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Autore: Dear M    16/08/2013    0 recensioni
http://www.youtube.com/watch?v=YttYEI7MhsY&feature=youtu.be
TRAILER DELLA STORIA.
Sei strana!-
-I gentiluomini non offendono le ragazze!-
-Oh non era un'offesa! A me piacciono le strane!- disse continuando ad aggiustare la macchina.
-Tu sei pazzo!-
-Io non posso offenderti e tu puoi offendermi?-
-Oh ma la mia non era un'offesa!-
-Ah no!'- disse pulendosi le mani con uno straccio e avvicinandosi.
-A me piacciono i pazzi!- dissi sorridendo.
Lui si avvicinò ancora di più. Avvicinò il suo volto al mio e...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2#Capitolo.
 
Appena arrivai all’entrata dell’officina bussai e il rumore rimbombò in tutta la stanza. Il silenzio dominava, c’era solo il rumore del condizionatore e di qualche macchinario acceso. C’erano già un paio di macchine  da controllare e mentre cercavo qualcuno per aiutarmi decisi di aspettare appoggiandomi alla prima macchina che c’era all’entrata. Ma prima di arrivare a toccarla infilai il piede in una pozza d’olio e la mia bellissima e costossima scarpa di Chanel era rovinata. Così decisi di toglierla e camminare senza una scarpa. Mentre cercavo di non pestare altre pozze una voce chiamò la mia attenzione e lo vidi. Era il riccio che avevao visto alla mensa, che avevo visto al cortile prima del litigio con Liam e a dare la conferma fu la sua solita mossa di capelli. Era bellissimo e mi lasciava sempre senza fiato, ma non era adatto a me. Non era il tipo di ragazzo ricco , con genitori famosi, non era un ragazzo che poteva permettersi una porsche, quindi non faceva affatto per me. Credo?!
-Tutto bene?- mi chiese pulendosi le mani con il solito straccio sporco.
-Cosa?- chiesi ancora imbambolata a fissarlo.
-Va tutto bene?- disse ridendo mentre si appogiava alla macchina.
-Non va affatto bene.- dissi incrociando le braccia e sottolineando la parola affatto.- Da dove comincio ? Vediamo… Ho litigato con il mio ragazzo, ho fatto pace con il mio ragazzo, la mia bellissima porsche non parte più e non posso tonare a casa. Sono venuta qui e ho peggiorato la situazione sporcandomi la mia costossima scapra di Chanel infilando il piede in quella pozza d’olio.- dissi indicando la pozza e avvicinadomi a lui con tono scocciato. Molto scocciato.
Lui era molto tranquillo, sembrava non gli importasse niente di me e che non gli importasse niente della mia macchina o della mia scarpa. Se ne stata lì, appoggiato a quella macchina da 4 soldi ridendo.
-Scusa , puoi dirmi cosa ci trovi di così divertente?- dissi incrociando le braccia e appoggiandomi a quella maledetta macchina.
-Niente. E’ che sei divertente!- disse continaundo a ridere.
-Scusami?!- chiesi  guardandolo male.
-Se strana!-  disse fissandomi
-Strana?! I gentiluomini non offendono le ragazze!-
-Oh non era un’offesa! A me piacciono le strane!- disse inziando a controllare una macchina.
-Tu sei pazzo!- dissi facendo una risatina.
-Fammi capire, io non posos offenderti e tu puoi offendermi?- mi chiese con tono ironico.
-Oh ma la mia non era un’offesa!- dissi imitandolo.
-Ah no?!- disse pulendosi le mani e avvicinandosi.
-A me piacciono i ragazzi pazzi!- dissi sorridendo.

Lui si avvicinò ancora di più. Avvicinò il suo volto al mio e tese la sua mano.
-Sono Harry!-
-E io sono Jazmine!-
-Piacere Jazmine!- disse baciandomi la mano.
Ma quel momento magico fu interrotto da me stessa! Chi lo avrebbe mai detto.
-Noo, ma daii! Maledetta macchina, mi ha sporcato la mia bellissima gonna di Louis Vitton. Ma stiamo scherzando?-
-E’ un vestito si lava!- disse lui con molta disinvoltura.
-E’ un vestito? ! No mio caro, è una gonna che costa più di tutta questa baracca.- dissi indiancando l’officina.
-Allora perché l’hai comprata?- chiese lui andando verso lo studio dell’officina.
-Perché l’ho comprata?- dissi sconvolta e poi cominciai a seguirlo. – Perché è un capo che non può mancare a una come me. Io sono la reginetta della scuola. Sono la figlia di un famoso gironalista e una famossisima stilista. Io la dovevo avere. Devo avere tutto ciò che gente del basso ceto non può permettersi.- dissi cercando di spiegarmi e spostandomi i capelli da una parte all’altra.
-Ah capisco.- disse lui senza un minimo di entusiasmo. Io lo guardai stupita e poi gli parlai del mio problema.
-Comunque… Ho un problema con la macchina! Sta parcheggiata laggiù. – dissi indicando il luogo.
-E’ che macchina è ?-
-Una porsche carrera.- dissi soddisfatta.
-Una porsche carrere?- disse scandendo bene le parole.  Aveva una faccia sconvolta.
-Già- dissi  sorridendo entusiasta
-E’ la macchina di famiglia?- disse incamminandosi verso l’auto.
-No! E’ solo mia.- dissi gurdandolo con il sorriso stampato in faccia.
-Solo tua?- dissi voltandosi verso di me. Aveva una faccia più sconvolta di prima.
-Sì. Perché quella faccia?- chiesi incuriosita.
-Io ho una punto!- disse lui continuando a camminare.
-Una punto…- dissi un po’ schifata.
-Già. Ah e non è finita qui… La condivido con i miei!- disse allungando il passo. Io sconvolta mi fermai.
-La condividi con i tuoi… O mio Dio che incubo!- dissi cercando di allungare il passo. Poi appena lo raggiunsi continuai a parlare.- Ma non puoi comprarti una amcchina nuova tutta tua?- chiesi pensando di averli dato un’ottima idea.
-Io non ho i genitori famosi e non hot utti i soldi che hai tu!- disse girandosi di scatto. Lì per lì ci rimasi un po’ male, ma alla fine non ero io che non avevo la macchina, era lui. Quindi lasciai stare.
Dopo quesi un’ora che ero lì all’officina mi arriva una chiamata da Liam.
-Scusa Harry vado un attimo a rispondere.- mi allontano un po’. – Pronto amore?-
-Dove sei?- disse urlando.
-Abbassa la voce. Sono dal meccanico. Ho abuto un problema con la macchina.-
-Quindi non vieni?- mi chiese lui arrabbiato.
-Sì, vengo un po’ più tardi Liam.
-Ascolta non posso stare ai tuoi comodi. Ti avevo dato un orario non sei venuta cavoli tua. Io c’ho da fare.-
-Liam faccio solo un po’ di ritardo.-
-Non dovevi farlo. Non ci sei solo te. Ho da fare con altre.- disse velocemente.
-Cosa?!- chiesi sconvolta
-Niente!-
-Cosa hai detto Liam?- urlai
- Che ho da fare!-
-Ho capito. Ti servivo solo per popolarità vero? Ti servivo solo per soddisfare il tuo orgoglio di maschio, non è così? Non sono mai stata importante per te. Tanto eri sicuro che su di me potevi contare sempre per il sesso. Sai che ti dico. Ciao, vai dalle altre!-
-Jazmine non mi trattare così. Lo sai che va a finire male!-
-Sai che me ne frega. Sei uno stronzo Liam!- e abbassai.
-Tutto bene Jazmine?- mi chiese Harry avvicinandosi.
-Lasciami stare!- dissi andandomene.
 
Andai nel cortile della scuola, era l’unica zona sempre aperta. Stavo piangendo, avevo paura per quello che mi aveva detto. Lui mi aveva piacchiata già diverse volte, ma io non sono in grado di fermarlo e tanto meno di chiedere aiuto. Secondo me è una cosa da deboli, quindi Liam mi trattava come voleva. Mentre ero lì seduta su quella panchina a guardare il nulla con gli occhi gonfi  a causa del pianto, Harry si sedette accanto a me.
-Vattene! Non mi puoi vedere in questo stato!- dissi asciugandomi le lacrime.
-Perché non posso vederti in questo stato? E’ normale piangere. E’ una cosa umana.- disse lui guardando a dritto.
-Ho il trucco colato, gli occhi gonfi e una voce che  fa schifo.- dissi singhiozzando.
-Non mi spavento per così poco.- dissi girandosi verso di me.
-Io non voglio farmi vedere così. Non posso farmi vedere così.-
-Perché non puoi?- chiese stranito.
-Perché devo portare alto il mio nome. Io non sono come te.- dissi girandomi verso di lui. –Io sono Jazmine Smith. Io devo sempre indossare abiti firmati, devo essere sempre elegante. Non devo avere un capello fuori posto. Devo venire in queste scuole rinomate. Non posso nemmeno piangere davanti a un ragazzo, perché non devo sembrare debole. Non potrei nemmeno parlare con te, perché tu non sei del mio stesso ceto. Tu sei povero.-
-Hia ragione! Ti avevo portati questi. Fazzoletti e cioccolatini. Sempre se puoi mangiarli. Ed ero venuto a dirti che la macchina è apposto- dissi lasciandomeli sulla panchina e alzandosi.
-Harry!- lo chiamai. Lui si voltò.- Grazie!- lui chinò la testa come per dire ‘L’ho fatto con piacere’ e poi se ne andò. Io rimasi un po’ lì a pensare e poi ritornai a casa con la mia auto.
   
 
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