Lui la guardò stupito, poi
annuì.
-
Tu sai cosa sono
le Reliquie della Morte? – indagò sollevando la mano e guardandola fissa negli
occhi
-
Sono manufatti
magici leggendari – rispose preparata, Draco fece cenno di sì con la testa
-
Non proprio –
aggiunse richiamando un’occhiata stupita di lei
-
Come è possibile,
sono solo storie…
-
No. Questa è
-
Che cosa intendi?
-
Ascolta
-
Quello di Harry?
-
Proprio. Silente
glielo ha fatto avere al primo anno, anche se io ho saputo che lo possedeva
solamente dopo.
-
Quindi lui…
-
Fammi finire.
Ciascuno di questi oggetti, dopo che ne è stata appurata l’effettiva potenza, è
stato tramandato nelle rispettive casate per decenni, a conoscerne l’esistenza
e a poterlo utilizzare era il capofamiglia.
-
E adesso?
-
Bellatrix è venuta a conoscenza dell’esistenza di queste quando
il Lord Oscuro ha utilizzato quella che è rimasta nella sua famiglia per
generazioni: lo Specchio delle Anime.
-
Che cosa sarebbe?
-
È uno specchio fatato
con cui è possibile dialogare con un morto. Voldemort
l’ha usato per parlare con sua madre
-
CON SUA MADRE?!
-
È sempre stato
ossessionato da sua madre, morta nel darlo alla luce, e così ha voluto metterci
una pietra sopra e fine.
-
E le altre?
-
Bellatrix sapeva dell’esistenza del Fuoco, suo padre è stato
tanto incauto da menzionarlo, una volta, e lei certo non è stupida. Quando ha
saputo da Voldemort l’intera storia di questi oggetti
ha subito compreso la loro importanza e le potenzialità, si è quindi aperta la
caccia quando l’Oscuro Signore è morto.
-
Voldemort è morto?
-
Quando la
bacchetta sua e di Harry sono entrate in risonanza, questi è stato spazzato via
dal patronus di James
Potter poiché Voldemort, alla fine, altri non era se
non un mangiamorte.
-
Oh…
-
Ad ogni modo,
accaduto questo, mia zia ha deciso che sarebbe stata una cosa grandiosa
riportarlo in vita con la Pietra degli Inferi
-
Si può fare
davvero?
-
Esistono delle
condizioni rigidissime e severe, ma comunque sì
-
E allora?
-
La Pietra è
conservata dalla mia famiglia fin dall’antichità e nessuno l’ha mai utilizzata.
I Malfoy, però, sono possessori anche del Fuoco Eterno
-
Come mai?
-
Alla morte di Cygnus Black, il padre di mia madre, di Bellatrix
e di Andromeda, per dinastia il capofamiglia sono diventato io
-
Tu?
-
Sì, lui ha avuto
solo figlie femmine e dato che i cugini erano tutti morti, sia Sirius che Regulus, si è preso il
primo figlio maschio per linea femminile
-
Cioè tu
-
Bella non ha
avuto figli, Andromeda una femmina, non rimanevo che io.
-
E quindi?
-
Quando avevo diciassette
anni mi è stato affidato il potere di questa Reliquia e la sua storia. A
differenza delle altre, però, la storia del Fuoco è un po’ differente, non si
tratta di un oggetto, bensì di un incantesimo. Quando mia zia decise di prendere
la Pietra, mio padre si rifiutò di consegnargliela
-
Possibile? –
l’altro annuì
-
Hanno assediato
Malfoy Manor per espugnarla e, anche se si tratta di
una fortezza ben difesa, erano vicini a prenderla. Quando sono arrivato io
stavano praticamente per entrare, è stato allora che ho deciso di usare il mio
potere
-
La Reliquia? –
chiese timorosa di pronunciare quel nome
-
Sì. Ogni
incantesimo sarebbe stato facilmente neutralizzato, i mangiamorte
sono maghi potenti che hanno conoscenze di magia differenti dalle nostre.
Niente può fermare il Fuoco Eterno. Brucerà per sempre
-
Che cosa ne hai
fatto?
-
L’ho appiccato
tutto intorno a casa mia. Niente e nessuno può entrare o uscire. Mia madre e
mio padre sono là dentro. Mia zia fuori, anche se preferirei che fosse il
contrario
-
E che cosa c’entra
tutto questo col piano di Bellatrix, se intanto non
può espugnare la fortezza…
-
Non è così
semplice. Come ti ho detto, la storia di questa Reliquia è differente, in
origine infatti erano solo quattro. Ad ogni modo, il Fuoco è l’unica il cui
effetto può essere contrastato, per la precisione, solo
-
Era quella della
famiglia Dumbledore?
-
Hermione aprì la bocca e
rimase basita di fronte a quella rivelazione
-
So cosa vuole
fare mia zia: uccidere Silente per entrare in possesso della Bacchetta e poter
spegnere il Fuoco, dopodiché rubare la Pietra degli Inferi e richiamare Voldemort
-
Ma hai detto che
le Reliquie rimangono nella famiglia…
-
Esatto, ma nel caso
un capofamiglia venga ucciso la Reliquia passa al suo erede, mentre se non ha
eredi… diventa di proprietà di chi è riuscito a ucciderlo
-
Ma è TERRIBILE!
-
Sì
-
E Silente non ha
parenti?
-
Solo Aberforth, ma lui non riuscirebbe a reggerne il peso,
morirebbe appena presa in mano la Bacchetta
-
Perché?
-
Ogni Reliquia ha
degli effetti collaterali, la Bacchetta, che è la più potente e utilizzabile
sempre visto a cosa serve una normale bacchetta, ha effetti terribili sulla
forza magica di un mago che viene spesso assorbita dall’oggetto
-
E il Fuoco?
Vide gli occhi di lui
spostarsi e incupirsi
-
C’entrano quelle
fiamme, vero?
-
È ciò che accade
quando viene utilizzato. La chiamano la Persecuzione dell’Inferno, mi sono un
po’ documentato…
-
E l’incantesimo
che ho pronunciato?
-
La signorina ha
chiamato il primo Incantesimo Oscuro della sua vita… - dichiarò sarcastico
-
Intendi dire che
quella era Magia Nera?
-
Sì
-
Cavoli…
-
È un incantesimo
che annulla lo spazio e il tempo intorno a chi è il destinatario per
pochissimo, ma quel poco è sufficiente a distruggere temporaneamente le fiamme.
-
E perché non
bruciavano?
-
Neppure quelle
appiccate a Malfoy Manor bruciano, sono solo una
barriera. Se io voglio bruceranno, se io non voglio non lo faranno.
La ragazza annuì
-
E il fuoco di
quando sei entrato? Quando c’era anche Harry?
-
Diciamo che il
possedere il potere del Fuoco mi permette di gestire le fiamme a mio piacimento
e senza incantesimi – dichiarò sorridendo un poco compiaciuto di quelle sue
potenzialità
-
È un bel casino…
- commentò lei, lui alzò le sopracciglia a sentirla dire così, poi annuì
-
Era meglio se non
ti avessi detto niente – annunciò il biondo alzandosi da letto.
Hermione gli tirò la manica
della camicia facendolo voltare verso di lei ancora seduta, la guardò dall’alto
in basso e poi si risedette, sapendo di cosa l’avrebbe rimproverato lei:
codardia.
Aveva paura che lei fosse
troppo fragile per una simile storia.
-
Harry sa di
questa storia? – chiese lei, l’altro fece spallucce
-
Credo che, a
questo punto, Silente glielo dirà
-
Ho una curiosità –
aggiunse
-
Spara
-
Tutta questa
storia c’entra col modo di dire che c’è nella famiglia Black di definire il
secondo nato di una coppia di gemelli come una “Reliquia della Morte?” – Draco
sorrise e annuì
-
Hai letto gli
annali… - lei arrossì sentendosi colpevole di aver sfogliato dei libri proibiti
– sì, c’entra, il fatto è che in origine i maghi partiti non erano cinque, ma
sei.
-
Sei?
-
Quello della
famiglia Black si chiamava Castor, ma se ci rifletti,
Castor è il nome della stella dei gemelli, sorella di
Pollux, come nella mitologia greca
-
Castore e Polluce
– specificò
-
Esatto. Entrambi
i fratelli partirono, ma solo Castor tornò. I due si
affrontarono fuori del luogo dove erano contenute le Reliquie per sapere chi
avrebbe posseduto l’ultima rimasta e Pollux venne ucciso.
Castor, poi, giunto in ritardo alla spartizione, si
accorse che non c’erano più Doni, così prese un bastone e gli diede fuoco col
fuoco che circondava quel luogo chiamato “Anticamera dell’Inferno”, è da lì che
è nata la quinta reliquia: il Fuoco Eterno.
-
Ma cosa c’entra
questo?
-
Giunto a casa Castor disse che Pollux era il un
traditore e assunse il titolo per sé e per la famiglia di Pollux
di patriarca. Da allora nella famiglia i gemelli sono sempre stati segno di
sventura e, se capitano, e ogni tanto succede, il secondogenito viene ucciso
perché non possa attentare alla vita del primogenito, visto che si dice che il
secondogenito è sempre traditore
-
Ma potrebbe anche
non voler uccidere suo fratello
-
È un pregiudizio.
Come dici tu, ce ne sono tanti nelle famiglie purosangue
-
Non puoi negare
che ho ragione – sottolineò lei
-
Vero. Da allora,
tutti i Castor e Pollux che
trovi nell’albero saprai che avevano un gemello che è stato ucciso alla
nascita.
-
Quindi anche il
padre di… aspetta… c’era qualcuno che si chiamava così…
-
Era Pollux Black, era il mio bisnonno, padre di Cygnus nonché di Walburga, la madre di Sirius
-
È vero!
Il silenziò calò tra loro.
Che cosa c’era da dirsi in
una simile circostanza?
-
Di chi stavano
parlando alla sala da tè? – domandò all’improvviso lei
-
A chi ti
riferisci
-
Parlavano di una Parkinson, era Pansy? – si
sentiva parecchio preoccupata
-
No, Pansy ha fatto Natale a Hogwarts
– disse – non lo so con certezza, ma credo che si riferiscano alla sua povera
madre, Nicholaa
-
Perché dici
“povera madre”?
-
La mamma di Pansy è muta. – dichiarò lui lasciandola stupita
-
Sul… sul serio?
-
È stato lo zio di
Pansy a tirare tutta la famiglia in questa faccenda e
Nicholaa è una donna mite e abbastanza gentile, forse
un po’ stravagante come la Lovegood, anche se più
fine – un’occhiataccia ci stava per aver parlato male di una delle sue amiche
-
E adesso?
-
Pansy crede parecchio in questa storia, non capisco proprio
come possa essere nata una creatura del genere…
-
È muta, dalla
nascita? – domandò piano Hermione
-
No.
Come temeva.
Nel mondo magico c’erano un
sacco di persone che soffrivano di disturbi psicologici a causa di traumi e,
sfortunatamente, era particolarmente facile averne nella propria infanzia.
-
Come… come mai? –
indagò, incerta se volerlo davvero sapere
-
Lo zio di Pansy l’ha violentata quando aveva sedici anni, solo che
era promesso ad una vecchia megera di una famiglia potente che non ha voluto
annullare il matrimonio, così è toccato a suo fratello ripagare il danno
-
Poveretto – lo
compatì la ragazza, Draco annuì
-
Se non altro Nicholaa non sarebbe stata così bene se le avessero fatto
sposare quel bastardo
-
Vero. E non
potrebbe essere che Pansy è così…
-
No. – stava
cercando di dire che Pansy era un’illegittima? No,
non lo era. Lì era la stranezza.
-
Draco – chiese
ancora lei dando sfogo ai suoi dubbi e sentendosi, ormai, di essere
sufficientemente in confidenza, soprattutto dopo che aveva saputo tutta la
storia – tra tutti questi poteri che ti arrivano dal Fuoco Eterno, c’è per caso
una particolare propensione a Legilimanzia o Occlumanzia
Lui ghignò
-
No, perché? Hai
provato a leggere nella mia mente – arrossendo lei annuì – sono solo bravo a
tenermi i fatti miei per me – annuì ancora – come te…
Annuì, poi si fermò e lo
guardò perplessa
-
Ci ho provato
anche io – rispose tranquillo
Dal comodino prese le
sigarette che Blaise gli aveva lasciato con tutte le
raccomandazioni di non fumarne, ma credeva di essersene meritata una per quella
sera, ne aveva assoluto bisogno!
La accese e tirò una boccata
di fumo.
Hermione si distese sulle
lenzuola, gli occhi al soffitto guardando le volute più chiare disperdersi
nell’aria e poi spostando lo sguardo su di lui, gli occhi grigi della serpe di mossero
dalla contemplazione dal vuoto e incontrarono quelli di lei, le labbra si
mossero finchè non comparve un sorriso; si allungò
indietro, la sigaretta stretta tra le labbra, guardando di nuovo oltre ciò che
si poteva distinguere.
La Caposcuola aspirò una
boccata d’aria e sentì l’inconfondibile odore di tabacco da sigaretta
impregnare l’aria, non le piaceva molto, ma aveva come il potere di
tranquillizzarla, o forse a fare questo era semplicemente la figura del
Principe delle Serpi accanto a lei che ostentava tranquillità quando dentro di
sé doveva avere un calderone di pensieri da fare invidia.
Sospirò malinconica
-
Lo sai Granger,
quando fai così ti bacerei – dichiarò lui spiazzandola, prendendo il mozzicone
tra le dita e soffiando una nuova nuvoletta senza neppure voltare la testa a
guardarla, continuando per gli affari suoi, poi gli occhi si posarono su di lei
che lo guardava distesa su un fianco, la testa appoggiata ad una mano, il
gomito affondato nel materasso
-
Credevo di aver
pagato debito e penitenza al caffè – disse stupita
-
Ho bisogno di
scuse così insulse per baciarti? – chiese lui stendendosi accanto a lei e la
ragazza notò che le gambe sporgevano di un po’ oltre il bordo del letto.
Quando si trovarono alla
stessa altezza, gli occhi dorati di lei incontrarono quelli di lui, color
dell’argento e rimasero a fissarsi per un tempo che parve interminabile.
La mano destra di lui si
allungò finchè non toccò un orecchio sottile di lei,
percorrendo poi lentamente la curva della mandibola, salendo sulle labbra, le
solleticò appena uno degli angoli della bocca finchè
lei sorrise, poi, lentamente, le si avvicinò e la baciò.
Hermione sentì il sapore del
tabacco, eppure le sembrava così giusto ciò che stava accadendo… la mano di lui
si spostò dietro la testa, sulla nuca, premendo piano sui suoi capelli per
avvicinarla ancora di più.
Incerta lei gli passò le dita
nei capelli, sentendolo sorridere mentre la baciava, dopodiché, prendendo
coraggio, gli allacciò le braccia intorno al collo.
La bocca di lui si allontanò
mentre gli occhi si aprivano e si guardavano di nuovo, brillanti di
soddisfazione che traevano dal semplice stare insieme… beh, magari non solo
quello…
Le labbra di lui tracciarono
un sentiero dagli occhi, che baciò quando erano chiusi, fino al naso, per poi
posarsi leggermente sulla bocca e fuggire subito sulla curva del collo, nello
scollo del colletto della camicia e poi scesero fino al primo bottone
allacciato, si posarono sul triangolo di pelle che era ancora scoperta e si
allontanarono di nuovo mentre, tenendola tra le braccia, lei non pareva dare
segni di ritrarsi, di negarsi né di scoppiare a piangere; guardò il seno che si
alzava e abbassava a ritmo scoordinato e affaticato e sorrise ancora mentre
liberava le mani dalla schiena di lei e le portava alla camicia per
sbottonarla.
Stava giusto per far sfuggire
il pomello all’asola quando il suono del Big Ben che batteva la mezzanotte,
seguito da un boato violento lo riscosse facendogli alzare la testa e guardarla;
le mani si allontanarono, posandosi innocentemente ai lati del corpo di lei
-
Non posso
continuare – disse chinando la testa
Probabilmente, riflettè la Gryffindor, se avesse
continuato lei non l’avrebbe fermato pur sapendo che non si sentiva ancora così
tanto pronta per un passo simile. Ringraziò il Cielo che aveva creato Draco
Malfoy e gli strinse la testa contro di sé mormorando un timido “Grazie”.
E Draco si vide come un vero
cavaliere dall’armatura scintillante mentre lei lo abbracciava e sentiva di
essere così importante per lui. E lui sentiva di essere molto importante per
lei, talmente tanto che gli avrebbe permesso di fare all’amore insieme.
-
Ehi Draco –
chiamò mentre se ne stavano lì così – se un giorno vorrò perdere la mia
verginità posso sempre venire a cercarti?
Lui sollevò la testa
mostrandole il classico ghigno madre-in-malfoy, fiero
e orgoglioso
-
Ovvio. Io non
dico mai di no ad una donna
Sfortunatamente era vero e
questo la feriva un poco perché non riusciva a levarsi dalla testa di essere
una delle tante che gli avevano scaldato il letto. Per spingerlo però fino a
quel punto con una mezzosangue, questa doveva avere qualcosa di particolare e
ciò la confortava.
-
Dimmi un po’ –
aggiunse – perché continui a cambiare ragazza come i calzini?
-
A parte che non
sono affari tuoi, comunque loro non sono state migliori di me… volevano un
ragazzo per una notte, molto bene, a me sta bene.
-
Ma alcune erano
innamorate di te
-
Sì, talmente
innamorate che credevano che io fossi semplicemente il Principe delle Serpi
senza problemi, fatto solo di idee razziste
-
E tu hai mai
guardato oltre in loro?
-
Con qualcuna –
confessò – ma ho visto solo il nulla totale
-
Non sei molto
gentile
-
Non lo sono state
neppure loro. Niente legami, così non mi devo preoccupare di cosa cercare in
una ragazza
La triste e brutale verità.
-
Ma una cosa te la
voglio dire, piccola mezzosangue – lei lo ammirò sorpresa – quando una ragazza
affascina un uomo, lo fa sempre d’in piedi, mai da sdraiata. – Hermione
sorrise, riconoscendo tra quelle parole una piccola lode
-
Draco, non te ne
andare. – lui fece cenno di sì con la testa
-
Hermione, non mi
lasciare.
Silenzio, poi un boato.
-
A proposito, buon
anno nuovo, Granger…
E si addormentarono
abbracciati per quella notte, quasi dimentichi che era cominciato un nuovo
tempo della loro vita.
* * *
Un gufo nero come la pece e
gli occhi d’ambra si posò sul davanzale della finestra, picchiettando con il
becco ricurvo sul vetro.
Oltre l’imposta, la stanza
era illuminata da candele che svolazzavano nell’aria mentre la musica di un
quartetto da camera stava suonando l’ennesimo lento della serata per i romanticoni del Capodanno.
Silente sorseggiò appena
dalla sua coppa e guardò i suoi studenti ballare allegri; c’era stato un tempo
in cui anche lui era stato al loro posto, ma era una persona ben diversa da chi
era adesso: arrogante, pieno di sé e conscio di avere delle capacità magiche
fuori dal comune.
All’età di diciassette anni
suoi padre era morto lasciandolo con una sorellina, la sua amata Ariana, e un
fratellino appena nato. Sua madre Kendra era una
donna di salute piuttosto cagionevole, ma una madre meravigliosa, a volte si
domandava come avesse fatto a crescere con certe balzane filosofie…
La sua famiglia non era mai
stata potentissima, anche se apparteneva alle stirpi purosangue del mondo
magico e poteva vantare parentele con i Weasley e con
i Black, con i Rosier e con i Crabbe.
Molti erano i segreti, a cominciare da quello di sua sorella.
Ariana era la sua sorellina
preferita, aveva cinque anni meno di lui ed era una bellissima bambina dai
capelli color dell’oro e gli occhi celesti, sarebbe stata una maga
potentissima, se solo non fosse successo quell’incidente mentre sua madre era
incita…
Lo ricordava perfettamente,
erano in carrozza per andare a trovare la nonna quando un gruppo di
malintenzionati aveva colpito il veicolo facendolo sbandare.
Messi in fuga da suo padre,
troppo tardi si erano accorti che Kendra era rimasta
schiacciata da una maniglia e rischiava di perdere il bambino che portava.
Arrivati da sua nonna, sua
madre era stata costretta a partorire in tutta fretta per non morire a sua
volta e quando finalmente la bimba aveva visto la luce, sembrava un esserino normalissimo, ma solo dopo si erano accorti di
cosa le era successo: Ariana aveva avuto dei traumi fisici a causa di
quell’incidente che l’avevano resa incapace di controllare il suo potere e a
volte rasentava la follia.
C’erano momenti in cui
perdeva completamente il controllo di se stessa e dei suoi poteri causando
disastri e guai, ma più cresceva e più il problema peggiorava, le crisi si
facevano sempre più ravvicinate e i suoi raptus magici ancora più pericolosi finchè quel brutto giorno, uccise sua madre.
Non era stata una cosa
volontaria, quando tutto era terminato non ricordava neppure di essere
impazzita, ma la voce fece il giro di ogni bocca che sapesse cos’era la magia.
Sua sorella rischiava di
essere esiliata in un reparto psichiatrico e abbandonata, non poteva
permetterselo, aveva abbandonato gli studi per diventare Auror
pur di prendersi cura di quella creaturina e del
fratellino e non se ne era pentito.
No, quello mai. Perché
l’amore che provava per sua sorella era qualcosa che trascendeva il comune
affetto tra fratelli, più e più volte ci aveva riflettuto e più e più volte si
era reso conto della gravità della cosa, un segreto che nessuno avrebbe dovuto
scoprire; per quasi dieci anni tenne per sé quei sentimenti spuri, quelle sensazioni
inadeguate, quei pensieri indegni, sperando che col tempo tutto potesse
aggiustarsi.
Le cose erano andate
diversamente, tutto era peggiorato: sua sorella, la morte di sua madre, il
doverle stare accanto senza poterla amare come voleva e poi, anche LUI.
Un vortice che aveva fatto
girare il mondo senza che lui riuscisse a fermarlo, più veloce di quanto
riuscisse, più di quanto volesse, disastri, tragedie, tante cose, morti.
Aveva creduto di aver messo
la testa a posto quando, dopo la morte di Ariana e il diploma di Aberforth, era stato nominato insegnante a Hogwarts, ma c’era qualcosa che non era riuscito a
prevedere e una ragazzina ingenua, una sua studentessa innocente ne aveva
pagato su di se le conseguenze; non era più riuscito a controllarsi nel rivedere
tra quelle iridi le stesse di sua sorella e tra quelle dita l’inchiostro che
sporcava anche quelle di Ariana.
Ma Minerva non era Ariana e
in verità c’era poco di comune tra le due, tanto bionda, pallida ed eterea era
sua sorella quanto Minerva era piccina e curva, forse un po’ scialba e slavata,
decisamente poco attraente.
Aveva riflettuto molto sul
suo rapporto con quella che negli anni era diventata la sua più fidata
collaboratrice, quello che gli uomini chiamano “moglie” anche senza una
cerimonia e si sentiva attratto da lei come lo era stato da sua sorella, ma in
modo differente.
Forse non era stata una
bellezza lunare, ma non c’era ragazza in tutta Hogwarts
che fosse dotata dei sentimenti che aveva posseduto Minerva McGranitt
quando era stata sua allieva, neppure la tanto idolatrata Lily Evans si avvicinava al canone che Minerva era diventata per
lui da quando, quella notte, aveva deciso di perdonarlo.
Povera Minerva, le aveva
rovinato l’esistenza… ma forse non avrebbe accettato di dover dividere con
quello che sarebbe dovuto essere suo marito il sentimento che li legava non
una, ma infinite volte.
E lei stessa sapeva che tra
loro c’era qualcosa, anche se non osava sperarlo, ma lo sentiva quel filo di
lana, caldo e resistente, che nessuno sarebbe riuscito a spezzare, neppure la
morte.
Applaudì quando il quartetto
posizionato sulla pedana terminò la sua esecuzione e la sbirciò oltre le lenti
a mezzaluna, forse gli studenti dicevano che era un pezzo di marmo, ma se solo
avessero guardato oltre l’apparenza e oltre le sembianze ormai un po’
invecchiate, avrebbero trovato una persona stupenda.
Quando era stato suo
insegnante, prima che accadesse il fattaccio, un anno l’aveva invitata a
ballare alla festa di Capodanno della scuola.
Ricordava quella scena nitidamente
con
Le studentesse facevano capannello
negli angoli ridacchiando e sorridendosi, chiacchierando degli abiti, i
ragazzi, ormai con i polsini slacciati e le cravatte allentate, si servivano ai
tavoli dei buffet e lei era seduta su un triclinio a leggere uno dei suoi
libri… un comportamento che gli ricordava in parte quello della studentessa
odierna Hermione Granger.
Ogni dettaglio era impresso
indelebilmente, a cominciare dal vestito grigio stile anni venti che indossava,
scialbo quanto lei, dicevano le sue compagne, ma corredato da una stola a
quadri col tartan dei McGranitt che le fasciava la
vita sottile e le adornava i capelli stretti nella consueta treccia lunga sulla
schiena.
Non indossava ancora gli
occhiali a quel tempo e le mani che voltavano svelte le pagine erano
casualmente macchiate, come sua abitudine.
Si era avvicinato, sbirciando
il titolo del libro inconfondibilmente di Trasfigurazione
-
Se avessi saputo
che avrebbe fatto i compiti anche la sera di capodanno ne avrei assegnati di
meno, signorina McGranitt – le aveva detto
amichevolmente
Lei aveva alzato gli occhi
stupita e gli aveva sorriso
-
Questa materia è
così affascinante che non riesco a leggere di altro… - gli aveva risposto con
occhi scintillanti di una ragazza che, l’avrebbe saputo solo dopo, era
innamorata del suo professore.
-
Chiuda quel libro
e vada a ballare! – le aveva proposto prendendolo d’in mano e facendolo scomparire
mentre lei arrossiva e si sistemava la gonna grigia
-
Non sono molto
brava nella danza, temo di essere una vera frana – aveva risposto – mio
fratello Loki me lo ripete in continuazione.
Loki era il suo fratello preferito, quello che le era più
vicino d’età e a cui era più legata; era un affascinante ragazzo che si era
diplomato l’anno prima con ottimi voti e che apparteneva al numerosissimo clan
da cui lei discendeva e che contava ben undici fratelli! Lei era l’ultima,
nonché l’unica femmina e vivendo in una famiglia simile, le sue grazie erano
state un poco trascurate.
-
Bisognerà creare
un club di danza – le aveva risposto – se fossi al posto di Dippet
lo farei! Tutti hanno diritto di imparare!
-
E poi non credo
che qualcuno perderebbe tempo a farsi pestare i piedi da me – aveva ribadito
ancora, ridendo serena
C’era stato un momento, lo
ricordava, in cui quel sorriso gli aveva toccato il cuore e il suo respiro, per
un attimo, si era fermato. Forse la sua follia era cominciata allora. Gli
uomini avrebbero dovuto fare la fila per volerla invitare a ballare e godere
della sua compagnia.
-
Venga signorina,
balli con me! – le aveva chiesto cerimoniosamente – io sono più che disposto a
farmi schiacciare i piedi, credo che sia una buona punizione per la mia vanità
che mi ha costretto ad indossare queste scarpe nuove
L’aveva portata a ballare e
avevano fatto un giro di danze, poi, dando ordine ai musicisti di allora, aveva
chiesto che suonassero una ballata scozzese e mai e poi mai si era pentito di
quello perché l’espressione che lei gli aveva regalato era qualcosa di magico e
non c’entravano gli incantesimi.
Era stato sciocco a non voler
vedere, ancora perso nei pensieri di Ariana, appena mancata, e di tutti gli
altri problemi che stava ancora cercando di risolvere.
Ormai era vecchio e stanco,
non avrebbe potuto farla ballare ancora, tantomeno
chiederle di dividere una quadriglia scozzese perché sapeva che, nonostante
l’età, lei si sarebbe scatenata come allora.
Sorrise e fece appena un
cenno ai musicisti che capirono al volo e la musica ritmica e tamburellante
della Scozia, della vecchia Scozia fatta di tartan e di clan, di Highlands e di Longlands, di muri
e di brughiera, di castelli e di profumi di natura, invase la sala e le
immagini di un passato remoto ma pur sempre vicinissimo si potevano scorgere
oltre le lenti rettangolari degli occhiali che ora, Minerva McGranitt,
dopo quasi cinquant’anni, indossava, occhiali che
celavano i suoi occhi azzurri che lo stavano mutamente ringraziando come
centomila parole non avrebbero potuto.
Un ticchettio alle spalle
attirò la sua attenzione e il gufo nero dagli occhi gialli entrò non appena la
grande finestra a riquadri si aprì, andando a posarsi sul braccio del preside e
lasciandogli il messaggio che Draco ed Hermione gli avevano mandato da Londra.
Non sembravano buone nuove se Malfoy aveva deciso di utilizzare quella bestia;
la fece salire su un trespolo e srotolò la pergamena, cominciando a leggere
veloce le parole scritte dalla classica mano della Caposcuola.
Lo sguardo si fece serio e si
alzò in piedi svelto, dirigendosi verso l’uscita dei professori, Minerva si
alzò con lui e lo seguì svelta, senza domande, intuendo che doveva trattarsi si
qualcosa di estremamente grave.
-
Sono i ragazzi da
Londra? – domandò lei quando la porta dell’ufficio si fu richiusa dietro di
loro con un rumore sordo, il preside annuì – cosa dicono?
-
Ci sono mangiamorte nella capitale – annunciò – pare che ne abbiano
scoperti un paio in una biblioteca e che abbiano ascoltato “per caso” una
conversazione tra loro…
-
Oh cielo!
-
Pare che si
stiano muovendo più veloci di quanto credessi e Bellatrix
non desiste
-
Oh Albus, devi fare qualcosa, quei due si cacceranno nei guai!
Lo so per certo, vorranno rendersi utili e poi succederà qualcosa… che possiamo
fare? – la vicepreside sembrava sinceramente preoccupata per le sorti di due
dei suoi alunni e le rughe sulla fronte lo testimoniavano
-
In questo momento
devono badare a se stessi, se succederà qualcosa di grave li farò tornare
immediatamente a Hogwarts.
-
Ma… e i mangiamorte?
-
Draco sa come
cavarsela, ci penserà lui ed Hermione non è stupida, anzi! – Minerva McGranitt borbottò qualcosa di poco convincente a proposito
delle tesi del preside – in questo momento, finchè
non tornano, non posso fare nulla.
-
E tu? Tu sei il
primo della lista di Bellatrix…
-
Me e… ma non c’è
assolutamente tempo da perdere! Hogwarts non verrà
presa! Non finchè starò qui dentro! Non finchè sarò preside.
-
Neppure finchè ci sarò io! – terminò lei
Lui le sorrise, sapendo che
lo capiva e sapendo che lei sapeva.
Che assurdo gioco di parole,
ma era la pura e semplice verità.
-
Mi devi una danza
per questa sera, Minerva – aggiunse – come ai vecchi tempi…
Lei sorrise e arrossì
-
Ma non credo che
riuscirei a dare spettacolo come quando ero giovane, preferisco che io e te ci
balliamo la nostra canzone qui, dove nessuno può prenderci in giro
-
La mia cara
Scozia e i miei fratelli vivono tutti nel mio cuore, ma sono felice, ogni tanto
che tu mi aiuti a ricordarli…
E stringendola a se, la fece
volteggiare due o tre volte nello spazio libero, felice di averla accanto anche
in quel momento.
Gli era stata accanto quando
stava uscendo da una crisi, lo aveva fatto senza volerlo.
E da allora in poi, gli era
sempre stata accanto perché voleva farlo.
E anche lui.
Era stato lui a chiamarla a
Scuola quando l’avevano nominato preside e c’era la necessità di un nuovo
insegnante di Trasfigurazione, ma quella era una cosa che non riusciva a
ammetterle.
E adesso lei gli era ancora
accanto, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Gli sarebbe parso stranamente
inconcepibile che lei non ci fosse quando aveva bisogno.
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti, allora? Cosa mi dite di questo segreto delle Reliquie della Morte
rielaborato da me? Penso che non sia difficile intuire che la storia è
“vagamente” ispirata all’originale settimo libro della Rowling,
tuttavia ho aggiunto e tolto reliquie a piacimento e ne ho fatto quello che
volevo, dando loro una storia del tutto differente e associandole a personaggi
completamente diversi da quelli di cui si parla nel libro dove, effettivamente,
sono solo tre o quattro.
Sono molto curiosa di
conoscere i vostri pareri a proposito, spero che il capitolo vi sia piaciuto,
lo spero davvero!
Piccola informazione di servizio: dato che la settimana prossima parto per la mia utilima gita scolastica delle superiori e questa durerà
cinque giorni, la settimana prossima non potrò aggiornare. Se riuscirò e non
sarò oberata dagli impegni lunedì mattina posterò il prossimo capitolo, il
tredicesimo, ma non prendetela per una promessa perché prima di partire ci sono
sempre pasticci a volontà e fare le valigie non è proprio il mio forte XP
Spero comunque di riuscirci,
nel frattempo, MONACO, ARRIVO!!!
Shavanna:
dai, festeggiamo insieme la festa dei single! Sono felice che la scelta del
giorno stia bene con le tematiche affrontate, non posso dire lo tesso di questo
ma non importa, prima o poi questo benedetto segreto doveva uscire fuori da
quelle labbra!
Le compagne di Herm sono state bastarde fino in fondo, come tutte le false
amiche invidiose di lei perché era brava e frequentava una scuola dove loro non
potevano andare… ma ci sono anche quelle e Herm in
questa storia è un personaggio un po’ più tormentato dell’altra, qui si sente
sempre al posto sbagliato…
Beh, spero che il segreto
delle reliquie ti piaccia, ciao e un bacione! Nyssa
luana1985:
penso anche io che san Valentino sia ormai ridotta ad una festa di acquisti, ma
credo che il significato di una festa per gli innamorati sia qualcosa di bello,
anche se nella mia fic l’ambientazione è il 31
dicembre (e quei due se n’erano pure dimenticati >_>).
Non sprecare troppa poesia
nelle lodi di me e della mia storia, non credo di essere così brava, anche se
fa sempre piacere leggere delle recensioni così, quindi grazie mille! Aspetto
di sapere cosa mi dici di questo segreto svelato, ciao e a presto! Nyssa
Potterina_88_:
ehehe, la coppia si sta formando, anche se qui il
susseguirsi di eventi è differente dalle Relazioni dove, in questo punto della
vicenda, Draco ed Herm erano già cotti a puntino,
mentre qui ci sono ancora un paio di stadi della relazione da affrontare ^^
Penso che Draco, con tutte le
arie di superiorità che si dà, alla fine si senta terribilmente inferiore a lei
perché lei è sempre stata tra i bravi e lui ha le sue indecisioni, eppoi perché
persegue la giustizia ad ogni costo, mentre lui è fondamentalmente un po’
egoista… per questo credo che stiano bene insieme, si compensano
vicendevolmente…
Non ci sarà mai occasione,
comunque, in cui Draco non ne approfitterà perché Herm
ha, come Blaise, l’innata capacità di farlo ridere e
uscire di senno senza fare cose particolari ihihihi
Bene, io spero ti sia
piaciuto anche questo nuovo capitolo, aspetto curiosa di sapere, ciao e un bacione! Nyssa
Herm83: beh,
per Draco il fine giustifica sempre i mezzi e non credo che gli
dispiaccia poi più di tanto giustificarlo a quel modo ^_^
Draco alterna i suoi momenti
dolci a quelli possessivi a quelli un po’ maliziosi, fondamentalmente è una
persona molto eclettica su questo punto di vista, deve essere per questo motivo
che mi sembra così affascinante (e probabilmente è lo stesso per Herm).
Bene, spero che
l’aggiornamento ti piaccia, me molto curiosa! Aspetto di sapere, ciao! e a
presto, Nyssa
giuliastarr:
ecco qui il tanto agognato segreto di Draco, spero che non abbia deluso le tue
aspettative, attendo con impazienza di sapere cosa ne pensi, ciao e a
prestissimo! Nyssa
crici_82:
finalmente è giunto anche il momento di rivelare qualche segreto seppellito da
un po’, per il momento mi limito a quelli di Draco ma presto arriveranno anche
gli altri! Spero che il capitolo ti piaccia, ciao e un bacio! Nyssa
falalula:
mi fa piacere che aspetti sempre di leggere i miei aggiornamenti, so come ci si
sente ad aspettare in quel modo, sfortunatamente io sto aspettando
l’aggiornamento di una delle mie autrici preferite dal mese di ottobre, quindi
ti lascio dire con che capelli esco ogni volta da efp
dopo aver visto che non ha postato >_>
Spero che il capitolo dei
segreti ti piaccia, ciao! Nyssa
Lord Martiya: innanzi tutto dico che mi fa moltissimo piacere che
il precedente capitolo che ho postato ti sia piaciuto, effettivamente sono
d’accordo sul fatto che forse Mana è il chara più indicatoa d una storia
del genere, anche se non sono sicura di voler fare un altro crossover
come è stato per la precedente fic, anche se in uno
dei tuoi commenti mi hai dato l’ispirazione per uno sviluppo a cui non avevo
ancora pensato ^^
Il motivo per cui Herm è andata in città è… che è uno dei misteri ancora da
svelare ^^
Sono sicura che ci siano
persone che sanno come trattare la Umbridge, ma mi
sembra un po’ offensivo per le rane paragonarla a loro…
PS: è appena uscito il 10°
numero di negima ed è troppo divertente!
Killkenny:
effettivamente anche la Row ha fatto qualche accenno,
ma penso che sarebbe davvero una mangiamorte perfetta
perfida come è!
Quando ho letto il quinto
libro ero davvero furiosa con lei, specie per le cattiverie che faceva ai
gemelli che mi stavano sempre molto simpatici…
Spero che possa piacerti
anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa
Lauwren:
ma no che non sei in ritardo, non mi hai neppure battuta sul tempo ^^
Sono d’accordo sul fatto che
Draco sia bastardo (mai negato) come ogni Malfoy (una verità inconfutabile),
però ogni persona ha i suoi lati positivi, lasciamogli almeno uno spicchio
anche per lui, dopotutto in questa fic se lo merita
con tutti i pasticci che gli sto facendo *-*
Bene, spero che il tanto
atteso segreto di Draco non ti deluda, aspetto curiosa di sapere cosa mi dici,
ciao e a prestissimo! Nyssa