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Autore: theshinygirl    18/08/2013    3 recensioni
Perchè mai Hermione Granger ha obbligato Severus Piton a sposarla?
Traduzione
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa è la traduzione della storia “A dark tale” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

A Dark Tale
~ Chapter 6 ~

 

 

Prendo un sorso di caffè e fingo di leggere la Gazzetta del Profeta mentre lui entra in cucina, non dicendo nulla. Il ricordo dell'evento della scorsa notte è ancora vivido nella mia mente e non me la sento di parlargli. O anche di guardarlo.

Anche se provo con tutte le mie forze ad ignorarlo, non posso fare a meno di notarlo quando si siede e si versa del caffè.

Prendo un respiro profondo, mordendomi il labbro inferiore.

"Hai piani per oggi?" Chiede all'improvviso.

M'irrigidisco e scuoto semplicemente la testa, non alzando gli occhi per guardarlo. "No."

"Hai intenzione di trascorrere la giornata qui?"

"Forse." Rispondo. "Non lo so ancora."

Silenzio.

"C'è un motivo per il quale non mi hai degnato di uno sguardo?"

Lentamente appoggio il giornale sul tavolo e alla fine incontro i suoi occhi. "No, nessun motivo particolare."

Solleva un sopracciglio. "É così?"

"Sì."

"Non ti credo."

Questo mi fa arrabbiare. "Creda ciò che vuole."

Fa un sorrisetto. "Sei arrabbiata."

Lo fisso, tentando più che posso a restare impassibile ma non funziona.

"É per ieri?" Chiede. "Non ti capisco, Granger. Hai menzionato un centinaio di volte che il nostro matrimonio è falso - "

"Questo non le dà il diritto di mancarmi di rispetto."

Ecco. L'ho detto.

Non posso fingere che non mi dia fastidio.

Lui sta in silenzio, fissandomi soltanto.

Così continuo. "Come si sentirebbe lei se io... se io la stessi... tradendo?"

"Non lo chiamerei tradire." Dice con cadenza lenta. "Stai dimenticando il vero motivo che c'è dietro il nostro matrimonio?"

"No, ma mi aspettavo che mi rispettasse."

Si alza in piedi. "Il rispetto va guadagnato, Miss Granger. Così come la fiducia."

E con questo se ne va.


 

 

ooo

 

 

 

Siedo in silenzio affianco al suo letto, guardandolo, osservandolo per scorgerne qualsiasi segno di movimento. Il suo petto si alza e si abbassa lentamente. Sta respirando. C'è un senso di pace sul suo volto e per qualche strana ragione non riesco a distogliere lo sguardo.

É come se fosse magico.

Salvare la vita di qualcuno.

Sapere che quella persona sarebbe morta se non fosse stato per te.

Siamo soli nella stanza. Tutti sanno che era un doppiogiochista, tutti sanno che non era un traditore. E tutti non vedono l'ora che si svegli per aggredirlo con le loro domande.

Avvicino la sedia al letto e lo vedo.

Il suo viso si muove, si acciglia e poi i suoi occhi si aprono lentamente. Sbatte le palpebre un paio di volte, non notandomi per niente. Trattengo il respiro in trepidazione mentre aspetto che si renda conto di dove si trova.

Alla fine i suoi occhi si spostano su di me e c'è confusione sul suo volto. Sono probabilmente l'ultima persona che si aspettava di trovare affianco al suo letto.

“Granger?” La sua voce è rauca e debole.

“Sì, Professore, sono io. Come si sente?” Chiedo con lentezza.

Lui non risponde.

La sua mano sale fino al collo solo per trovarlo coperto di bende. Guardo in silenzio mentre la presa di coscienza lo colpisce lentamente e poi mi guarda di nuovo.

"Cos'è successo?"

"A-abbiamo vinto, Signore. Voldemort se n'è andato."

"Quando?"

"Due giorni fa. Lei... dorme da allora..."

"Sono morto."

"No, è quasi morto." Poi sorrido. "Ma sono riuscita a riportarla in vita."

I suoi occhi si socchiudono. "Tu?"

"Sì, Harry ha aiutato, ma - "

"Mi hai salvato la vita?"

"L'ho fatto."

Silenzio.

Non mi aspettavo che mi fosse grato, lo conosco fin troppo bene. Ma ero dannatamente sicura di non aspettarmi di vedere rabbia sul suo viso. Rabbia nei miei confronti.

"Cosa te ne ha dato il diritto?" Chiede lentamente, la sua voce traboccante di veleno.

"Chiedo scusa - ?"

"Chi ti ha dato il diritto di decidere se avrei dovuto vivere oppure no?"

"Signore - "

"Esci, Miss Granger."

I miei occhi si spalancano per lo shock. "Ma... Non capisco. Voleva morire?"

"Esci." Ripete.

"Pensavo di averla aiutata."

"Vai fuori." Sibila, rivolgendomi un'occhiata glaciale.

Mi alzo, tremando leggermente ed esco velocemente dalla stanza.

 

 

ooo

 

 

 

É passato un po' di tempo da quando sono entrata in Sala Grande per un pasto l'ultima volta. Avevo troppa vergogna di affrontare tutti gli altri studenti, ma oggi ho deciso di mangiare con i miei amici.

E di evitare Piton.

"Quindi sta girando il mondo." Dice Ginny. "Tornerà per un paio di giorni a Dicembre."

Mi sforzo di sorridere.

"Verrà a dare una visita a Hogwarts?" Chiede Harry.

"Probabilmente, muore dalla voglia di vederti."

Mi schiarisco la gola. "Non ha parlato di me? É ancora arrabbiato?"

Ginny fa roteare gli occhi. "Sai quanto possa essere testardo Ron a volte. Sta fingendo di non importarsene di te, ma cambierà idea eventualmente."

"Spero non gli ci voglia più di qualche mese." Sussurro.

"Cosa vuoi dire?" Harry si volta a guardarmi.

"Lascia perdere."

Ginny si fa più vicina. "Ti stai comportando in modo così strano ultimamente, Hermione."

Prendo un respiro profondo. "Ho solo... dei problemi con Piton."

Sia Harry che Ginny s'irrigidiscono ma fanno finta che non sia niente.

"Che genere di problemi?" Chiedono entrambi allo stesso tempo per poi guardarsi a vicenda in modo strano.

"Non posso veramente parlarne, ma lui sta facendo il difficile." Ammetto.

Ginny fa un sorrisetto. "Beh, lui è Piton. Cosa ti aspettavi?"

Cosa mi aspettavo?

Forse una vita tranquilla. O almeno ciò che ne resta. Non un costante battibecchi e litigi.

Sorrido e cambio argomento rapidamente, "Allora, come va il Quidditch?"

 

 

ooo

 

 

É già sera.

E lui non è a casa. Di nuovo.

Dov'è? Cosa sta facendo? Non dovrebbe prepararsi per domani? É lunedì.

E perché sono così agitata?

Ho bisogno di rilassarmi. Ho bisogno che qualcosa mi distragga dal pensiero di lui.

I miei occhi si dirigono lentamente verso il Whiskey Incendiario sul tavolo. Non l'ho mai provato. Di che sa? Beh, non farebbe male provare.

Mi verso un bicchiere e lo porto al naso, annusandolo. Non ha un odore tanto cattivo.

Prendo un primo sorso e faccio una smorfia mentre il liquido mi brucia la gola.

Disgustoso.

Metto giù il bicchiere, tossicchiando un po', mentre gli occhi mi lacrimano.

Ma solo un momento più tardi prendo un altro sorso. E un altro.

Presto mi verso un altro bicchiere. Il sapore migliora ad ogni sorso che prendo.

E mi rendo conto che anche il mio umore sta migliorando.

Mi scappa una risata mentre mi verso un terzo bicchiere

 

 

ooo

 

 

Adesso sto ridendo forte.

E cosa c'è che non va con la stanza? Perché mi sta ruotando intorno in questo modo? Piton gli ha fatto una qualche specie di incantesimo?

Mi stendo sul divano, osservando il soffitto.

"Granger?"

É lui.

Mi siedo e sorrido. "Salve."

"Cosa fai ancora in piedi?" Chiede.

"Cosa fa lei ancora in piedi?" Chiedo di rimando, sbattendo le palpebre un paio di volte per schiarirmi la vista.

Sta in silenzio per un lungo attimo, poi si avvicina a me. "Hai... bevuto?"

"No." Rispondo, poi mi scappa una risata e mi copro la bocca con una mano.

Si avvicina. "Hai bevuto quasi tutta la bottiglia, Granger."

"Davvero?" I miei occhi si spalancano per lo stupore. "Beh, beviamola tutta così può buttarla via."

Prendo la bottiglia dal tavolo e me la porto alla bocca. Improvvisamente viene allontanata da me e alzo lo sguardo verso di lui. "Me la ridia!"

"No." É la sua unica risposta mentre mette via la bottiglia e ritorna da me. "Alzati. Ti porto nella tua stanza."

"Non mi va di andare in camera mia, Piton." Gli dico, incrociando le braccia al petto.

"Smettila con questo comportamento infantile." Dice. "Hai lezione domani."

"E allora? Non ci andrò, comunque."

"Certo che ci andrai." Poi indica la mia stanza. "Alzati."

"Questo... questo sarà un problema." Rido.

"E come mai?"

"Perché la stanza si sta... muovendo. E io aspetterò qui finché non si ferma se non le dispiace."

Quello è un piccolo sorriso sul suo volto? O me lo sto immaginando?

"Vieni." Dice, afferrandomi un braccio e facendomi mettere in piedi.

In un primo momento cerco di divincolarmi, ma poi mi arrendo e ci dirigiamo lentamente verso la mia stanza.

"Dov'è stato?" chiedo, guardandolo.

"C'erano cose di cui dovevo occuparmi."

"Davvero? I-i-io non la credo."

Alla fine raggiungiamo la mia stanza e non appena entriamo, il mio stomaco si torce.

Chiudo gli occhi. "Non mi sento molto bene."

"Come mai? Eri così allegra soltanto un minuto fa." Risponde Piton con sarcasmo.

Afferro il suo braccio per reggermi. "Credo che vomiterò."

Gli scappa un sospiro stanco e mi aiuta a raggiungere il bagno velocemente. Cado sulle ginocchia e mi affaccio sul gabinetto, tremando.

"A cosa diavolo stavi pensando?" Lo sento chiedermi.

Cerco di rispondere, ma il malessere ha di nuovo la meglio su di me, seguito dal vomito.

Questa è una sensazione terribile.

I minuti passano.

Quando penso che sia finalmente finita mi muovo per alzarmi e poi sento le sue mani sulle spalle, reggendomi saldamente.

"Letto." Riesco a sussurrare.

Non appena lo raggiungiamo, cado su di esso, chiudendo gli occhi. Mi fa male la testa adesso.

Posso sentirlo andarsene via.

É tutto?

Se n'è andato.

Inizio ad avere freddo, ma non voglio muovermi per coprirmi con una coperta.

Poi lo sento di nuovo.

Apro un occhio per vederlo seduto sul letto affianco a me, mentre mi offre qualcosa.

"Prendila. Ti sentirai meglio." Dice e noto una bottiglietta nella sua mano.

"C-cos'è?"

"Una pozione. Ti aiuterà."

Scuoto la testa. "N-no."

"Non essere testarda, Granger."

"Non posso prenderla."

"Perché no?"

Chiudo gli occhi. "Se ne vada e ci vediamo d-domani."

"Prendi questa dannata pozione, Granger. Ti assicuro che non è avvelenata."

"Non ne sarei così sicura." Le parole mi sfuggono.

Inspira dell'aria ma decide di ignorare il commento. "Bevila, Granger."

"No."

"Non obbligarmi a versartela giù per la gola."

"Non posso prenderla. Potrebbe reagire male con la mia medicina." Rispondo con voce assonnata.

"Quale medicina?"

Spalanco gli occhi. Cos'ho appena detto?

Mi sta guardando con fare sospetto. "Di che medicina stai parlando, Granger?"

Mi giro sulla schiena. "Voglio andarmene a letto."

"Sei a letto."

"Voglio andare a dormire."

Mi fa male tutto. Sento come se dovessi vomitare di nuovo, ma non posso muovermi. Voglio solo dormire. Cosa pensavo di fare ubriacandomi?

Si sta muovendo. Posso sentirlo.

E poi qualcosa viene adagiato sopra di me e mi sento molto più al caldo.

"Perché mi odia?" Chiedo con calma.

"Dormi."

"Io non la odio."

"Non ricorderai nemmeno questa conversazione domani mattina, Granger."

La mia voce è poco più che un sussurro mentre lo guardo. "Sto morendo."

"Non stai morendo."

"Sì."

"Starai bene. E mi auguro che ci penserai due volte prima di fare di nuovo una cosa stupida come questa."

É divertente. Gli ho finalmente confessato il mio segreto e lui non mi crede. Probabilmente doveva essere così. L'universo non vuole che lui lo sappia.

Chiudo gli occhi di nuovo. "Non voglio che mi odi."

Silenzio.

Gemo e mi muovo, sprofondando il viso nel materasso.

"Io non ti odio. Adesso vai a dormire."

Il mio corpo non mi ubbidisce. Voglio aprire gli occhi. Voglio parlare, ma non posso.

Presto l'oscurità mi avvolge.

  
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