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Autore: EMNancy    18/08/2013    2 recensioni
Eve è solo una quindicenne dal distretto 10 quando viene sorteggiata per partecipare ai famigerati Hunger Games. Sa che le sue possibilità di sopravvivere non sono molte, ma ce la metterà tutta per tornare a casa.
Dal primo capitolo: 'Quando finalmente trovo un posto che mi sembra adatto per fermarmi per la notte deve essere passata almeno un'ora e mezzo dalla morte di Talo. Non posso fare a meno di pensare che si è sacrificato per me. Spero che al distretto lo ricordino come un eroe, almeno fino alla fine dei giochi. Io lo farò per il resto della mia vita, corta o lunga che sarà.'
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Mi risveglio con la testa che mi pulsa e negli occhi ancora le immagini dei due ragazzi al ruscello. Spero di averli avvertiti in tempo ed avergli risparmiato una fine dolorosa. Sono seduta con la schiena appoggiata ad una roccia piatta. Le mie mani e i miei piedi sono legati insieme con una corda. Davanti a me sono poggiati lo zaino, la spada e il coltello piccolo. Non sono più vicina all'albero delle farfalle. Sono su una collinetta erbosa, con poche piante, ma pieno di sassi.

Sento delle voci e vedo tre tributi seduti non molto distanti da me, probabilmente non pensano che mi sia svegliata. Ci sono i due di prima e un'altra ragazza, che però non vedo bene. Riesco anche a sentire cosa dicono: - Dovremmo ucciderla subito, non abbiamo bisogno di un'altra persona nel nostro gruppo. - propone la sconosciuta – Siamo già abbastanza, questa qui è inutile.

- Non è affatto inutile. - ribatte l'altra ragazza – sa usare i coltelli, ci aiuterà a cacciare.

- Facciamo così, se sa cacciare la teniamo altrimenti la uccidiamo. - dice alla fine il ragazzo.

Perfetto. Dovrò uccidere un animale o loro uccideranno me. Non poteva andarmi peggio di così. Quando finiscono di parlare si avvicinano lentamente a me. Hanno un'aria strana mentre mi guardano. Come se si aspettassero che mi trasformi in un maiale da un momento all'altro e scappi tra gli alberi.

- Chi sei? - mi chiede il tributo maschio, sedendosi davanti a me con le altre.

- Eve Maaklass, distretto 10.

Sembrano soddisfatti della mia risposta. Rimangono a fissarmi un po' e poi si presentano. I due che avevo visto al torrente sono Harly e Boost, dal distretto 7, l'altra è Vlex, dal distretto 8. Harly è una ragazza alta e magra, con i capelli castani legati dietro la testa e gli occhi scuri. È l'unica dei tre che mi ispira simpatia. Boost sembra il più giovane di tutti: non molto alto, magrolino, ma con delle grosse braccia. Ha i capelli e gli occhi neri e assomiglia molto alla sua compagna di distretto. Vlex è bassa, massiccia e non fa altro che spostarsi i capelli biondi dagli occhi. Lei ha qualcosa che non va, non riesco a capire bene se nel suo sguardo freddo o nella sua voce gracchiante, ma decido di tenermi alla larga da questo tributo.

- Hai perso il tuo compagno di distretto, giusto? - dice, e sembra quasi soddisfatta quando lo fa.

Io annuisco in silenzio, pensando ancora una volta a Talo.

- E sai usare un coltello?

Annuisco ancora.

- Ha preso un nove alle sessioni private, Vlex. - irrompe allora Harly – Non credo che l'abbia guadagnato mostrando agli strateghi come pascolare una mucca.

È vero: non solo ho usato i coltelli nelle sessioni di allenamento private, ma ho anche sbalordito gli strateghi. È molto raro per una del mio distretto saper usare tali armi.

- Sai cacciare? - continua Vlex, ignorando la ragazza.

Io ci penso un po' e poi decido: - Si, ma per adesso non ce ne sarà bisogno.

Mi chiedono cosa voglio dire e indico con la testa la corda che mi tiene imprigionata. Quando finalmente vengo liberata prendo il mio zaino e mostro a tutti le mie provviste. È una fortuna che non l'abbiano guardato prima.

- Pane! - esclama Boost.

- Ho sei pagnotte, una decina di frutti e due borracce piene d'acqua. - dico.

Mi guardano stupiti e constatano anche loro che quello che ho detto è vero. Siamo in quattro e se riusciamo ad amministrare bene il cibo e l'acqua posso restare almeno due giorni senza dover cacciare. Ma Vlex non sembra convinta.

- Ci basteranno si e no fino a domani mattina. Io sono ancora dell'idea di andare a caccia.

- Allora andiamo domani mattina. - dice Harly, e io mentalmente la ringrazio per avermi permesso di avere più tempo.

- Ok, stavolta ve lo concedo, ma domani tieniti pronta Maaklass, non accetterò nessuno sbaglio da parte tua. - e detto questo Vlex si allontana.

Restiamo in silenzio per un po' di minuti, in attesa di chissà cosa. Sono piuttosto nervosa, la mia vita dipende da un coltello e da come riuscirò a infilarlo nella pancia di un animale. Ma adesso sento di non dover pensare a questo. Così cerco di cominciare una conversazione: - Come siete finiti ad essere alleati? - chiedo a Harly e Boost, che stanno seduti di fronte a me.

- Ci siamo conosciuti agli allenamenti e abbiamo deciso di formare un gruppo, per avere maggiori possibilità di sopravvivere. - mi spiega il ragazzo – All'inizio nella nostra squadra era compreso anche Flear, il compagno di distretto di Vlex, ma sfortunatamente i Favoriti l'hanno ucciso nel bagno di sangue.

Il discorso si ferma qui e non va più avanti, non credo che nessuno di noi abbia più voglia di parlare adesso, così restiamo seduti a riposarci. Sentiamo due cannoni sparare in lontananza, ma non ci facciamo molto caso.

 

Verso sera ci sistemiamo per la notte, dopo aver mangiato un po' di provviste. Io sono l'unica ad avere una coperta quindi la condivido con Harly e Boost. Vlex invece si rifiuta di dormire e si offre per stare di guardia. Mette il mio zaino e le mie armi in un cumolo erboso dietro di me. Immagino sia lì che tengono anche le loro cose.

Gli strateghi ci informano che i due tributi del distretto 11 sono morti. Così adesso siamo rimasti in dodici. Nessuno di noi commenta le vittime di oggi e, quando l'inno finisce, cala lo stesso silenzio che c'è stato per quasi tutto il giorno.

Mi addormento quasi subito, ma stavolta è un sonno senza sogni.

  
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