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Autore: Defiance    18/08/2013    1 recensioni
Prendete un Harry Potter e un Percy Jackson. Incrociate i loro destini, le loro vite, i loro poteri.
Dopo la sconfitta del Signore Oscuro e del Re dei Titani una nuova guerra sta per arrivare. Si stringeranno nuove alleanze. Si fonderanno due mondi. I più grandi eroi di tutti i tempi dovranno combattere, per salvare il destino dell'umanità. La più grande battaglia mai vista sulla terra sta per avere inizio.
Halfblood.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Ecco a voi un piccolo, nuovo capitolo di Halfblood. Buona lettura! Spero che vi piaccia :)

Capitolo 13
Il Risveglio

 
Et exsurge Domine in longitudinem dierum. fert animus tua super terram. nunc novum Regnum tuum ultionem tuam et tandem implemented. Et exsurge Domine in longitudinem dierum. fert animus tua super terram. nunc novum Regnum tuum ultionem tuam et tandem implemented. Et exsurge Domine in longitudinem dierum. fert animus tua super terram. nunc novum Regnum tuum ultionem tuam et tandem implemented.
Un bagliore intenso. Un potente fulmine cadde dal cielo sulla spaccatura.
Questa si infuocò e tra le fiamme,  si levò una nube di vapore.
I titani fecero aprire l’acquario, sul quale giaceva il Vello D’Oro, e rinchiusero la nuvola al suo interno.
No, non era vapore. Era… era un’anima. O uno spirito, chiamatelo come volete.
Urano era stato evocato.
“Mio Signore, abbiamo dovuto portarla qui prima. Gea aveva quasi richiuso la spaccatura. La sua folgore sarà pronta tra qualche mese. Nel frattempo lei potrà recuperare le forze e la sua forma stando a contatto con il Vello” disse Prometeo, come per giustificare la prematura evocazione del dio.
“Non importa, miei seguaci” sibilò l’anima. “Ma per ora, abbiamo un ospite. Sarebbe scortese non occuparci prima di lui. Vieni avanti, Harry Potteeeeeer!!” urlò.
Un fulmine si scagliò a pochi passi dai confini di Hogwarts producendo un rumore assordante.
 
Spalancò gli occhi. Era in biblioteca, si doveva essere addormentato sui libri. Tremava. Si portò una mano alla fronte: la cicatrice bruciava di nuovo. No, non poteva essere.
Si alzò e cominciò a correre.
“Hermione! Hermione!!” gridò una volta raggiunta la Sala Comune.
“Harry sono qui!” rispose una voce spaventata.
“Cos’hai? Che succede? Hai avuto un incubo? Perché hai la mano sulla fronte?” incalzò lei.
“È fatta. Lo hanno evocato. Quando tra qualche mese la sua folgore sarà pronta darà battaglia. Avrà tutto il tempo di adattarsi alla sua nuova forma! E… beh… Ha la voce di Voldemort.” Confessò il ragazzo, tremando.
Hermione sgranò gli occhi. “Ma non è possibile!”
“Credimi, l’ho sentita. E non dimenticherò mai quell’orrido suono.” Le assicurò il ragazzo.
“Dobbiamo dirlo agli altri”.
 
Era arrivato Marzo, ma non aveva portato la primavera con sè. Non c’erano uccellini che cinguettavano allegri, fiori che coloravano il giardino o leggeri venti che trasportavano l’odore del mare.
Intorno ad Hogwarts, che era protetta un po’ dal clima esterno, come il Campo Mezzosangue, si susseguivano bufere, tormente, uragani, tempeste d’aria… e il tutto era decisamente peggiorato nelle ultime settimane.
La gente moriva, o veniva ferita, in continuazione. Il San Mungo e gli ospedali babbani erano al completo.
 
“Ti dico che aveva la voce di Crono!” stava dicendo Percy, mentre si esercitava con Annabeth vicino al Lago Nero.
La ragazza tirò un fendente che colpì col braccio il semidio, il quale, se non fosse stato per la maledizione di Achille, si sarebbe di certo tagliato. Poi attaccò di nuovo, ma lui parò il colpo.
“Harry sostiene che la voce sia quella di Voldemort” replicò lei e schivò un affondo di Percy.
“Com’è possibile?” chiese il semidio. “Non può avere voci diverse”
Annabeth si mosse velocemente, afferrò il ragazzo per il braccio, lo fece ruotare davanti a sé e col suo coltello colpì la mano che impugnava Vortice e la fece cadere per terra.
“Ho una teoria. Credo che assuma la voce della persona, mostro o cosa che ha fatto più del male a chi si trova davanti a lui” disse la semidea ritraendosi.
“Lo rende più spaventoso” concluse Percy.
Annabeth annuì. “Ti stai rammollendo Testa d’Alghe” lo sfotté poi.
Lui le sorrise in tono di sfida e raccolse Vortice da terra.
“Rivincita” esclamò. E ripresero a combattere.
Nel frattempo, dalla torre di Grifondoro, Hermione osservava i due ragazzi.
Harry le si avvicinò. “Stai tranquilla quando loro due stanno da soli?” le chiese. L’amica lo guardò confusa e rispose “Perché non dovrei? Sono amici… hanno un rapporto molto simile al nostro”.
“Beh, insomma… noi non ci siamo mai baciati” bofonchiò Harry.
“Di cosa stai parlando? Percy e Annabeth si sono baciati?” chiese lei, sgranando gli occhi.
“I-io pensavo che lui te lo avesse detto, davvero!” disse il ragazzo, sulla difensiva.
Hermione lasciò cadere per terra il libro che teneva in mano e scappò verso le scale dei dormitori femminili.
Harry non poteva seguirla, “è successo tre anni fa! Hermione!! Non c’è più niente!” le urlò, ma la ragazza non tornò indietro.
 
“Percy! Percy!” lo chiamò Harry, prima di entrare nella Sala Grande per la cena.
Il ragazzo si voltò e scrutò l’amico con un’espressione interrogativa.
“Ho.. ho fatto un casino… mi dispiace…”
“Cos’è successo?” chiese il semidio, preoccupato.
“Mi sono lasciato sfuggire con Hermione che tu e Annabeth vi siete baciati… pensavo glielo avessi detto, giuro! Ho cercato di spiegarle la situazione, ma non ha voluto sentire ragioni, non l’ha presa molto bene!”
Spiegò Harry.
Di immortales!”imprecò Percy e corse nella Sala Comune.
Inaspettatamente Hermione era sola, rannicchiata per terra davanti al caminetto. Aveva gli occhi un po’ arrossati e gonfi. Doveva aver pianto.
“’Mione!” esclamò il ragazzo e si sedette accanto a lei.
“Ehi” lo salutò lei, fredda.
Percy fece per spostarle una ciocca di capelli dal volto, ma lei si ritrasse bruscamente.
“Mi dispiace Hermione… avrei dovuto dirtelo. Ma è successo anni fa, ed è stata una cosa che non ha significato niente… non ne abbiamo neanche più parlato, Annabeth ed io… siamo sempre stati troppo amici per andare oltre” si giustificò il ragazzo.
“Un bacio è sempre un bacio. Significa sempre qualcosa. Specie tra due persone così… legate” ribatté lei.
“Anche se fosse? Anche se avesse voluto dire qualcosa? Hermione ormai è passato. Non centra niente con noi” disse il semidio.
“Certo che centra! Annabeth lo ha detto ad Harry… tu non lo hai detto a me. E non ne avresti avuto motivo se non fosse perché hai qualcosa da nascondere!” obiettò la ragazza.
“Non è Annabeth quella che mi interessa! Non in quel senso almeno. Non è lei quella che voglio baciare, abbracciare, quella che starei ore a guardare leggere. Sei tu Hermione. È te che voglio!” avvicinò il viso al suo e fece per baciarla ma lei chiuse gli occhi, si spostò di lato e disse: “non posso farlo Percy. Non posso stare con qualcuno di cui non mi posso fidare”.
“Ma tu ti puoi fidare di me Hermione! Dammi solo un’altra possibilità… per favore… io… te lo dimostrerò!” la supplicò il ragazzo.
Lei lo fissò per un po’ e poi annuì, gli sorrise debolmente e salì nel suo dormitorio. 
  
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