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Autore: CowgirlSara    07/10/2004    1 recensioni
Un rigido e tagliente critico cinematografico, una recensione a dir poco cattiva, un attore incavolato, una donna algida ed elegante, dubbi, parole, scherzi del destino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccoci qua

Eccoci qua! Devo dire un paio di cosine, su questo capitolo; dunque, nel testo ho citato due canzoni di quell'uomo da monumento che è Bruce Springsteen (anzi tre, c'è anche The River, ma senza testo), sono "Born to run" e "Hungry heart", naturalmente vi consiglio di metterle in sottofondo, leggendo le scene in cui sono presenti! ^__^ Tutti i diritti ovviamente appartengono al legittimo autore, le ho usate per amore e senza intenzione di nuocere a nessuno. Poi, perdonatemi il pippone su Star Trek, ma ogni tanto mi faccio prendere la mano dalla passione! ^__- Ah, credo che le frasi in francese siano corrette, ma se c'è qualche errore e ve n’accorgete, vi prego, fatemelo presente.

 

Infine... Scrivendo questo capitolo mi è successa una cosa, del tutto involontariamente: ho dato un nome ad un personaggio femminile, così, il primo che mi è venuto in testa, ma essendo questo personaggio associato a Dom Monaghan, quel nome è stato Mandy (chissà perché... ^o^ spero che tu non ti offenda!); me ne sono accorta solo dopo, ma ho deciso di lasciarlo, soprattutto come omaggio ad una scrittrice che apprezzo molto! Mi auguro che le faccia piacere (se non è così, me lo faccia sapere), e che magari gradisca questa cosa come succede a me con le sue ff! Un baciottone!

 

Come al solito vi auguro buon divertimento, e fatemi sapere cosa ne pensate!

 

~ Capitolo 11 ~

 

Erano passati quasi quattro mesi, dalla rottura tra Orlando e Kate; ormai era autunno, ed ora i giornali scandalistici si dividevano tra le nuove nozze di Jennifer Lopez, il presunto aborto di Britney Spears e il libro choc che avrebbe rivelato, per l'ennesima volta, tutti i segreti sulla morte di Lady Diana. Insomma, l'attore inglese era l'ultimo dei loro pensieri.

Fu in questo clima relativamente favorevole, che maturò la decisione di Orlando a proposito di trasferirsi a casa di Josie; lei non gli aveva fatto alcuna pressione, ne tirato più in ballo l'argomento, perciò era rimasta quasi sorpresa, quando era stato il ragazzo e riparlarne. Allo stupore iniziale, si sostituì ben presto una grande gioia, perché le intenzioni erano serie.

Ci vollero un paio di settimane, per organizzare tutto; i movimenti del trasloco di Orlando non passarono inosservati, purtroppo, ma, sia lui che gli amici corsi in aiuto, decisero di ignorare la piccola folla di fotoreporter che circolava in quel di Malibu durante la faccenda.

 

La prima sera che Orlando rientrò dal lavoro nella casa di Bel Air, invece che in quella di Malibu, era particolare. Josie aveva conosciuto Deb e Scott in occasione del trasloco, ma non avevano mai potuto parlare un po', così la ragazza gli aveva proposto di andare a cena da lei, non appena si fosse concluso lo spostamento di Orlando. Quella era la sera. Dominic non sarebbe mancato, e nemmeno Franny.

L'attore entrò in casa allegro. "Sono arrivato, tes..." Fece per annunciare, ma s'interruppe sentendo la musica; tra l'altro gli sembrava una canzone conosciuta.

Entrò in cucina, da dove veniva anche un ottimo odorino, e vide Josie impegnata a cucinare e... a cantare, sulla scia dello stereo. La canzone era appena cominciata.

"In the day we sweat it out in the streets of a runaway American dream..." Dichiarava il Boss, e Josie lo seguiva contenta; lui aveva riconosciuto la canzone, era Born to run.

La ragazza si muoveva con grazia tra i mobili della cucina, continuando il suo lavoro non distratta dalla musica; prese un vassoio e lo ficcò nel forno, a tempo, poi chiuse lo sportello e si girò verso Orlando, proprio mentre c'era il verso: "...I want to guard your dreams and visions, just wrap your legs 'round these velvet rims and strap your hands across my engines..."

"Io te le metto volentieri le mani sul motore, se vuoi." Propose Orlando sorridendo birichino; lei rispose al sorriso e continuò a cantare avvicinandosi.

"Will you walk with me out on the wire 'cause baby I'm just a scared and lonely rider..." E così cantando gli arruffò i capelli.

"Ti piace Springsteen?" Le domandò Orlando; Josie annuì, scostandosi un po' da lui per abbassare il volume della radio.

"E' il mio... autore preferito." Aveva esitato un attimo nel rispondere, solo perché le sembrava riduttivo chiamarlo cantante. "Amo il rock in generale." Spiegò poi. "E poi i suoi testi sono splendidi, credo che sia una persona dalla rara profondità."

"Hai capito..." Commentò il ragazzo.

"E' sua anche la mia canzone preferita in assoluto." Proclamò poi, tornando ad occuparsi di uno sformato. "The River, la adoro."

Orlando la osservava aggrottando la fronte, pensieroso. "Mi rendo conto che so veramente poco di te." Affermò quindi; lei si girò a guardarlo. "Devo fare delle indagini." Josie alzò stupita le sopracciglia, mentre lui usciva dalla cucina.

Il ragazzo tornò poco dopo, con in mano qualcosa; si sedette al banco della cucina e aprì l'oggetto. "Il mio portafogli?!" Esclamò sorpresa la donna.

"Che non lo sai?" Fece Orlando, alzando gli occhi. "Si scopre tutto di una persona, dal portafogli." E tirò fuori qualcosa.

"Ti dispiace se mentre indaghi, Monsier Maigret..." Gli disse, con perfetto accento francese. "...io continuo con la cena?" Lui le fece un gesto per incitarla ad andare avanti.

"Mh, vediamo un po'... una patente di guida dello stato del New Jersey..." Josie gli lanciò un'occhiata divertita. "Vivevi nel Jersey?" Detto col suo accento inglese dava l'idea di verdi prati e pecore al pascolo, non di oceano e ciminiere.

"Sì." Annuì la ragazza, senza distrarsi dal suo lavoro. "Fino a dodici anni, poi di nuovo dai quattordici ai diciotto, quando sono andata a Boston."

"Mh." Commentò Orlando, e si rimise a guardare il documento. "Nata il 30 agosto 1973..." Lesse, e la guardò. "Hai quasi quattro anni più di me."

"Pare." Disse soltanto lei, senza girarsi.

"Nata a... Okinawa?!" Si fermò sbalordito, fissando la patente. "Sei veramente nata ad Okinawa?" Le chiese incredulo; Josie si girò e sorrise.

"Mio padre lavorava lì, non voleva perdersi il lieto evento, così... Okinawa." Rispose allargando le mani.

"Sei strana, Joss." Quindi Orlando riprese la sua indagine, e Josie la preparazione della cena. "Tessera del partito democratico."

"Lo so, fanno cagare, ma gli altri sono peggio, perciò voto loro."

"Concetto politico limpido, non c'è che dire." E avanti. "Tessera del sindacato dei giornalisti, una Master card oro, un santino di San Giuseppe... Ecco, questo me lo devi spiegare, sei forse cattolica?" Domandò incuriosito il ragazzo.

"Non sono cattolica, diciamo che credo nei concetti positivi di ogni religione, però..." Rispose lei, pulendosi le mani. "...mia madre è molto religiosa, devota del santo, per questo mi chiamo Josephine, se giri la figuretta..." Lui lo fece. "...vedrai che c'è una frase in francese, è sua, per averla sempre vicino, dice." Spiegò con dolcezza.

"E' bello questo." Commentò Orlando, riponendo delicatamente il santino. "Vi sentite spesso?"

"Bah, una volta la settimana, più o meno." Rispose la ragazza. "Se uno di questi giorni mi senti parlare al telefono in francese, saprai chi è." Aggiunse incrociando le braccia, appoggiata al lavandino.

"Mhhh, il francese... è sexy..." Fece Orlando, con uno sguardo malandrino; Josie replicò allo stesso modo, poi si avvicinò, togliendosi il grembiule.

"Est que je peux faire quelque chose pour vous, Monsieur?" Gli disse, posandogli le mani sulle spalle. "Mon cher, petit, Monsieur Bloom?" Aggiunse abbracciandogli la testa e sedendosi sulle sue ginocchia; lui sorrideva divertito.

"Io credo di conoscere solo una frase in francese." Affermò, tenendola per i fianchi.

"Aspetta che indovino!" Esclamò Josie, scostandosi un po'. "Voulez vous coucher avec moi?"

"Ce soir." Precisò Orlando ridendo.

"Eccerto!" Confermò la ragazza, poi rise anche lei. "Stupido!" Lo rimproverò bonariamente.

Era chiaro, però, che lui voleva di più; poche, chiare, carezze e si stavano già baciando. Se non avesse suonato il campanello, chissà dove sarebbero andati a finire, ma successe; Josie scattò in piedi, lasciando Orlando a braccia spalancate e bocca aperta.

"Sono già qui!" Annunciò allarmata, poi si guardò intorno. "Bene, con la cena sono pronta, ora vado a cambiarmi, mentre tu fai gli onori di casa, ci vediamo tra..." Lanciò un'occhiata all'orologio, dirigendosi verso le scale. "...sette minuti." E cominciò a salire.

"Caspita, sei organizzata come il corpo dei Marines!" Commentò l'attore, seguendola con gli occhi; lei si girò verso di lui. "Molto corpo e poco Marines, comunque..."

Josie fece una smorfia sarcastica. "Vai ad aprire, vai." Gli consigliò salendo; lui rise, ubbidendo.

 

Fu a cena, che Orlando scoprì altre cose di Josie, particolari che non avrebbe mai nemmeno sospettato; questa cosa lo affascinava, aveva come l'impressione che una persona complessa, e dai molteplici interessi, come quella donna, non avrebbe mai finito di conoscerla.

Erano alla fine della deliziosa cena, si erano divertiti molto ed avevano mangiato bene; le ragazze, in quel momento, erano andate in cucina a preparare il dessert, per cui i maschietti erano rimasti soli.

"Allora, Morsacchiotto." Esordì Scott, finendo quel che rimaneva nel suo bicchiere. "Come ti trovi?" Gli chiese.

"Beh..." Rispose Orlando. "...molto bene direi, è una donna stupenda e non mi ero mai sentito così sereno."

"Sono molto contento per te." Replicò l'amico.

"Anch'io, davvero." Rincarò Dominic.

"Grazie." Fece lui. "C'è solo una cosa..." Aggiunse storcendo la bocca.

"Cosa?" L'incitò Dom.

"Ecco, se c'è una cosa che le mie fan non hanno mai perdonato a Kate è stata la sua presunta altezzosità, il fatto che dava l'impressione di tirarsela." Spiegò. "Ho paura che questa cosa non cambierà."

"Perché?" Intervenne Scott. "Josie se la tira?"

"Ma no!" Negò subito l'attore. "Non c'è niente di più lontano da lei, solo, Joss ha quest'aria da gran signora, raffinata, sai com'è." Precisò. "Poi non è assolutamente così, lei è un tipo piuttosto semplice, solo che la giudicheranno da qualche foto che ci faranno insieme, e allora..."

"Sarà, ma ho come l'impressione che Josie sentirà la pressione meno di Kate." Affermò Scott. "Non voglio offendere gli assenti, ma ho sempre avuto l'impressione che la tua ex fosse un tantino fragile, da questo punto di vista."

"Non hai idea di quanto, poverina." Ricordò Orlando serio. "Ma hai ragione, Josie non ha certo paura di affrontare giornalisti o chicchessia."

"Ad ogni modo." Intervenne Dom. "Questa ragazza ha molti..." Fece un gesto di arrotondamento davanti al petto. "...argomenti più di Kate." Gli altri due lo guardarono male. "E poi si sa vestire!" Aggiunse allegramente.

"Certo..." Disse Orlando. "...detto da uno che ha una scimmia urlatrice sulla maglietta..."

L'amico gli diede un'occhiata retorica. "Stai zitto te, castorino!" Replicò, minacciandolo con l'indice.

"Io, a volte, non so come facciate ad essere amici." Commentò Scott, scuotendo il capo.

"Sai come si dice." Intervenne Josie, tornando con le altre dalla cucina. "Infinite diversità, in infinite combinazioni..."

Deb, che era dietro di lei, avvertì proprio materialmente il rumore delle antenne di Scott che scattavano; fece un breve sorriso consapevole.

"Tu." Fece l'uomo, guardando Josie. "Mi stai citando il principio base della filosofia vulcaniana." La ragazza posò il vassoio con i dolci sul tavolo e si sedette al suo posto.

"Ti piace per caso Star Trek?" Domandò all'amico incuriosita. "Io sono un'appassionata fin dall'infanzia." Orlando si girò, fissandola con gli occhi di fuori. "Il mio personaggio preferito è McCoy, poi il Capitano Picard e, questa non è molto tipica, io adoro Damar di Deep Space Nine." A Scott sbrilluccivano gli occhi, guardò la moglie.

"Sì, lo so che sei felice." Gli disse lei, carezzandogli il viso. "Ti senti a casa tua, vero amore?"

Lui si voltò di nuovo verso Josie. "Io ci lavoro a Star Trek!"

"No! Davvero?!" Replicò entusiasta lei; Orlando e Dominic si scambiavano occhiate incredule.

"Sì." Fu Deb a rispondere. "E anch'io, ci siamo conosciuti lì, ora stiamo alla produzione di Enterprise." Raccontò.

"Ma è bellissimo!" Dichiarò felice Josie, poi si girò verso Orlando. "Com'è piccolo il mondo, eh?" Fece, ma aggrottò la fronte quando vide l'espressione del ragazzo. "Che c'è?"

"Ti piace Star Trek?" Le domandò; lei annuì. "Tu?!"

"Sì." Ribadì la ragazza.

"Cioè... tu?!" Insisté l'attore. "Un persona... insomma, una come te, con la tua... cultura..." Balbettò sbigottito.

"Orlando, io ritengo che la cultura sia uno dei requisiti fondamentali, per amare Star Trek."                                                                     Affermò Josie tranquilla; Scott, nel frattempo, annuiva con vigore.

"Ma... ma... è Star Trek!" Sbottò lui. "A Scott non ci faccio più caso, lui ci mangia con Star Trek, ma tu!" Continuò. "E' un telefilm di fantascienza, insomma, pistole laser..."

"Phaser." Precisò Deb; l'attore la guardò male.

"Quello che sono!" Ribatté scocciato. "E teletrasporto, scenografie kitch e orridi pigiamini!"

"Ma no, Orlando, non ti fermare alla prima impressione!" Lo fermò Josie. "Come faccio a spiegartelo..." Aggiunse, levando gli occhi al soffitto.

"Uh, preparatevi al pippone trekker!" Esclamò Fran, accomodandosi i capelli color platino. "Orlando avrei dovuto avvertirti di non toccare l'argomento..." Lui la guardò allarmato; lei gli fece solo una strana smorfia, come se gli consigliasse accondiscendenza.

"Dunque..." Riprese infine Josie. "...quello che devi capire è che Star Trek non è solo fantascienza, è fantascienza umanista, e questo significa che il suo fascino non sta tanto nelle storie avventurose ambientate nello spazio, quanto nell'esplorazione di temi universali e senza tempo, come i diritti della persona, il libero arbitrio, la pena di morte, l'etica in medicina, la tolleranza o la dominazione della tecnologia." Spiegava con gesti enfatici, e Orlando era involontariamente rimasto rapito, come sempre gli capitava quando lei parlava di cose che amava. "Il fatto che si svolga in un ipotetico futuro, a bordo di navi stellari, è solo un veicolo, perché il vero viaggio è quello dell'uomo alla scoperta di se stesso, in un continuo confronto con i suoi limiti e dubbi." Concluse sicura. "E' per tutto questo che io amo Star Trek." Scott applaudì, ma Josie si girò verso Orlando, che la fissava sporgendosi sul bracciolo della sedia col mento sulla mano.

"Sono affascinato." Mormorò il ragazzo; lei gli sorrise e gli carezzò una guancia.

"Stupendo!" Esclamò invece Scott. "Posso adottarti?" La ragazza rise, appoggiandosi alla spalla di Orlando.

"E' davvero bello, ascoltare una persona che ha così chiaro il perché ama Star Trek, e anche raro." Commentò Deb con un sorriso. "Io stessa non ne sono sicura."

"Cavolo, questa donna sa quel che dice." Affermava, nel frattempo, Dominic; Franny lo guardò storto.

"Certo, tesoro, ne dubitavi?" Gli disse.

Il resto della serata, Scott e Josie lo passarono immersi in una discussione semi incomprensibile, citando luoghi e persone per loro familiari, ma totalmente "alieni" almeno a tre degli altri presenti; Deb cercò di sostenere la discussione con Orlando, Dom e Fran.

Verso mezzanotte venne fuori una proposta di uscita per il sabato successivo; Deb si era ricordata dell'Open Range, un locale western dove lei e Scott erano stati con degli amici, divertendosi molto. Josie accettò con entusiasmo, rivelando una vera passione per la musica folk-country; Orlando rimase ancora più scioccato, quando la ragazza confessò allegramente di possedere dei texani con le punte d'acciaio e di saper ballare perfettamente il footloose.

Dominic, allo stesso modo, fu subito coinvolto dalla proposta e, visto che anche gli altri erano d'accordo, decisero di andare la settimana successiva.

 

Quel sabato sera, Dom si presentò a casa di Josie e Orlando con straordinaria puntualità; gli aprì il collega, che era già vestito di tutto punto, con i suoi stivali nuovi di zecca.

"Ma dove vai?" Gli domandò Orlando, quando entrò sotto la luce dell'ingresso.

"Perché?!" Ribatté stupito Dom.

"Andiamo in un locale, non... alla vecchia fattoria!" Replicò l'amico. "Che cazzo è sta maglietta coi tre porcellini?!" Aggiunse, indicando la t-shirt verde di Dominic.

"Oh, leggi bene!" Protestò offeso l'altro. "Loro sono..." E seguì la scritta sol dito. "...i tre porcellini..." E mostrò il disegno dei maialini. "Io..." A quel puntò si girò di spalle. "...sono il lupo!" Sul resto della maglia l'immagine tipo cartoon di un lupo con espressione arrapata e bava colante dalle fauci.

"Ah, beh, immagino che con questa t-shirt si acchiappi a palla!" Commentò scettico Orlando, incrociando le braccia.

"Per tua informazione, sì, s'imbrocca alla grande." Affermò serio Dom, voltandosi. "E tu, comunque, è meglio se stai zitto, che con questa camicina a quadri sembri Bo e Luke!" Aggiunse, facendo cenno alla camicia blu a quadretti dell'amico.

"Tutti e due?" Chiese ironico l'altro.

"Hm, sì." Rispose Dom. "Perché sei una via di mezzo..."

"Andiamo maschioni, mettete in moto il Generale Lee, che adesso scendo." Li interruppe sarcastica Josie, dall'alto del ponte; loro si guardarono.

"Che donna, eh?" Fece Orlando.

"Ha questa ironia, come dire, pungente, ma..." Ribatté Dom. "Ad ogni modo, per concludere la discussione, ti volevo dire..." Abbassò gli occhi. "...tu che hai fatto?" Domandò, facendo cenni con gli occhi verso il basso.

"Cosa?!" Replicò stupito Orlando.

"Dai..." L'incitò l'amico.

"Ma, che?!" Insisté lui, fingendo di non capire.

"Insomma, ma che ci hai messo un calzino, lì dentro?" Si decise a chiedere, indicando spudoratamente l'inguine del collega; Orlando si guardò.

"Hey, bello, è tutta roba mia, questa!" Protestò poi, tornando a fissarlo negl'occhi.

"Ma allora, potevi fare a meno di appoggiarci sopra il fibbione da vaccaro!" Replicò Dom.

"Io..." Orlando abbassò la voce, avvicinandosi all'amico. "...non volevo metterlo, ma lei ha insistito, e capisci, non si può mica dire di no, quando te lo chiedono in una certa maniera..." Spiegò, usando un tono complice.

"Ahh, ho capito..." Mormorò l'altro. "Te lo ha sistemato lei..."

"Sono pronta." Annunciò la ragazza, raggiungendoli; loro si voltarono di scatto, ricomponendosi.

"Sei stupenda, Josie!" Le disse Dominic, con un po' troppa enfasi.

"Sei un delizioso bugiardo, tesoro." Replicò lei, dandogli un bacio sulla guancia.

Josie indossava una camicetta rosa antico, annodata in vita, ed una gonna a fiori, ampia, a balze, con inserti di pizzo; ai piedi i suoi texani originali, con le punte di metallo lucido.

"Come sei cattiva, non dice mica per dire!" Protestò Orlando. "Sei splendida davvero." La ragazza gli fece un sorriso dolce.

"Ok, siete carini, perciò vi meritate una bella ruota!" Dichiarò Josie, poi si allontanò di un passo e cominciò a ruotare su se stessa; la gonna si alzò fin quasi alla vita.

"Ti si vedono le mutande!" Gridò scandalizzato Orlando, con gli occhi di fuori.

"Ti si vedono le mutande!!" Esclamò eccitato Dominic, abbassandosi un po' per vedere meglio; l'amico lo fulminò con lo sguardo.

"Certo!" Rispose Josie, quando si fermò. "Ho messo apposta quelle più grandi!"

 

Scott e Deb l'incontrarono davanti al locale; Orlando aveva ancora il muso lungo. Si salutarono e fecero per entrare, ma la ragazza era curiosa di sapere perché l'amico era nero.

"Che cos'hai, Morsacchiotto?" Gli domandò, con un ironico tono infantile; lui sbuffò, mentre Josie si girava.

"Glielo hai dato tu, questo nomignolo?" Chiese a Deb; lei annuì sorridendo. "Ahahah, è perfetto!" Proclamò ridendo, poi riprese a camminare.

"No, aspetta un minuto." Orlando la prese per un braccio, facendola girare. "Vuoi dirmi che tu hai capito perché mi chiama così?" Le domandò aggrottando la fronte.

"Orlando, la maggior parte della popolazione femminile tra gli 8 e gli 80 anni lo avrebbe capito!" Rispose divertita lei.

"Beh, spiegamelo, perché io non rientro nel campione." Dichiarò l'attore, piantandosi davanti a lei con le braccia conserte; Josie si arrese.

"Dunque, tesoro, devi sapere che la tua pelle, la ciccetta, chiamiamola così, ispira il morso." Affermò la ragazza, con sguardo languido posato sull'apertura della sua camicia. "Fai venire voglia di morderti, di mangiucchiarti, di..." Spiegò. con voce sempre più calda. "Basta così!" Concluse, prima di saltargli addosso.

"Hai capito, ora?" Gli disse Deb; lui sospirò, forse era una risposta affermativa. "Adesso voglio capire io, perché stai scazzato?"

"Uffa, è che..." E indicò Josie, che gli camminava davanti a fianco di Scott. "...quando fa la ruota le si vedono le mutande!" L'amica lo guardò stupita.

"Sì, sì!" confermò entusiasta Dominic, che li seguiva.

"Solo per questo?" Fece invece Deb. "Non ti credevo così geloso!" Aggiunse ridendo; in quel momento, Josie rallentò, fino a trovarsi accanto ad Orlando. Gli prese la mano.

"Adesso ti spiego io, perché non devi essere geloso." Disse poi; lui la guardò piegando un po' il capo di lato. "Ecco, stasera anche a te si vede bene qualcosa..." E lanciò una veloce occhiata in basso. "...ma io non mi preoccupo, perché, se è vero che tutte lo possono vedere, solo io posso..." Lo guardava negl'occhi languida. "...hai capito, no?"

"E ho capito sì..." Mormorò Orlando con un filo di voce.

"Bene." Annuì la ragazza, scostandosi. "Pensa la stessa cosa delle mie mutande, saremo apposto." Gli consigliò tranquilla. "Che, poi a casa, ti faccio vedere cosa ci puoi fare..."

Entrarono nel locale; l'ambiente era arredato in perfetto stile vecchio west, intorno alla grande pista da ballo c'erano i tavoli, disposti in un piano leggermente rialzato, si dovevano salire tre scalini per arrivarci. Il loro tavolo dava proprio sulla pista, dove suonava una piccola band dal vivo; alcuni avventori stavano già ballando. 

"Dai, dai, andiamo!" Implorò Josie, dopo che fu arrivato il primo giro di birra, tirando il braccio di Orlando.

"No, senti, adesso voglio bere, poi..." Protestò lui, scocciato.

"La verità è che ti vergogni." Replicò lei, mani sui fianchi; l'attore la guardò da sotto in su aggrottando la fronte, poi si alzò, ficcando i pollici nelle strette tasche dei jeans.

"Come?" Fece, atteggiandosi a duro. "Bella, partiamo dal principio che quando decido di fare una cosa, la faccio meglio degl'altri..."

"Uhhh, oh oh!" Commentò Scott ridendo; lui lo guardò male, poi tornò a Josie.

"Perciò adesso, tu m'insegnerai i passi principali, poi ci penso io." Dichiarò sicuro; la ragazza ebbe l'impressione che si fosse calato un po' troppo nella parte.

"Andiamo allora, rude cowboy della prateria." Gli disse divertita. "Fammi vedere come tieni a bada la mandria." Aggiunse, prendendolo sottobraccio e conducendolo in pista.

"Andiamo anche noi?" Propose Deb al marito, lui annuì e si alzarono; fu così, che Dom rimase solo al tavolo con cinque pinte di birra e non uno straccio di ragazza.

Qualche minuto dopo, mentre distrattamente sorseggiava la sua bevanda, l'attore si girò verso destra; ad un tavolo vicino, vide una ragazza stretta in dei jeans da blocco circolatorio e un top parecchio ridotto, certo non pensato per la sua misura di seno. Dom fece un sorrisino, pulendosi il labbro superiore, e decise di avvicinarsi.

Raggiunse il tavolo con atteggiamento disinvolto ed un sorriso sicuro sulle labbra; la ragazza, una rossa dal naso appuntito, lo guardò, e anche la sua amica, seduta di fronte.

"Ciao." Fece Dominic, ostentando spavalderia. "Ti va di ballare?" Chiese alla rossa.

"Ma levati dai piedi." Rispose sgarbatamente la ragazza, voltandosi dall'altra parte; Dom rimase un attimo interdetto, certo non era da lui mollare subito, ma non era sicuro nemmeno d'insistere, non gli era piaciuta la sua voce troppo roca.

"Ok, ma non sai che ti perdi." Replicò infine, poi girò i tacchi e tornò verso il suo tavolo; dopo pochi passi si sentì chiamare, voltandosi trovò l'amica della rossa.

"Hem, ultimamente prendo dei gran rimbalzi." Confessò l'attore, grattandosi la nuca, era un pochino imbarazzato; lei gli sorrise.

"Bah, non dare retta alla mia amica, lei non capisce niente di uomini." Ribatté la ragazza, con una voce dolce e molto femminile.

Dom le diede, allora, un'occhiata più approfondita. Non era altissima, ma si poteva dire che avesse ogni cosa al proprio posto, bel seno, belle gambe; indossava una di quelle camicette corte, tutte sbuffi, a fiori, minigonna di jeans e un paio di texani rossi. I capelli castani chiari, che dovevano essere molto ricci, erano acconciati in due simpatiche trecce; e poi aveva dei bellissimi occhi nocciola. Davvero, molto, ma molto carina.

"E tu, invece?" Le chiese quindi.

"Io..." Mormorò, osservandolo con occhi dolci e languidi. "...trovo che le orecchie sporgenti siano estremamente sexy..." Ecco come una donna doveva dire le cose!

"Ahh..." Fece soddisfatto il ragazzo. "Io sono Dominic!" Si presentò con entusiasmo.

"Io Mandy." Rispose lei; si strinsero la mano.

"A te va di ballare, Mandy?"

"Come no."

La serata continuò senza particolari scossoni; mangiarono bistecche, bevvero birra e ballarono fino a non poterne più. Se Josie dimostrò una discreta abilità, e conoscenza dei balli folk, Orlando si dovette arrendere alla scarsa pratica in quei complessi movimenti di piedi e mani; soltanto nei balli di gruppo, che avevano una certa somiglianza con quelli scozzesi e irlandesi, il ragazzo poté stare quasi all'altezza della sua donna. Lei, ad ogni modo, fu una maestra paziente, anche se molto scettica e sarcastica. In poche parole, si divertirono come matti, godendosi in modo particolare i lenti accompagnati dagli eccessivamente struggenti blues della band; su quest'ultima cosa, Orlando e Josie ebbero modo di scherzare acidamente e a lungo, mentre ballavano.

 

Al momento di lasciare il locale, Dominic si ripresentò agli amici e gli fece conoscere Mandy; lei salutò tutti, poi, dopo un'eloquente occhiata a Dom, si allontanò di qualche passo.

"Beh, ragazzi..." Riprese allora l'attore, sfregandosi le mani. "...mi spiace piantarvi così, ma Mandy ha la sua macchina, è insiste per accompagnarmi personalmente..."

"Tranquillo Dom." Gli disse Josie con una pacca sulla spalla. "Capiamo perfettamente la situazione, riusciremo a sopravvivere anche senza di te." Aggiunse con un sorriso retorico.

"Oh, ma che donna deliziosa, sei Josie!" Esclamò il ragazzo. "Fossi in te la sposerei, Orlando, non vorrai mica perderti il suo sublime sense of humor?" Disse poi, rivolto all'amico.

"Vai, che ti aspetta!" Glissò l'altro, stringendo per la vita Josie. "E non fare tanto il pagliaccio, sennò ti perdi anche questa!" Lui fece un sorriso a trecentosessanta denti, salutandoli con la mano, poi, con qualche saltello, raggiunse Mandy.

I quattro amici rimasti scoppiarono a ridere, mentre lo guardavano allontanarsi; Dom doveva fare battute continue, perché la ragazza che era con lui non faceva che ridere.

Scott e Deb si congedarono all'altezza della loro auto, parcheggiata lungo la strada; quella di Orlando era poco più avanti.

"Ve ne andate così presto?" Domandò deluso l'attore; i due sposi si scambiarono un'occhiata.

"Vedi..." Rispose titubante Deb. "...stiamo cercando di avere un bambino..." Orlando li guardò strano.

"Beh, che c'entra?" Fece poi; Josie si girò verso di lui stupita, incontrando i suoi occhi.

"Orlando, ma tu lo sai come si fanno i bambini?" Gli chiese seria.

"Che cazzo di domande mi fai?!" Replicò il ragazzo.

"E allora lasciali andare!" Ribatté Josie con un sorriso; lui ci pensò un momento, guardò la ragazza, poi i due amici.

"Ahhhh..." Annuì infine. "Scusate... buonanotte!" Li salutò, dando un bacio sulla guancia di Deb, lei rispose allo stesso modo.

"Buonanotte Orlando!" Rispose Scott, salendo in macchina. "Ciao Josie!"

Quando Orlando la raggiunse nell'auto, Josie stava ancora ridendo, mentre salutava gli amici dal finestrino. "Cazzo, ma che caspita di figura di merda mi ha fatto fare?!" Sbottò lui, dopo aver chiuso la portiera.

"Ahahahah, scusa! Ahahahaha!" Rispose lei, senza riuscire a fermarsi. "Eri troppo... divertente! Ahahahaha!"

"Ma tu lo sai come si fanno i bambin... chchchchch..." L'attore imitò la ragazza con tono di voce stizzita e agitando le mani; Josie non riusciva a smettere di ridere. "Smettila, sei... controproducente..." Ma chiaramente stava per ridere anche lui.

Si lasciarono andare ad una liberatori risata, finché non ebbero entrambi le lacrime agl'occhi, poi si guardarono e si strinsero la mano. "Che si fa, adesso?" Chiese Orlando, scostandole una ciocca di capelli dal viso.

"Boh." Rispose Josie, stringendosi nelle spalle. "Facciamo un giro." Suggerì poi.

"Ma sì, facciamo un giro!" Accettò lui; mise in moto, ingranò la marcia e partirono.

Vagarono senza meta per un po', fino a ritrovarsi al molo dei traghetti; da lì partivano le grandi navi da crociera, ma anche i normali traghetti per le traversate e le gite lungo la costa. Uscirono dalla macchina per prendere un po' d'aria, ma Orlando si sedette quasi subito su uno di quei bassi piloni a forma di fungo che servono per gli ormeggi; gli stivali stile John Wayne stavano cominciando a fargli un male assurdo.

L'attore alzò gli occhi all'orizzonte: un cielo blu cupo coperto di stelle si confondeva col mare calmo; in fondo s'intravedevano delle luci lontane, alcune lampeggianti, come se ci fosse una città in mezzo al mare.

"E' Catalina, quella laggiù?" Domandò, ben sapendo che dietro di lui c'era Josie; la ragazza si avvicinò e si appoggiò alla sua schiena, col mento sulla spalla.

"Sì." Gli rispose, dopo aver guardato.

"Non ci sono mai stato." Affermò Orlando, continuando a fissare l'orizzonte.

"Davvero?" Fece la ragazza, lui la guardò annuendo. "Ti ci devo portare, allora, non ci si può perdere il divertimentificio della costa occidentale!" Dichiarò sorridendo. "Così mi vinci un bell'orsacchiotto gigante."

"Dai, hai già me, che te ne fai di un'altro orsacchiotto!" Proclamò ironico il ragazzo.

"Oh, il mio Mmmmm..." Disse lei, e gli fece un pernacchia con le labbra sul collo. "...orsacchiotto!" Orlando rise piano, mentre con la mano le carezzava il viso.

"Andiamo a casa, mi fanno male i piedi." Mormorò lamentoso l'attore; stavolta fu la ragazza a ridere sommessamente. "Guida tu."

"Vabbene." Acconsentì Josie alzandosi. "Ma tu non toglierti gli stivali in macchina, sai, l'abitacolo è piccolo..." Ironizzò poi, guardandolo divertita.

"Ma lo sai che ha ragione Dom?" Ribatté Orlando, mentre faceva pressione sulle ginocchia per mettersi in piedi. "Come si fa a non amare una donna con un umorismo così sottile..." Risero entrambi, salendo in macchina.

Rientrando a casa non parlarono, c'era una di quelle strane atmosfere che non è bene turbare con le parole; la radio contribuiva, passando una di quelle canzoni panacea, che, per quei tre quattro minuti di durata, facevano sembrare tutto migliore: era Hungry Heart. Il volume era basso, Josie canticchiava sommessamente il ritornello, mentre guidava piano, sicura; ogni tanto posava una mano sul ginocchio di Orlando, e si scambiavano un sorriso. La notte era limpida, una brezza tiepida e profumata entrava dal finestrino abbassato, carezzando il viso del ragazzo. Orlando si rilassò, si sentiva sereno e sicuro; ascoltando Josie che cantava a bassa voce, sprofondò in un dolce sonno...

 

Everybody needs a place to rest / Everybody wants to have a home / Don't make no difference what nobody says / Ain't nobody like to be alone / Everybody's got a hungry heart...

 

CONTINUA...

 

P.S. per Mandy (se ha letto): spero di non averti fatto in qualche modo uno sgarbo, perché non era nelle mie intenzioni, ad ogni modo ti autorizzo ad utilizzare il mio nome nei modi più turpi suggeriti dalla tua fantasia...

   
 
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