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Autore: ivi87    17/08/2013    10 recensioni
Timeline: post 4x23 ma senza il finale con il botto ihihih *-*
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Dopo la discussione di “Always” Rick chiude ogni rapporto con Kate e i due si allontanano l'uno dall'altra. Sarà uno "speciale incidente" a far sì che le loro strade si incrocino di nuovo.
Nuove situazioni, nuove coppie, nuove avventure, ognuna corredata da una canzone speciale.
Perché come dice Kate, quando sei innamorato ‘all the songs make sense’ ;-P
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Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When you're in love, all the songs make sense'
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# 27 - Bad Day


 

Meno due settimane a Natale.

Meno dieci minuti alle 7:00 a.m.

Peter si alza piano per non svegliare Alexis.

Quando, la sera precedente, Kate gli aveva telefonato per avvisarlo che si sarebbe fermata a dormire dallo scrittore, Peter si era immediatamente precipitato da lei.

Per fortuna Sandy, la sua compagna di stanza, è tornata qualche giorno a casa.

Le lascia un bigliettino sul comodino ed esce per andare a comprare la colazione.

Cammina veloce, non vuole che lei non lo trovi al suo risveglio.

È il giorno dell’esame e Alexis darà i numeri se non ripassano di nuovo tutto il programma prima delle 15.00.

La caffetteria non è lontana.

Entra, ordina, aspetta, paga e esce.

È così che dovrebbero funzionare le cose.

Semplici e lineari.

Entri, ti siedi, fai l’esame e esci.

Lo deve ammettere. È parecchio nervoso, anche se cerca di non darlo a vedere.

Il suo futuro e quello di sua madre dipendono da questo test.

Ha assolutamente bisogno di sfruttare la laurea per trovarsi un lavoro.

Ma raramente la vita è così semplice e lineare.

Quel pensiero transita nella sua mente quando, uscito dalla caffetteria, trova due uomini ad aspettarlo. Sigaretta in bocca e sguardo minaccioso.

Lo prendono per gli avambracci trascinandolo nel vicolo accanto.

Caffèlatte e brioches sparsi per terra.

I fratelli Sparks bloccano Peter contro il muro.

 

 



“Sbrigati!” Kate sale le scale del suo palazzo di corsa.

Castle ansima mentre cerca di tenere il passo “Guarda che sei tu che sei stata un’ora in bagno!”.

“Io? E tu allora?!” Kate si ferma alla porta ad aspettarlo. Intanto infila le chiavi nella serratura “Mezz’ora per pettinarsi, Castle?”.

Lui si passa una mano sul ciuffo, sorridendo “Lo devo trattare con cura” sussurra, con un sopracciglio alzato.

“Dai, mi cambio e voliamo al distretto” Kate sta per girare la chiave quando si accorge che la porta non era chiusa.

“Castle...stai indietro” con cautela, apre la porta ed entra.

Le lascia fare solo pochi passi e poi, come sempre, lo scrittore la segue.

Il soggiorno è completamente a soqquadro.

I cuscini sono stati gettati a terra. Le sedie rovesciate.

Vetri rotti, fiori calpestati e pozzanghere d’acqua sparsi sul pavimento.

Tutti i cassetti sono aperti e il loro contenuto rovesciato.

Così anche per il frigorifero e gli armadietti della cucina.

“Cosa è successo qui dentro?” esclama Alexis, arrivando alle loro spalle.

Kate è immobile, ferma in mezzo al salotto.

“Non lo sappiamo, siamo appena arrivati” le risponde suo padre.

“La camera” mormora la detective e subito dopo corre a controllare la sua stanza e il bagno.

Mentre padre e figlia si aggirano per casa, attenti a quello che calpestano, Castle domanda “Come mai sei qui?”.

Alexis arrossisce leggermente.

Teoricamente suo padre non sa che Peter ha dormito da lei al campus.

“Sono...venuta a prendere Peter. Colazione, ripasso veloce e poi test finale, ricordi?” una mezza verità non è una bugia completa, ne conviene la ragazzina.

Kate ricompare in salotto “C’è qualcosa di strano” esclama risoluta.

“Trovi?” Castle abbozza un sorriso che però non viene ricambiato.

“Dico sul serio, guardati in torno!” gli dice Kate “È solo disordine! Il televisore è al suo posto, il lettore dvd anche” mentre parla Kate li indica “Il computer, i gioielli, la macchina fotografica...c’è tutto, Castle. Non manca niente!”.

Alexis appare confusa “Cosa significa?”.

“Che stavano cercando qualcosa in particolare” risponde Kate.

“Sì, ma cosa?” aggiunge Castle “La tua pistola? Il distintivo?” domanda, sapendo bene che per un criminale valgono più dell’oro.

Automaticamente, Kate si tocca il fianco.

Grazie al cielo la sera precedente era andata direttamente da Castle, senza passare al suo appartamento.

“Non lo so” ammette la detective “Non toccate nulla, chiamo la scientifica” ma quando afferra il suo cellulare, esita “Peter?” domanda, guardando Alexis “Per fortuna che era da te, ieri sera!”.

La giovane avvampa, sotto lo sguardo sottile di suo padre.

“E va bene, era con me alla Columbia” Alexis sbuffa allargando le braccia.

Castle guarda Beckett “Perché tu sai le cose e non me le dici!!”.

“Perché ti agiti subito” risponde prontamente, Kate.

“Certo che mi agito!” la sua bambina che dorme con un ragazzo... meglio non pensarci ora...prende un respiro profondo “Ok, sono calmo...dov’è ora quel simpaticone del tuo ragazzo?”.

“È uscito a prendere la colazione ma non è più tornato. Ho pensato che, essendo già in strada, avesse deciso di fare un salto qui a cambiarsi, ma non risponde al cellulare e, a quanto pare, qui non c’è...”.

“Riprova” ordina Kate perentoria, mentre chiama il distretto “Espo, venite a casa mia con una squadra della scientifica. No, tutto bene ma qualcuno è entrato qui”.

Quando riattacca, Alexis le conferma che Peter ancora non risponde.

Kate si porta le mani al volto, preoccupata.

“Non è detto che le due cose siano collegate” Castle percepisce i suoi pensieri.

Uno sguardo sottile e scettico lo colpisce in pieno “Davvero? Quante probabilità ci sono?”.

“Sono preoccupata anch’io. In due mesi e mezzo è la prima volta che non mi risponde” concorda Alexis.

“Ok, pensaci bene. Ti è sembrato strano? Sai se si è cacciato in qualche guaio?” domanda Kate, avvicinandosi ad Alexis.

La ragazza sembra sorpresa “No...non penso...non che io sappia almeno...”.

“Me lo devi dire se sai qualcosa. Se è una ragazzata...” la detective viene subito interrotta.

“Te lo giuro!” le risponde seria, Alexis “Non so nulla”.

Kate sospira abbattuta. Avrebbe preferito avere qualcosa su cui lavorare.

Il telefono, in terra accanto ai piedi di Castle, inizia a squillare.

Lo scrittore si china a raccoglierlo. Con un cenno chiede tacitamente a Kate il permesso di rispondere, sperando di evitarle qualche scocciatura in più.

“Pronto” risponde, già pronto a mandare al diavolo qualche gestore telefonico “Si è casa Beckett...oh ma certo signora, gliela passo” Castle copre il ricevitore e sussurra a Kate che al telefono è la madre di Peter.

“Zia Sara” i sensi di Kate si acuiscono. Altra coincidenza?

“No...Peter non c’è adesso...” le dice Kate, omettendo che in realtà non sa dove sia “Posso chiederti una cosa?” attende una risposta affermativa e poi prosegue “Va tutto bene con Peter? È in qualche guaio?”.

A quella domanda, Kate sente la voce della zia che si incrina. Balbetta. Nega.

Zia Sarah, delle tre sorelle Reed, è sempre stata quella che mentiva peggio.

Sin da piccola Kate lo sapeva. Johanna e Judith la prendevano sempre in giro per questo.

“No zia, non mentirmi. Mi sono appena ritrovata l’appartamento sottosopra e Peter è irraggiungibile! Qualunque cosa sia, è ora di parlare!”.

 



 

Peter si ritrova con la schiena bloccata contro un muro e una mano a serrargli la gola.

“Abbiamo aspettato, abbiamo dato fiducia a te e a tua madre, siamo stati comprensivi...e tu ci ripaghi scappando? Non si fa, Peter” esclama il più alto dei due fratelli.

“Grazie per aver dato un nuovo look alle gomme della mia auto, gonfie non mi piacevano” li sfotte Peter, cercando di liberarsi.

“Fai il simpatico, eh? Fuori la grana Reed!” quello alto lo rimette subito al suo posto.

“Ho bisogno di tempo” riesce a malapena a dire, con la gola serrata “Tra poco avrò un lavoro e potrò iniziare a pagarvi”.

I due uomini si guardano e scoppiano a ridere.

“Iniziare a pagarci? Noi però i soldi che vi servivano ve li abbiamo dati subito e ora da bravi ce li dovete restituire.” Esclama il più basso.

“E con gli interessi!” aggiunge l’altro.

“Ma è impossibile!” urla Peter, venendo subito zittito.

“Ascoltami bene. L’unico motivo per cui tua madre non ha tutte le ossa rotte in questo momento è perché è inutile. Una sola cosa di valore avete nella vostra pidocchiosa famiglia. E sappiamo che te la sei portata qui con te! O ce la dai con le buone...” dice lo spilungone.

“...O saremo costretti a fare un’altra visitina alla bella cuginetta poliziotta” conclude l’altro fratello.

Peter sgrana gli occhi.

“Se le avete fatto qualcosa io...” Peter è rosso di rabbia.

I fratelli Sparks gli ridono nuovamente in faccia “A cuccia Rambo, l’appartamento era vuoto e non abbiamo trovato la collana...ma penso che forse la tua amichetta dai capelli rossi sappia dove sia...”.

Con uno strattone secco, Peter si libera della loro presa “Non...” si ricompone velocemente. Non vuole che si fissino su Alexis, vedendolo così protettivo.

“Va bene” esclama, senza altre alternative “Domani andrò a vendere la collana e vi porterò i vostri soldi”.

Il più alto agita l’indice davanti al suo volto “Hai tirato troppo la corda. Ci porti la collana e a venderla ci pensiamo noi”.

“Tra un’ora all’entrata sud di Central Park, da solo e niente scherzi o la Rossa...” precisa l’altro.

Peter deglutisce con forza e i due fratelli lo lasciano andare, soddisfatti del loro operato.

 





Mentre la scientifica rileva le impronte, sotto la supervisione di Esposito, e Ryan tenta di rintracciare il cellulare di Peter tramite il GPS, la detective è all’ingresso del suo appartamento assieme a Castle e Alexis.

“Zia Sarah è completamente andata in paranoia quando le ho detto che Peter non si trova. Non ho capito molto. Ma tra le lacrime ha detto strozzini e collana” spiega quasi atona.

Castle lo sa. Lo vede che si sente in colpa.

“Non lo potevi sapere” le dice, accarezzandole la schiena.

“Dovevo capirlo” risponde scuotendo la testa “Strozzini? Non mi piace per niente, è gente capace di tutto”.

“E prima che arrivasse Peter?” domanda Alexis “Lui e sua madre non hanno mai accennato a nulla?”.

La detective scuote la testa con apprensione.

Alexis non stenta a crederlo. Seppur si frequentino da pochi mesi, le è stato subito ben chiaro quanto orgoglioso e testardo sia Peter.

Il suo incaponirsi sul corso di economia anziché puntare a realizzare il suo sogno di diventare avvocato, professione poco amata in famiglia, ne è una prova.

“E la collana... deve trattarsi della collana di famiglia ma... non la vedo da anni.. io...” Kate si sta agitando e Castle le prende la mano.

“Una cosa per volta. Della collana ce ne parli dopo, torniamo su Peter” propone Richard.

“Non capisco...Vi è sembrato strano ultimamente? Sto cercando di ricordare ma...non mi viene in mente nulla di rilevante” dice la detective.

Castle scuote la testa. Lui è quello che ha trascorso meno tempo con Peter.

Alexis comincia a ripescare tra i ricordi.

Sorride al pensiero del loro primo bacio, tragicamente interrotto da suo padre e Kate.

Ma torna subito seria. Non è quello il tipo di ricordi a cui deve attingere.

Deve concentrarsi per aiutare Peter.

Il silenzio regna sovrano per qualche minuto.

In sottofondo solo il chiacchiericcio degli agenti della scientifica.

“Ci sarebbe una cosa” esclama Alexis, poco dopo “Non sono sicura che serva, però”.

“Non importa, qualunque cosa ci può essere utile” la incoraggia Kate.

“A volte si guardava attorno” inizia la ragazza “Controllava spesso la strada o osservava le persone attorno a noi...all’Old Haunt ad esempio, ma anche in qualunque altro locale... so che non significa nulla normalmente.. ma sapendo della storia degli strozzini...”.

“Era guardingo” afferma Castle.

Kate sembra altrove “Credo... credo di averlo beccato a fissare fuori dalla finestra un paio di volte. Mi ha detto che gli piaceva il quartiere...che stupida...”.

“Non serve a nulla incolparsi” le dice Rick, cercando nuovamente di rincuorarla.

 “C’è un’altra cosa... anche se è assurda...” Alexis guarda insistentemente Kate affinchè capisca.

Molte volte Peter aveva inscenato quel siparietto in presenza di entrambe.

Un sorriso di trionfo spunta sul volto della detective lasciando comprendere a Alexis di essere approdate sullo stesso ricordo.

“Il freezer!!” esclamano entrambe mentre raggiungono la cucina.

Castle le segue, senza capire.

Le due spargono sul bancone e sui ripiani tutto il contenuto del piccolo freezer.

Surgelati, qualche gelato, una bottiglia di Vodka e gli stampini dei cubetti.

“È vuoto?” domanda Castle.

Kate sta praticamente esaminando ogni centimetro del refrigeratore.

“Vuoto” sussurra abbattuta.

“Eppure stava sempre qui appiccicato” sbotta Alexis “Non sono mai riuscita ad avvicinarmi!”.

Vedere le due donne più importanti della sua vita soffrire in quel modo è insopportabile per Castle.

Si sente impotente. Non sa come aiutarle.

Può solo immedesimarsi. Fare come suo solito e pensare da romanziere.

Se volesse nascondere qualcosa nel freezer dove lo metterebbe?

Lo strato di ghiaccio alle pareti dell’elettrodomestico suggerisce a Castle che Kate non lo sbrina da secoli.

Ok, questo dettaglio non aiuta.

Osserva il contenuto sparso sul bancone.

Piselli surgelati? Bistecche? Nessuno di questo è un nascondiglio.

‘Io cosa farei?’ si ripete nella testa.

“Beckett” Ryan la chiama e lei e Alexis escono dalla cucina, sperando che il detective abbia rintracciato Peter.

Castle resta accanto al freezer, pensando risoluto.

‘Dove nasconderei qualcosa di importante? Di prezioso’.

E poi l’improvvisa illuminazione.

Blocca lo scarico del lavandino con il suo tappo e apre l’acqua calda.

Mentre attende che la temperatura si alzi, volge lo sguardo verso Ryan, anche lui curioso di avere notizie.

“Ci è voluto un po’ ma il GPS ha rilevato la sua posizione. Dalla centrale mi stanno inviando l’indirizzo” e infatti dopo qualche secondo un bip li avverte dell’arrivo di un sms.

“Eccolo” Ryan lo legge immediatamente “L’indirizzo è...” si blocca, stupito.

“L’indirizzo è??!!!” ruggisce Kate.

Dei passi arrivano dall’ingresso dall’appartamento “Casa tua” esclama Peter, entrando.

 


* Bad Day - Daniel Powter - http://www.youtube.com/watch?v=RmNTAvnSais

 



Ivi’s Corner:

Avete letto bene? Peter è rientrato in casa, quindi niente minacce, ok?

Sta bene... per ora... muahahahahahahahahahahah

Adoro mettervi in ansia o depistarvi, tanto quanto adoro Castle che ci resta secco ogni volta che la sua bambina... beh... si composta da donna!!! :-p

I l bunker x sicurezza non l’ho ancora venduto...

 

A martedì sera!

 

Ivi87

  

   
 
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