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Autore: ScarletQuinjet    20/02/2008    4 recensioni
N/A: la mia prima storia su Harry Potter! Pur ODIANDO Harry in sé e per sé...ah si, ho usato i nomi originali perché li trovo ben più affascinanti…GGRR 4 ever! Dunque la storia parla di come Godric e Rowena si sono dichiarati il loro amore, in una giornata particolare per entrambi. Pardon per la breve introduzione, ma sono una frana...Spero che vi piaccia! Pairing: Godric Gryffindor / Rowena Ravenclaw. P.s. bla, bla, bla tutti i diritti alla Rowling, bla bla, bla, insomma le solite storie. P.S. siate...clementi... ^-^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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N/A: la mia prima storia su Harry Potter! Pur ODIANDO Harry in sé e per sé! Spero vi piaccia! Commentate! Ah si, ho usato i nomi originali perché li trovo ben più affascinanti…anche se Cosetta è uno dei miei nomi preferiti! GGRR 4 ever!

Pairing: Godric Gryffindor / Rowena Ravenclaw.

P.s. bla, bla, bla tutti i diritti alla Rowling, bla bla, bla, insomma le solite storie.

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Buon Compleanno

--come Godric e Rowena trovarono il loro Happily Ever After--

Godric Gryffindor imprecò violentemente sotto la pioggia che infuriava: già quando era partito per andare a Hogsmeade il cielo si stava rannuvolando ed era di un brutto grigio piombo, ma mai si sarebbe aspettato che scoppiasse una tormenta simile. Rivoli d’acqua ghiacciata gli colavano lungo il collo, sotto gli abiti, e i lunghi capelli biondo-rossastri gli si erano incollati alla fronte e alle guance; il mantello zuppo d’acqua gli pesava sulle spalle, e lui procedeva curvo e stanco sul dorso del suo destriero, sentendo il peso della spada appesa al suo fianco destro e il continuo sbattere delle bisaccia piene di libri ed erbe attaccate ai fianchi del suo cavallo.

Si fermò per qualche istante, mettendosi in piedi in precario equilibrio sulle staffe e si guardò attorno irritato: attorno a lui, la brughiera scozzese era un’informe macchia grigia, il cui terreno si confondeva col cielo nebbioso e pieno di nuvole grigie, e davanti a lui il castello di Hogwarts ancora non si vedeva, ma almeno riusciva a scorgere il sentiero che sapeva portare alla scuola di magia e stregoneria; mormorò d’indistinto qualcosa tra i denti, poi formulò a bassa voce un incantesimo, ordinando alla nebbia attorno a lui di cessare e di formare invece uno scudo per proteggerlo, ma la magia della Scozia, l’antica magia, giocava contro di lui e lo costringeva a soccombere alla furia degli elementi. Fece schioccare sonoramente la lingua per incitare il cavallo un paio di volte e tornò a sedersi sull’elaborata sella in cuoi dorato, finemente lavorata e ricamata con dei leoni, cercando di non pensare a quanto freddo aveva e a quanto desiderava, in quell’istante, trovarsi davanti al grande caminetto nella Sala comune dei Gryffindor, a scaldarsi vicino al grande fuoco, con un bicchiere di Whisky, magari in compagnia.

Galoppava silenzioso e accigliato da qualche minuto, chinò sul collo del cavallo per cercare di evitare, inutilmente, di bagnarsi ulteriormente, quando sentì qualcosa che sembrava uno starnuto, seguito poco dopo da un altro, più forte. Fermò nuovamente il cavallo, chiedendosi chi fosse così sciocco, quanto lui, da starsene in mezzo a quel diluvio universale a sera tardi “Chi è là? C’è qualcuno?”

Gli rispose solo un altro starnuto, ancora più forte dei precedenti due, e Godric diresse il suo cavallo in quella direzione, scrutando la nebbia, abbandonando il sentiero tracciato. Qualche passo più in là quasi andò a sbattere contro una piccola figura a piedi, avvolta in un pesante mantello blu scuro, il cappuccio caduto sulle spalle a causa degli starnuti e i lunghi capelli neri fradici ed incollati al collo bianco. Gryffindor sorrise all’ultima persona che si aspettava di trovare in mezzo a quella tempesta “Rowena”

“Go-Godric” rispose lei, battendo i denti per il freddo, e alzò lo sguardo, guardandolo imbarazzata: lui capì immediatamente il problema e colse al volo l’opportunità di prenderla un po’ in giro, un’occasione come quella non capitava tutti i giorni. Fiera e orgogliosa, ma ora appiedata, Rowena sapeva già dove l’amico sarebbe andato a parare.

“Piove” sorrise lui.

“Già…“ rispose lei, maledicendo silenziosamente quel sorriso.

“Cosa ci fai qui da sola?”

“He-Helga…” starnutì ancora, e Godric lo guardò preoccupato “Helga a-aveva finito le sue e-erbe e mi ha chi-chiesto se po-potevo cercarle pe-per lei”

Ogni desiderio di Godric di prenderla in giro svanì all’istante: il suo era un brutto raffreddore e le dita sottili stavano già diventando bluastre, come le sue labbra, e l’ultima cosa che lui voleva era Rowena malata il giorno suo compleanno: lei avrebbe compiuto venticinque anni, era giovane, giovanissima, una bellissima venticinquenne. La prese per un braccio e la tirò su di peso sul cavallo, ignorando le proteste di lei “No, Godric, che fai -- mettimi giù!”

“Non essere sciocca, Corvo”

“Prego?” scattò lei, famosa per la sua intelligenza “Cosa hai de-detto?!”

“Sai benissimo cosa ho detto, ora non fare la sciocca e lascia che ti riporti a casa”

“Go-Godric --”

“Rowena, sei bagnata fradicia e se stai ancora qui ti prenderai qualcosa, stai balbettando per il freddo”

“Gu-guarda che pr-prendo l’acqua co-comunque a-anche se mi a-accompagni al castello a-a ca-cavallo”

Lui la strinse forte a se, coprendola col pesante mantello, e lei si ritrovò improvvisamente al caldo, la guancia schiacciata contro l’ampio petto di Gryffindor, sentiva il cuore che batteva ritmicamente “Go-Godric…”

“Mmh?” mugugnò lui, scocciato dalla sua insistenza, ma felice di averla così vicina.

“Gra-grazie…”

“Pr-prego” la prese in giro lui, e le passò un braccio forte attorno alla vita.

“No-non prendermi in gi-giro!”

“Scu-cusa non fa-faccio a-apposta” continuò lui, e Rowena scivolò ancora di più nel suo abbraccio.

“Piantala!”

“D’accordo, d’accordo, non ti scaldare!”

“Dovrei prop-proprio sca-caldarmi, f-fa un freddo ca-cane…”

Gryffindor deglutì: conosceva un paio di metodi per riscaldare quella donna, ma non gli sembrava proprio il caso di esporglieli lì su due piedi, né in quel momento né mai; invece si limitò a stringerla a sé sotto il caldo mantello, appoggiando il mento ai morbidi capelli scuri della donna.

“Dopo vai subito a letto, Rowena, stai al caldo”

“Si…” mormorò lei e si accoccolò contro di lui, mezza addormentata, quando una domanda le passò in mente, e si rivolse all’uomo con lei, completamente distratto dal fatto che lei era così vicina “Godric?”

“Dimmi…”

“Cosa ci-ci fai tu-tu qui fu-fuori, inv-vece?”

Lui sorrise mesto “Sono andato a comprare il regalo di compleanno per una cara amica…”

“Oh, che bello! È questo, vero?” Rowena prese un piccolo pacchetto dall’aria fragile e delicata, di un bel blu con nastri bronzati “Guarda, ha pure i miei stessi colori! Posso aprirlo? Giuro che dopo lo richiudo tale e quale, oh, Godric, posso?”

“Rowena, no…aspetta-- “

“Non posso?” lei lo guardò un po’ delusa, loro non avevano mai avuto segreti…beh, forse uno “Oh…d’accordo…”

Godric si sentì spezzare il cuore vedendo la delusione negli occhi d’argento di lei “Corvo, non offenderti…certo che…però--”

“Oh, grazie!” esclamò lei e aprì il pacchetto nonostante le deboli proteste di Gryffindor “Godric! È bellissimo! Un diadema! C’è anche uh biglietto, posso?”

“NO!” lei lo guardò stupita, e Godric fece rallentare il cavallo “Perdonami, ma è privato…”

Qualcosa si ruppe in Rowena “Capisco, lei è…è una donna importante per te…”

“Si…molto…”

“Sono felice per te” la donna stiracchiò le labbra in un sorriso di circostanza “E sono sicura che apprezzerà molto, è un regalo bellissimo…”

Godric si schiarì la gola con forza “E tu…tu cosa fai per il tuo compleanno? Viene a trovarti qualcuno?”

“No…rimarrò qui a scuola con voi…”

L’uomo le sorrise un po’ triste e la fece scendere gentilmente da cavallo, giunti davanti al portone dal castello “Non preoccuparti, Salazar ti farà divertire”

“Salazar?” chiese lei, stupita “Cos’ha Salazar?”

“Non lo sai?”

“A quanto pare no, è grave? Sta male?”

“È innamorato di te” rispose secco Godric, guardando da un’altra parte “Dal primo istante in cui t‘ha vista”

Al suo fianco Rowena cominciò a piangere piano, coprendosi la bocca con una mano “Rowena, no, scusami, non volevo…Rowena…” l’abbracciò piano, accarezzandole la schiena “Perché piangi?”

“Io non lo amo” lei lo guardò “Io amo un altro”

Godric non seppe se sentirsi sollevato o deluso: non amava Salazar, ma era comunque innamorata di qualcuno; la strinse dolcemente a se e le sorrise “Allora quest‘uomo è molto fortunato. Vai in camera, Rowena, non stare qui, o ti ammalerai”

“Anche tu, Godric, sta attento…buonanotte…”

“Rowena, aspetta…” lui la prese per mano e le baciò galantemente il dorso “Buon compleanno”

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Rowena guardò i tre pacchi davanti a lei e sorrise: i suoi amici, Helga e Salazar, erano con lei per il suo compleanno, curiosi di vedere le reazioni ai loro regali; poi lei notò una cosa, che la rattristò: tre pacchetti davanti a lei, uno rosso e oro, uno argento e verde, l’altro oro e nero, ma solo due amici.

“Dov’è Godric?”

Salazar serrò con forza la mascella, scocciato, e Helga la guardò comprensiva “Ha detto che doveva finire un lavoro, ma che scenderà al più presto, intanto ti prega di aprire i regali”

“Tipico del cafone” mugugnò Salazar, e incrociò con rabbia le braccia sul petto.

“Salazar, non permetterti!” esclamò Rowena, fulminandolo “Godric è un galantuomo!”

“Tanto galantuomo da non presentarsi al tuo compleanno! Perché ha tanto da fare, il poverino, e non riesce a trovare un buco per farti gli auguri! Anch‘io ho da fare, eppure sono qui!”

“È stato lui a portarmi a casa ieri sera, mi sorprendo se non è a letto con la febbre!”

“Oh, l’eroe!”

“Salazar, piantala!” esclamò Helga, allungando un fazzoletto a Rowena “Ma ti sembra il caso?!”

“Rowena, io…non volevo farti piangere…”

“È tutto a posto, sul serio” la donna si asciugò le lacrime, sorrise un po’ mestamente e prese il pacchetto di Salazar, aprendolo con mani tremanti e un sorriso un po’ debole: una catenina d’argento le scivolò in mano, adornata di piccoli smeraldi. Rowena ringraziò lusingata e imbarazzata l’amico per quel dono, le parole di Godric che le risuonavano in testa, il sorriso e lo sguardo di Salazar che le confermavano.

Helga le aveva regalato il libro che da tanto tempo cercava, un prezioso volume sull’antica magia, in cuoi, rilegato con elaborati decori in ferro battuto. Rimaneva solo il regalo di Godric da aprire, e Rowena lo prese con mani tremanti, disfacendo la carta colore del bronzo e slacciando il fiocco blu; comparve una velina bianca e lei la strappò con impazienza: trattenne il respiro e osservò il regalo che teneva tra le mani, tremando.

“Un diadema…” mormorò Helga, ammirata e colpita.

Non era un diadema, era il diadema, il diadema che Godric aveva comprato per il compleanno di una donna importante per lui; Rowena prese il bigliettino e lo lesse tutto d’un fiato:

Invidio l’uomo che conta così tanto per te,

Ma sei tu la donna importante

A cui volevo regalare il diadema,

E ti sei rovinata la sorpresa da sola.

Buon Compleanno, Rowena.

Con affetto profondo,

Godric

Rowena scattò in piedi e guardò Helga “Dov’è Godric? Dove sta lavorando?”

“Ha-ha detto che tu avresti saputo dove cercarlo, perché è un luogo che ti piace…Rowena!”

Lei corse via: la Torre di Astronomia, Godric era là, e la aspettava, cosa avrebbe avuto lui da fare sulla Torre?! Corre la signora dell’aria e quasi inciampa, vuole vedere quell’uomo, parlare con lui. Arrivò alla Torre, e ansimando aprì la porta.

“Godric!” tra le mani teneva il diadema, lacrime lucenti correvano lungo le sue guance.

“Rowena…ah, hai ricevuto il regalo…”

“Perché…?”

“Perché ti ho fatto un regalo simile? Tu lo sai, Rowena. Mi dispiace se in qualche modo di ho ferita, ma dovevo” l’uomo volse gli occhi giù dalla Torre, verso il Lago, avvolto nel suo mantello pesante di pelliccia “Invidio l’uomo che ami…”

Lei corse da lui, gli gettò le braccia al collo e lo baciò appassionatamente “Sei tu, idiota!”

Godric la guardò interdetto “Eh?!”

“Io amo te, Godric!” lei rise e lo baciò ancora “Io ti amo”

“Mi ami?”

“Ti amo…” ripete Rowena piano, le labbra appena appoggiate alle sue in un tenero bacio “Tantissimo…”

Gryffindor la prese dalle braccia e la baciò appassionatamente, facendola praticamente sparire tra le pieghe del pesante mantello: le labbra della donna si aprirono lentamente davanti all’invito di lui e le loro lingue si sfiorarono prima titubanti, poi sempre più decise ed affamate. Lei gemette debolmente nella bocca dell’uomo che amava, e lui approfondì il bacio, stringendola a se.

“Rowena Ravenclaw” mormorò lui, e le sue parole furono portate dal vento sino ad una commossa Helga e ad un offeso Salazar, anche loro sulla terrazza “La più bella donna del mondo” la baciò ancora e si allontanò da lei solo quando non ebbero più fiato “Questo è solo il primo di una lunga serie di baci. Ti amo”

“Sei sempre così deciso e diretto, mio signore?” lo stuzzico Rowena, mordicchiandogli il lobo con insistenza.

“Con le persone importanti per me, si” la baciò, lei stretta al suo petto “Mio corvo…”

Lei lo prese per mano e assieme tornarono verso gli amici, e nessuno disse una parola, i sorrisi di Godric e Rowena parlavano per tutti; tornarono all’interno della Torre quando Godric all’improvviso tirò Rowena per il braccio, la strinse a se “A proposito, amore…”

“Mmh?” mormorò lei contro le sue labbra.

“Buon compleanno”

  
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