia tanto! Comunque, mi farebbe piacere vedere un po' più di risposta... le vostre recensioni significano molto per noi - autori e traduttori. Buona lettura!


Ecco, sono vivo ancora.
 
Non mi sento più un delinquente, non mi ritengo un ladro. Tu semplicemente non appartieni a nessuno e tutti noi ti... affittiamo. É semplice immaginare te come un oggetto, finché tu non sei davanti a me, finché le tue labbra non sono sulle mie. Perché non appena sei vicino, subito diventi la massima priorità, ti metti allo stesso gradino con... no, neanche Dio, in Lui io non credo. Semplicemente sei al di sopra di tutto, sei di nuovo unico, irripetibile, il solo... qualcuno, per cui vale la pena di vivere. Qualcuno per cui potrei morire.
E mi sembra di morire ogni volta che dici di amarmi. Mi sembra di morire nelle tue mani, con le tue carezze. Non mi basterai mai, non mi stancherò mai di te. Tu sei tutto quello di cui ho bisogno. Io non so cosa succederà domani. Cosa succederà tra un mese, quando lei partorirà. Tu prometti che non mi lascerai e io non riesco a non crederti.
E sai una cosa... sembra quasi che io possa vivere così per sempre. Da un incontro all'altro. Da una telefonata all'altra.
E ancora... nel mio ultimo attimo io non rimpiangerò di aver vissuto questa vita, essendo per te... nessuno. Perché non sono nemmeno un'ombra, un'ombra è sempre vicino, un'ombra si vede. Io sono invisibile agli occhi di tutti, sono nascosto, e fondamentalmente non esisto, quando non sono con te.
Ma io non avrò dei rimpianti, perché ho conosciuto la felicità.
E se tu non sarai con me nel mio ultimo istante, se sarai morto a quel punto, mi ricorderò lo stesso come mi sussurravi:
- Ti amo, piccolo mio.
E morirò con un sorriso sulle labbra. Prometto. Te lo prometto, amore mio.
Non mi sento più infelice, non mi sento un miserabile. Sono un drogato a cui hanno detto che la sua dipendenza non è curabile e la sua droga non diventerà legale, ma la sua dose l'avrà. Per quanto ancora non si sa. Ma questo non importa. Non sono solo in questo. Ci sono miliardi di persone che vivono nel mondo senza sapere se hanno cent'anni di vita davanti oppure tra un minuto riceveranno un mattone in testa.
Non è che me l'hai insegnato, ma grazie a te l'ho imparato. Essere felice delle piccole cose. Chiedere. Ricevere. Sorridere.
Io ho avuto molti uomini. Al liceo addirittura delle ragazze, non ridere. Ma mai nessuno è stato come te.
Noi spesso facciamo l'amore, ma sei ancora delicato con me come fossi di cristallo. E ogni volta che ti supplico di essere un po' più rude, diventi ancora più tenero.
A volte sono costretto prendere tutto nelle mie mani, e allora spalanchi gli occhi osservando sorpreso cosa so fare.
Sei così maledettamente bravo a letto che ho paura solo a pensare quante donne hai avuto. A quante dicevi ti amo? Tu dici che sono al primo posto nel tuo cuore. Ma come può essere questo? Tu menti, amore, ma la mando giù questa bugia. Hai amato Rachel. E anche a Tiffany tu vuoi bene. Hai amato Santana e ami Tina, tanto.
Spero solo di stare su un'altra mensola. Perché se un uomo ti dice che ti ama, questo non significa che ami SOLO te.
Io non ci conto. Non spero. Non sono così stupido.
Ma tu mi ami. E questo è fantastico perché anch'io ti amo. Più di tutto al mondo. Più del mondo stesso.
 
- Immagina, Rachel ha deciso di trasferirsi da quel Finn e porta Tiffany con lei! - sputi queste parole arrabbiato ancora sulla soglia. Non ti togli più il cappotto, perché è estate ormai. L'estate che si avvicina alla fine...
Esco in corridoio, mi appoggio di schiena al muro e incrocio le braccia.
- Blaine, tu lo sapevi che prima o poi sarebbe successo.
- Ma io non voglio dire addio a mia figlia e vederla una volta all'anno o anche meno. E presto lei diventerà una donna adulta... E porca puttana, ma che cazzo?!
- Sei furioso... ehm? - sospiro, faccio un passo verso di te e ti circondo il collo con le braccia. Ti attacchi con le labbra alla mia spalla nuda e fai un paio di respiri profondi. Dopo un minuto le tue mani scivolano sui miei fianchi, mi stringi a te e dici piano con un sorriso:
- Non più...
Non riusciamo ad arrivare al letto cadendo sul divano e poi da lì sul pavimento. Passa poco e il morbido tappeto color sabbia accoglie i miei gemiti e singhiozzi soffocati. Mi spingi giù e sbatti con i fianchi con tale intensità che sono seriamente preoccupato per l'integrità del mio sedere. Ma come potrei protestare se ogni spinta mi costringe ad inarcarmi e gridare, gridare quanto ti amo?
- É la mia impressione oppure per la prima volta sei stato... non troppo tenero? - mormoro io, cercando di capire dove si trovino tutti i miei arti, mentre tu mi baci sul collo da dietro senza uscire da me ne scendere da sopra.
- Mmmmmfff...
- Addormentati ancora lì.
- Perdonami. Io solo... Ti ho fatto male?
- Mi hai fatto... maledettamente bene. Continua pure con questo spirito, solo permettimi di prendere respiro, se no potrei rimettere. Sei pesante.
- Scusa. - tu scivoli giù trascinandomi sopra di te, io mi lamento, perché il mio sedere brucia in maniera quasi insopportabile e poi il tuo sperma dentro di me... è un tantino disgustoso.
- Ho bisogno di una doccia, Blaine.
- Ti amo, Kurt.
- Anch'io ti amo. Andiamo.
- No. Aspetta.
- Cosa c'è? - ci provo a girarmi verso di te, ma tu non mi permetti di farlo, mi stringi tra le braccia e mi baci sulla nuca.
- Tu devi andare via. - mi sussurri tra i capelli e per alcuni secondi io semplicemente prego di aver frainteso. - Per favore. - aggiungi tu e io sento come scoppiano le valvole del mio cuore.
- Kurt! Kurt! - arriva la tua voce come attraverso una fitta nebbia e sento le tue mani fresche sulle guance. Perdere i sensi non è la reazione più adeguata.
- Perché?
- Amore, calmati, ti prego. Non intendevo in quel senso!
- E in quale? - domando stupidamente e cerco di alzarmi, ma mi fa male la testa. E anche il culo. Mi sento come se un tir mi fosse passato sopra.
- É che adesso per un po' di tempo le dovrò stare vicino e io non voglio che tu stia qui ad aspettarmi. Vorrei pagarti un viaggio. Vuoi andare in Europa? O in Australia? Qualche isola esotica? Un safari? Qualsiasi punto del mondo. Mi farà male saperti rinchiuso qua, mentre io sarò bloccato lì. Ti telefonerò, tu mi manderai le foto. E poi quando tornerai, mi inventerò un viaggio di lavoro per una settimana intera e non ti mollerò neanche per un attimo.
- Mmm... É assurdo. - io torno a respirare. Sono felice, cazzo! Tu non mi mandi via sul serio, Dio! - Va tutto bene, Blaine. C'è un po' di senso nelle tue parole. Io andrei a casa dai miei, se non ti dispiace. Non li ho più visti da un anno ormai. Non siamo molto legati, ma comunque... Quanto tempo dovrei passare lì?
- Non lo so. Non andare via prima che lei vada in ospedale. Forse tra un paio di settimane. E ancora un paio dopo il parto...
- Un mese? Oh, i miei saranno sorpresi. Dirò loro che mi hanno licenziato.
- Sei così tranquillo... - sembri preoccupato, allunghi la mano verso di me e io prontamente ci appoggio la guancia trovo la tua bocca e ti bacio. Salgo sulle tue ginocchia, cercando di non farci caso al dolore e mi stringo a te.
- Mi sono rassegnato, Blaine. Nessuno può soffrire sempre, le mie corde non possono essere tese di più. Sei qui, sei vicino, tu sarai con me. In un modo o nell'altro... Quindi è quello che mi merito. Va tutto bene. É la vita.
- Sei un Santo? - Pff... Un gay Santo, suona magnifico.
- Ma tu non puoi essere così...
- Così come?
- Così perfetto.
- Sono assolutamente normale, Blaine. Solo che per te io voglio essere il migliore. Semplicemente con te tiro fuori il meglio che c'è in me. Perché te lo meriti.
- Non me lo merito, Kurt. Sono una brutta persona. Mi odio. - Ti giri, ma io riesco di catturare tutto il dolore di cui sono pieni i tuoi occhi. Quando ci fanno male, ci limitiamo a pensare al nostro dolore. Incolpiamo chi ci ha offeso, lo malediciamo. Nessuno pensa a come si senta lui. Non si può accontentare tutti. E a volte succede di fare male anche a quelli che noi amiamo. Perché... succede. E non ci si può fare niente.
- Ma io ti amo. - catturo il tuo viso, bacio le tue palpebre tremanti, la punta del naso. Mi strofino contro di te con la guancia finché tu non sorridi e allora sorrido anch'io. - Per me sei il migliore. Qualsiasi cosa tu faccia. E se nei notiziari del mattino sentirò che tu hai mangiato tre neonati, dirò che era colpa loro e se lo maritavano.
- Grazie.
- E per cosa?
- Per tutto, Kurt, per tutto.
Dopo un mese sono a casa dei miei sul terrazzo. Sfoglio un libro e osservo due cuccioli che i miei genitori hanno preso da poco. Sono così giovani ancora. Non si sono neanche sorpresi che in un anno intero avevo telefonato non più di una decina di volte. Se ne fregano di me? Può darsi. Ma forse è giusto così.
E sai, sto bene qua. Sono tranquillo e mi sento libero. Sei sempre il più importante per me, ma io non soffro. Ricevo i tuoi messaggi, sento la tua voce, leggo le mail. Non ci vediamo da due settimane, ma non è poi un periodo troppo lungo, è già successo. Ed è molto meglio che me ne sia andato, invece di stare in quell'appartamento, aspettandoti inutilmente. Qui posso evitare di sussultare ad ogni tintinnio delle chiavi. Non devo cucinare troppa roba per poi buttarla quando non vieni. Potrei probabilmente dimenticare come si prepara il caffè. Il tuo preferito.
Mi sono abbronzato, il che succede piuttosto raramente. Tu non crederai ma qui io non indosso le sciarpe. Giro sempre con delle magliette e dei pantaloncini. E grazie al cielo che tu non mi puoi vedere, sembro un adolescente denutrito. É solo per te che sono sempre impeccabile. Ma così... non sono assolutamente nulla di particolare.
Al mattino mi fai sapere che le doglie sono iniziate. É normale per te condividere con me tutti i particolari della tua vita. Io accetto tutto, adoro ascoltarti. Non mi fa male.
Cerco di immaginare i vostri figli. Un maschio e una femmina. Come li chiamerete? Loro non hanno nessuna colpa. Avranno il papà migliore del mondo.
Con un po' di fortuna potrei morire per un melanoma tra un paio di mesi, tu piangeresti per un pochino, ma poi ti passerebbe e loro non saprebbero mai che c'era il tempo quando tu eri triste.
Non sto soffrendo. É solo la malinconia.
La tua vita va avanti. Hai avuto una promozione. Io sono fermo. Mi trascino dietro di te come un peso. Ma tu mi ami. Ed è questa la cosa più importante.
Quattordici ore dopo il tuo messaggio sulle doglie il mio telefono suona. Io rispondo pronto a congratularmi con te, perché no? Ma invece di gioia, sento la tua voce soffocata e senza vita.
- Embolia del liquido amniotico... Non sono riusciti a salvarla, Kurt. Non l'hanno salvata... - la tua voce si interrompe, io non sento il tuo pianto, soltanto il respiro rotto.
- Scrivimi l'indirizzo dell'ospedale. - dico più tranquillo che posso, sperando che tu mi abbia sentito.
Mi alzo e vado a fare le valige e ordinare il biglietto per New York.
Non l'ho mai conosciuta. E ora lei non c'è più. Una morte così, durante il travaglio, una su 80.000 casi. Così strana. Così unica. Che peccato, aveva soltanto due anni più di me.
Tu hai bisogno di me. Questo mi scalda il cuore.
Tutti se ne vanno. Io resto.
Sono un tale bastardo... Sorrido.
   
 
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