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Autore: HerrCat    17/08/2013    1 recensioni
"Guardare lei è come guardare la gioia di vivere. Tutti dovrebbero meritare di essere felici, e "gioia" è sinonimo di "felicità". Per questo lei è il mio cane. Mi chiedo dove arrivi la felicità, mi chiedo perché porti con sé queste sensazioni torve." (Capitolo 2 - Nana)
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Nana Komatsui, Nana Osaki
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Nana
 
 
Sigarette. Ho bisogno di sigarette. Qualcuno le tiri fuori, ne ho bisogno. Afferro la borsa. Maledetta, tirale fuori, so che sono lì dentro. No, devo calmarmi. Queste maledette sigarette non si trovano. Va bene, ho capito: mi dirigo verso il frigo. Almeno se non posso fumare, mi scolo una birra. O più di una, vediamo come mi gira. Anche Perchè lì alla serata non potevo bere, o lo prendevo a pugni. Che schifo. Come ha potuto dire quelle cose? Come si può anche solo insinuare che Hachiko sia una facile? Hachiko è stata tradita, lasciata, è stata da cani, io lo so anche se non lo vuole ammettere, e nonostante questo si è spezzata le reni per renderci felici tutti e per sorridere sempre. Se vuole far sesso ogni tanto, buon per lei, almeno svaga. E poi, se non sbaglio, le cose si fanno ancora in due, quindi non lo ha fatto solo lei. Maledetto Takumi. Lo odio. Mi fa schifo. Come può? La birra mi ha straripato sulle mani, gocciolando a terra. Almeno è fresca e alcolica. Non ce la faccio. Ho voglia di andare a cercarlo a casa, in hotel, ovunque sia e picchiarlo a sangue. Non come ho fatto con Shoji, no, molto di più. Sul naso, allo stomaco, da non farlo respirare. Mi fa schifo. Meglio se vado alla finestra, provo a prendere un po' di aria. Prendo un'altra birra e mi muovo. L'aria è frizzante, notturna, piacevole. E pure la birra. Questa ha fatto la buona. Ancora ci sto pensando: quel tizio è...è..meglio affogare i pensieri nella birra, nell'aria e nella vista del fiume, o non so quanto altro veleno potrebbe uscire da questa testa. Mi appoggio al davanzale e chiudo gli occhi. Devo stare calma. Domani devo parlare con Hachiko. Deve rendersi conto che prima di portarsi a letto qualcuno deve conoscerlo, o farsi conoscere meglio, altrimenti poi finisce con certi bastardi che si vantano delle loro conquiste, e passa lei per una facile. Vorrei anche dire a Takumi che non ci vuole molto a farsi una fan, quindi vantarsene è piuttosto inutile, ma effettivamente è meglio se non lo vedo per un po'. Ribrezzo, rabbia. Per me sono un po' la stessa cosa. Non si può parlare così di Hachiko. È una cosa che nessuno può fare. Neanche Ren. Ed è una cosa che nessuno può capire, neanche Nobuo che a modo suo è quello tutto innamorato. Non lo ammette, ma non si capisce. Dovrò parlare anche con lui: non sarà il massimo dell'intelligenza, ma è molto meglio di Takumi. Quello proprio non lo sopporto. Vado a prendere un'altra birra. 
Devo essermi ubriacata stanotte. Mi sono svegliata ora sul pavimento della cucina, con sei lattine di birra attorno, un mal di testa boia ed una coperta buttata a caso addosso. Deve averla messa Hachi non riuscendo a trasportarmi di peso sul letto. Dovrei piantarla di bere, fa male. E non ricordo quasi nulla di ieri sera. Provo ad alzarmi, ma non è esattamente la cosa più semplice del mondo dato che la testa mi gira tanto quanto mi fa male. La pressione mi si abbassa, le gambe non mi reggono. Riesco a trascinarmi fino al tavolo, che mi fa da appoggio. Per fortuna Hachi non mi vede così. Finalmente arrivo al frigo. C'è un biglietto sopra, dice: “Nana, stamani ti ho trovata a terra con le birre. Che è successo? Quando torno mi racconti tutto! Oggi sto fuori tutta la giornata Perchè devo lavorare. Ti ho lasciato le sfogliatine alla mela ed il caffè per colazione (bevilo, fa bene contro la sbornia) e riso al curry per pranzo. A dopo. Hachiko”. Mi viene da sorridere e ringrazio il cielo di avere una coinquilina così premurosa. Neanche Ren si sarebbe preoccupato tanto. Mangio come se non mi fossi mai nutrita in vita mia ed aspetto che il caffè faccia il beato effetto. Oggi non ho le prove né il lavoro, Perchè è domenica. Penso che farò qualche lavoretto a casa e qualche compera, tanto per rifornirci un po' di cibo e mobili. Però prima devo rimettermi in sesto. Su, coraggio!
Alla fine oggi ho fatto la spesa ed ho riparato varie cose, come ad esempio lo sportello della cucina che era rotto da un mese. Ora sono buttata sul letto senza far nulla. Dolce ozio. Stanotte ho dormito poco e male, ho bisogno di qualche ora di sonno. In compenso i lavori manuali mi hanno un po' calmata rispetto a stanotte, anche se pensare a quel porco mi fa ancora schifo. Dovrò fare una forzatura su me stessa e parlarne con Hachiko, che ora sta finendo di fare il bagno. 
-HACHIIIIIIII! HAI FATTO?-
-SÌ, TRA UN MINUTO ARRIVO!-
Mi alzo e recupero un paio di birre. So che dovrei smettere, e prometto che lo farò, ma stasera ho bisogno del loro aiuto. Al mio ritorno la trovo nella mia camera da letto, con l'accappatoio addosso e l'asciugamano sui capelli.
-Vuoi una birra?-
-Ma sì, dai! Stasera ti faccio compagnia!-
Bevo a velocità supersonica.
-Hachi, ti devo parlare.-
-Di cosa?- sul suo viso si dipinge un'espressione un po' preoccupata.
-Di Takumi.-
E dalla preoccupazione passiamo al terrore puro.
-Perchè?-
-Tu Perchè non mi hai detto di esserci andata a letto?-
In realtà sono già alla terza birra, ma lei non lo sa.
-Perchè pensavo che mi avresti rimproverata!-
-E allora? Se fai una cazzata te lo devo dire, no? Siamo amiche, no?-
-Sì..-
-Bene, allora sappi che dice che sei una puttanella.-
Sembra sconvolta.
-Perchè?-
-Perchè ci sei andata a letto, Hachiko! Non devi farlo col primo conosciuto, Perchè poi non sai che persona è!-
Si è fatta scura in viso. Dio mio, no. Cosa sto facendo? Non dovevo rimproverarla così forte. Sta per mettersi a piangere.
-Comunque non è il mio ragazzo e non lo voglio vedere più. Non voglio relazioni.-
-Lo so, dicevo solo per dirti...-
-So che lo dicevi per me, Nana. So che ho sbagliato, so che non dovevo, so tutto, però sentivo così. Mi andava. Perchè deve essere sempre tutto sbagliato? - Sta piangendo. -Essere tradita è umiliante, essere chiamata puttana è umiliante, essere rimproverata è umiliante...io non ce la faccio...-
Si piega su se stessa, in un pianto a dirotto. L'asciugamano cade a terra, è una scena tristissima. Che cosa ho fatto? Le do un bacio sui capelli e la accarezzo un po'.
-Dai...non volevo rimproverarti...sono solo preoccupata per te..sai che non mi so rivolgere alle persone, sono sempre troppo aggressiva, però non te la prendere, ok? Mi dispiace...-
Si rialza e si asciuga gli occhi.
-Fa niente, Nana, davvero. Non ce l'ho con te, ce l'ho con tutta la situazione.-
-Ti va una cosa?-
-Che cosa?-
-Un brindisi! Anzi tutti i brindisi che vogliamo!-
-Eh, e a cosa?-
-A quello che vuoi!-
Sorride. 
-Dai, fatti venire un'idea! Io dico “Alla birra, un brindisi!”-
Mi alzo e urlo. Così. Lei si mette a ridere. Brindiamo, ridiamo, beviamo, ridiamo ancora.
-È IL TUO TURNO, CANE!-
-A questi bastardi, un brindisi!-
-PIÙ FORTE, NON TI SENTO!-
-A QUESTI BASTARDI UN BRINDISI!
-COSÌ SI FA!-
Brindiamo, beviamo, ridiamo.
-A QUESTE SERATE, UN BRINDISI!-
-No, no, no aspetta, ne ho uno migliore!-
-Quale?-
-A Nana, che è migliore di qualsiasi uomo!-
Brindiamo, beviamo, ridiamo. E la bacio. Bacio inatteso, timido. Bacio dolce, lungo. Bacio che dice “sono sempre stata qui”, ed io pure sono sempre stata qui. Bacio che dice “non aspettavo altro, da sempre”. Bacio che diventa fuoco di camino, misto di passione e tenerezza. Bacio che si spinge oltre, mano che tocca la sua maglietta. Come sarebbe fare l'amore con lei? Bacio che...
Mi sveglio e lei non c'è. Canticchia in cucina, la sento. Ho di nuovo un mal di testa boia, che diamine è successo stanotte? Mi guardo intorno e vedo di nuovo lattine vuote, ed il mio letto sfatto. Cazzo. Ho vaghi ricordi. Ditemi che è un sogno. Sono davvero migliore di qualsiasi uomo? Io mi faccio schifo. Davvero, il ribrezzo che provo per me è più grande del ribrezzo che provavo per Takumi ieri. Migliore di qualsiasi uomo, eh? Mi sento peggiore. Guardare lei è come guardare la gioia di vivere. Tutti dovrebbero meritare di essere felici, e "gioia" è sinonimo di "felicità". Per questo lei è il mio cane. Mi chiedo dove arrivi la felicità, mi chiedo perché porti con sé queste sensazioni torve. Posso anche iniziare ad ammettere di essere gelosa, tanto. No, devo riprendermi. Vado in bagno, butto la testa sotto l'acqua. Passando non l'ho neanche salutata. Neanche quello. Uno, due, tre minuti sotto l'acqua. Ho perso il conto. Cosa devo fare? Non posso. Io amo Ren. Io sono etero, e lei pure. Non posso, non possiamo. Non posso neanche lasciarla andare così. Non Takumi, non lui, non un Trapnest. I Trapnest mi rubano tutto. No, non posso permetterglielo. All'improvviso un'idea. Vado in cucina, lei sta continuando a canticchiare.
-Hachi.-
-Buongiorno, Nana.- mi accoglie con il solito sorriso. Che cosa sto per fare? Che cosa ho fatto? Lo devo fare. Se io faccio schifo, non posso costringere anche lei a seguirmi nel mio inferno.
-Stavo pensando ad una cosa.-
-Che cosa?-
-Davvero non vuoi una nuova relazione?-
Mi guarda raggiante. Diventa tutto ancora più doloroso.
-In realtà non lo so più, Perchè?-
-Nobuo è innamorato di te ed è un bravo ragazzo. Stareste bene insieme.-
Sgrana gli occhi e non parla per qualche minuto. È fatta. L'ho persa. È meglio così, deve essere meglio così. Lei resterà nel mio giardino, e rimarremo entrambe etero. 
-Dici?-
-Sì.-
Abbassa lo sguardo.
-Ci penserò.-
 
 
Questa storia partecipa al "Contest Pas a Pas" di Fanny_rimes
Prompt usato: 4- ribrezzo
  
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