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Autore: Dro    14/08/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Affrontare la paura
 
Shun percepì le urla di Hyoga come fossero un suono lontanissimo, ma che la riportava alla coscienza. La voce del ragazzo le fece tendere tutti i muscoli del corpo. Thanatos si convinse che era il momento e la colpì con tutta la sua forza, lei lo bloccò con il braccio destro, il dio assistette alla tramutazione dell’occhio sinistro da giallo in blu.
- Ma che…- provò a dire il dio della morte, ma la ragazza lo travolse con la “Deflagration”.
La cloth andò in pezzi. La ragazza mollò la presa e lui cadde a terra svenuto. Ikki guardò quel colpo stupito… Quella ragazza non era Hades, ma aveva lanciato un “Deflagration” molto più potente di quelli che gli aveva indirizzato il re dall’aldilà nella Giudecca, in più sentiva come se ci fosse un’eco della linfa divina della ragazza, un'altra più flebile, ma che sembrava la punta di un iceberg…
Shun si voltò verso il dio dagli occhi bianchi che applaudì sarcasticamente…
- Wow, ora sei al livello di un dio di serie C… brava…-
Hypnos si risentì, ma i dioscuri lo fecero tornare subito alla sua battaglia.
- Chi sei?- sibilò la ragazza.
- Sono Phoibos, il dio della paura... e tu devi essere quella che il ragazzo impotente vede morire! Che ironia… sta per accadere…-
- Vieni avanti…- rispose lei senza scomporsi.
Il dio non se lo fece ripetere. – Quando si è presi dall’angoscia per qualcun altro è facile cadere nella paura…- le spiegò.
Lei sorrise, schivò un pugno e con una giravolta gli diede una gomitata sul naso. Phobos perse terreno… - Non male… per una nullità…-
- Come si può farlo tornare tra noi?- domandò lei senza raccogliere l’offesa.
- Mi devi sconfiggere…- rispose lui portandosi una mano al naso – Quindi è spacciato…-
Lei si bloccò un attimo e calcolò la mossa successiva. Spinta dalla furia si avventò su di lui. Il dio allora la colpì col rovescio della mano alla testa e con un pugno sul fianco.
La ragazza cadde a terra, il dio si mosse con calma verso di lei, sollevò il piede e fece per calpestarla. La gamba si fermò a mezz’aria bloccata dal palmo di lei.
- Non ti ribellare…- le consigliò - …rendi tutto più noioso per me e doloroso per te…-
Lei spinse via il piede di lui e rotolò a destra finendo a quattro zampe, tremava.
- La paura è una cosa naturale piccina… tutti la provano e ne sono dominati…se si potesse eliminare non ci sarebbe più il gusto di vivere…- gongolò  il dio.
Phobos la prese per il bavero e la lanciò contro il muro, per poi ribloccarla contro di esso con l’avambraccio. La vittima teneva gli occhi chiusi in una smorfia sofferente.
Il dio rise - Troppo facile… Phobia!!!-
La ragazza non si mosse, ma la sua bocca si curvò in un sorriso. Riaprì gli occhi più vispi e sicuri che mai.
- Come sospettavo…- osservò maliziosa - … i tuoi colpi non possono funzionare con me…-
Con una ginocchiata lo mandò gambe all’aria il dio.
- Come è concepibile ciò?- esclamò. Ora era lui a tremare.
La neodivinità gli diede un calcio e lui finì supino a terra. Nei suoi occhi il caos più totale.
– Io vivo la mia più grande paura da quando sono nata…-
- E come hai vissuto?-
- Ti ho affrontato tutti i giorni…-
Shun gli puntò contro il palmo con il ciondolo lo girò come fosse una chiave e dietro di lei si formò un cancello…
- Porte del tartaro…- evocò - …accogliete chi si è macchiato di Hybris-
Le porte si aprirono e risucchiarono il dio in un vortice che lo portò dietro le porte che gli si chiusero alle spalle.
Un nuovo solco si formò sul braccio. Era quasi arrivato al gomito. “Per quanto posso ancora reggere?” si chiese mentre una goccia di sudore le scendeva dal naso.
 
Hyoga emise un rantolo come fosse appena uscito da un apnea troppo lunga. Mise a fuoco il volto della sorella che lo sovrastava con sguardo scettico – La prossima volta convinci te stesso a desistere, ok?-
Lui si tirò su in tempo per vedere il colpo di Hypnos, appena scampato ad un pugno di Camus, che stava per colpire Shun. Prima che lei potesse bloccarlo lui lo aveva già deviato – Il sole segna la fina del sonno! Solis Lux!!!-. Le iridi del ragazzo divennero rosso fuoco e le pupille presero la forma di quelle dei felini un raggio di luce colpì in pieno il dio scagliandolo contro il muro.
- Non ti pare un deja vu?- gli chiese l’altra mentre il suo respiro diventava a poco a poco più affannoso.
- Non fare sarcasmo…- osservò lui - …il tuo dovere lo hai fatto, ora lascia che se ne occupi chi è già immortale…-
- Invece di continuare a cercare di cacciarmi, pensa a come sconfiggere gli ultimi tre!!!-
- Qual è il terzo?-
Nell’esatto momento in cui fu formulata la domanda, Thanatos si rialzò furioso…
- Cosa?- chiese Esmeralda interdetta.
- Un mortale non può uccidere un immortale… credo…- spiegò Shun.
- A lui penso io…- fece la bionda crocchiandosi le nocche…-
- Tu? Ma se neanche sei una dea!!!- rise l’altro…
Lei gli si materializzò alle spalle. I suoi occhi ora erano come quelli dei cervi, verde slavato e pupilla orizzontale.
- Come hai detto? Divinità di serie C?- lo colpì con un calcio.
Il dio della morte impattò contro il fratello.
- Io aiuto le βallora…- fece Shun.
Hyoga ed Esmeralda si misero in posizione d’attacco :- Ora affronterete i Gemelli astrali, dei degli inferi!!!-
 
Intanto Pan stava dando filo da torcere agli angeli, ma ora anche Aldebaran Milo e Aioria tramutatosi in Adone le stavano aiutando. Shun accorse da Euridice. Si inginocchiò vicino all’ala ferita ed esaminò il taglio. Le piume si diradavano mostrando l’osso e la rosea cute.
- No…- rantolò l’altra, - Aiuta Rei e Mio…-
- Non posso…- mormorò lei…- …sono già inutile… ma posso aiutare te…-
- Che cosa stai dicendo?-
- Sta ferma…- si raccomandò l’altra -… ti farà male…-
Pose le mani vicino alla ferita. Una luce blu avvolse l’ala. L’altra tese tutti i muscoli in preda ad uno spasmo, mentre un nuovo solco si apriva sul braccio della delfina. La cosa durò poco, in breve la ferita sull’ala si rimarginò. Euridice si mise a sedere e guardò l’altra molto sorpresa.
- Ma allora sei…-
- Zitta, non dirlo… è una blasfemia…io non sono lei… io sono un mostro…-
- Che ti salta in mente?-
- Aiuta gli altri…- continuò l’altra - …io non merito nulla…-
- Stai delirando!-
- Esegui gli ordini!!!- tuonò Shun che ora, accovacciata sul braccio con la schiena ricurva, non sembrava più forte e minacciosa. Mostrava quello che era, una ragazzina insicura che si sentiva sempre troppo debole e mai all’altezza. Una ragazzina che, però, aveva affrontato le sue paure
L’altra si alzò vedendo che alle spalle della delfina arrivavano i dioscuri. Poteva lasciarla sola.
Accorse in aiuto delle altre e dopo un Antares di Milo ben piazzato ed una lancia piantata nella spalla del dio poté finirlo col “Revenge”. Il dio si divincolò, ed alla fine gridò - Patirete la vendetta del cielo!!!
 
I gemelli russi combattevano alleati contro i due seguaci di Hades. Hyoga era ormai senza controllo e si avvicinava pericolosamente al sadismo. Ogni suo colpo sembrava volto ad aumentare l’agonia del dio del sonno. Voleva vendetta… In realtà non era rivolto all’avversario, ma al re degli inferi. Hypnos ormai era senza cloth, si reggeva appena in piedi.
- Ora ho capito!!!- esclamò - Quella ragazza è…-
Il cigno lo attaccò al muro tenendolo per il collo. – Tu neanche devi pensare a lei…-
La sua ira era tanta che il cosmo alimentante la sua linfa divina fuoriuscì congelando appena il bavero del dio.
Quello rise – Saint del Cigno, non si amano le compagne di missione…-
Il cosmo del ragazzo si ampliò a tal punto che la parrucca volò via dalla testa. Con i capelli dorati che fluttuavano nell’aria sembrava ancor più un dio. Un ultimo “Solis lux” pose fine alla battaglia.
 
Esmeralda intanto si stava quasi divertendo con quel dio tutto muscoli e niente cervello… si muoveva rapida e lo ingannava continuamente. Lei amava il genere di caccia gatto-topo. Poi sentì il cosmo del fratello e la situazione cambiò.
- Mi spiace…- disse lei rivolta a Thanatos, veramente triste di dover porre fine alla lotta, era molto più affine a Shun di quanto potesse insinuare suo fratello.
Le bastò un colpo:- Lunae Lux…- una luce molto meno forte di quella del fratello pervase il che semplicemente cadde a terra. Scosse la testa, al momento il problema vero era Hyoga, al resto avrebbe pensato dopo.
Si precipitò alle sue spalle e gridò :- Ma che cavolo ti prende, Carol!!!-
Nessuno lo chiamava più così da anni e sentendo la voce della sorella capì che era grave. Lei gli si parò davanti e gli diede uno schiaffo.
- Più passano gli anni più assomigli alla mamma…- osservò tenendosi la guancia.
 
Saga arrivò alle spalle della figlia, posandole una mano sulla spalla…
- Fammi vedere…- le ordinò tirandola indietro… Tanto ormai lei era senza energie.
I tagli erano profondi e la catenina del ciondolo sembrava stringersi e girare, segnando il polso sempre più in profondità. Lui con calma cercò il gancetto e lo aprì. In un istante il ciondolo cadde a terra. linfa divina viola e blu fuoriuscì dal corpo di lei come se fosse fumo e si disperse al vento…
Delle gocce scarlatte finirono a terra. – Ho impressione che abbiano danneggiato qualche vaso sanguigno…- osservò lui.
In quel momento Hyoga uccideva Hypnos. Shun  si volse subito in direzione del ragazzo e mentre Esmeralda gli dava lo schiaffo scattò verso di loro. Abbracciò il ragazzo cercando con le braccia di coprigli la testa dorata.
- Non puoi prenderti carico della difesa di tutte noi… nessuna di noi te lo permetterà…- singhiozzò.
Lui la strinse a sé. In quei tre anni di convivenza l’unico contatto fisico erano stati quegli abbracci. Era lei a prendere l’iniziativa. Succedeva solo quando accadeva qualcosa di bello, stupidaggini tipo un bel voto, la vittoria di una squadra di calcio… non correva mai tra le sue braccia quando era triste, lui non era come Ikki per lei. Solo lui era in grado di calmarla e di metterla a suo agio, o almeno così credeva lui…
Sentiva il suo corpo congiunto a quello tremante di lei. La sua testa gli inumidiva spalla con le lacrime che le scendevano dalle guance e sul collo avvertiva il suo respiro caldo ed affannoso.  Non la vedeva piangere così dal tempo delle battaglie di Hades, per tanto tempo si era tenuta tutto dentro. La consapevolezza che la goccia che aveva fatto traboccare il vaso era lui gli opprimeva il petto …
- Non tutte, solo te…-mormorò, ma probabilmente lei non lo sentì, tanto era spaventata per lui.
- Andiamocene…- sussurrò Esmeralda.
Saga prese il ciondolo in mano e se lo mise in tasca.
- Ok!!!- gridò la russa – Argonauti, squadra beta, ampliate il cosmo…-
I chiamati obbedirono.
- Shun…- le bisbigliò Hyoga all’orecchio – Amplificaci…-
La ragazza si concentrò ed il suo cosmo amplificò e collegò quello dei gemelli e in un istante nella stanza non rimasero altri se non i saint.
 
Dohko era visibilmente alterato – E così, Astrea, ha dei nuovi giocattoli…-
Un presentimento si fece largo nella testa di Tatsumi. – Quelle erano amazzoni? -chiese da sotto il tavolo dove si era nascosto.
- Cos’è un’amazzone?- disse Seiya senza capire.
- Non esistevano solo nella mitologia?- cercò di chiarire Argor.
- Quello era Hyoga?- domandò Milo.
- Shun Rei sa combattere?-
Tutti si voltarono verso un basito Shiryu, ancora un po’ brillo.
 
Shaka intanto aveva acceso il telefono correndo in camera assieme a Mur. La situazione si era un po’ calmata, ma bisognava capire perché un drappello d’amazzoni che avevano avuto l’investitura si fosse intromesso. Il gold saint osservò un istante lo schermo del telefono già posizionato sulla rubrica e prese un respiro profondo… non voleva sentire quella persona.
- Ciao, Astrea…- esordì l’interlocutore.
- Cosa hai fatto fare alla αj, Jason?- ringhiò lei.
- Ho solo recuperato ciò che tu avevi perso, figliola…-
 
  
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