Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nyssa    20/02/2008    12 recensioni
L'amore non è solo come una rosa che sboccia o una pesca delicata, l'amore è anche una mela selvatica dal sapore un po' asprigno che nasce al freddo e tra le spine.
L'amore è fatto di tante cose, anche di imprevisti, esattamente come quello che colpisce Draco Malfoy ed Hermione Granger durante una delle loro solite litigate, ma che cosa gli è capitato veramente? E quali sono i tanti misteri della Londra babbana (ma non troppo) che Hermione è più che mai decisa a scoprire? E quali sono gli altrettanto sconosciuti motivi che spingono (o costringono?) Draco Malfoy a seguirla?
Prima classificata al Never Ending Story Awards - Terzo Turno secondo la scelta del pubblico.
Vincitrice nelle categorie: Best Saga, Best Romance, Best Plot e Best Couple (Draco/Hermione)
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lui la guardò stupito, poi annuì

Lui la guardò stupito, poi annuì.

 

-          Tu sai cosa sono le Reliquie della Morte? – indagò sollevando la mano e guardandola fissa negli occhi

-          Sono manufatti magici leggendari – rispose preparata, Draco fece cenno di sì con la testa

-          Non proprio – aggiunse richiamando un’occhiata stupita di lei

-          Come è possibile, sono solo storie…

-          No. Questa è la realtà. Le Reliquie della Morte esistono, purtroppo. Nessuno sa da dove vengano o come siano arrivate qui e se anche qualcuno lo sapesse di certo non si è premurato di dirmelo.

-          Che cosa intendi?

-          Ascolta la storia. Molti secoli fa, i principali capofamiglia delle dinastie purosangue del mondo magico, preoccupati per il continuo aumento di potere dei babbani e dei mezzosangue, decisero di mettersi alla ricerca di qualcosa che potesse dare loro la possibilità di contrastare queste avanzate preoccupanti. Cinque maghi riuscirono a trovare il luogo leggendario dove le Reliquie erano raccolte e se ne spartirono una ciascuna, erano Castor Black, Devlin Dumbledore, Scorpius Malfoy, Ares Gaunt, William Potter, ciascuno di essi ottenne qualcosa, rispettivamente: il Fuoco Eterno, la Elder Wand, la Pietra degli Inferi, lo Specchio delle Anime e il Mantello dell’Invisibilità.

-          Quello di Harry?

-          Proprio. Silente glielo ha fatto avere al primo anno, anche se io ho saputo che lo possedeva solamente dopo.

-          Quindi lui…

-          Fammi finire. Ciascuno di questi oggetti, dopo che ne è stata appurata l’effettiva potenza, è stato tramandato nelle rispettive casate per decenni, a conoscerne l’esistenza e a poterlo utilizzare era il capofamiglia.

-          E adesso?

-          Bellatrix è venuta a conoscenza dell’esistenza di queste quando il Lord Oscuro ha utilizzato quella che è rimasta nella sua famiglia per generazioni: lo Specchio delle Anime.

-          Che cosa sarebbe?

-          È uno specchio fatato con cui è possibile dialogare con un morto. Voldemort l’ha usato per parlare con sua madre

-          CON SUA MADRE?!

-          È sempre stato ossessionato da sua madre, morta nel darlo alla luce, e così ha voluto metterci una pietra sopra e fine.

-          E le altre?

-          Bellatrix sapeva dell’esistenza del Fuoco, suo padre è stato tanto incauto da menzionarlo, una volta, e lei certo non è stupida. Quando ha saputo da Voldemort l’intera storia di questi oggetti ha subito compreso la loro importanza e le potenzialità, si è quindi aperta la caccia quando l’Oscuro Signore è morto.

-          Voldemort è morto?

-          Quando la bacchetta sua e di Harry sono entrate in risonanza, questi è stato spazzato via dal patronus di James Potter poiché Voldemort, alla fine, altri non era se non un mangiamorte.

-          Oh…

-          Ad ogni modo, accaduto questo, mia zia ha deciso che sarebbe stata una cosa grandiosa riportarlo in vita con la Pietra degli Inferi

-          Si può fare davvero?

-          Esistono delle condizioni rigidissime e severe, ma comunque sì

-          E allora?

-          La Pietra è conservata dalla mia famiglia fin dall’antichità e nessuno l’ha mai utilizzata. I Malfoy, però, sono possessori anche del Fuoco Eterno

-          Come mai?

-          Alla morte di Cygnus Black, il padre di mia madre, di Bellatrix e di Andromeda, per dinastia il capofamiglia sono diventato io

-          Tu?

-          Sì, lui ha avuto solo figlie femmine e dato che i cugini erano tutti morti, sia Sirius che Regulus, si è preso il primo figlio maschio per linea femminile

-          Cioè tu

-          Bella non ha avuto figli, Andromeda una femmina, non rimanevo che io.

-          E quindi?

-          Quando avevo diciassette anni mi è stato affidato il potere di questa Reliquia e la sua storia. A differenza delle altre, però, la storia del Fuoco è un po’ differente, non si tratta di un oggetto, bensì di un incantesimo. Quando mia zia decise di prendere la Pietra, mio padre si rifiutò di consegnargliela

-          Possibile? – l’altro annuì

-          Hanno assediato Malfoy Manor per espugnarla e, anche se si tratta di una fortezza ben difesa, erano vicini a prenderla. Quando sono arrivato io stavano praticamente per entrare, è stato allora che ho deciso di usare il mio potere

-          La Reliquia? – chiese timorosa di pronunciare quel nome

-          Sì. Ogni incantesimo sarebbe stato facilmente neutralizzato, i mangiamorte sono maghi potenti che hanno conoscenze di magia differenti dalle nostre. Niente può fermare il Fuoco Eterno. Brucerà per sempre

-          Che cosa ne hai fatto?

-          L’ho appiccato tutto intorno a casa mia. Niente e nessuno può entrare o uscire. Mia madre e mio padre sono là dentro. Mia zia fuori, anche se preferirei che fosse il contrario

-          E che cosa c’entra tutto questo col piano di Bellatrix, se intanto non può espugnare la fortezza…

-          Non è così semplice. Come ti ho detto, la storia di questa Reliquia è differente, in origine infatti erano solo quattro. Ad ogni modo, il Fuoco è l’unica il cui effetto può essere contrastato, per la precisione, solo la Elder Wand può ordinargli di smettere di bruciare.

-          Era quella della famiglia Dumbledore?

-          La possiede Silente – disse lapidario – è la sua bacchetta

Hermione aprì la bocca e rimase basita di fronte a quella rivelazione

-          So cosa vuole fare mia zia: uccidere Silente per entrare in possesso della Bacchetta e poter spegnere il Fuoco, dopodiché rubare la Pietra degli Inferi e richiamare Voldemort

-          Ma hai detto che le Reliquie rimangono nella famiglia…

-          Esatto, ma nel caso un capofamiglia venga ucciso la Reliquia passa al suo erede, mentre se non ha eredi… diventa di proprietà di chi è riuscito a ucciderlo

-          Ma è TERRIBILE!

-         

-          E Silente non ha parenti?

-          Solo Aberforth, ma lui non riuscirebbe a reggerne il peso, morirebbe appena presa in mano la Bacchetta

-          Perché?

-          Ogni Reliquia ha degli effetti collaterali, la Bacchetta, che è la più potente e utilizzabile sempre visto a cosa serve una normale bacchetta, ha effetti terribili sulla forza magica di un mago che viene spesso assorbita dall’oggetto

-          E il Fuoco?

Vide gli occhi di lui spostarsi e incupirsi

-          C’entrano quelle fiamme, vero?

-          È ciò che accade quando viene utilizzato. La chiamano la Persecuzione dell’Inferno, mi sono un po’ documentato…

-          E l’incantesimo che ho pronunciato?

-          La signorina ha chiamato il primo Incantesimo Oscuro della sua vita… - dichiarò sarcastico

-          Intendi dire che quella era Magia Nera?

-         

-          Cavoli…

-          È un incantesimo che annulla lo spazio e il tempo intorno a chi è il destinatario per pochissimo, ma quel poco è sufficiente a distruggere temporaneamente le fiamme.

-          E perché non bruciavano?

-          Neppure quelle appiccate a Malfoy Manor bruciano, sono solo una barriera. Se io voglio bruceranno, se io non voglio non lo faranno.

La ragazza annuì

-          E il fuoco di quando sei entrato? Quando c’era anche Harry?

-          Diciamo che il possedere il potere del Fuoco mi permette di gestire le fiamme a mio piacimento e senza incantesimi – dichiarò sorridendo un poco compiaciuto di quelle sue potenzialità

-          È un bel casino… - commentò lei, lui alzò le sopracciglia a sentirla dire così, poi annuì

-          Era meglio se non ti avessi detto niente – annunciò il biondo alzandosi da letto.

Hermione gli tirò la manica della camicia facendolo voltare verso di lei ancora seduta, la guardò dall’alto in basso e poi si risedette, sapendo di cosa l’avrebbe rimproverato lei: codardia.

Aveva paura che lei fosse troppo fragile per una simile storia.

-          Harry sa di questa storia? – chiese lei, l’altro fece spallucce

-          Credo che, a questo punto, Silente glielo dirà

-          Ho una curiosità – aggiunse

-          Spara

-          Tutta questa storia c’entra col modo di dire che c’è nella famiglia Black di definire il secondo nato di una coppia di gemelli come una “Reliquia della Morte?” – Draco sorrise e annuì

-          Hai letto gli annali… - lei arrossì sentendosi colpevole di aver sfogliato dei libri proibiti – sì, c’entra, il fatto è che in origine i maghi partiti non erano cinque, ma sei.

-          Sei?

-          Quello della famiglia Black si chiamava Castor, ma se ci rifletti, Castor è il nome della stella dei gemelli, sorella di Pollux, come nella mitologia greca

-          Castore e Polluce – specificò

-          Esatto. Entrambi i fratelli partirono, ma solo Castor tornò. I due si affrontarono fuori del luogo dove erano contenute le Reliquie per sapere chi avrebbe posseduto l’ultima rimasta e Pollux venne ucciso. Castor, poi, giunto in ritardo alla spartizione, si accorse che non c’erano più Doni, così prese un bastone e gli diede fuoco col fuoco che circondava quel luogo chiamato “Anticamera dell’Inferno”, è da lì che è nata la quinta reliquia: il Fuoco Eterno.

-          Ma cosa c’entra questo?

-          Giunto a casa Castor disse che Pollux era il un traditore e assunse il titolo per sé e per la famiglia di Pollux di patriarca. Da allora nella famiglia i gemelli sono sempre stati segno di sventura e, se capitano, e ogni tanto succede, il secondogenito viene ucciso perché non possa attentare alla vita del primogenito, visto che si dice che il secondogenito è sempre traditore

-          Ma potrebbe anche non voler uccidere suo fratello

-          È un pregiudizio. Come dici tu, ce ne sono tanti nelle famiglie purosangue

-          Non puoi negare che ho ragione – sottolineò lei

-          Vero. Da allora, tutti i Castor e Pollux che trovi nell’albero saprai che avevano un gemello che è stato ucciso alla nascita.

-          Quindi anche il padre di… aspetta… c’era qualcuno che si chiamava così…

-          Era Pollux Black, era il mio bisnonno, padre di Cygnus nonché di Walburga, la madre di Sirius

-          È vero!

Il silenziò calò tra loro.

Che cosa c’era da dirsi in una simile circostanza?

-          Di chi stavano parlando alla sala da tè? – domandò all’improvviso lei

-          A chi ti riferisci

-          Parlavano di una Parkinson, era Pansy? – si sentiva parecchio preoccupata

-          No, Pansy ha fatto Natale a Hogwarts – disse – non lo so con certezza, ma credo che si riferiscano alla sua povera madre, Nicholaa

-          Perché dici “povera madre”?

-          La mamma di Pansy è muta. – dichiarò lui lasciandola stupita

-          Sul… sul serio?

-          È stato lo zio di Pansy a tirare tutta la famiglia in questa faccenda e Nicholaa è una donna mite e abbastanza gentile, forse un po’ stravagante come la Lovegood, anche se più fine – un’occhiataccia ci stava per aver parlato male di una delle sue amiche

-          E adesso?

-          Pansy crede parecchio in questa storia, non capisco proprio come possa essere nata una creatura del genere…

-          È muta, dalla nascita? – domandò piano Hermione

-          No.

Come temeva.

Nel mondo magico c’erano un sacco di persone che soffrivano di disturbi psicologici a causa di traumi e, sfortunatamente, era particolarmente facile averne nella propria infanzia.

-          Come… come mai? – indagò, incerta se volerlo davvero sapere

-          Lo zio di Pansy l’ha violentata quando aveva sedici anni, solo che era promesso ad una vecchia megera di una famiglia potente che non ha voluto annullare il matrimonio, così è toccato a suo fratello ripagare il danno

-          Poveretto – lo compatì la ragazza, Draco annuì

-          Se non altro Nicholaa non sarebbe stata così bene se le avessero fatto sposare quel bastardo

-          Vero. E non potrebbe essere che Pansy è così…

-          No. – stava cercando di dire che Pansy era un’illegittima? No, non lo era. Lì era la stranezza.

-          Draco – chiese ancora lei dando sfogo ai suoi dubbi e sentendosi, ormai, di essere sufficientemente in confidenza, soprattutto dopo che aveva saputo tutta la storia – tra tutti questi poteri che ti arrivano dal Fuoco Eterno, c’è per caso una particolare propensione a Legilimanzia o Occlumanzia

Lui ghignò

-          No, perché? Hai provato a leggere nella mia mente – arrossendo lei annuì – sono solo bravo a tenermi i fatti miei per me – annuì ancora – come te…

Annuì, poi si fermò e lo guardò perplessa

-          Ci ho provato anche io – rispose tranquillo

Dal comodino prese le sigarette che Blaise gli aveva lasciato con tutte le raccomandazioni di non fumarne, ma credeva di essersene meritata una per quella sera, ne aveva assoluto bisogno!

La accese e tirò una boccata di fumo.

Hermione si distese sulle lenzuola, gli occhi al soffitto guardando le volute più chiare disperdersi nell’aria e poi spostando lo sguardo su di lui, gli occhi grigi della serpe di mossero dalla contemplazione dal vuoto e incontrarono quelli di lei, le labbra si mossero finchè non comparve un sorriso; si allungò indietro, la sigaretta stretta tra le labbra, guardando di nuovo oltre ciò che si poteva distinguere.

 

La Caposcuola aspirò una boccata d’aria e sentì l’inconfondibile odore di tabacco da sigaretta impregnare l’aria, non le piaceva molto, ma aveva come il potere di tranquillizzarla, o forse a fare questo era semplicemente la figura del Principe delle Serpi accanto a lei che ostentava tranquillità quando dentro di sé doveva avere un calderone di pensieri da fare invidia.

Sospirò malinconica

-          Lo sai Granger, quando fai così ti bacerei – dichiarò lui spiazzandola, prendendo il mozzicone tra le dita e soffiando una nuova nuvoletta senza neppure voltare la testa a guardarla, continuando per gli affari suoi, poi gli occhi si posarono su di lei che lo guardava distesa su un fianco, la testa appoggiata ad una mano, il gomito affondato nel materasso

-          Credevo di aver pagato debito e penitenza al caffè – disse stupita

-          Ho bisogno di scuse così insulse per baciarti? – chiese lui stendendosi accanto a lei e la ragazza notò che le gambe sporgevano di un po’ oltre il bordo del letto.

Quando si trovarono alla stessa altezza, gli occhi dorati di lei incontrarono quelli di lui, color dell’argento e rimasero a fissarsi per un tempo che parve interminabile.

La mano destra di lui si allungò finchè non toccò un orecchio sottile di lei, percorrendo poi lentamente la curva della mandibola, salendo sulle labbra, le solleticò appena uno degli angoli della bocca finchè lei sorrise, poi, lentamente, le si avvicinò e la baciò.

 

Hermione sentì il sapore del tabacco, eppure le sembrava così giusto ciò che stava accadendo… la mano di lui si spostò dietro la testa, sulla nuca, premendo piano sui suoi capelli per avvicinarla ancora di più.

Incerta lei gli passò le dita nei capelli, sentendolo sorridere mentre la baciava, dopodiché, prendendo coraggio, gli allacciò le braccia intorno al collo.

 

La bocca di lui si allontanò mentre gli occhi si aprivano e si guardavano di nuovo, brillanti di soddisfazione che traevano dal semplice stare insieme… beh, magari non solo quello…

Le labbra di lui tracciarono un sentiero dagli occhi, che baciò quando erano chiusi, fino al naso, per poi posarsi leggermente sulla bocca e fuggire subito sulla curva del collo, nello scollo del colletto della camicia e poi scesero fino al primo bottone allacciato, si posarono sul triangolo di pelle che era ancora scoperta e si allontanarono di nuovo mentre, tenendola tra le braccia, lei non pareva dare segni di ritrarsi, di negarsi né di scoppiare a piangere; guardò il seno che si alzava e abbassava a ritmo scoordinato e affaticato e sorrise ancora mentre liberava le mani dalla schiena di lei e le portava alla camicia per sbottonarla.

Stava giusto per far sfuggire il pomello all’asola quando il suono del Big Ben che batteva la mezzanotte, seguito da un boato violento lo riscosse facendogli alzare la testa e guardarla; le mani si allontanarono, posandosi innocentemente ai lati del corpo di lei

 

-          Non posso continuare – disse chinando la testa

 

Probabilmente, riflettè la Gryffindor, se avesse continuato lei non l’avrebbe fermato pur sapendo che non si sentiva ancora così tanto pronta per un passo simile. Ringraziò il Cielo che aveva creato Draco Malfoy e gli strinse la testa contro di sé mormorando un timido “Grazie”.

 

E Draco si vide come un vero cavaliere dall’armatura scintillante mentre lei lo abbracciava e sentiva di essere così importante per lui. E lui sentiva di essere molto importante per lei, talmente tanto che gli avrebbe permesso di fare all’amore insieme.

 

-          Ehi Draco – chiamò mentre se ne stavano lì così – se un giorno vorrò perdere la mia verginità posso sempre venire a cercarti?

Lui sollevò la testa mostrandole il classico ghigno madre-in-malfoy, fiero e orgoglioso

-          Ovvio. Io non dico mai di no ad una donna

Sfortunatamente era vero e questo la feriva un poco perché non riusciva a levarsi dalla testa di essere una delle tante che gli avevano scaldato il letto. Per spingerlo però fino a quel punto con una mezzosangue, questa doveva avere qualcosa di particolare e ciò la confortava.

-          Dimmi un po’ – aggiunse – perché continui a cambiare ragazza come i calzini?

-          A parte che non sono affari tuoi, comunque loro non sono state migliori di me… volevano un ragazzo per una notte, molto bene, a me sta bene.

-          Ma alcune erano innamorate di te

-          Sì, talmente innamorate che credevano che io fossi semplicemente il Principe delle Serpi senza problemi, fatto solo di idee razziste

-          E tu hai mai guardato oltre in loro?

-          Con qualcuna – confessò – ma ho visto solo il nulla totale

-          Non sei molto gentile

-          Non lo sono state neppure loro. Niente legami, così non mi devo preoccupare di cosa cercare in una ragazza

La triste e brutale verità.

-          Ma una cosa te la voglio dire, piccola mezzosangue – lei lo ammirò sorpresa – quando una ragazza affascina un uomo, lo fa sempre d’in piedi, mai da sdraiata. – Hermione sorrise, riconoscendo tra quelle parole una piccola lode

-          Draco, non te ne andare. – lui fece cenno di sì con la testa

-          Hermione, non mi lasciare.

Silenzio, poi un boato.

-          A proposito, buon anno nuovo, Granger…

E si addormentarono abbracciati per quella notte, quasi dimentichi che era cominciato un nuovo tempo della loro vita.

 

*          *          *

 

Un gufo nero come la pece e gli occhi d’ambra si posò sul davanzale della finestra, picchiettando con il becco ricurvo sul vetro.

Oltre l’imposta, la stanza era illuminata da candele che svolazzavano nell’aria mentre la musica di un quartetto da camera stava suonando l’ennesimo lento della serata per i romanticoni del Capodanno.

 

Silente sorseggiò appena dalla sua coppa e guardò i suoi studenti ballare allegri; c’era stato un tempo in cui anche lui era stato al loro posto, ma era una persona ben diversa da chi era adesso: arrogante, pieno di sé e conscio di avere delle capacità magiche fuori dal comune.

All’età di diciassette anni suoi padre era morto lasciandolo con una sorellina, la sua amata Ariana, e un fratellino appena nato. Sua madre Kendra era una donna di salute piuttosto cagionevole, ma una madre meravigliosa, a volte si domandava come avesse fatto a crescere con certe balzane filosofie…

La sua famiglia non era mai stata potentissima, anche se apparteneva alle stirpi purosangue del mondo magico e poteva vantare parentele con i Weasley e con i Black, con i Rosier e con i Crabbe. Molti erano i segreti, a cominciare da quello di sua sorella.

 

Ariana era la sua sorellina preferita, aveva cinque anni meno di lui ed era una bellissima bambina dai capelli color dell’oro e gli occhi celesti, sarebbe stata una maga potentissima, se solo non fosse successo quell’incidente mentre sua madre era incita…

Lo ricordava perfettamente, erano in carrozza per andare a trovare la nonna quando un gruppo di malintenzionati aveva colpito il veicolo facendolo sbandare.

Messi in fuga da suo padre, troppo tardi si erano accorti che Kendra era rimasta schiacciata da una maniglia e rischiava di perdere il bambino che portava.

Arrivati da sua nonna, sua madre era stata costretta a partorire in tutta fretta per non morire a sua volta e quando finalmente la bimba aveva visto la luce, sembrava un esserino normalissimo, ma solo dopo si erano accorti di cosa le era successo: Ariana aveva avuto dei traumi fisici a causa di quell’incidente che l’avevano resa incapace di controllare il suo potere e a volte rasentava la follia.

C’erano momenti in cui perdeva completamente il controllo di se stessa e dei suoi poteri causando disastri e guai, ma più cresceva e più il problema peggiorava, le crisi si facevano sempre più ravvicinate e i suoi raptus magici ancora più pericolosi finchè quel brutto giorno, uccise sua madre.

Non era stata una cosa volontaria, quando tutto era terminato non ricordava neppure di essere impazzita, ma la voce fece il giro di ogni bocca che sapesse cos’era la magia.

Sua sorella rischiava di essere esiliata in un reparto psichiatrico e abbandonata, non poteva permetterselo, aveva abbandonato gli studi per diventare Auror pur di prendersi cura di quella creaturina e del fratellino e non se ne era pentito.

No, quello mai. Perché l’amore che provava per sua sorella era qualcosa che trascendeva il comune affetto tra fratelli, più e più volte ci aveva riflettuto e più e più volte si era reso conto della gravità della cosa, un segreto che nessuno avrebbe dovuto scoprire; per quasi dieci anni tenne per sé quei sentimenti spuri, quelle sensazioni inadeguate, quei pensieri indegni, sperando che col tempo tutto potesse aggiustarsi.

Le cose erano andate diversamente, tutto era peggiorato: sua sorella, la morte di sua madre, il doverle stare accanto senza poterla amare come voleva e poi, anche LUI.

Un vortice che aveva fatto girare il mondo senza che lui riuscisse a fermarlo, più veloce di quanto riuscisse, più di quanto volesse, disastri, tragedie, tante cose, morti.

Aveva creduto di aver messo la testa a posto quando, dopo la morte di Ariana e il diploma di Aberforth, era stato nominato insegnante a Hogwarts, ma c’era qualcosa che non era riuscito a prevedere e una ragazzina ingenua, una sua studentessa innocente ne aveva pagato su di se le conseguenze; non era più riuscito a controllarsi nel rivedere tra quelle iridi le stesse di sua sorella e tra quelle dita l’inchiostro che sporcava anche quelle di Ariana.

Ma Minerva non era Ariana e in verità c’era poco di comune tra le due, tanto bionda, pallida ed eterea era sua sorella quanto Minerva era piccina e curva, forse un po’ scialba e slavata, decisamente poco attraente.

Aveva riflettuto molto sul suo rapporto con quella che negli anni era diventata la sua più fidata collaboratrice, quello che gli uomini chiamano “moglie” anche senza una cerimonia e si sentiva attratto da lei come lo era stato da sua sorella, ma in modo differente.

Forse non era stata una bellezza lunare, ma non c’era ragazza in tutta Hogwarts che fosse dotata dei sentimenti che aveva posseduto Minerva McGranitt quando era stata sua allieva, neppure la tanto idolatrata Lily Evans si avvicinava al canone che Minerva era diventata per lui da quando, quella notte, aveva deciso di perdonarlo.

Povera Minerva, le aveva rovinato l’esistenza… ma forse non avrebbe accettato di dover dividere con quello che sarebbe dovuto essere suo marito il sentimento che li legava non una, ma infinite volte.

E lei stessa sapeva che tra loro c’era qualcosa, anche se non osava sperarlo, ma lo sentiva quel filo di lana, caldo e resistente, che nessuno sarebbe riuscito a spezzare, neppure la morte.

 

Applaudì quando il quartetto posizionato sulla pedana terminò la sua esecuzione e la sbirciò oltre le lenti a mezzaluna, forse gli studenti dicevano che era un pezzo di marmo, ma se solo avessero guardato oltre l’apparenza e oltre le sembianze ormai un po’ invecchiate, avrebbero trovato una persona stupenda.

Quando era stato suo insegnante, prima che accadesse il fattaccio, un anno l’aveva invitata a ballare alla festa di Capodanno della scuola.

Ricordava quella scena nitidamente con la Sala Grande piena solo a metà, i professori che chiacchieravano al tavolo, qualcuno impegnato in una quadriglia.

Le studentesse facevano capannello negli angoli ridacchiando e sorridendosi, chiacchierando degli abiti, i ragazzi, ormai con i polsini slacciati e le cravatte allentate, si servivano ai tavoli dei buffet e lei era seduta su un triclinio a leggere uno dei suoi libri… un comportamento che gli ricordava in parte quello della studentessa odierna Hermione Granger.

Ogni dettaglio era impresso indelebilmente, a cominciare dal vestito grigio stile anni venti che indossava, scialbo quanto lei, dicevano le sue compagne, ma corredato da una stola a quadri col tartan dei McGranitt che le fasciava la vita sottile e le adornava i capelli stretti nella consueta treccia lunga sulla schiena.

Non indossava ancora gli occhiali a quel tempo e le mani che voltavano svelte le pagine erano casualmente macchiate, come sua abitudine.

Si era avvicinato, sbirciando il titolo del libro inconfondibilmente di Trasfigurazione

-          Se avessi saputo che avrebbe fatto i compiti anche la sera di capodanno ne avrei assegnati di meno, signorina McGranitt – le aveva detto amichevolmente

Lei aveva alzato gli occhi stupita e gli aveva sorriso

-          Questa materia è così affascinante che non riesco a leggere di altro… - gli aveva risposto con occhi scintillanti di una ragazza che, l’avrebbe saputo solo dopo, era innamorata del suo professore.

-          Chiuda quel libro e vada a ballare! – le aveva proposto prendendolo d’in mano e facendolo scomparire mentre lei arrossiva e si sistemava la gonna grigia

-          Non sono molto brava nella danza, temo di essere una vera frana – aveva risposto – mio fratello Loki me lo ripete in continuazione.

Loki era il suo fratello preferito, quello che le era più vicino d’età e a cui era più legata; era un affascinante ragazzo che si era diplomato l’anno prima con ottimi voti e che apparteneva al numerosissimo clan da cui lei discendeva e che contava ben undici fratelli! Lei era l’ultima, nonché l’unica femmina e vivendo in una famiglia simile, le sue grazie erano state un poco trascurate.

-          Bisognerà creare un club di danza – le aveva risposto – se fossi al posto di Dippet lo farei! Tutti hanno diritto di imparare!

-          E poi non credo che qualcuno perderebbe tempo a farsi pestare i piedi da me – aveva ribadito ancora, ridendo serena

C’era stato un momento, lo ricordava, in cui quel sorriso gli aveva toccato il cuore e il suo respiro, per un attimo, si era fermato. Forse la sua follia era cominciata allora. Gli uomini avrebbero dovuto fare la fila per volerla invitare a ballare e godere della sua compagnia.

-          Venga signorina, balli con me! – le aveva chiesto cerimoniosamente – io sono più che disposto a farmi schiacciare i piedi, credo che sia una buona punizione per la mia vanità che mi ha costretto ad indossare queste scarpe nuove

L’aveva portata a ballare e avevano fatto un giro di danze, poi, dando ordine ai musicisti di allora, aveva chiesto che suonassero una ballata scozzese e mai e poi mai si era pentito di quello perché l’espressione che lei gli aveva regalato era qualcosa di magico e non c’entravano gli incantesimi.

Era stato sciocco a non voler vedere, ancora perso nei pensieri di Ariana, appena mancata, e di tutti gli altri problemi che stava ancora cercando di risolvere.

 

Ormai era vecchio e stanco, non avrebbe potuto farla ballare ancora, tantomeno chiederle di dividere una quadriglia scozzese perché sapeva che, nonostante l’età, lei si sarebbe scatenata come allora.

Sorrise e fece appena un cenno ai musicisti che capirono al volo e la musica ritmica e tamburellante della Scozia, della vecchia Scozia fatta di tartan e di clan, di Highlands e di Longlands, di muri e di brughiera, di castelli e di profumi di natura, invase la sala e le immagini di un passato remoto ma pur sempre vicinissimo si potevano scorgere oltre le lenti rettangolari degli occhiali che ora, Minerva McGranitt, dopo quasi cinquant’anni, indossava, occhiali che celavano i suoi occhi azzurri che lo stavano mutamente ringraziando come centomila parole non avrebbero potuto.

 

Un ticchettio alle spalle attirò la sua attenzione e il gufo nero dagli occhi gialli entrò non appena la grande finestra a riquadri si aprì, andando a posarsi sul braccio del preside e lasciandogli il messaggio che Draco ed Hermione gli avevano mandato da Londra. Non sembravano buone nuove se Malfoy aveva deciso di utilizzare quella bestia; la fece salire su un trespolo e srotolò la pergamena, cominciando a leggere veloce le parole scritte dalla classica mano della Caposcuola.

Lo sguardo si fece serio e si alzò in piedi svelto, dirigendosi verso l’uscita dei professori, Minerva si alzò con lui e lo seguì svelta, senza domande, intuendo che doveva trattarsi si qualcosa di estremamente grave.

 

-          Sono i ragazzi da Londra? – domandò lei quando la porta dell’ufficio si fu richiusa dietro di loro con un rumore sordo, il preside annuì – cosa dicono?

-          Ci sono mangiamorte nella capitale – annunciò – pare che ne abbiano scoperti un paio in una biblioteca e che abbiano ascoltato “per caso” una conversazione tra loro…

-          Oh cielo!

-          Pare che si stiano muovendo più veloci di quanto credessi e Bellatrix non desiste

-          Oh Albus, devi fare qualcosa, quei due si cacceranno nei guai! Lo so per certo, vorranno rendersi utili e poi succederà qualcosa… che possiamo fare? – la vicepreside sembrava sinceramente preoccupata per le sorti di due dei suoi alunni e le rughe sulla fronte lo testimoniavano

-          In questo momento devono badare a se stessi, se succederà qualcosa di grave li farò tornare immediatamente a Hogwarts.

-          Ma… e i mangiamorte?

-          Draco sa come cavarsela, ci penserà lui ed Hermione non è stupida, anzi! – Minerva McGranitt borbottò qualcosa di poco convincente a proposito delle tesi del preside – in questo momento, finchè non tornano, non posso fare nulla.

-          E tu? Tu sei il primo della lista di Bellatrix

-          Me e… ma non c’è assolutamente tempo da perdere! Hogwarts non verrà presa! Non finchè starò qui dentro! Non finchè sarò preside.

-          Neppure finchè ci sarò io! – terminò lei

Lui le sorrise, sapendo che lo capiva e sapendo che lei sapeva.

Che assurdo gioco di parole, ma era la pura e semplice verità.

-          Mi devi una danza per questa sera, Minerva – aggiunse – come ai vecchi tempi…

Lei sorrise e arrossì

-          Ma non credo che riuscirei a dare spettacolo come quando ero giovane, preferisco che io e te ci balliamo la nostra canzone qui, dove nessuno può prenderci in giro

-          La mia cara Scozia e i miei fratelli vivono tutti nel mio cuore, ma sono felice, ogni tanto che tu mi aiuti a ricordarli…

E stringendola a se, la fece volteggiare due o tre volte nello spazio libero, felice di averla accanto anche in quel momento.

Gli era stata accanto quando stava uscendo da una crisi, lo aveva fatto senza volerlo.

E da allora in poi, gli era sempre stata accanto perché voleva farlo.

E anche lui.

Era stato lui a chiamarla a Scuola quando l’avevano nominato preside e c’era la necessità di un nuovo insegnante di Trasfigurazione, ma quella era una cosa che non riusciva a ammetterle.

E adesso lei gli era ancora accanto, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Gli sarebbe parso stranamente inconcepibile che lei non ci fosse quando aveva bisogno.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti, allora? Cosa mi dite di questo segreto delle Reliquie della Morte rielaborato da me? Penso che non sia difficile intuire che la storia è “vagamente” ispirata all’originale settimo libro della Rowling, tuttavia ho aggiunto e tolto reliquie a piacimento e ne ho fatto quello che volevo, dando loro una storia del tutto differente e associandole a personaggi completamente diversi da quelli di cui si parla nel libro dove, effettivamente, sono solo tre o quattro.

Sono molto curiosa di conoscere i vostri pareri a proposito, spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo spero davvero!

 

Piccola informazione di servizio: dato che la settimana prossima parto per la mia utilima gita scolastica delle superiori e questa durerà cinque giorni, la settimana prossima non potrò aggiornare. Se riuscirò e non sarò oberata dagli impegni lunedì mattina posterò il prossimo capitolo, il tredicesimo, ma non prendetela per una promessa perché prima di partire ci sono sempre pasticci a volontà e fare le valigie non è proprio il mio forte XP

Spero comunque di riuscirci, nel frattempo, MONACO, ARRIVO!!!

 

Shavanna: dai, festeggiamo insieme la festa dei single! Sono felice che la scelta del giorno stia bene con le tematiche affrontate, non posso dire lo tesso di questo ma non importa, prima o poi questo benedetto segreto doveva uscire fuori da quelle labbra!

Le compagne di Herm sono state bastarde fino in fondo, come tutte le false amiche invidiose di lei perché era brava e frequentava una scuola dove loro non potevano andare… ma ci sono anche quelle e Herm in questa storia è un personaggio un po’ più tormentato dell’altra, qui si sente sempre al posto sbagliato…

Beh, spero che il segreto delle reliquie ti piaccia, ciao e un bacione! Nyssa

 

luana1985: penso anche io che san Valentino sia ormai ridotta ad una festa di acquisti, ma credo che il significato di una festa per gli innamorati sia qualcosa di bello, anche se nella mia fic l’ambientazione è il 31 dicembre (e quei due se n’erano pure dimenticati >_>).

Non sprecare troppa poesia nelle lodi di me e della mia storia, non credo di essere così brava, anche se fa sempre piacere leggere delle recensioni così, quindi grazie mille! Aspetto di sapere cosa mi dici di questo segreto svelato, ciao e a presto! Nyssa

 

Potterina_88_: ehehe, la coppia si sta formando, anche se qui il susseguirsi di eventi è differente dalle Relazioni dove, in questo punto della vicenda, Draco ed Herm erano già cotti a puntino, mentre qui ci sono ancora un paio di stadi della relazione da affrontare ^^

Penso che Draco, con tutte le arie di superiorità che si dà, alla fine si senta terribilmente inferiore a lei perché lei è sempre stata tra i bravi e lui ha le sue indecisioni, eppoi perché persegue la giustizia ad ogni costo, mentre lui è fondamentalmente un po’ egoista… per questo credo che stiano bene insieme, si compensano vicendevolmente…

Non ci sarà mai occasione, comunque, in cui Draco non ne approfitterà perché Herm ha, come Blaise, l’innata capacità di farlo ridere e uscire di senno senza fare cose particolari ihihihi

Bene, io spero ti sia piaciuto anche questo nuovo capitolo, aspetto curiosa di sapere, ciao e un bacione! Nyssa

 

Herm83: beh, per Draco il fine giustifica sempre i mezzi e non credo che gli dispiaccia poi più di tanto giustificarlo a quel modo ^_^

Draco alterna i suoi momenti dolci a quelli possessivi a quelli un po’ maliziosi, fondamentalmente è una persona molto eclettica su questo punto di vista, deve essere per questo motivo che mi sembra così affascinante (e probabilmente è lo stesso per Herm).

Bene, spero che l’aggiornamento ti piaccia, me molto curiosa! Aspetto di sapere, ciao! e a presto, Nyssa

 

giuliastarr: ecco qui il tanto agognato segreto di Draco, spero che non abbia deluso le tue aspettative, attendo con impazienza di sapere cosa ne pensi, ciao e a prestissimo! Nyssa

 

crici_82: finalmente è giunto anche il momento di rivelare qualche segreto seppellito da un po’, per il momento mi limito a quelli di Draco ma presto arriveranno anche gli altri! Spero che il capitolo ti piaccia, ciao e un bacio! Nyssa

 

falalula: mi fa piacere che aspetti sempre di leggere i miei aggiornamenti, so come ci si sente ad aspettare in quel modo, sfortunatamente io sto aspettando l’aggiornamento di una delle mie autrici preferite dal mese di ottobre, quindi ti lascio dire con che capelli esco ogni volta da efp dopo aver visto che non ha postato >_>

Spero che il capitolo dei segreti ti piaccia, ciao! Nyssa

 

Lord Martiya: innanzi tutto dico che mi fa moltissimo piacere che il precedente capitolo che ho postato ti sia piaciuto, effettivamente sono d’accordo sul fatto che forse Mana è il chara più indicatoa d una storia del genere, anche se non sono sicura di voler fare un altro crossover come è stato per la precedente fic, anche se in uno dei tuoi commenti mi hai dato l’ispirazione per uno sviluppo a cui non avevo ancora pensato ^^

Il motivo per cui Herm è andata in città è… che è uno dei misteri ancora da svelare ^^

Sono sicura che ci siano persone che sanno come trattare la Umbridge, ma mi sembra un po’ offensivo per le rane paragonarla a loro…

PS: è appena uscito il 10° numero di negima ed è troppo divertente!

 

Killkenny: effettivamente anche la Row ha fatto qualche accenno, ma penso che sarebbe davvero una mangiamorte perfetta perfida come è!

Quando ho letto il quinto libro ero davvero furiosa con lei, specie per le cattiverie che faceva ai gemelli che mi stavano sempre molto simpatici…

Spero che possa piacerti anche questo capitolo, ciao e a presto! Nyssa

 

Lauwren: ma no che non sei in ritardo, non mi hai neppure battuta sul tempo ^^

Sono d’accordo sul fatto che Draco sia bastardo (mai negato) come ogni Malfoy (una verità inconfutabile), però ogni persona ha i suoi lati positivi, lasciamogli almeno uno spicchio anche per lui, dopotutto in questa fic se lo merita con tutti i pasticci che gli sto facendo *-*

Bene, spero che il tanto atteso segreto di Draco non ti deluda, aspetto curiosa di sapere cosa mi dici, ciao e a prestissimo! Nyssa

 



   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nyssa