Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Merit    08/10/2004    5 recensioni
L’uomo in un primo momento sorrise alla vista delle sue figlie, ma poi quando notò i due braccialetti si voltò verso la moglie scuro in volto, “ Cosa sono quei bracciali? Non sarà mica…” “ Si amore mio, le nostre piccole sono vittime della maledizione, oh caro sono così indifese.” ...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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LA FUGA

 

L’oscurità avvolgeva ogni cosa, la luna con i suoi timidi raggi illuminava una margherita, cresciuta selvatica fuori dalla cella di Inuyasha, e la sua stessa prigione, quella gabbia puzzava di paglia marcia, e quella stessa paglia era giaciglio sul quale era costretto a  riposare.

Aveva la bocca riarsa dalla sete e lo stomaco gli brontolava per la fame, quei maledetti non gli avevano dato niente da mettere sotto i denti o almeno qualcosa  con cui abbeverarsi, ma avrebbe accettato qualsiasi tortura senza invocare pietà. Non si sarebbe abbassato a tanto, preferiva la morte che umiliarsi per un tozzo di pane e un misero sorso d’acqua.

Si accorciò sul fianco sinistro tenendo il gomito, mancino, puntellato sul pagliericcio in modo da tenere la propria testa appoggiata sul palmo della mano, la gamba sinistra era distesa mentre la destra vi era appoggiata sopra. I lunghi capelli argentati gli ricadevano lungo la schiena; si era messo in quella posizione per distrarsi dai suoi tormenti. Per distrarre la mente dai quei pensieri avversi, si concentrò sulle sue possibilità di fuga, possibilità molto scarse visto che le sbarre di quella cella erano state costruite con del Silcron, una particolare lega metallica capace di annullare la forza demonica.

Inuyasha era ancora coricato supino quando avvertì alla sue spalle il rumore si passi  che si stavano avvicinando al luogo della sua prigione, si finse supino e aspettò che quella fonte di rumore si avvicinasse.

Con un balzo felino si avvicinò alla figura, e facendo passare il suo braccio tra le sbarre, lo afferrò  per il collo, “ Maledetto bastardo chi sei e cosa vuoi da me? Mi avete già imprigionato tutto ciò non basta ancora alla famiglia reale?”.

Osservandola meglio quella figura, che cercava di liberarsi dalla sua presa graffiando le sue mani, comprese che non era un uomo come erroneamente credeva, immediatamente la lasciò andare e la ragazza cadde a terra.

° Che strana ragazza° si ritrovò a pensare il mezzo demone, era ancora a terra che respirava ansante mentre si teneva la gola.

Era vestita con un lungo mantello blu che le copriva il corpo per proteggersi dal freddo della notte; sul suo viso vi era un velo che la ricopriva dal naso in giù, sulla testa portava una piccola bandana che serviva a sostenere il velo che portava in volto, e da essa  scendevano dei piccoli fili di perle che ricadevano sui lunghi capelli corvini. .

“ Alzati ragazza non ti ho fatto poi così male” disse osservandola, “ Non mi hai fatto poi così male? Ma se per poco non mi uccidevi” rispose una volta in piedi, Inuyasha rimase affascinato dall’espressione che brillava in quei occhi color cioccolato tanto che rimase imbambolato ad osservarla a lungo facendo la figura del cretino.

“ Mi stavo solo difendendo da un possibile nemico. Ragazza sei una nobile, e non negarlo, poiché i tuoi abiti ti tradiscono. Mi chiedo quale sia il motivo che possa spingere una nobile, ad alzarsi nel cuore della notte, per recarsi presso un prigioniero. Non trovi che la tua posizione sia un tantino compromettente? Non hai paura che io possa farti del male?” disse Inuyasha inarcando un sopracciglio ridestandosi dai suoi pensieri.

“ Si sono nobile, ma non fate l’errore di credermi una cortigiana qualunque, poiché io sono Kikio la figlia del re, non temo di voi, perché avreste potuto uccidermi e non lo avete fatto” rispose cambiando tono, la ragazza si chiese per quale motivo una volta di fronte ad Inuyasha dovesse comportarsi così, perché stava mentendo? Per quale motivo non le aveva detto il vero nome?

“ Cosa?!? Se solo avessi saputo chi voi eravate in realtà, sappiate che allora io vi avrei uccisa subito” rispose con tono più duro carico di odio e rabbia, un tono che sconvolse non poco Kagome, “ Davvero?!? Davvero mi odi così tanto? Inuyasha come puoi odiare la tua salvatrice?” ribadì, ma nella sua voce vi era una nota malinconica.

“ Non siate sciocca, il mio odio per voi e la vostra famiglia non si affievolirà mai, come potrei credere alle vostre parole? La figlia del re che vuole liberare me, questa mi è nuova”, ma la ragazza non rispose si limitò a prendere la chiave della cella, e aprire la porta.

“ Dovreste imparare a fidarvi delle persone, con me ho portato dei tozzi di pane e una borraccia, non è molto ma almeno potrete fuggire” Inuyasha uscì dalla sua prigione con un espressione confusa, le sue certezze erano state distrutte in un momento, come poteva essere?  La famiglia reale aveva distrutto la sua tenuta, ucciso la sua famiglia, lo aveva privato di ogni cosa, come poteva tra loro esservi una persona così giusta da liberarlo?

“ Kikio, ora che sono libero potrei ucciderti e scappare, non hai paura di me?” ,“ No” ma ancora una volta Kagome mentì, si era avvicinata alle sbarre della prigione con il cuore che le batteva così forte nel petto da farle quasi male, era spaventata a morte.

“ Allora perché il tuo corpo è scosso da brividi?” disse avvicinandosi lentamente alla fanciulla ritornando a parlare con un tono più confidenziale,  “ Ho freddo, ma ora va, non indugiare ci sono un sacco di guardie e allora il mio tentativo di liberarti fallirà se tu ti farai scoprire”  la schiena di Kagome oramai aderiva alle sbarre della cella, ella teneva la testa chinata di lato per non vedere gli occhi di Inuyasha, oramai situato dinanzi a lei, egli la prese per la schiena e la avvicinò a se, Inuyasha sollevò con una mano il viso della fanciulla e una volta che poté vederla nei suoi occhi si avvicinò e gli diede un leggero e fugace bacio sulle  labbra ricoperte dal velo. ( però che cambiamento Nda ^^ )

“ Kikio so che ho detto di odiarti, ma mi sbagliavo con il tuo gesto mi hai dimostrato che tu sei diversa da loro, sei buona e gentile oramai il mio cuore ti appartiene” sussurrò Inuyasha nell’orecchio di Kagome, la ragazza da principio fu sorpresa di quel gesto e a quelle parole, si sentì sciogliere mentre i battiti del suo cuore ripresero ad accelerare furiosamente.

Kagome si lasciò abbracciare da Inuyasha, aderendo maggiormente con il suo corpo a lui, stava così bene tra le sue braccia era veramente felice, si sentiva strana sin dal primo momento che lo aveva visto. Provava una strana sensazione, che non sapeva definire, l’unica cosa certa era che lei felice, ma, in tutto quello che stava facendo cera qualcosa di sbagliato.

“ Kikio ti porterò via con me se tu vorrai ” al suono di quelle parole Kagome si ridestò, si stacco dal suo abbraccio, visibilmente scossa cosa avrebbe dovuto dirgli, questo non lo sapeva ancora, quello che era certo era che lei non poteva andarsene con lui.

“ Inuyasha, io non posso venire, sono lusingata del tuo affetto io credo che sia vero, ma il mio posto è qui” Inuyasha prese la sua mano “ Sei sicura di quello che dici” chiese titubante, “ Si” rispose la principessa, ma nella sua voce Inuyasha poté sentire l’amarezza e il pentimento per quelle parole.

“ Allora promettimi che mi aspetterai finché un giorno non sarò venuto a prenderti per sposarti” “  Lo prometto, ma ora va via”.

Il ragazzo sorrise felice a quella promessa fece per vedere il suo volto, ma lei glielo impedì, “ Un giorno vedrai il mio viso, ma non questa sera” “ Rispetto questa decisione, ma ora devo affrettarmi” la abbraccio ancora poi con un balzo fulmineo si ritrovò sul tetto e da li, Kagome lo vide balzare fuori dal palazzo.

“ Addio Inuyasha,mi dispiace ma non posso mantenere la mia promessa” sussurrò la principessa.

Kagome si affrettò ,a riportare la chiave della prigione, nella camera del padre e poi si recò facendo il più possibile il minimo rumore nella propria camera, con se aveva preso una rosa, nel caso Kikio si fosse realmente svegliata avrebbe avuto un piccolo vantaggio.

Era entrata nella stanza e ringraziò il cielo, nel vedere la sorella addormentata nel letto, si tolse gli abiti e si mise anche lei a dormire, ma sapeva che quella sarebbe stata una notte insonne.

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Era poco prima dell’alba quando Inuyasha arrivò nel suo nascondiglio fuori città, superata la cascata che copriva l’entrata del suo nascondiglio, era stanco morto aveva un gran voglia di farsi un bagno e gettarsi sul suo letto, rimediando almeno qualche ora di sonno. Ma evidentemente Miroku non la pensava allo stesso modo.

“ Inuyasha amico mio stai bene? Racconta come hai fatto a fuggire?” sentenziò l’uomo che si era avvicinato correndo verso lui “ Miroku sono riuscito a fuggire perché mi ha aiutato un angelo” l’amico posò immediatamente la propria mano sulla fronte di Inuyasha “ Sei sicuro Inuyasha che il sole non ti abbia giocato brutti scherzi?” “ Ma cosa vai blaterando? Se è appena l’alba” rispose irato levando la mano di Miroku dalla sua fronte..

“ Dico che non è da te parlare di angeli, dimmi era bella questa fanciulla?” “ Si, almeno credo” “ Credi? Ma come credi?”  “ Insomma Miroku non l’ho vista in volto perché lo celava dietro un velo, i suoi occhi erano così belli…” “ amico cosa hai detto? Teneva il volto celato? Non farti troppe illusioni perché è senza ombra di dubbio una racchia” “ Primo Kikio non è una racchia, secondo parlane ancora male e ti ucciderò con le mie stesse mani” sentenziò il mezzo demone mentre afferrava Miroku per il bavero della giacca.

“ Hai detto Kikio, non starai parlando della…” “ Della principessa. Miroku ora se non ti dispiace vado a riposare, tieni pronto perché oggi voglio tornare in città e niente ma”

Miroku aprì la bocca diverse volte senza tuttavia dire qualcosa, ma anche se lo avesse fatto, non sarebbe riuscito a far cambiare idea a Inuyasha.

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“ ALLARME, ALLARME, IL PRIGIONIERO E’ FUGGITO”, l’urlo della guardia perforò il profondo silenzio nel quale era sprofondato il palazzo, svegliando tutti quelli che dormivano tra le sue possenti mura.

Kagome si mise a sedere sul letto di scatto si guardò a torno alla ricerca di Kikio, si spaventò nel vedere il letto vuoto, poi finalmente la vide in piedi di fronte alla finestra.

La lunga camicia da notte bianca le aderiva al corpo esile, evidenziando maggiormente le curve della fanciulla, i lunghi capelli corvini,che solitamente, usava portali raccolti le arrivavano sino ai glutei e danzavano nell’aria a causa del vento.

“ Kikio cosa fai li davanti al balcone?” “ Osservo nostro padre, devo dire che così furioso non lo avevo mai visto, neanche dopo il vostro piccolo diverbio”.

Kagome scese dal letto a piedi nudi e si diresse verso la sorella, ma solo dopo aver messo una vestaglia, aveva freddo, o meglio il suo corpo era scosso da brividi di paura, se suo padre avesse saputo la verità ella sarebbe stata nei guai fino al collo.

“ Hai ragione Kikio nostro padre è furioso, non lo avevo mai visto così. Tu ne conosci il motivo?” “ Si e anche tu Kagome” disse tagliente, per un momento un battito del suo cuore venne meno, sua sorella sapeva “ Se solo usassi un po’ più di cervello, vedresti che la prigione e priva del suo prigioniero. In poche parole qualcuno deve averlo liberato, e quando nostro padre lo  scoprirà per lui non ci sarà altro che la forca”, Kagome sospirò sollevata sua sorella non sospettava di nulla.

“ Non dire così nostro padre non è un assassino” rispose indignata “ No certo che no Kagome, ma il consiglio vorrà la sua morte”.

Lo sguardo della sorella tornò a posarsi sul cortile pensierosa, “ Già da tempo il consiglio acquista potere, mentre il re lo perde, tu stessa ne sei caduta vittima. Mi chiedo se è destino della famiglia reale scomparire per mano della nostra maledizione”.

Kagome non trovò la forza di rispondere, trovava quelle parole veritiere, osservò per la prima volta Kikio e  per la prima volta, vide in lei solo sofferenza e una profonda malinconia, si avvicinò  a lei e la abbracciò di spalle.

“ Kagome cosa fai?” parlò sorpresa la ragazza, “ Sono stata cieca, anche tu come me stai soffrendo molto e io non me ne sono mai accorta” la principessa sorrise a quel gesto e accarezzò con le sue mani quelle della sorella.

Kikio sorrise e portò la mente lontano agli anni della loro infanzia, prima di iniziare la loro “ guerra” loro erano state molto unite, non che ora volesse male a Kagome, ma cera qualcosa che la spingeva a trattarla male e se solo provava a non farlo, il bracciale che portava al polso era come se le stesse bruciando l’anima.

“ Kagome ti voglio bene” Kikio avrebbe tanto voluto dirle quelle parole, ma il silenzio nelle quali si trovavano ora valeva più di mille parole.

Continua…. 

 

  
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