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Autore: SandFrost    18/08/2013    1 recensioni
In un mondo dopo tutto è possibile, anche un ospedale può essere un ottimo luogo di incontro.
Perché è proprio in un ospedale che ha inizio questa storia.
Questa storia che parla di un'amicizia vera e pura.
Questa è storia di un amicizia, l'amicizia fra Rachel e Mercedes, che diventa qualcosa di più.
[...]
"...Abbiamo trovato una famiglia quando non riuscivamo a trovare neanche noi stessi. Ci siamo trovati nello stesso momento, aspettando l’istante i cui i nostri cuori sarebbero stati pronti per il nostro amore. Non importa il tempo, le difficoltà, la distanza, niente potrà farci smettere di essere una famiglia, perché è quello che siamo ed è quello che saremmo sempre, quindi asciugatevi gli occhi perché non andiamo da nessuna parte se non siamo insieme"
[...]
Dedicata alla mia Rachel. Ti voglio bene Jacobba.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Mercedes Jones, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dormire o semplicemente chiudere gli occhi per qualche ora, le era diventato difficile. Ogni volta che ci provava, la stessa scena le passava rapida per la mente. La paura di non potergli aprire più e di perdere tutto, la uccideva.

Rachel era sempre stata una ragazza forte e coraggiosa, ma in fin dei conti sì e sempre deboli e fragili. La vita tenta più di una volta di schiacciarci e non si è mai del tutto preparati. La vita per lei non è stata facile e ha dovuto lottare per sopravvivere.

Ogni scelta aveva il doppio delle responsabilità di una comune. Ma sapeva benissimo che buttarsi giù non era la giusta soluzione e che doveva stringere i denti. Tutta via, rinunciare ai propri sogni, in quel momento, era l’unica cosa razionale da fare.

Anche se erano l’unica cosa che la tenevano in piedi, l’unica cosa per cui si è sempre alzata e ha poi sorriso, perché i sogni sono l’unica che non ti fanno sentire mai sola e ti rendono forte, non era più tempo di sognare e la realtà che la circondava ne era la prova. Non c’era più posto né tempo per niente nel suo cuore, doveva lasciare alle spalle tutto e chiudere ogni cosa fuori dalla porta, eppure.. Quel ragazzo..


 
-
 
«Quindi ancora per quanto, Dottore?» chiese una voce spenta e fredda.

«Non posso dare una data né un tempo, mi dispiace» si scusò il dottore, cercando di rimanere professionale e poi si congedò dalla stanza.

Adesso era sola e poteva dare libero sfogo alle sue lacrime, eppure rimase ferma a fissare fuori dalla finestra e sospirando alla vista del sole.
Un vortice di pensieri stavano offuscando la sua mente e intristendo il suo cuore, eppure restare lì a fissare il sole che lentamente calava e la calmava.

«Sai» disse una voce alle sue spalle, era forte e di un uomo, o meglio di un ragazzo «Il tuo viso non è stato creato per essere triste».

«Io non sono triste, guarda, non sto neanche piangendo» rispose voltando di poco il capo e incrociando, per la prima volta, i suoi occhi.

«I tuoi occhi non stanno piangendo, ma il suo cuore sì. Non ci conosciamo e questa è la prima volta che mi capita di guardare i tuoi occhi, ma lo vedo. Vedo che stai soffrendo e anche tanto.» rispose con un sorriso goffo il ragazzo che le si era avvicinato. Era altissimo e aveva un sorriso strano e dolce sul volto. Indossava una maglietta a quadri blu e dei Jeans. Non lo aveva mai visto in ospedale e molto probabilmente, era venuto a trovare qualche parente o amico e allora perché stava parlando con lei?

«Che cosa vuoi?» chiese infine la ragazza, stanca e con la voglia di dormire. Era stata una lunga giornata e gli esiti degli esami non erano andati molto bene.

«Voglio stare qui. Vedo che sei stanca, voglio stare qui a farti compagnia fino a quando i tuoi occhi si chiuderanno, perché troppo stanchi. Voglio stare qui con te, me lo lascerai fare?» chiese il ragazzo, poggiando le sue grandi mani, intorno al suo viso. «Sì» rispose semplicemente e sorrise alla vista del enorme sorriso del ragazzo a quella semplice risposta.

Le sue mani erano calde e tutto quel calore, in qualche modo, si stava posando sul suo cuore e si sentiva un po’ meglio. La stanchezza di quei giorni stava andando via e non sentiva più quel peso, quando sorrideva. Forse perché non stava sorridendo perché doveva, ma perché voleva.



Non sapeva niente di lui, eppure due volte la settimana andava a farle visita e restava con lei tutto il pomeriggio, a parlare di tutto e molte volte lasciavano parlare il silenzio. Col tempo aveva scoperto il suo nome e perché veniva solo due volte la settimana. Con il tempo, il suo cuore ormai abituato a non affezionarsi a niente, si era nuovamente innamorato. Con il tempo aveva ricominciato a battere e a voler ricominciare a conoscere il mondo.

 
***


«Ehi va tutto bene?» chiese una voce femminile, che le parlava a pochi metri dal viso. «Oddio magari non si sente bene. Magari dovremo chiamare un dottore. Corro subito a chiamare il mio amato Anderson» si affrettò a dire un'altra voce, che non era quella del suo Finn.

«Kurt, torna immediatamente qui e lascia stare quel povero ragazzo, almeno abbi il coraggio di chiedere il suo numero» urlò ancora quella voce femminile.
Una mano calda si posò sulla gamba e fu quel piccolo contatto a riportarla completamente alla realtà. Forse perché le ricordò il calore in fondatole dalle mani di Finn.

«I-io. Oddio scusa mi sono incantata a pensare e non mi sono resa conto che ero con altre persone, mi dispiace realmente tanto» quando voltò il capo, vide un dolcissimo sorriso. «Mercedes» Sì, era questo il suo nome.

«Ehi sta tranquilla, ci siamo solo preoccupati per te. Eri tutta sorridente e quando ti ho chiesto se il ragazzo di cui parlavi era Finn Hudson ti sei intristita di colpo e anche se ti abbiamo chiamato un po’ di volte, tu sembravi non ascoltarci. Stai bene, vero?» chiese ancora quella ragazza, con quel sorriso dolce sulle labbra e la mano, ora, stretta alla sua.

«Si, scusami ancora. Quando hai detto quel nome, una serie di pensieri hanno attraversato la mia mente e non sono riuscita a controllarli, comunque, come fai a conoscere il cognome del mio Finn?» chiese infine, ricordando cosa aveva fatto iniziare quella serie di pensieri.

«Bhe, era un nostro vecchio compagno di scuola, mio e di Kurt intendo, e quando hai detto che faceva il volontario da soli due mesi non ci ho messo molto a capire che si trattava di lui. Ci teniamo in contatto con tutti i nostri vecchi amici, molti sono rimasti in Ohio ma ho saputo che qualche mese fa Finn si è trasferito a New York dopo una brutta rottura con la sua, ormai ex, ragazza e che stava facendo un corso per fare il volontario in ospedale» concluse la ragazza.

«Ora capisco tutto» Rachel rimase ancora un po’ a fissare quella mano stretta alla sua e a come il destino le avesse fatto conoscere due amici di Finn.

«Oddio Mercedes, non ci posso credere. Ero andato al bar a prendermi qualcosa e ho incontrato Kurt che spiava qualcuno e mi ha detto che c’eri anche tu. Non ci posso credere, non ci vediamo da una vita».





 

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Dopo, forse, 2 mesi eccomi con il nuovo capitolo. Ho avuto un po’ di problemi e questo capitolo ha iniziato a farmi paura D: anche se non so bene per cosa.
Cercherò di scrivere subito gli altri capitoli, cosi da non farvi aspettare tanto e aggiornare più spesso.
Detto questo.. Buona lettura

-SandFrost in Jacobba's
  
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