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Autore: KiocciolaSmile    18/08/2013    2 recensioni
"Io "Luna" illumino te "Sole" senza che il mondo possa vederne la provenienza, nascosto dalla magia che questo assurdo legame alimenta- Cit."
Lilian è il "Sole" della storia, una sedicenne francese, spensierata quanto insicura, realista quanto innamorata. Il suo Universo è centrato su una vita sicura e monotona, e il suo destino sembra già stabilito. Almeno finchè non viene stravolto. Può il Sole mettersi improvvisamente a girare attorno alla Luna? A quanto pare sì, e la vita di Lilian cambierà per sempre, attirata da LUI, il suo nuovo Universo.
Questa è la mia prima storia, quindi siate buoni mi raccomando;) Spero vi piaccia!
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LEGGIMI--> Ciao a tutti!!! Eccomi ad aggiornare dopo tre settimane al mare;) Allora, riguardo al capitolo questa volta non ho nulla da dire, se non che è, diciamo, un capitolo "preparatorio" per le vicende del prossimo, che sarà uno dei più importanri della storia!;)
Ci tenevo inoltre a ringraziare per nome tutti coloro che hanno recensito la storia: Maryanne92, Teky97 e soprattutto Killa_XD e HazelnutEyes, che continuano a seguire e recensire la storia (dall'inizio praticamente). E un grazie specialissimo a te, chiunque tu sia, che in questo momento stai leggendo la storia;) Okkk, fine dei ringraziamenti, vi lascio al capitolo!!!XD


 Piano

                   
Quel giorno tutte le attività previste per lo scambio vennero annullate.
 Bè, naturale, praticamente tutta la classe era rimasta sconvolta dall’accaduto: vivendo in un paese estremamente piccolo, la parola “omicidio” era sempre apparsa esclusivamente nel tg serale. La cosa più assurda però era proprio quella: alla fine Kengsinton non era tanto più grande di Sauvage, ne più abitato, ma il paese era già stato protagonista di due sparizioni e di un omicidio orribile.
Continuavo a torturarmi il cervello con simili considerazioni da almeno sette ore, quando sarebbe stato più sensato uscire a far compere o chiacchierare con Henry, cercando di dimenticare la mattinata.
La verità era che la più sconvolta per l’omicidio di Cassidy ero proprio io (escludendo i parenti della vittima, ovvio).
Non riuscivo a trovare una spiegazione sensata: magari mi sentivo così scioccata perché il giorno prima i fratelli Riley avevano mostrato una strana curiosità nei miei confronti, oppure perché, semplicemente, non ero abituata a tragedie del genere.
E poi rimaneva aperta la questione del bosco: c’era davvero qualcosa di inquietante e pericoloso là dentro? La parte ragionevole del mio cervello era convinta di no: che scemenze!
Ma dentro di me sentivo che tutto era collegato, solo che la mia mente, per quanto si sforzasse, non riusciva a darmi una risposta che non fosse degna di una pazzoide.
Forse era meglio lasciar perdere, in fin dei conti cosa avrei potuto fare, mettermi a setacciare il bosco? Cercando cosa, poi?
Chi ha fatto questo a Cassidy, rispose una nocetta nella mia testa.
Rabbrividii. Non avevo comunque nessuna possibilità di trovare la risposta.
A meno che…
- Lils, noi usciamo! –
Tornai bruscamente alla realtà.
Meno cinque, quattro, tre, due, uno…SBAM!
Henry irruppe nel bagno senza neanche bussare, spalancando la porta. Come sempre.
- Stai bene? – chiese cautamente.
Mi scrutava con un’espressione preoccupata. Cavolo, quando era entrato non mi ero neanche presa la briga di comportarmi normalmente: continuavo a fissare con aria assente il mio riflesso nello specchio sopra il lavandino. Era meglio andarci piano con simili comportamenti, o Henry avrebbe pensato di avere un’amica completamente cerebrolesa. Mi ricomposi immediatamente.
- Oh! C-certo…perché, ti sembro strana? –
Evitò saggiamente di rispondermi.
- Noi usciamo, ogni due settimane andiamo a trovare mia nonna in città. I miei volevano sapere se ti andava di venire con noi e…-
- E…-
-…e gli ho detto che avresti preferito rimanere a casa a riposare un po’. – concluse, visibilmente soddisfatto. A quanto pare era convinto di avermi fatto un enorme favore…niente di più vero.
- Grazie mille Henry – risposi, sorridendogli grata. Prendere parte a una bella rimpatriata famigliare sarebbe stata la cosa più noiosa e imbarazzante del mondo!
- Figurati! Così puoi farti un bel bagno  o dormire un po’ prima di cena.-
- Certo! – esclamai, sperando di sembrare convincente.
Come se avessi avuto davvero intenzione di passare il pomeriggio dormento! Eh no, avevo un programma ben diverso…
- Bene allora! Staremo via qualche oretta, torneremo verso le sette circa…- mi illustrò uscendo dal bagno.
- Ok…-
Stavo già salendo le scale per andare in camera mia, quando Henry mi richiamò dal corridoio.
- Ehm, Lilian?-
- Che c’è?- domandai voltandomi, curiosa.
- Sarebbe meglio se…non andassi nel bosco, intesi? Per la tua sicurezza intendo… Dopo quello che è successo a Cassidy…-
- O-ok…-
Mi aveva spiazzato. Che avesse intuito dal mio comportamento ciò che avevo in mente? No, era impossibile, se c’era qualcuno negato in psicologia era proprio lui!
- Ma perché tutte queste…misure di sicurezza? Voglio dire, non eri tu che sostenevi che il bosco non è pericoloso? –
- All’inizio sì, ma ormai gli omicidi sono saliti a tre! Pensa che hanno anche chiamato la guardia forestale e una squadra speciale di polizia per setacciare la zona…-
- Credi alle cavolate di Angus adesso? –
- In realtà no: non c’è niente di sinistro o sconosciuto nella foresta, ma ciò non toglie che potrebbe comunque ospitare un serial killer! Non fare sciocchezze, d’accordo? – implorò, guardandomi intensamente.
- Certo, certo – tagliai corto. – Non avevo intenzione di entrare là dentro comunque, non sono mica matta! –
- Lo so, non faresti mai una cosa simile.- concluse sorridendo.
Oddio, non era proprio vero…
Lo salutai, mi barricai in camera e mi buttai a letto, pensando.
Ormai il piano era deciso: avrei dato un’occhiatina alla foresta, niente di che. Non volevo addentrarmi troppo nella vegetazione, e se mi fossi persa? Sarei rimasta sul sentiero…perché c’era un sentiero, vero?? Oh, certo che c’era…e comunque non avevo niente da temere, no?
Eccome invece!
Inutile mentire a me stessa: sarei potuta incappare in un orso o, peggio ancora, nel fantomatico assassino…sempre che Cassidy fosse stata uccisa da un essere umano.
Nonostante la probabilità del 70% di finire molto male, non avrei rinunciato per nulla al mondo alla “passeggiata”: ero pervasa da una curiosità quasi insana all’idea di fare un po’ di luce sugli ultimi fatti. E quei fatti erano ben tre omicidi!!!
Ok, ero sicuramente uscita di senno, ma ormai avevo preso la mia decisione e non mi sarei data pace finchè non avessi messo in atto il piano.
Mi alzai dal letto di slancio, infilandomi nella tasca dell’impermeabile il cellulare e una torcia: ovviamente non avevo intenzione di stare via molto, ma, chissà, potevano sempre servire in caso di emergenza.
 Scesi le scale più veloce che potei. Una volta uscita dalla porta sul retro (che lasciai aperta), percorsi il giardino col cuore in gola.
Ecco, il bosco, minaccioso e silenzioso, si ergeva di fronte a me, invitandomi quasi ad entrare. Scavalcai il cancellato che separava ufficialmente il giardino dei Miller dal sentiero, respirai profondamente per farmi coraggio, e mi inoltrai nella vegetazione.
  
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