Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Merit    02/10/2004    14 recensioni
L’uomo in un primo momento sorrise alla vista delle sue figlie, ma poi quando notò i due braccialetti si voltò verso la moglie scuro in volto, “ Cosa sono quei bracciali? Non sarà mica…” “ Si amore mio, le nostre piccole sono vittime della maledizione, oh caro sono così indifese.” ...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I DUE BRACCIALI INCANTATI

I DUE BRACCIALI INCANTATI

 

Tutto ebbe inizio sei anni prima della nascita delle due principesse di Nagashira, quando il re loro padre riuscì a  portare la pace nel dopo anni di conflitto a portare la pace, sposando la principessa del regno nemico. L’unione dei due regni, rappresentati dai due nuovi sovrani, doveva essere benedetta dalle due popolazioni e dagli dei, ma così non accadde.

Alla cerimonia di incoronazione un potente demone, vestito da una pelliccia di babbuini bianca, maledì la giovane coppia, essi non avrebbero avuto figli maschi, ma questo non era tutto, hai polsi della bambina sarebbero apparsi dei bracciali d’oro che, se tolti, avrebbero causato la sua morte e la completa distruzione del regno.

Da allora erano passati dieci e lunghi anni e tutti  parvero dimenticare il triste episodio, e con il passare degli anni alcuni nobili iniziarono a cospirare contro il re e la regina Higurashi, ma tutto ancora una volta parve finire a lieto fine.

La regina dopo dieci lunghi anni, partorì un erede al trono, ma quella non fu una lieta notizia.

“ Maestà la regina ha appena dato alla luce due splendide bambine, la regina chiede se potete andare da lei”, il re sorrise felice alla serva prima di rispondere, mentre egli si recava dalla propria consorte notò che la gioia della nascita di un erede era sentita con gioia anche dai suoi servitori.

 Una volta giunto davanti alla porta della camera egli bussò due volte prima di entrare nella camera da letto, “ Avanti”  disse una voce armoniosa e dolce, voce che apparteneva alla sovrana, “ Per quale motivo mi hai fatto chiamare mia cara?” domandò l’uomo.

“ Per mostrarti una cosa amore mio” rispose la donna alzandosi dal letto, con uno sguardo incomprensibile sul volto, “ Mia dolce regina cosa ti turba?” disse preoccupato. La donna non rispose subito si avvicinò alla culla, il suo sguardo si raddolcì di colpo, quando, con le sue mani, aprì la tenda del lettino dove dormivano due splende bambine; entrambe le neonate portavano al braccio un lungo bracciale d’oro sul quale vi era incastonata una gemma preziosa.

L’uomo in un primo momento sorrise alla vista delle sue figlie, ma poi quando notò i due braccialetti si voltò verso la moglie scuro in volto, “ Cosa sono quei bracciali? Non sarà mica…” “ Si amore mio, le nostre piccole sono vittime della maledizione, oh caro sono così indifese.” .

Il marito la strinse a se dolcemente, poi le disse guardando le proprie figlie dormienti, “ Non preoccuparti troveremo il modo per salvarle, dimmi ora hai già dato a loro un nome?”, la regina accarezzò la guancia di una figlia “ Si, quella con la perla rosa si chiama Kikio mentre quella con la pietra azzurra si chiama Kagome” .

Da quel giorno passarono sedici lunghi anni e alla due principesse venne insegnato di non levare mai quel braccialetto, se non volevano morire, ma quello non era l’unico insegnamento che le venne impartito; entrambe vennero educate da precettrici a comportarsi secondo il loro rango, ma le due ragazze avevano due caratteri differenti.

Kikio e Kagome erano gemelle, ma solo se si guardava l’aspetto esteriore, poiché entrambe erano molto diverse, Kikio era stata scelta come nuova futura regina, scelta adatta, poiché la fanciulla, ambiziosa come era non vedeva l’ora di salire al potere. Cinica e calcolatrice ammaliava con i suoi modi ingentiliti le persone che la circondavano.

Kagome dal canto suo era sempre stata molto indisciplinata e incline a seguire il protocollo reale, anche il suo destino era stato scelto quella mattina dal maggior consiglio, e il padre seppur contrario dovette fare la scelta più giusta.

Il re si stava recando nel giardino sulla terrazza situata al lato ovest del palazzo, sapeva che quello era il luogo preferito dove la figlia si andava a rifugiare, entrò nella sala e proprio lì, seduta su una panchina di marmo c’era la sua adorata figliola.

I lunghi capelli color dell’ebano le ricadevano ribelli, come se rispecchiassero un lato del suo carattere, lungo e oltre le spalle, vestiva con dei pantaloni a vita bassa larghi azzurri e una maglia aderente e prive di maniche  le lasciava scoperta buona parte del suo addome; il velo che per volere del padre doveva ricoprirle il volto era pendeva ad un lato del suo viso. Tra le mani candide teneva una rosa rossa, lo sguardo del padre cadde subito su quel bracciale, quanto avrebbe voluto evitare quella maledizione alle sue figlie, quanto avrebbe voluto renderle veramente felici, specialmente la sua Kagome che spesso veniva a versar lacrime amare a causa delle ingiustizie che lei e sua sorella subivano.

“ Mia piccola Kagome lo sai che anche tu che  come tua sorella devi tenere celato il tuo volto, possibile che anche tu, una buona volta, come Kikio non possa seguire le regole del protocollo?” disse il re sedendosi vicino alla figlia, la ragazza si voltò e posò i suoi dolci occhi nocciola su quelli del padre. “ Padre mio io non è mia intenzione disubbidire le vostre regole, ma queste norme che mi imponete sono troppo restrittive…” “ Kagome so bene come la pensi, ma ricorda tu sei una principessa e come tale tu devi comportarti, guarda tua sorella, lei sa bene quale è il suo ruolo e si comporta come è consono alla sua posizione.” Disse prendendo tra le sue  mani quelle della figlia. “ Si lo so bene ma…” il padre ancora una volta non le diede il tempo di rispondere,   “ Ormai non sei più una bambina e anche tu, come tua sorella devi accettare il tuo destino” “ Non riesco a capirvi padre” rispose la fanciulla guardando il re, suo padre, con uno espressione enigmatica. “ Sto cercando di dirti che al finire dell’estate tu ti sposerai con  il nobile Naraku.”

Kagome si alzo in piedi di scatto lasciando cadere la rosa che teneva in mano  urlando “ IO NON SPOSERO’ QUALCUNO CHE NON AMO” ,  “ Qui non vi è in ballo l’amore, ma la salvezza del regno,  Naraku sta cercando di ribellarsi a me, se egli attaccherà il regno con il suo potente esercito di demoni, per noi sarà la fine. “ rispose placidamente il sovrano.

“ VOI NON POTETE FARMI QUESTO, NON POTETE ABBANDORMI PER STIPULARE UN CONTRATTO, IO NON LO AMO, NON LO SPOSERO’ MAI” continuava ad urlare la ragazza, il padre si alzò in piedi a sua volta e le diede  uno schiaffo, “ Tu farai ciò che è stato deciso, e se  per farlo dovrò usare la forza,sappi  che io la userò. Rimarrai chiusa nelle tue stanze fino a che non arriverà il giorno delle nozze, e per nessun motivo potrai recarti in giro liberamente nel palazzo.”
La ragazza teneva entrambe le mai appoggiate sulla guancia offesa, i suoi occhi si velarono di lacrime mentre il padre le diceva quelle dure parole, mai fino da allora lui l’aveva picchiata, e mai prima da allora le aveva parlato in quel modo duro. Corse verso le sue stanze, in un mare di lacrime, lasciando il sovrano avvilito per ciò che aveva appena fatto,ma non poteva redimersi da quella decisione, Kagome doveva capirlo.

…………………………….@@@@@@@@@@@@@……………………………

 

Due figure ricoperte da due neri mantelli cavalcavano vicino ai pressi del palazzo reale, avvolti nella oscurità della notte, essi si guardavano intorno con fare sospetto, “ Questa notte attaccheremo di fuggita il castello e ci approprieremo dei tesori che  vi sono contenuti e lo distribuiremo tra la popolazione” a parlare fu l’uomo incappucciato su un cavallo nero, “ Come vuoi Inuyasha lo sai che puoi contare su di me.” “ Miroku se accadesse qualcosa voglio che tu te ne vada via immediatamente” continuò serio, il giovane che stava al suo fianco lo guardò un attimo prima di rispondergli un si.

I due entrarono cauti arrampicandosi su per delle mura nel più totale silenzio, poi si recarono senza farsi notare dalle guardie all’interno del palazzo reale.

Inuyasha si scoprì il volto dal pesante cappuccio che indossava, i suoi lunghi capelli d’argento brillavano sotto i timidi raggi della luna, le sue buffe orecchie da cane erano tese allerta per sentire anche il più piccolo rumore.

Il giovane sebbene fosse di origini nobili, di recente si era ribellato alla famiglia reale, egli odiava il re e tutti i suoi componenti reali, li odiava tutti dal primo all’ultimo, poiché fu per conto del suo sovrano che la sua famiglia fu sterminata. E lui non poteva non ricordare quel giorno.

 

………………………………….Inizio flashback……………………………………...

 

Inuyasha passeggiava a cavallo, al fianco del suo amico Miroku, presso il suo podere, sulle sue spalle, vi era appesa una faretra e un arco da caccia, amava cavalcare sul suo destriero nero, dono del padre.  

Egli era figlio di un potente nobile demone che si era alleato al sovrano Higurashi, poiché stanco di guerreggiare, nonostante ciò egli non era un demone completo come il padre. Sua madre ormai morta da diversi anni era una nobile umana,  per tale motivo nel suo sangue scorreva sia quello umano e quello demoniaco.  Odiava quella sua situazione poiché si sentiva incompleto, non era ne umano, ne un demone era un ibrido, costretto a vivere tra due razze distinte.

“ Inuyasha fra poco saremo a casa” lo destò Miroku dai suoi pensieri, “ Amico mio conosco bene il mio podere, non c’è bisogno che tu mi dica dove ci troviamo” , “ Lo so benissimo, ma sono stufo di stare in compagnia di un musone” replicò il giovane.

“ Allora potevi rimanere con Sango oppure sei scappato da lei ancora una volta? Confessa ti ha beccato mentre facevi il cascamorto con qualche serva o damigella?”

chiese con fare pungente sorridendo beffardo e serrando gli occhi color dell’oro in piccole fessure. Il giovane si azzittì ammettendo in quel modo di essere stato colto in fragrante.   “ Ah lo dicevo io, quella Sango ti ama davvero sei fortunato Miroku” sorrise divertito vedendo il suo amico arrossire imbarazzato sapeva che anche lui ricambiava la ragazza, e che si comportava in quel modo solo per vedere come reagiva lei.

Risero e scherzarono per tutto il viaggio fino a che non furono davanti a casa loro, il giovane mezzo demone si ritrovò di fronte alla sua famiglia sterminata e non solo, anche i suoi servi e tutti quelli che vi dimoravano vennero uccisi.

Miroku con il cuore in gola chiamava e cercava la sua Sango, lei sola fu l’unica superstite di quella strage, ma da quel giorno ella non fu più la stessa, come non lo fu più Miroku; anch’egli era cambiato si era chiuso in se stesso e nessuno avrebbe aperto mai più la porta  la porta del suo cuore

………………………………….Fine flashback……………………………………….

 

Era immerso nei suoi pensieri quando si accorse di essere finito nei guai, era stato scoperto, ma lui non avrebbe esitato a morire per salvare l’amico, e così fu ingaggiato un duello con le guardie, tutti gli abitanti del castello furono svegliati dalle urla di battaglia. Le due principesse si misero subito a sedere sul letto e aspettarono all’erta e  si alzarono, “ Kikio dove vai?” chiese Kagome, “ Mi sembra ovvio vado a vedere cosa sta accadendo, tu non vieni?”. Kagome rimase in silenzio poi stringendo convulsamente le lenzuola del suo letto, poi ella continuò “ Ah già mi dispiace tu sei in punizione,non  puoi uscire” poi Kikio si portò una mano alla bocca mentre rideva divertita dell’accaduto.

Era sempre stato così anche sin da piccola, lei molte volte era stata sgridata da tutti perché sua sorella la metteva sempre nei guai, e quando ciò avveniva, lei rideva divertita. “ Guarda che anche tu non puoi uscire sorella, lo sai bene anche tu” Kikio si fermò di fronte alla porta, “ Kagome non dirmi cosa devo fare” rispose secca lei, poi si mise il suo velo rosso che le copriva il volto.  Kagome era furiosa, tremava per la rabbia voleva ad ogni costo uscire, ma non lo fece si mise a letto e aspetto il mattino seguente.

……………….@@@@@@@@@@@@@@@@………………………………….

 

Quella mattina dopo essersi fatta il bagno e rivestita uscì sul balcone della sua camera e ciò che fide dal balcone la fece star male, nel cortile sottostante vi era una  gabbia, al suo interno vi era un giovane dai lunghi capelli d’argento, e due buffe orecchie da cane sulla testa.  Si mise dietro la colonna come se quel giovane avesse potuto vederla in volto, era arrossita visibilmente senza saperne il motivo, chiamò una serva la quale le disse il nome del prigioniero.

“ Sorella perché tanto interesse per il prigioniero chiamato Inuyasha? “ chiese gelidamente Kikio dopo essere rientrata nella camere. “ Niente sorella volevo conoscere il nome di colui che questa notte si è permesso di entrare a palazzo.” “ Solo questo?” continuò la ragazza guardandola in volto, Kagome si sentì a disagio a sostenere lo sguardo di Kikio, ma per questa volta vi riuscì.

“ Nostro padre è ancora furioso con te sorella non credo che ti permetterà di uscire fino al giorno delle tue nozze”, Kagome si portò le braccia lungo i fianchi, le mani erano strette a pugno, mentre i suoi occhi brillavano per la rabbia. “ Inoltre il tuo futuro sposo ha espresso il desiderio di far giustiziare quel prigioniero. Sei fortunata Kagome, Naraku sta dimostrando molto interesse alla vita della sua futura sposa” disse prima di allontanarsi.

Quando Kikio se ne fu andata via Kagome si rimise a guardare verso il porticato, se solo avesse potuto avrebbe liberato il prigioniero, non poteva permettere che quel prigioniero potesse morire.  Non si racapacitava del fatto che suo padre potesse averla promessa in sposa a un mostro così sanguinario, si perché era quello che Naraku le era parso sin dall’inizio.

Si affacciò al balcone e guardò ancora verso la finestra e guardò verso il prigioniero, si Kagome aveva ormai deciso, e niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea, avrebbe liberato Inuyasha e lo avrebbe fatto stanotte stessa.

Come se si fosse sentito osservato Inuyasha la guardò in pieno volto; nonostante ella era coperta dal velo che le lasciava scoperto solo gli occhi, si sentì trapassare da quello sguardo deciso.

Kagome sostenne il suo sguardo poi vinta rientrò in casa, si era decisa se ella non poteva liberarlo, lo avrebbe fatto fuggire.

 

Continua….

 

 

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Merit