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Autore: myloveislikeastar    15/08/2013    1 recensioni
Non sapevo cosa stavo facendo, sapevo solo che lui era lì, dopo dodici anni.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6: (leggete lo spazio autore in fondo)
 
Camille si rigirò ancora una volta nel letto cercando di prendere sonno. Dopo la conversazione della sera precedente non aveva smesso un attimo di pensare alla sua famiglia e a come le mancasse. Sapeva, perché ne era certa, di aver preso la decisione giusta troncando i ponti. Insomma, se avesse dato ragione a loro ora lei e Justin non starebbero dormendo nello stesso letto; eppure sapeva anche che quando sua madre le aveva detto quella cosa lo faceva per lei, per non vederla triste di nuovo. Sia caratterialmente che fisicamente lei e la mamma erano molto diverse. La mamma di Camille non era una donna coraggiosa, aveva vissuto tutta la vita prendendo la decisione più facile cercando di evitare in ogni modo i dolori e i dispiaceri, quando il padre di Camille l’aveva tradita lei non aveva sbattuto ciglio e lo aveva perdonato evitando così di ritrovarsi sfrattata, senza un soldo e trascinata in tribunale. Lei l’aveva sempre disprezzata per questo, a volte aveva avuto l’impulso di scuoterla forte cercando di svegliarla da quella bolla che si era creata per farle affrontare la realtà. Il loro non era mai stato un bel rapporto, non si erano mai confidate, non avevano mai pianto né riso insieme e non avevano nessun momento speciale da condividere, il loro era più un rapporto di convenienza, si salutavano formalmente solo perché erano costrette a farlo e per quanto Camille ci avesse provato non avevano mai avuto un legame. Però, in quella triste sera in cui si erano urlate quelle cosa, lei aveva sentito una strana sensazione nel petto nei confronti della madre, un amore dolce e malinconico che la rattristava e che le faceva provare una certa malinconia.
 
Il ragazzo era arrivato alle otto in punto come aveva promesso. Il cuore della ragazza aveva fatto un capitombolo alla vista di tanta perfezione e quasi non riusciva a crederci di starlo per presentare ai suoi. I genitori austeri l’avevano squadrato con sospetto facendoli sentire entrambi a disagio, come se avessero commesso un crimine. Avevano iniziato ad interrogare il giovane che appariva sempre spavaldo e orgoglioso anche se, sotto tutto quella sicurezza, si nascondeva un animo fragile e Camille lo sapeva bene. Dopo quasi un’ora di conversazione i suoi li avevano lasciati andare e allora lei l’aveva capito, aveva finalmente capito di aver vinto la sua battaglia contro di loro, per una volta lei aveva avuto la meglio e non gli aveva dato motivo di affossarla.
 
Sentii qualcuno abbracciarmi e mi accoccolai nelle braccia di Justin.
<< Mi dispiace di averti svegliato in qualche modo >>
I nostri nasi si sfiorarono e io mi strinsi ancora più forte contro il suo petto caldo.
<< Non mi hai svegliato tu Cami >>
Passò qualche minuto di silenzio. Con il dito iniziai a tracciare tanti cerchi immaginari sugli addominali scolpiti di Justin.
<< Ti saresti mai immaginata così la tua vita? Se potessi scegliere, se ora ti dessero la possibilità di tornare indietro e di sederti ad un posto diverso su quell’autobus il primo giorno di scuola, tu cosa faresti? >>
Le sue parole vagavano ancora nell’aria mentre stavo zitta in parte scioccata dalla sua domanda, in parte cercavo le parole per spiegargli tutto quanto, perché non era di certo un concetto facile da esprimere quello dell’amore.
<< No. Mai. Neppure se mi dessero milioni di dollari non lo farei. Tu sei la mia vita Justin. Ci siamo persi così tanto tempo delle nostre vite ma ora non ho intenzione di sprecarne altro. E tu? Torneresti indietro?>>
Il mio tono di voce era sicuro e non lasciava trasparire neanche uno dei milioni di sentimenti che mi facevano attorcigliare lo stomaco. Con una velata preoccupazione lo osservai cercando di capire cosa si nascondeva dietro quei suoi occhi che, dopo anni, erano ancora un mistero per me.
<< No. Se potessi eviterei tante cose, la guerra ad esempio, e tutto quell’enorme bagaglio di ricordi che comporta. Perché vedi Camille io sono qui ora. Ma c’è una parte di me che è ancora lì, a combattere nel deserto iraqeno e io, per quanto ci provi, non riesco ad andare avanti. >>
Il suo respiro era spezzato mentre si immergeva nei torbidi ricordi di quegli anni e potevo giurare di aver sentito il suo corpo tendersi e le mani irrigidirsi al solo pensiero dell’Iraq.
Aprii la bocca cercando di farne uscire qualche suono o qualche parola di conforto ma non sapevo come aiutare.
<< Justin, cos’è successo in Iraq? >>
Per un attimo rimasi anche io sbigottita dalla mia stessa domanda, dal mio coraggio e mi maledissi mentalmente aspettandomi una reazione negativa da parte sua che invece non arrivò. Aveva capito cosa volevo sapere. Non volevo sapere delle battaglie, delle guerre o della morte, no. Volevo sapere perché lui era stato l’unico soldato non ritrovato e come aveva fatto a sopravvivere quegli anni da solo in Iraq. 
<< Tu non lo vuoi davvero sapere Cami, credimi.>>
e invece sì. Forse poteva non capirlo ma io lo volevo, volevo sapere ogni minimo dettaglio di quegli anni. Fremevo dalla voglia di sapere. Però questo non glielo dissi, lasciai da arte i miei dubbi, le mie domande e le mie curiosità come facevo di solito per accontentarlo.
<< Forse hai ragione tu >>
il mio tono di voce era flebile, lo percepivo. Faceva trasparire in qualche modo la delusione. Diamine, mi sembravo una bambina a cui non hanno dato la caramella che voleva. Justin però questo sembrò non capirlo e mi depose un leggero bacio sui capelli invitando ad accoccolarmi ancora di più sul suo petto.
<< Dormi ora, ora sono qui >>
 

 
Un leggero raggio di sole entrò nel mio campo visivo svegliandomi dal mio sonno profondo. Controvoglia mi girai verso il comodino e presi la sveglia.
 
10:45
 
“perdindirindina”
pensai maledicendomi mentalmente. Odiavo essere in ritardo. In realtà odiavo cambiare ogni singolo particolare della mia routine quando ne avevo una, mi scombussolava.
Perché Justin non mi aveva svegliato? A proposito… dov’era Justin?
<< Justin? >>
Borbottai mentre mi alzavo scioltamente dal letto e mi ricomponevo iniziando a vestirmi di corsa. Ero una persona mattiniera io. Amavo alzarmi presto e respirare l’aria frizzantina delle prime ore del giorno ma, per qualche strano motivo, il mio orologio biologico aveva deciso di giocarmi un brutto scherzo.
<< Justin? >>
Ora la mia voce suonava leggermente infastidita e spazientita. Dove si era cacciato? Mi diressi a grande falcate verso la cucina mentre mi infilavo la giacca. Justin era seduto comodamente su una sedia a leggere il giornale per cui io lavoravo.
<< Justin! >>
Quasi urlai nella sua direzione. La sua testa si girò nella mia direzione e sul suo volto apparve uno sguardo sorpreso e ironico.
<< Perché non mi hai svegliato? È tardissimo! >>
<< Scusami, non sapevo ti dovessi svegliare presto e dormivi così bene >>
Per un attimo mi sentii quasi in colpa per aver addossato tutta la colpa su di lui ma poi mi ricordai del ritardo disastroso e della situazione in cui mi trovavo così lo liquidai con un cenno della mano e corsi a prendere la borsa già ordinatamente messa sul comodino e corsi via.
<< Ci vediamo questo pomeriggio J >>
<< A dopo. L’articolo è stupendo Cami >>
Un naturale sorriso mi apparve sulle labbra. Lui l’aveva letto. E gli era piaciuto. Con il sorriso mi affrettai verso l’ufficio dimenticandomi del mio solito Costa Coffee. 







Beeeeeeene.
Ok, lo so che vorrete ammazzarmi e lo capisco ma capitemi, ero presa da un altra storia. 
Però ora visto che son intelligente mi sono scritta tutta la story-line e so già cosa succederà per almeno altri 20 capitoli quindi spero di aggiornare con meno ritardo. 
Ho anche provato afare un banner ma dire che non sono brava è dire poco insomma. 
Quindi se qualcuno fosse così gentile da crearne uno io lo farei santo, sul serio. 

Grazie a tutti quelli che leggono e recensiscono la mia storia, ve ne sono grata.
Ora evaporo, un bacione. 

  
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