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Autore: Artemisia_Moletta    18/08/2013    10 recensioni
Rose Lawrence. 18 anni. Distretto 12. Nazione di Panem.
Manca un mese al giorno della mietitura, e agli Hunger Games. 50 biglietti con il suo nome, e la fortuna non è propriamente dalla sua parte. Zayn Malik, il suo migliore amico e vincitore di un'edizione dei giochi. Nonostante questo è un ragazzo triste e misterioso. Iscritto alla lega "BASTA CON GLI HUNGER GAMES" da moltissimo tempo, dove ha conosciuto Harry, Liam, Louis, Niall e Harmonie. Appena quando Rosie entrerò nella lega, Harry è sorteggiato per i giochi. Riusciranno lei e Niall, unico tra i ragazzi insieme ad Harry ad avere la sfortuna di essere chiamato, a sopravvivere o saranno chiamati anche loro nell'Arena?
"Che la fortuna possa sempre essere a vostro favore"
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Giovedi 12 Marzo, ore 6.10


E’ mattino presto. Sono giorni che il sole non si fa vedere e le nubi diventano pian piano più grigie, ma l’acqua si fa attendere.

È meglio che vada subito nel bosco


Presi l’arco dal mio piccolo armadio di legno. Quell’arco me lo aveva regalato mio padre quando ho compiuto dodici anni, ma non sapevo assolutamente come usarlo ne da che punto iniziare. Quell'anno fu il primo in cui potevo essere sorteggiata come tributo, ma fortunatamente non successe, o meglio non ancora. Quell’anno, per la prima volta, gli Hunger Games ebbero due vincitori. Katniss Everdeen e Peeta Mellark. Mio padre convinse la giovane Katniss ad insegnarmi ad utilizzare l’arco. Mi ricordo che alla prima lezione mi disse


“Non devi aver paura. Che la tua preda sia un uomo o un animale, tira sempre con la stessa convinzione”


Quelle sue parole mi rimasero impresse nella testa. All’inizio tirare con l’arco mi spaventava ma, andando avanti, scoprivo che avevo quasi una specie di talento e anche Katniss se ne era accorta secondo me. La ritenevo una delle mie migliori amiche ma si era trasferita a Capitol City da parecchio tempo ormai e non l’avevo mai più rivista.
Quella mattina mi ero data appuntamento con Zayn davanti la panetteria del distretto.

Z: Hey Lawrence

R: dacci un taglio Malik che oggi non sono per niente di buon umore

Z: si lo noto. Dovresti dormire un po’ di più sai – disse scostandomi i capelli dal viso-

R: smettila e non toccarmi. Andiamo a caccia

Z: si infatti.

Camminammo a passo molto svelto e arrivammo alla recinzione di fili metallici. Katniss una volta ci disse che era attraversabile, e allora ci mostrò il passaggio che lei aveva creato più di sei anni fa. Li la selvaggina era buona e ultimamente abbondava di cervi, castori, e talvolta anche conigli. Zayn cacciava con diversi attrezzi. Alcune volte con dei piccoli coltelli, altre volte con delle fionde, ma anche con il fucile di suo nonno. Aveva diversi oggetti a casa dato che suo padre era compagno di caccia del mio. Si vogliono un gran bene, come me e Zayn d’altronde e ci piace pensare che la nostra amicizia sia un fatto di sangue.
 
Da bambini stavamo sempre insieme e guardavamo gli Hunger Games con il fiato sospeso ogni volta. Quando andò lui, avevo come uno stato d’ansia addosso. Non li volevo guardare, ma i miei genitori mi costrinsero. Non volevo vedere il mio migliore amico fatto a pezzi o sbranato da animali feroci e ragazzi assetati di sangue davanti ai miei occhi, ma quando vinse… mi senti la ragazza più fortunata del mondo! Se fosse morto non me lo sarei mai perdonato.
 
Passeggiavamo nel bosco da ormai mezz’ora, almeno secondo me e ancora nessuna preda che poteva far gola al mercato.  Zayn provò a sparare ad un falco ma era troppo alto perché il proiettile potesse centrarlo. Io ero riuscita ad uccidere un piccolo uccellino. Secondo Zayn sarebbe stato sufficiente, ma avevo promesso a mio fratello di fargli mangiare uno dei dolcetti al cioccolato che vendeva la signora Bickers per mezzo scoiattolo (ladra!).

Z: Rose, li c’è un piccolo scoiattolo – me lo disse sottovoce –

R: lo so Zayn, ma non lo posso colpire con l’arco è troppo vicino. E se poi sente il rumore della corda che tende?! Addio dolcetto per Fred.

Z: usa questo.

Mi stava porgendo il suo preziosissimo coltello da caccia. Con quello uccise il suo ultimo avversario durante la battaglia finale degli Hunger Games. Avevo paura persino a toccarlo

R: sai quanto mi fa senso toccare questo coltello

Z: prendilo dai.

R: NO!

Z: ok

Non avevo assolutamente idea di cosa quel pazzoide del mio migliore amico volesse fare. Quello scoiattolo era li, fermo, come se stesse aspettando che potesse accadere qualcosa.
Zayn posizionò il coltello. Lo lanciò, facendolo roteare su se stesso

Z: eccoti uno scoiattolo per la signora Bickers. Dato che ci sei prendi un dolcetto anche per me

Quel povero scoiattolo aveva il petto squarciato dal coltello d’argento puro di Zayn, il quale era sporco di sangue. Ci sbrigammo a metterlo in una sacca prima che l’odore di carogna si propagasse per tutta la foresta. Continuammo a cacciare per un altro paio d’ore. Prendemmo conigli e altri uccelli, ma purtroppo nessun cervo.


Dopo esserci divisi equamente il nostro bottino andammo insieme al mercato e comprammo, oltre ai dolcetti, qualche tozzo di pane, filo per mia madre e regalai a Zayn un braccialetto dell’amicizia. Era composto da due piccole pietre di color marrone scuro tenute insieme da una catenina d’ottone.

Uscimmo dal mercato

Z: oggi pomeriggio ti porterò in un posto. Ti piacerà.

R: davvero?! Ti prego dimmi dove.

Z: mi dispiace piccola. È una sorpresa. Ci vediamo qui alle 16.00 . Ah! E porta l’arco, mi raccomando. Non si può mai sapere. A dopo.


La slanciata figura di Zayn si allontanava piano piano tra il fumo che usciva dai camini delle piccole catapecchie di legno, da cui era costituito il nostro piccolo distretto. Arrivai a casa, poggiando il sacco con quel poco degli animali che mi era avanzato dalla caccia e dal baratto al mercato


M: buona giornata cara?

R: si, abbastanza. È rimasto qualche uccellino, due mezzi conigli e… ah! Tieni

M: tesoro, sono delle more. Dove le hai trovate?

R: Appena ai confini della radura. Dovrebbero essere buone.

M: sono perfette piccola. Grazie

Lasciai mia madre a cucinare la selvaggina, e andai da mio fratello.

F: Rosie, Rosie! Mi hai preso quel dolcetto?

R: eccolo piccola peste. Ma la prossima volta te lo vai a comprare da solo.

F: te sai bene come rovinare i miei momenti di felicità sorellina.

Per tutta risposta cominciai a ridere. Poi andai da mio padre

P: allora raggio di sole, come è andata la giornata?

Mi piaceva parlare con lui. Parlavamo sempre di caccia, del mio rapporto con Zayn e di altri argomenti. Oggi però mi sembrava diverso e mi stavo preoccupando. Aveva un aria spenta, era cupo e triste

R: papà che succede? Perché quel grugno?

P: tesoro, non so come dirtelo. La mamma non ne sa niente e non vorrei farla soffrire.

R: papà ti prego. Ti scongiuro! Dimmi qualcosa

P: quest’anno stai rischiando tantissimo. Ci sono circa cinquanta biglietti con il tuo nome. Tesoro mio, mi dispiace

Senti le lacrime riempirmi gli occhi. Cinquanta biglietti con il mio nome?!

R: MA COME TI SEI PERMESSO?! STAI GIOCANDO CON LA MIA VITA. SEI UN ESSERE SCHIFOSO. SPERO CHE MI SORTEGGINO COSI NON DOVRO’ PIU’ VEDERE LA TUA FACCIA!


La rabbia aveva ormai preso il controllo del mio corpo. Perché dovevano farci questo? Perché?! PERCHE’?! Non mi sarei mai aspettata che mio padre giocasse con la mia vita solamente per portare qualche razione di pane a casa. Non gli bastava il fatto che ogni giorno rischiavo di essere uccisa dai poliziotti di Capitol City?! Non gli bastava che spendevo quei pochi soldi che ci davano da Capitol City per comprargli le medicine?! Non gli bastava niente di tutto questo?! Ottimo. Me ne sarei andata a vivere da Zayn. Avevo il cuore a pezzi. Corsi nella mia camera e presi un piccolo borsone di pelle marrone scuro. Ci misi dentro qualche cambio, dei vestiti, quei pochi risparmi che mi ero conservata da un servizietto a casa del sindaco e la faretra per l’arco. Quest’ultimo me lo misi in spalla.

M: tesoro dove stai andando con quel borsone?

R: fattelo spiegare da papà

Usci come una furia senza neanche aver salutato il mio adorato fratellino e mi diressi verso la casa di Zayn. Camminavo sotto un temporale infernale. La pioggia scendeva forte, la grandine mi faceva rabbrividire le mani e i tuoni mi facevano sussultare.

Raggiunsi la casa di Zayn in centro città, non molto lontana dal Giacimento, ossia la zona in cui vivono i figli dei minatori o, nel mio caso, di cacciatori.

Bussai...

Z: Rose, ma che ci fai qui? Vieni entra o ti prenderai una polmonite.

Mi accomodai dentro casa. Intanto che Zayn mi prese il borsone e mi mise l’arco davanti lo stipite della porta iniziai a scrutare casa sua. Si era trasferito qui da oltre un anno ma non mi ci aveva mai fatto entrare. Sapevo solo la zona. Casa sua era molto più piccola della mia. Era composta da un unico grande salone e la zona notte era separata dalla zona giorno da un unico grande muro. Al centro della stanza c’era un tavolo circolare con tre sedie disposte in ordine sparso e un divano rovinato dalle unghie del gatto di Zayn morto due mesi fa. Ad un lato c’era un piccolo angolo cottura. Oltre una piccola porticina di legno, c’era la stanza da letto e il bagno.

Z: allora dato che sei qui ti fac…

Lo interruppi bruscamente

R: Zayn sono venuta qui per un motivo preciso e con una domanda per te

Z: spara

R: mio padre ha portato a cinquanta i bigliettini con il mio nome. Non lo voglio più vedere! È come se mi volesse vedere morta. Ti prego fammi restare qui con te. Almeno fino al giorno della mietitura

Z: oh dio! Quell’uomo è pazzo. Comunque certo resta quanto vuoi.

Lo abbracciai di scatto. Lui si che era un vero amico

Z: si però non so dove farti dormire. Avrei solo il divano, anche se è un po’ …  ecco … come dire

R: distrutto? Ahahahah non ti preoccupare. L’importante è la comodità

Z: allora puoi rimanere! Che vuoi per pranzo?

R: in realtà non ho molta fame

Z: neanche io perciò possiamo andare direttamente dove ti dicevo stamattina

R: mio caro Malik 1) di fuori sta facendo l’ira di dio 2) non mi ha detto niente stamattina 3) che stavi dicendo prima?

Z: prima quando?

R: prima che ti interrompessi

Z: aaa! Forse è più complicato da spiegare a parole. Vieni con me

Uscimmo di nuovo in fretta e correndo verso il bosco, sotto una pioggia meno battente ma comunque fredda. Se non avesse smesso, avrei dato la colpa a Zayn per la mia polmonite più che assicurata. Oltrepassato il muro di filo spinato, raggiungemmo un luogo della radura in cui c’era costruito un piccolo casolare. Zayn bussò alla porta

X: parola d’ordine

Z: “Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito.”

La porta si apri e mi ritrovai davanti una bellissima ragazza

X: e lei chi è?

Z: Harmonie ti presento Rose. Rose Lawrence

Che qualcuno mi spieghi chi è questa Harmonie! Un amica di Zayn?! La FIDANZATA di Zayn?! Se è la fidanzata sono gelosa. Dopo averle stretto la mano, ci fece accomodare dentro questo casolare. Era di medie dimensioni, ed era arredato come casa di Zayn solo senza piano cottura e camera da letto. Il tavolo era vecchio, di legno, e dalla lucidità sembrava mogano.

Z: dove sono gli altri?

Gli altri?! Chi erano gli altri?

H: saranno qui alle 16.00 come avevamo stabilito

Z: e allora perché te sei già qui, bambola?

Bambola?! Zayn cosa mi stai nascondendo?

H: per farti piacere. Scherzo! Mi trovavo nei dintorni a cacciare e sono arrivata prima.

Mentre Zayn e Harmonie discutevano di non so cosa, cominciai a scrutare per benino la ragazza. Era alta, aveva due occhi marron cioccolato e lunghi capelli neri le scendevano lungo le spalle. Indossava un elegante tuta nera che le metteva in risalto il fisico. Cavolo che imbarazzo! Facevo pena in confronto a lei. Non ce la vedevo male con Zayn però. Di certo quello era il suo tipo di ragazza.

H: allora ragazzina… meglio che mi presenti per bene. Mi chiamo Harmonie Stewart, ho 19 anni e provengo dal distretto 3. Sono la vincitrice dei 76 Hunger Games.

Ok tesoro, ma non vantarti troppo”

Non mi fidavo ancora completamente di lei, ma quando mi tese la mano in segno di saluto (di nuovo)  non esitai a stringergliela abbozzando un sorriso. Si sedette vicino a me ed iniziammo a discutere. Forse l’avevo giudicata male. Era dolce, simpatica e molto solare, ma come dice il proverbio “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”. Zayn le lanciava parecchie occhiate. Secondo me lei se ne accorgeva ma faceva finta di niente. A quanto pare la ragazza si faceva desiderare.

“Fai soffrire il mio migliore amico e ti faccio desiderare da Ade nell’inferno”


Sono molto gelosa del mio migliore amico, forse TROPPO. Appena il temporale si fu placato, alla porta del casolare bussarono. Zayn si avvicinò e chiese la parola d’ordine. Gli risposero quattro voci distinte, dove ognuna diceva una parola o un espressione diversa

Z: venite ragazzi sbrigatevi.

Quattro ragazzi, tutti diversi fra di loro entrarono di corsa.

R: Zayn mi puoi spiegare per favore? Che razza di posto è questo?! E chi sono tutte queste persone?

Z: Ti ritrovi nel quartier generale della lega “BASTA CON GLI HUNGER GAMES”. Harmonie la conosci già, mentre questi sono Harry, Liam, Louis e Niall. Provengono rispettivamente dai distretti 1, 4, 10 e 11.

Ognuno di loro si presentò. Mi sembravano quattro ragazzi svegli e cortesi.

Harry aveva due meravigliosi occhi verdi e foltissimi capelli ricci castani. Era molto alto e indossava pantaloni da trekking verde militare, scarponi da montagna, polo scura e giubbotto di pelle.

Liam aveva due bellissimi occhi marroni scuro, e capelli castani chiari. Anche lui molto alto. Indossava una semplice maglia, pantaloni morbidi e stivali da pioggia

Louis invece gli occhi color oceano. Appena mi si presentò sfoderò un meraviglioso sorriso che li mise ancora più in risalto. I capelli erano acconciati a ciuffo e anche i suoi erano color castano chiaro. Era vestito esattamente come Harry.

Niall, invece era molto diverso dagli altri. Carnagione chiara, capelli biondo grano e meravigliosi occhi azzurri molto espressivi. Lui indossava lo stesso tipo di pantaloni e scarpe di Liam, una maglietta dismessa e un keeway militare.

Dopo i convenevoli, ci sedemmo tutti e sette sparsi per la sala. Chi sul divano e chi sulle sedie intorno al tavolo. Zayn iniziò a parlare
 

Spazio Autrice:

Salve a tutte :) Finalmente posto il primo capitolo di questa nuova FF. Ho ricontrollato alcuni degli errori che molto spesso faccio, come ad esempio scrivere i numeri alla loro forma base (?) e non con le lettere, quindi un errore grave in meno c'è. Per eventuali errori di gramattica o di battitura perdonatemi, vedo di ricontrollarmi prima che possiate leggerlo, ma se non li noto vi prego di non farmi una sgridata di proporzioni epiche perchè ricontrollare un capitolo lungo sette pagine di Word è veramente difficile quindi chiedo perdono in anticipo. Allora ditemi nella recensione cosa ne pensate in generale, se è il caso che continui o meno e soprattutto cosa pensate del carattere dei nostri protagonisti. La recensione sempre con più  di 10 parole, mi raccomando. Mi sembra di avervi detto tutto. Se volete contattarmi vi lascio qui tutti i social network in cui mi trovate (vi lascio anche INSTAGRAM) e se volete che ricambi il follow sia su twitter che su instagram ditemelo :) Al prossimo capitolo bellezze, e ancora grazie per l'enorme sostegno xx

Talk to me :D

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