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Autore: Choking_On_This_Ecstasy    15/08/2013    2 recensioni
Matt scopre un lato di se stesso che non sapeva esistesse. Tutto grazie a un ragazzino che in poco tempo riesce a sconvolgergli la vita. MACKY, ovviamente. Con accenni di Brimmy.
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"Matt cercò di dire qualcosa, ma ogni parola gli moriva in gola ancor prima di poter essere pronunciata. Sentiva le lacrime premere per uscire, si pentì immediatamente di ciò che aveva fatto, era stato uno stupido, non era affatto pronto per una cosa del genere.
-Va tutto bene.- sussurrò Zacky vedendolo in difficoltà. Cercava il suo sguardo ma Matt teneva ancora gli occhi chiusi.
-…Scusa.- biascicò con voce appena udibile.
-Prima mi baci e poi chiedi scusa?- Zacky gli prese il viso tra le mani avvicinandolo di nuovo a se e unendo ancora le loro labbra, ma non ci volle molto prima che Matt si scostasse di nuovo."
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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5. Bruises

 
Dopo la festa in spiaggia le cose non migliorarono affatto.
Tra Zacky e Matt sembrava esserci sempre più tensione.
Era più che comprensibile per loro non rivolgersi la parola ma per gli altri quel modo di evitarsi stava diventando alquanto curioso.
C'erano scambi di sguardi continui ma nessuno dei due sapeva dare un significato a quell'incatenarsi continuo dei loro occhi.
Matt il più delle volte si ritrovava a fissarlo, non sapendo però che l'altro ne era più che consapevole e che nonostante si sentisse osservato e a disagio cercava di non farci caso.
Era stato invitato da Jim a passare un pomeriggio insieme quel giorno, ed era l'unico motivo per cui si era costretto ad alzarsi quella mattina e a trascinarsi a scuola.
Ogni mattina gli sembrava di recarsi all'inferno, entrando rigorosamente dalla porta d'ingresso.
Ma in quel momento avrebbe tanto desiderato non averlo fatto.
Il dolore continuava ad estendersi per tutto il corpo, era così forte che gli impediva persino di accasciarsi a terra e svenire, cosa che avrebbe tanto voluto poter fare per non essere costretto a sopportare oltre.
Cercò di reprimere i gemiti dovuti al dolore mentre Ray continuava a torturarlo sbattendolo più volte contro la parete facendolo poi cadere rovinosamente a terra sotto le risate dei suoi compagni. Non riusciva neanche a reggersi in piedi.
Quando Ray finalmente si fermò Zacky ne approfittò per tirarsi a sedere nonostante le braccia sostenessero a stento il suo peso e cercò di riprendere a respirare regolarmente. Gli occhi bruciavano per l'enorme sforzo che faceva ricacciando indietro le lacrime, la gola faceva male a causa delle urla trattenute.
Chiuse gli occhi avvertendo la presenza del ragazzo che si allontanava. Ma sapeva che non era finita lì.
Non tentò neanche di scappare, non sarebbe arrivato molto lontano.
-Tenetelo fermo- si sentì sollevare per le braccia ma tenne gli occhi chiusi. Non voleva sapere cosa lo aspettasse. Non voleva vedere.
Sentì qualcosa di freddo e metallico accarezzargli la guancia fino a tracciare il contorno della mandibola costringendolo ad alzare il viso e quasi trattenne il respiro mentre iniziava gia a tremare.
-Apri gli occhi- gli fù ordinato -Aprili!-
Ma prima che potesse farlo venne colpito ad un fianco. Urlò di dolore e spalancò gli occhi inondati di lacrime, le ginocchia cedettero e le mani che lo tenevano lo lasciarono andare contro il pavimento freddo. Si strinse la pancia contorcendosi dal dolore e lanciò un occhiata a Ray che intanto stava per assestargli un altro colpo con la mazza che teneva tra le mani.
Ma prima che questo potesse colpirlo venne fermato da uno dei ragazzi, che lo colse di sorpresa bloccandogli le mani a mezz'aria.
-Glielo spieghi tu a sua madre?-
In effetti non avrebbe potuto infliggergli nessun danno permanente o evidente altrimenti nei casini ci sarebbe finito lui e la sua banda. Così Ray si abbassò sul più piccolo prendendogli il viso tra le mani e costringendolo a guardarlo.
-Dirà che è caduto in cortile. Non è così?- strinse la presa e Zacky annuì.
Quella tortura continuò fin quando non vennero interrotti dal suono della campanella.
In men che non si dica si allontanarono abbandonandolo sul pavimento della palestra vuota.
Portò entrambe le mani sul viso. Pianse, tirando fuori tutto ciò che aveva accumulato.
Sentiva i suoi singhiozzi espandersi tra quelle grandi mura, ma non se ne curò.
Si alzò solo quando fu sicuro di potersi reggere in piedi, batté con le mani sui pantaloni cercando di darsi una ripulita ma procurandosi invece solo altro dolore. Si asciugò il viso e camminò piano fino all'uscita.
Si chiuse in bagno prima di entrare in classe, fissò per qualche minuto il suo riflesso nello specchio. Nessuna ferita sul viso, era solo un po’ più pallido di quanto gia non fosse, ma le braccia, le gambe, quelle erano percorse da numerosi lividi.
Indossò il giacchetto tentando di nasconderli. Si muoveva lentamente, ogni azione gli procurava un espressione di sofferenza.
Non poteva presentarsi a casa di Jimmy in quelle condizioni.
Era distrutto, emotivamente e fisicamente.
Era a pezzi.
Rientrò in classe a lezione gia iniziata, doveva affrontare ancora l'ultima ora se voleva uscire da quel posto.
-Baker, ti sembra il momento di arrivare? La lezione è iniziata gia da un pezzo- lo riprese il professore vedendolo entrare.
Sentiva gli sguardi di tutti fissi su di lui, in quel silenzio infernale.
-Mi scusi..- biascicò abbassando lo sguardo. Sentiva la testa girare ma cercò di ignorarlo.
-Va a sederti-
Annuì e attraversò l'aula raggiungendo l'ultimo banco. Nel farlo passò di fianco a Ray e i suoi amici e uno di questi prontamente lo fece inciampare ma fortunatamente Zacky si tenne al banco per non rischiare di cadere.
Sentiva risatine provenire da ogni angolo dell'aula e odiava essere il motivo di tanto divertimento.
"Che sfigato" ridacchiò qualcuno prima che il professore riportasse il silenzio.
Provò a calmarsi sedendosi e ignorando gli sguardi degli altri, ma la testa continuava a girare e coniati di vomito erano sempre più frequenti. Si prese la testa tra le mani cercando di respirare lentamente.
-Baker ti senti male?- chiese poco dopo il professore.
Zacky venne avvolto da una vampata di calore, non tanto per l’imbarazzo di essere stato messo al centro dell’attenzione quanto per  il fatto che temeva di svenire lì, in quel momento, davanti a tutti.
Quando l’ennesimo coniato si fece sentire si alzò di scatto raggiungendo in fretta la porta.
Si chinò sul water mentre, con le lacrime agli occhi, rigettava tutto l’odio e la merda che era costretto a sopportare ogni giorno.
 
 
Per i giorni successivi mancò da scuola.
Fu facile darsi malato ed evitare che sua madre indagasse oltre visto che non era quasi mai in casa. Era costretta a fare i doppi turni se voleva riuscire a mantenere se stessa e suo figlio.
Le sue condizioni non erano migliorate molto ma a breve sarebbe stato costretto a fare il suo rientro a scuola.
Ma poteva sopravvivere. Lo aveva sempre fatto.
Quando il campanello suonò si voltò di scatto verso la porta, preso alla sprovvista. Non aspettava nessuno.
Sentì lo zampettare di Majesty che si dirigeva verso la porta e si costrinse ad alzarsi. La scostò piano mentre questa continuava a scodinzolare –Sta buona.-
Quando finalmente aprì rimase immobile davanti all’ampio sorriso che gli si parò davanti.
-Ciao!- esclamò Jimmy.
-C-Ciao…t-tu..come..-
-Come so dove abiti? Beh è stato facile recuperare il tuo indirizzo nella segreteria della scuola con la scusa degli appunti- spiegò sventolandogli un quaderno davanti al naso.
-Oh..grazie- mormorò Zacky afferrando l’oggetto.
-Allora..posso entrare o..-
-Oh sisi, certo-
Una volta in casa Jimmy notò Majesty e prese a coccolarla con occhi adoranti.
-Lei è Majesty- spiegò Zacky.
-Anche Brian aveva un cane, si chiamava Pinkly- rise Jim –Diciamo che più che un cane era un piccolo topo bianco e peloso. Non gli sono mai stato molto simpatico.-
Zacky sorrise, ma si sentiva tremendamente in imbarazzo.
E Jim se ne accorse, bravo com’era ad osservare –Senti..se disturbo posso anche..-
-Oh, no..non..è che, n-non mi aspettavo che..- gesticolò il più piccolo -Senti lascia stare, vuoi qualcosa da bere?-
-Va bene, grazie- sorrise Jimmy.
Zacky sparì in cucina tornando poco dopo con una birra che porse all’altro e si sedettero sul divano mentre Majesty prendeva posto ai piedi del padrone.
-Non sei più venuto- fece poco dopo Jim –L’altro giorno, a casa.-
-Si, scusa io..sono stato poco bene.- deglutì abbassando lo sguardo.
-E..adesso come stai?-
-Meglio-
-Beh, sappi che la partita a Call Of Duty è rimandata alla prossima volta e tu dovrai esserci.-
-Davvero? Adoro COD!-
-Credo che cambierai idea quando Matt straccerà anche te.- rise Jim.
Zacky distolse lo sguardo. Parlare di Matt non lo faceva sentire meglio. Avrebbe potuto riempire Jim di domande se avesse voluto ma si trattenne per il semplice fatto che non avrebbe saputo da dove iniziare.
-Tutto bene?- chiese Jim.
-Hm-Hm- si limitò ad annuire mantenendo lo sguardo davanti a sé.
Jimmy percorse la sua figura con lo sguardo, fino alle sue braccia scoperte e esili che attirarono la sua attenzione e sentì d’improvviso una nuova consapevolezza piombargli addosso.
-Zack, esattamente perché sei mancato da scuola in questi giorni?- chiese poi senza distogliere lo sguardo dal suo corpo.
-Ecco, stavo poco bene, te l’ho detto..- deglutì il più piccolo.
-E quelli?-
Zacky si voltò giusto in tempo per notare lo sguardo di Jimmy che indicava i lividi non coperti dalla maglia. Spostò immediatamente lo sguardo sulle braccia per poi abbassare velocemente le maniche della maglia.
-S-Sono caduto.- fu quella la prima scusa che gli passò per la testa.
-Sei caduto- ripeté Jimmy poco convinto.
-Gia- annuì il più piccolo evitando il suo sguardo.
-Posso vedere?-
Zacky rimase interdetto per un po’. Poi si alzò d’improvviso –Credo che dovresti andare ora- mormorò.
Jimmy annuì e si alzò anch’esso comprendendo le ragioni per cui Zacky si comportava in quel modo.
-Va bene- sospirò –Solo..se avrai voglia di parlarne..sai dove trovarmi-
Il più piccolo annuì mentre lo vedeva avvicinarsi alla porta.
-Jim- lo chiamò poi.
-Si?-
-Grazie- biascicò. E Jim gli sorrise per poi chiudersi la porta alle spalle.


Gia al quinto capitolo, wow! XD
Qui Matt non si vede per niente ma si parla principalmente della posizione in cui Zacky si trova, di ciò che è costretto a passare ogni giorno. Le scene di violenza non sono il mio forte ma spero di aver reso l'idea.
Ringrazio ancora le persone che recensiscono e mi spronano a continuare a pubblicare!
Alla prossima ^^
XOXO



  
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