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Autore: imimperfect    16/08/2013    0 recensioni
Questa fanfiction parla di una ragazza semplice di nome Nora che andata in Inghilterra per finire gli studi viene stregata da un giovane e affascinante Harry Styles il quale le farà vivere moltissime esperienze fantastiche. Leggetela è molto divertente e coinvolgente, ci ho messo l'anima spero vi piaccia!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incest
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Stavo guardavo dalla finestra quando ho notato un ragazzo che mi stava fissando.
Era la terza sera consecutiva che lo notavo di fronte a quella macchina scura.
Ho fatto nuovamente finta di nulla e mi sono messa a dormire.
 
La mattina seguente dopo essermi preparata cercai le chiavi di casa nella borsa prima di aprire la porta.
 Appena varcai la soglia una figura altissima mi sorprese. Continuava a fissarmi senza dire una parola era il ragazzo delle sere precedenti. 
Indietreggiato di colpo. sentendomi il suo fiato sul viso.
- T-t-tu che ci fai qui? -
- aspettavo te - rispose 
- C-c-chi sei? -
- Non ti ricordi di me? - 
- N-n-no.. -
- Allora piacere sono Harry, e tu come ti chiami bellissima?
- Cosa vuoi da me? -
- Fai la difficile eh? -
- Lasciami in pace! - dissi uscendo di corsa di casa sbattendo la porta.
Mi prese per la spalla, io mi girai e notai i suoi occhi verdi fissare le mie labbra, mi scansai ma era più forte, spostò la sua mano lungo le mie braccia soffermandosi ai polsi. Gli strinse.
- mi fai male! - dissi
- Non volevo… - rispose
Il battito del mio cuore aumentò di colpo. 
- Non sono il tuo tipo lasciami in pace! - dissi scostandomi i capelli dal viso.
- Più che ti arrabbi più che mi piaci - rispose mordendosi delicatamente le labbra.
- Scusa devo andare a lavoro, sono in ritardo. -
- Ti accompagno io se vuoi? -
- No grazie - risposi con voce ferma.
- immaginavo avresti risposto così… -
Stretti la borsa al petto e corsi fino al centro commerciale entrai appena in tempo.
 
La giornata di lavoro iniziò e le ore passarono a stenti continuai a pensare a quel ragazzo, cosa voleva da me? 
Arrivò l’ora di pranzo e Sophie si avvicinò  con lo sguardo preoccupato.
- Hey Nora cosa ti è successo? Perché non hai aperto bocca da stamattina?- chiese.
- nulla nulla sto bene, nulla di che… - risposi velocemente.
- a me puoi dire tutto, sai? - ribattè.
Mi fidai e le spiegai cosa fosse successa quella mattina, lei con lo sguardo smarrito mi disse:
- Oh ma figo questo Harry eh! -
- oh ma sei dalla mia parte o dalla sua?! - esclamai.
- Io ci uscirei, mi piacciono i tipi misteriosi … poi è da tanto che non esci con qualcuno, dai! - sai che non sono mai uscita con un ragazzo da quando è morta mia nonna, e ancora non mi sento pronta, sono passati solo 9 mesi e mi sembra una mancanza di rispetto nei suoi confronti …- non feci in tempo a finire la frase che Sophie mi interrompè:
- senti 9 mesi che non esci con nessuno sono tanti e se vuoi passare questo brutto momento devi parlare con quel ragazzo e uscirci, punto e basta! -
- hahahahaha si signor capitano! Lo so, ma non lo conosco! -
- a quello si rimedia in fretta basta uscirci un paio di volte hahahahaha dai provaci! - insistette.
- ok lo farò … - mentii.
Non avevo proprio intenzione di uscire con un ragazzo spaventoso come lui.
* fine giornata *
Uscii dal negozio dirigendomi verso il parcheggio e intravidi una figura dai capelli ricci.
Si voltò velocemente e mi sorrise. Il suo sorriso è bellissimo: i suoi denti erano bianchissimi , le sue labbra erano rosee e lucide e il tutto era circondato da due fossette che avrebbero fatto sciogliere chiunque …
- Hey splendore! Sono venuto a prenderti. -
- So andare a casa da sola, grazie lo stesso. - risposi fredda continuando a camminare con lo sguardo rivolto verso il basso.
Mi fermò ancora una volta stringendo le sue mani enormi attorno al mio polso, questa volta senza farmi troppo male.
- Lasciami stare, non voglio avere niente a che fare con i tipi come te! - urlai
- come me in che senso? Ma se nemmeno mi conosci? -
- infatti, non ti conosco, quindi lasciami in pace, non sono il tuo tipo! - 
Velocizzai il passo e lui mi seguiva senza alcuno sforzo.
Si fermò improvvisamente.
- vieni con me. -
- anche no? - dissi girandomi di scatto
- ti porto in un posto bellissimo -
- no grazie ho da fare -
- se vieni con me oggi giuro che ti lascerò in pace, ti prego fidati di me!-
- mi lascerai in pace? -
- promesso -
- vengo con te, ma se mi fai del male ne pagherai le conseguenze! Sia chiaro! -
- hahahahaha tranquilla non potrei mai -
Ci dirigemmo verso la macchina, lui non distolse mai lo sguardo da me, mi squadrò dalla testa ai piedi io tenetti lo sguardo fisso sull’asfalto, solo due volte alzai gli occhi verso di lui per cercare di capire cosa stesse pensando.
- sei bellissima - mi disse guardandomi negli occhi.
- non mi prendere in giro per favore -
- come potrei? - rispose a bassa voce.
Arrivammo alla vettura nera e mi aprì la portiera, non immaginavo l’avrebbe fatto.
- prego - disse insinuando al fatto che non lo ringraziai
- ahh scusa, grazie mille - dissi con voce persa
 
In macchina non ci rivolgemmo nemmeno una parola.
Dopo una ventina di minuti di viaggio mi disse:
- non ti sto rapendo, tranquilla! manca poco e arriviamo a destinazione. -
- sarà meglio così - bisbigliai
Il silenzio mi è sempre piaciuto ma quello mi rabbrividì.
La vettura si fermò, Harry parcheggiò agilmente e disse schiarendosi la voce:
- ne vale la pena non ti preoccupare, vedrai… -
Mi guardai intorno, eravamo su una collina a circa 40 km dalla città, non ero mai stata in quel posto. C’erano tantissimi fiori colorati e altrettanti prati. L’aria era freschissima e la pace dominava su tutto.
- wooow! - esclamai senza rendermene conto.
Alla mia esclamazione Harry sorrise, sapeva quale sarebbe stata la mia reazione, ma quel posto era veramente bellissimo.
- come fai a conoscere questo posto? - chiesi curiosa della risposta
- è una storia lunga te la racconterò un’altra volta, siediti adesso - rispose  molto vago
Mi sedetti sull’erba e si mise accanto a me osservando il cielo.
- ho sempre amato questo posto -
- immagino … -
- è speciale - continuò con lo sguardo perso fra le nuvole
Si sdraiò e io mi sdraiai accanto a lui per osservare meglio il cielo o meglio per osservare meglio lui.
Lo fissai senza nemmeno rendermene conto mentre lui continuava a spiegare di come quel posto fosse importante per lui, non capii una parola, ero troppo assorta nei suoi bellissimi occhi color smeraldo. Non ne avevo mai visto di simili. Più lui parlava più io mi accorgevo di ogni suo minimo dettaglio.
Si leccò le labbra prima di dirigere i suoi occhi color mare verso di me.
- non ti lascerò in pace - disse con voce ferma mantenendo il sorriso sulle labbra bagnate,
- anche se te l’ho promesso, non ti lascerò in pace, io ti voglio - disse sedendosi, senza mai distogliere lo sguardo dal mio viso.
Mi alzai di scatto e mi allontanai un po’, lui continuava ad avvicinarsi spostandomi un riccio dagli occhi, accarezzò una guancia spostandosi lentamente sulle mie labbra, continuò ad avvicinarsi. Rimasi immobile fino a quando non avvicinò il suo viso al mio e le sue labbra sfiorarono le mia. Spostai il volto. Lui si avvicinò ancora una volta e mi lasciò un bacio tra la bocca e la guancia. Sentivo il suo fiato, era così vicino. Tremavo.
- non sono un gioco della Play. - dissi con voce fioca
Lui mi guardò e scoppiò a ridere rotolando sul prato.
- questa si che è una bella risposta, non l’avevo mai sentita prima d’ora hahaahah -
La sua risata era contagiosa e senza accorgermene sorrisi, Harry si morse nuovamente il labbro inferiore sussurando:
- per favore, non sorridere. -
- perché? - ribattei sconvolta da ciò che mi aveva appena detto
- perché poi ti vedono tutti e si innamorano - disse sorridendo.
Le sue fossette erano così carine, lui era così carino, ma cosa dico carino? Era bellissimo. 
- cavolo … ci sai fare con le ragazze eh? - 
- un po’ -  ammise sorridendo.
Quel sorriso così perfetto faceva sciogliere.
Il brontolio del mio stomaco smorzò il silenzio.
- hai fame? - chiese soffocando la risata
- devo andare a casa ora - dissi tutta rossa dall’imbarazzo
- come vuoi tu. - 
 
Attraversammo nuovamente quel bellissimo prato e arrivati in macchina nessuno dei due osò dire una parola.
Arrivammo davanti al vialetto di casa mia e scesi dalla macchina salutando, arrivai davanti alla porta cercando le chiavi nella borsa e sentii una mano sulla spalla, mi voltai, era Harry.
- hai dimenticato il maglioncino in macchina - disse porgendomelo sempre con il sorriso sulle labbra.
Lo afferrai ringraziando ma non mollava la presa.
- grazie puoi lasciarmelo adesso? - dissi giocosamente
Lui tirò il maglioncino che avevamo entrambi tra le mani, improvvisamente ero di fronte a lui, il suo petto era poggiato sul mio, il suono del suo cuore risuonava nelle mie orecchie. Continuavo a guardare i tatuaggi sul suo petto, lasciati in bella vista dalla camicia bianca semiaperta, quando mise una mano sui miei fianchi e mi strinse ancora di più su di lui, cercai di distogliere lo sguardo dal suo volto, senza riuscirci. Lasciò la presa dal maglioncino e tentai invano di spostarmi. Mi spinse contro la porta. Con una mano mi teneva i fianchi mentre con l’altra mi prese il mento, si abbassò e mi baciò.
Tentai di tenere le labbra chiuse, ma la sua lingua perforò tra esse.
Mi dimenai, anche se nessuno mi aveva mai baciato in questo modo. Lui era più forte di me, non potevo fare nulla. Mi morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare poi lasciò la presa spostando le mani al lato della mia testa tenendomi ferma solo con il bacino.
- così tutti sapranno che sei mia - mi sussurrò all’orecchio
- io non sono di nessuno - risposi cercando di scappare dalla sua stretta.
Fece un sorriso sfacciato e mi prese le chiavi di mano. Ero ancora imprigionata fra i suoi fianchi e la porta, mise una mano sotto la mia camicetta e mi accarezzo la schiena, mi toccò l’accetto del reggiseno e tentò di aprirlo, un brivido mi penetro dentro. Avevo la pelle d’oca. 
- non farlo … per favore! - dissi
- non avere paura di me - mi sussurrò in un orecchio - io non ti farò mai del male, fidati di me. - 
Mi accarezzò un ultima volta la schiena per poi togliere la mano dal mio corpo e aprire improvvisamente la porta. Io caddi sul pavimento e lui sopra di me, misi le mani sul suo petto tentando di allontanarlo da me.
Richiuse la porta con un piede.
- come ti chiami? - chiese
  
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