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Autore: nathalia97    19/08/2013    2 recensioni
"No-non so... L'unica cosa che posso dirti è che quando ci sei tu, tutto è migliore, tutto è più bello. È come se tornassi quel ragazzino spensierato, che non vedeva sua madre, ogni sera, picchiata, che non veniva picchiato... è come se tu riuscissi con un solo sorriso, un semplice 'ciao' a togliere tutto il male che c'è in me... è come se il mostro che ho dentro si fosse legato al tuo angelo con un filo indistruttibile... come se il mio demone avesse trovato la propria casa con la tua creatura celestiale... non so perché ti voglio lì con me, ma so che starei molto meglio sapendo che stai sotto le mie ali e che sei al sicuro... è tutto più bello quando ci sei tu, Summer." -JUSTIN.
"Gli occhi sono l'anima delle persone: non mentono mai, Summer." -BRIAN.
"Quando avrai l'onere di conoscerlo, sentirai il bisogno di averlo sempre vicino a te!" -JAZMYN.
"Quando avrai il privilegio di conoscerla, non riuscirai mai più a chiudere gli occhi e a non vederla nella sua bellezza!" -JAZMYN.
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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ATTENTION, PLEASE.

Okay, comincio col salutarvi tutte :D

So che siete in tante a seguire la storia (vi posso vedere muahahah) ma in poche lo recensionate e, così facendo, non posso sapere cosa ne pensate, se vi piace oppure no, se pensate che sia bella come storia oppure no... Insomma, mi farebbe tanto piacere scoprire cosa vi passa per quelle vostre teste e mi renderebbe tanto, tanto, tanto, felice :3

Comuuuunque, passando a cose serie (non che le recensioni non lo siano u.u), partirò sabato, 24, e tornerò solo la settimana successiva, il 31 per essere precisi, perciò non potrò aggiornare :( 

PER QUEEESTO CHE.... ho scritto un capitolo lunghissimo e che spero vi piace.

Per adesso la storia è tranquilla e del 'lavoro' di Justin nemmeno l'ombra, ma qualcosa andrà storto anzi, tante cose andranno storte. Nuovi personaggi entreranno in scena, mentre qui sotto ne conoscerete altri.

Colpi di scena sorprenderano la storia. Purtroppo per voi ho una mentre molto maligna perciò stati attenti.

Se prima eravate tranquille, cominciate a preoccuparvi. La tranquillità non conosce la casa Bieber.

Detto ciò vi consiglio di preparare la mente per i prossimi capitoli, ma per ora vi lascio questo che è la tranquillità scritta, in un certo senso :3

 

Vi saluto augurandovi buona lettura e buone vacanze o almeno quello che ci resta .-. 


se volete chiedermi qualcosa, vi lascio il mio profilo facebook

https://www.facebook.com/nathalia.g.cristenson

 

 

 
Quando ci si innamora è come se si tornasse ragazzini.

"Tutti da lei si aspettavano la solita risposta
e lei, per non deluderli, diceva sempre: 'Io
tutto a posto, parlami di te, perché stai male?'
"

-Tumblr.



CAPITOLO QUATTRO.


 

"Dai Justin. Non puoi avere sempre quel muso. È passato due anni dall'ultima volta che ti abbiamo visto sorridere" gli disse un ragazzo di 19 anni dai capelli biondo platino ed occhi verdi, ma Justin non gli diede retta e continuò a tener d'occhio la carne sul barbecue.
"Ha ragione Brian, Justin. Sei sempre con quella faccia" intervenne l'altro ragazzo, anche lui sui 19, dai capelli biondi ed occhi azzurri.
"Non ci mettere anche tu, Tyler. Per carità." Justin rispose bruscamente.
"Non ti scaldare." intervenne un terzo, -il maggiore- dai capelli castani ed occhi verdi "Però ti prometto che, se entro questa sera non vedrò almeno un sorriso da parte tua, ti porterò da una psicologa" lo minacciò.


Mentre quel barbecue era già iniziati, dall'altra parte di quella piccola città, Summer era davanti al proprio armadio da ormai quasi un'ora. Non sapeva cosa indossare per la serata a casa di Justin. Il giorno precedente, dopo aver mangiato i suoi ottimi pancake ed aver visto uno dei più bel film di tutti i tempi, Titanic, coccolati sul divano, lui l'aveva invitata a casa sua per una serata tra amici, per festeggiare la guarigione di Jazmyn e lei accettò molto volentieri. 
E finalmente, dopo altri 10 minuti, scelse dei jeans scuri stretti, una canottiera bianca, con sopra una camicia jeans con le maniche arrotolate per tre quarti, e ai piedi dei tacchi 10 bianchi. I capelli mossi li lasciò sciolti, con solo la frangia legata in dietro. Si truccò leggermente: un filo di matita nera sotto ed un tocco di eyeliner a dare l'effetto 'occhio di gatto'. Il gloss prima di uscire ed era perfetta.
Salì sulla sua Ranger Rover bianca e partì verso casa Bieber, sorridente come non mai. 
In 10 minuti era già arrivata e stava già suonando alla porta. Da fuori si sentiva solo il ronzio della musica, ma quando Jazmyn le venne ad aprire, la musica dance si sentì più forte.
Lei e Jazzy si abbracciarono e si vedeva che quest'ultima stava molto meglio dall'ultima volta che l'aveva vista. Non era più pallida e quei suoi occhi azzurri erano tornati a brillare. Era vestita come una normale adolescente: jeans stretti, una maglia leggermente scollata e ai piedi, le inconfondibile, All Star bianche. Era bellissima, come sempre.
La fece entrare subito dopo e la accompagnò ad una porta di vetro che portava al giardino. Poté sentire la conversazione che alcuni ragazzi provavano a fare con Justin, -che era di spalle, ma che lei riconobbe lo stesso-, senza grande successo.
Sentì uno, quello che le era parso il maggiore, parlare "Non ti scaldare. Però ti prometto che, se entro questa sera non vedrò almeno un sorriso da parte tua, ti porterò da una psicologa" per lei era l'entrata perfetta.
"Se cercate una psicologa, io sono disponibile" a quella voce, Justin si girò verso la porta, come tutti gli altri presenti. Per lui era stato come rinascere dopo aver visto la morte passare davanti. La trovava a dir poca stupenda e poi lei era lì, appoggiata sullo spigolo della porta, con le braccia conserte, sorridente. Quel sorriso. Quel sorriso gli provocò un'altra volta qualcosa dentro di sé, che venne raddoppiato quando i loro sguardi si incontrarono e fu lì, in quel preciso istante, che lui capì di sentire, per la prima volta in vita sua, le così dette farfalle nello stomaco. E, al solo pensiero che era stata lei a provocarle, sorrise. Un sorriso che agli occhi di tutti era il primo dopo tantissimo tempo, ma agli occhi di lei, era solo l'ennesimo di tanti altri sorrisi da mozzafiato.
Steven, quello che agli occhi di lei era il maggiore, notò la reazione che quella giovane donna, appena entrata in casa, provocò al amico e decise di stare un po' al gioco, tanto per vedere come si sarebbe comportato Justin, ancora fermo a guardarla.
Le sorrise educatamente "E fino a che fascia di età ha i suoi pazienti?" le chiese. "Fino ai 18" rispose sorridente all'uomo. "Beh, allora credo che il nostro Bieber sia nella fascia se contiamo per mentalità. La sua arriva ai 5" scherzò lui, flirtando allo stesso tempo, sapendo che se mai avesse detto una cosa simile prima, Justin si sarebbe infuriato, invece quella volta lui fece tutt'altro. Si avvicinò a Summer dandole un bacio sulla guancia in segno di saluto ed abbracciandola da dietro, avvolgendo le sue possente braccia intorno alla sulla vita facendo intrecciare le loro mani e mettendo il mento sulla sua spalla destra, guardando l'amico Steven. "Non ci provare, amico. Lei è mia." lo minacciò scherzando e sorrise quando notò il rossore sulle guancia di Summer.
L'uomo alzò le mani in segno di resa "Dicevo soltanto" si difese prima di continuare "E poi penso che sarebbe perfetta come tua psicologa. Ha sicuramente più successo di noi a farti sorridere." erano parole scherzose, ma le pensava veramente. Quella donna era riuscita a far sorridere Justin due volte consecutive in meno di 5 minuti, mentre loro nemmeno una volta in 2 anni. Sapeva che le donne avevano 'super poteri' ma non aveva mai pensato fino a quel punto.
"A me andrebbe più che bene. E a te, piccola?" confermò Justin l'affermazione del castano e facendo arrossire ancora di più Summer, se mai fosse stato possibile, con il nomignolo che le aveva dato nella sua domanda. Lei, non sapendo che fare, si liberò dalla presa e, sotto lo sguardo vigile di tutti, si avvicinò al barbecue prendendo la 'forchettona' e girando la carne dall'altro lato "Bravo, Bieber. Fai bruciare le bistecche" lo rimproverò cambiando totalmente discorso. Successivamente si sentì stringere la vita da due grosse mani che riconobbe subito. Si girò verso di lui ed il loro sguardi si incontrarono nuovamente. Loro comunicavano così, solo guardandosi negli occhi senza proferire parola perché loro due, più di chiunque, sapevano che: 'uno sguardo vale più di mille parole'.
Un colpo di tosse li riportò alla realtà. Summer abbassò frettolosamente la testa per l'imbarazzo mentre Justin le prese la mano e, sorridendo a tutti, si avvicinò a quel gruppo di persone che non facevano altro che fissarli, come se quei due fossero la cosa più bella che avessero mai visto in vita loro.Justin la strinse a sé per i fianchi una volta fermi e si schiarì la voce prima di parlare e cominciare a presentarle la compagnia. "Allora, lui è Steven King, il simpaticone che ci provava con te" indicò il ragazzo che sorrise divertito "Nonostante abbia una ragazza" continuò punzecchiandolo "Brianna Lopez" indicò una ragazza alta dai capelli biondi ed occhi azzurri che lanciava uno sguardo assassino al suo presunto ragazzo. Summer le sorrise in segno di saluto ma non venne ricambiata. "Lui invece è Tyler Williams, il combina guai del gruppo." le presentò un ragazzo sui 20 anni, biondo ed occhi azzurri. "La ragazza di fianco è Victoria Sullivan" la indicò "La sua ragazza" precisò lei sorridendole amichevolmente. Summer annuì e Justin passò agli altri ragazzi "Loro sono Matthew Evans, Juan Diaz e Brian Long, i tre farfalloni" i tre le sorrisero maliziosamente ma lei non disse e non fece niente, però doveva ammettere che erano dei fighi da paura. Sarebbe cascata ai loro piedi se non fosse stata fidanzata. "E lui è Seth Cooper" la riportò alla realtà presentandole un ragazzo dai capelli castani ed occhi azzurri "Il romanticone" precisò poi. Una ragazza sbuffò "Solo apparenza" borbottò attirando la attenzione di tutti "E lei è la ex di Seth. Allison Ross, quella che, a quanto pare, non se ne leva dalle palle nonostante nessuno la vuole" e la guardò in modo cagnesco.
"Già, abbiamo anche una testa di cazzo nel 'club', sai?" Allison domandò a Summer riferendosi a Justin. Lei non disse e non fece niente, si limitò a sorriderle falsamente.
Quando Justin finì di presentarle tutti, li invitò a sedersi sull'immenso tavolo di legno piazzato in mezzo al giardino, vicino alla enorme piscina. Lei si sedette con Jazmyn a destra ed il posto vuoto a sinistra, in attesa dell'arrivo di Jaxon. Di fronte aveva Justin che stava servendo in tavola. "Sai, noi ancora non sappiamo come ti chiami" disse Seth alla donna. "Summer. Summer Jones" rispose sorridendo.
"Lo sapevo. Te lo avevo detto io" esclamò Victoria a Tyler, per poi rivolgersi a Summer "Sei la futura sposa di Dylan Verone, non è vero?" le domandò e lei annuì leggermente con la testa china a guardare la sua bistecca sul suo piatto. "Ho sempre voluto sapere come ti ha chiesto di sposarlo" proseguì il discorso Allison con occhi sognanti.
Summer sorrise ripensando a quel giorno "Era l'ultimo dall'anno." cominciò a spiegare lei mentre le immagini di quella sera le tornavano in testa "Eravamo tutti a casa di Luis Verone a festeggiare, con famigliari e amici. Quando mancava esattamente un minuto a mezza notte, Dylan attirò l'attenzione di tutti, si mise in ginocchio davanti a me e mi fece un brevissimo discorso e quando si sentì il campanile suonare, mi fece la fatidica domanda. I fuochi d'artifici erano in cielo e si vedevano benissimo dalla ampia finestra dietro di me e lui. Sembrava una scena da film" rispose senza mai distogliere lo sguardo dal piatto e sorridendo.
"Lo ami?" domandò la terza ragazza del gruppo, Brianna, dopo un'istante di religioso silenzio. A quella domanda tutti si fermarono a guardala in attesa della risposta. Proseguì alcuni minuti di silenzio prima che Summer alzasse la testa, ma se ne pentì subito. Incontrò quei occhi mieli che la guardava in cerca di risposta. Si sentiva il respiro mancare. Non era certa della risposta. Prima lo era e sarebbe stata capace di mettere la mano sul fuoco per provare il suo amore per Dylan, ma adesso era una storia diversa, questa volta c'era di mezzo Justin. Non sapeva spiegarsi il perché, ma sentiva qualcosa per Justin, anche se ancora non sapeva cosa.
"Credo di sì" sussurrò con insicurezza quelle tre parole.
Per un istante le era apparso di vedere la delusione da parte degli altri, ma decise di accantonare quella sua assurda idea da parte. Rimasero tutti zitti per un momento, poi Juan provò a rallegrare la situazione e, dopo vari tentativi, la situazione era ritornata stabile.
"Allora, Summer. Ho sempre sentito parlare di tua madre, ma di tuo padre mai" le disse Matthew per fare conversazione ma lei sapeva che, leggendo fra gli spazi, si riusciva a percepire la curiosità di sapere di lui. "I miei sono divorziati" rispose alzando la testa verso di lui che era seduto di fianco a Justin, accennando ad un sorriso pieno di tristezza. "Mi dispiace" le sussurrò, ma lei scosse la testa come per dire 'fa niente'.
Summer sospirò per l'argomento che era venuto fuori. Ogni volta che le chiedevano di suo padre, le veniva voglia di piangere, i susseguirsi dei fatti avvenuti in passato le tornavano in mente e lei non riusciva a trattenersi i sentimenti dentro. Raccontava la storia alla prima persona che le capitava di fronte, perché per quei pochi minuti le sembrava di togliersi un peso dal petto e si sentiva sollevata, e non tradita da colui che sarebbe dovuto essere l'uomo preferito nella vita di una donna. Ed era quello che accede dopo.
Una lacrima le rigò il viso nascosto dai suoi lunghi capelli e prese un profondo respiro prima di parlare "Il matrimonio fra i miei genitori non era vista da buon occhio dai miei nonni" disse fissando il piatto con il suo pezzo di lasagna "Mia madre era di nobel famiglia mentre mio padre un semplice meccanico" spiegò lei. "I miei si sposarono di nascosto da tutto e tutti e quando i miei nonni lo vennero a sapere, ormai non potevano fare più niente: mamma era incinta" sorrise pensando a come potessero essere stati felice in quel momento della loro vita i suoi genitori. "Erano la coppia più felice che chiunque avesse mai visto, ma quella tranquillità durò fino ai miei due anni, quando mio padre cominciò a bere molto. Spesso, quando tornava dal lavoro, era incapace di tenersi in piedi e Sarah, mia madre, riuscì a supportare quella situazione fino ai miei 5 anni anzi, 4 anni e 364 giorni" divenne triste "Era il giorno prima del mio compleanno e quella mattina mi ero svegliata di buon umore, ma tutto svanì quando mio padre tornò a casa quella sera. Sarah gli aveva preparato le valigie e messe davanti alla porta, io non capivo ma lui sì. Mi ricordo del suo sguardo mentre guardava mamma. Era come se chiedesse perdono, ma mia madre non ci cascò, perciò prese le sue valigie ed aprì la porta. Prima di uscire si girò verso di me e mi sorrise leggermente e mi sussurrò un flebile 'ti amo, principessa mia' ed uscì, chiudendosi la porta dietro" le lacrime cadevano, una dopo l'altra, come la pioggia, goccia per goccia. "Ci mise un po' a capire quel che era successo e quando accade, corsi fuori in sua ricerca ma non lo trovai. Decise di sedermi sugli scalini ad aspettarlo, ma lui non tornò mai. Restai fuori 3 giorni, mia madre se ne fregava. Stava in camera sua a piangere, perché in fondo amava mio padre e quando lui se ne andò vedeva in me lui e cominciò ad odiarmi. Faceva la finta madre premurosa, ma io sapevo bene che non le interessava di me, mi odiava e mi odia tuttora" ormai non riusciva a trattenersi e non voleva farsi vedere dagli altri piangere, si sentiva troppo in imbarazzo e debole. "Scusatemi" sussurrò prima di alzarsi e correre dentro casa. Salì le scale al piano di sopra e, controllando alcune porte, trovò il bagno. Ci entrò e si chiuse dentro. Si appoggiò alla porta e scivolò giù. Si portò le gambe al petto circondandole con le sue braccia e nascondendo la testa fra esse.
Non passarono 2 minuti che bussarono alla porta. "Occupato" rispose con voce flebile.
"Summer, ti prego. Aprimi" una voce al di là la supplicò e lei la riconobbe subito. Si alzò piano e girò la chiave. Aspettò che la persona dall'altra parte aprisse la porta. Come se quel qualcuno stesse andando in trincea, entrò dentro in bagno,  incrociando subito i loro sguardi. Summer non riuscì a trattenersi più e si fiondò  fra le braccia di Justin, singhiozzando rumorosamente. "Shh piccola. Ci sono adesso io qui con te" le disse dolcemente mentre le accarezzava i capelli ed in quel momento, le tornò in mente nuovamente suo padre. "Me lo faceva sempre quando ero piccola" sussurrò con un velo di tristezza che non riuscì a nascondere.
Justin si staccò leggermente e lentamente da lei, appoggiando le sue due grandi mani sulle sue spalle. Ebbe così la possibilità di ammirare quei occhi che a viso di tutti erano di un semplice castano ma che ai suoi, erano la sua salvezza. Prima che arrivasse lei non sorrideva e non rideva, ma quando i loro sguardi si incontrarono per la prima volta, le emozioni erano tornate a prendere i rispettivi posti. Per questo si sentì perdere un battito quando vide le lacrime di Summer ed un altro quando si alzò da tavola correndo. Si sentiva in debito con lei. In fondo era stata lei a farlo uscire da quella specie di stato 'trance' in cui si trovava.
Ormai aveva visto tante lacrime versate dalle persone che lui amava in vita sua, che non voleva vedere nemmeno quelle di Summer. Sapeva che l'aveva conosciuta pochi giorni prima, ma era già diventata importante per lui.
Non si era accorto di star fissando ancora Summer finché non le scappò una risatina  e quello lo fece sorridere leggermente. "Che c'è?" le chiese.
Lei alzò le spalle con nonchalance e sorrise "Avevi uno sguardo così serio, che però non ti si addice molto, sai?" lo provocò un po'.
"Sul serio?" chiese fingendosi scioccato portandosi una mano sul cuore "Ed io che pensavo di essere sexy" la stuzzicò lui con voce bassa e roca, mettendole le mani sui suoi fianchi.
Tenevano ancora un contato visivo "Non devi fare una faccia seria per essere sexy, lo sei già anche quando fai le facce buffe. Lo saresti anche vestito da nerd" arrossì per le sue stesse parole subito dopo, quando si rese conto di quello che aveva appena detto. Non sapeva nemmeno perché lo disse. Abbassò immediatamente la testa, ma lui, mettendole l'indice ed il medio sotto il suo mento, la fece alzare ,"Non vergognarti, sei carina quando arrossisci" le disse per poi lanciarle il sorriso più bello e dolce che aveva nel suo archivio, facendo prendere un colorito più scuro alle sue guance, se mai fosse stato possibile "Non mi aiuti molto così, sai?"gli chiese sarcastica. Justin semplicemente ridacchiò e alzò le spalle.
Ormai Summer non si sentiva triste e si era persa a fissare quei occhi di un colorito tra l'ocra, il miele e il caramello. Ogni volta che li guardava ci trovava un particolare. Così piccoli ma così grandi. Era sicura che dentro ad essi ci fosse un nuovo mondo, un nuovo universo, in cui a soli pochi era concesso l'accesso e lei sentiva di essere una di quelle poche.

 

****

 

"Ti prego, non farlo" la supplicò Justin, mentre lei buttava giù l'ennesimo bicchiere di vino in gola.
"Di far che?" chiese nonostante sapesse già la risposta ma di cui non ne era sicura.
"Di bere per provare a placare il dolore" le spiegò.
Lei scoppiò in un risata, in fondo non aveva fatto altro da quando aveva cominciato a ballare con Justin "Dolore? Dolore per mio padre?" chiese e lui annuì "Forse, ma tanto so che nemmeno una bottiglia di tequila mista a vodka riuscirebbe a fermare il dolore, ma come si dice: provar non nuoce" sorrise divertita e si girò verso gli altri che erano ancora seduti a tavola che li guardavano. Forse non stavano veramente ballando. Justin stava provando a farla ragionare, ma ormai per lei era troppo tardi.

"Avete della tequila?" chiese al gruppo che non rispose però "Va bene anche la vodka" riprovò ma senza alcun successo "Va bene, va bene" alzò le mani in alto in segno di resa, scocciata.
Si allontanò da loro e si avvicinò alla piscina. Si tolse i tacchi e la camicia jeans e quando stava per togliere anche la canottiera, qualcuno la fermò per il polso "Che stai facendo?" le chiese Justin.
"Un bagno in piscina oppure anche questo mi è vietato?" era veramente scocciata ed irritata. Odiava quando le persone le dicevano cosa doveva o non doveva fare, le faceva innervosire.
Justin, notando il suo atteggiamento, la lasciò in pace, così lei finì di svestirsi e si buttò in acqua, ma lei come faceva a sapere che la piscina era profonda? Infatti non lo sapeva e cominciò a muoversi freneticamente sull'acqua, per il semplice motivo che non sapeva nuotare. Tutti si alzarono di corsa a vedere che succedeva e nel fra tempo, Justin, si era già tolto velocemente le scarpe e si era tuffato. La prese e se la strinse a sé. Summer si aggrappò a lui cingendogli il bacino con le gambe ed il collo con le braccia, nascondendo il volto nell'incavo della sua spalla destra. Continuava a tossire per l'acqua ingerita e sembrava non smettere e a migliorare il tutto, cominciò a tremare "Dai, ti porto fuori" le disse l'uomo. "No" controbatté lei dolcemente, gli sembrava una bambina in quel momento "Voglio stare così ancora per un po'" gli spiegò. La sua lucidità era andata a farsi benedire.
"Justin" lo chiamò lei ancora nella stessa posizione dopo una decina di minuti.
"Mhmm..." borbottò lui in risposta. Non voleva rompere quel benefico silenzio che si era creato fra di loro.
Summer prese un profondo respiro "Non so cosa tu mi stia facendo" gli disse prendendolo alla sprovvista guardandolo negli occhi.
"Cosa intendi con questo, piccola?" le domandò accarezzandole la guancia sinistra inarcando  un sopracciglio ed accennando un sorriso.
Alzò le spalle in risposta " Esattamente quello che ho detto" rispose per poi continuare notando la confusione nei suoi occhi "Non so, ma quando sto con te mi sento diversa. Riesci a farmi imbarazzare anche solo guardandomi, per una poi che per metterla in imbarazzo ci vuole tanto.. In questi miei anni nessuno ci era mai riuscito poi arrivi tu e scombini tutto.. Poi riesci a tirar fuori anche il mio lato cattivo, quello da bad girl. Per farmi perdere la pazienza ci vuole più di una bomba nascosta in casa mia, eppure tante volte vorrei ucciderti, ma tante altre vorrei poter assaporare quelle rosse labbra carnose che ogni volta che le mordi oppure ci passi la lingua mi fa andare in tilt, ma non posso. Non posso pensare a te, tuttavia però lo faccio" durante il discorso Justin stette zitto in ascolto delle sue parole"Sto per sposarmi e nonostante tutto io sono abbracciata in te, con solo l'intime addosso, bagnato poi.. Ma sai qual è il punto?" gli chiese e lui scosse la testa "Il punto è che non mi importa se indosso solo l' intimo e che sono tutta bagnata e che ho quasi rischiato di annegarmi per colpa della mia incapacità sul nuoto, non mi interessa. Il problema è che sono aggrappata a te come un koala e che non mi voglio staccare, perché mi piace. Vorrei poter rimanere così per tutta la vita, ma mi sembra tutto assurdo.. Sinceramente non so neanche perché te lo stesso dicendo e questa ci riporta all'inizio del discorso. Dico cose senza pensare o meglio, le penso ma non ho intenzione di dirlo, ma quando mi tocchi, mi guardi, mi sorridi, mi provochi un qualcosa che mi fa entrare in uno stato di trance ed io apro la bocca senza rendermene conto e so che potrei sembrare pazza e che sto parlando a vanvera ma ..." il suo discorso venne interrotto dall'uomo, incollando le loro labbra in un bacio che, in un primo momento, non venne cambiato, ma che poi Summer fu più che contenta che le loro labbra si muovevano insieme e che poi le loro lingue ballassero allo stesso ritmo.

Nessuno dei due sapevano che provare, erano troppe le emozioni che invasero i loro corpi.
Justin era completamente perso in quelle morbide labbra che avevano il sapore del vino che lei aveva appena bevuto. Quando decise di baciarla non era certo che fosse la cosa giusta da fare, ma pensò di mandare a puttane i suoi pensieri e di ascoltare una volta il cuore. Così si fece coraggio ed avvicinò le labbra. Per uno istante ebbe la paura che lo prendesse a schiaffi, ma si sorprese subito dopo, notando che stava ricambiando il bacio.
Non voleva staccarsi, ma dovetti quando notò che Summer cominciò a tremare e sapeva bene che non era per il bacio. Non faceva troppo freddo, ma nemmeno troppo caldo per farsi un tuffo in piscina. Sarebbe stata capace di prendersi un brutto raffreddore e questo era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.
Si staccò lentamente da lei e subito si sorrisero. Justin appoggiò la sua fronte su quella di Summer e le diede un piccolo bacio su quel nasino che tanto gli piaceva, prima di afferrarla meglio e riportarla a bordo piscina. Brian l'aiuto ad uscire, guardandola con rimprovero, mentre Juan l'avvolse in un asciugamano. Si era anche dimenticato della presenza dei suoi amici e rimase leggermente in imbarazzo quando uscì.
Steven gli sorrideva soddisfatto ma lui decise di non farci caso. Prese anche lui un asciugamano e, avvolgendolo intorno al corpo, strinse Summer a sé in un abbraccio nascondendole il viso nel suo petto.

"Quel bacio per cos'era?" domandò infine lei, quasi in un sussurro. Per sua fortuna non si era accorta che gli altri fossero ancora lì, se no sarebbe stata capace di scavare un buco per sotterrarsi per l'imbarazzo.
Justin ridacchiò nervoso "Non la smettevi più di parlare" le rispose, ripensando a tutti i film sdolcinati che sua sorella lo obbligava a vedere tutti i venerdì sera e si ricordò che molte delle volte, quando la protagonista non smetteva di parlare, farfugliando cose scollegati fra di loro, per farla zittire bastava che l'uomo la baciasse e, alla fatidica domanda del perché lo avesse fatto, rispondevano per farla zittire e le donne lo trovavano stranamente dolce che li ri baciavano subito dopo, ma con Summer ottene l'atteggiamento opposto.
"Potevi anche dirmi di stare zitta" borbottò prima di staccarsi della presa e dirigersi all'interno della casa.
Justin rimase un attimo confuso. Lanciò uno sguardo ai suoi amici che sorridevano, prima di correre dietro a Summer.
La trovò che salutava Jazmyn con in mano le chiavi che riconobbe come quelle della sua macchina.
"Summer?" la chiamò, ma prima che potesse dire o fare altro, lei si precipitò fuori, sbattendo la porta d'ingresso.
La rincorse subito, fermandola per un braccio prima di entrare in macchina. "Dove pensi di andare?" le domandò sarcastico con tono serio.
A Summer venne da sorridere, ma uno di quei sorrisi che esprimevano tutt'altro che felicità "A casa?!" rispose tra domanda e risposta, come se fosse la cosa più ovvia. Non era lucida e lo sapeva benissimo, ma si sentì ferita per la risposta di Justin di poco prima.

"Tu non vai da nessuna parte" ribatté Justin con voce che non accettava obiezione "Sei ubriaca che fai fatica anche a reggerti in piedi" la rimproverò "E poi, non mi perdonerei mai se ti dovesse capitare qualcosa" rabbrividì alle sue stesse parole, pensando alle cose orribili che le sarebbero potute capitare.
Summer sospirò nonostante trovasse dolce l'ultima sua frase.
"Ci tiene a me?" si chiese, sorpresa, mentalmente.

Ovvio che sì. Se non ci credi, chiedi a lui, no?

Ed ecco che ricomparve la sua solita vocina irritante, ma per un assurdo motivo decise di darle retta.
Prese un lungo respiro e si lasciò cadere a terra appoggiandosi alla macchina."E perché mai?" gli domandò prendendo coraggio e tornando al suo ultimo discorso.
Anche Justin si sedette per terra. 
Le prese entrambi le mani e le strinse nelle sue "Perché ci tengo a te" la sua voce era così dolce e melodica che sarebbe stata ore ad ascoltarlo ma decise che non era quella la situazione.
"Non mi conosci nemmeno" ribattè.
Lui strinse nelle spalle "Nemmeno tu eppure mi hai fatto quel discorsetto prima in piscina" la ricordò lui.
"So di essere stata stupida, ma non ho bisogno che me lo ricordi" rispose brusca e acida, alzandosi da terra. Lui la seguì a ruota, prendendola per i fianchi e facendola avvicinarsi a sé 
"Non sei stata stupida. Lo sono stato io che imitavo la solita frase dei film credendo fosse romantico e fosse una risposta adeguata per la situazione, ma se devo essere sincero, è che non sapevo che risponderti perché non so la risposta" ammise infine, quasi imbarazzato mentre si grattava la nuca.
Fu spontaneo a Summer sorridere vedendolo in quella bizzarra situazione.
"Perché lo fai?" domandò senza esserne resa conto all'improvviso. Il biondino inarcò un sopracciglio confuso, che lo rendeva ancora più sexy. "Ad essere così dolce con me" gli disse "So che tipo di persona sei, che giri frequenti, che lavoro fai eppure mi dai l'aria di essere dolce e non rude, tranquillo e non violento, calmo e non casinista" gli spiegò mentre si torturava il labbro inferiore.

Scrollò le spalle "Come accade a te, dico e faccio cose che normalmente non farei, ma che sembrano le cose più normali e semplici al mondo" le punte delle sue labbra si incurvarono all'insù. Le era apparso la cosa più dolce che avesse sentito e, quando stava per ribattere, tutto il vino le salì in gola e fece appena in tempo ad spostarsi da lui, che vomitò e la testa le era tornata a girare.
Justin le tenne per un attimo i capelli, poi la fece entrare in casa. Notò che tutti erano in soggiorno e facevano finta di niente, ma sapeva benissimo che si erano affacciati all'enorme finestra ad spiarli e che avevano trovato un modo per ascoltare la loro conversazione, tuttavia fece finta di non averli visti e portò Summer di sopra, in camera sua. La portò immediatamente nel bagno che aveva in essa e le tenne ancora i capelli, mentre era seduta per terra, piegata in avanti, con la testa dentro il water.
Quando vide che la smesse, si alzò e andò in camera. Tornò con in mano un suo boxer ed una sua maglia grigia, a maniche lunghe, con lo scollo a V. Li posizionò su un comodino che era presente lì ed aprì l'acqua calda della doccia. Si avvicinò a Summer e l'aiutò ad alzarsi. "Una doccia calda ti farà sentire meglio" le disse ed lei annuì semplicemente.
Le diede un bacio sulla fronte prima di uscire e dirigersi verso il bagno che avevano in corridoio. Era ancora tutto bagnato ed anche a lui una doccia calda gli avrebbe fatto bene.

 

*****

 

Justin tornò in camera con addosso solo un paio di pantaloncini da basketball mentre si asciugava i capelli con un asciugamano.
Nello stesso momento in cui entrò in camera, Summer uscì dal bagno con i vestiti puliti che le diede Justin ed anche lei teneva un asciugamano in mano mentre si asciugava i suoi di capelli.
Smisero quando notarono la presenza dell'altro.
Justin le sorrise e si avvicinò cautamente a lei posizionando le mani nel suoi fianchi e mettendo la fronte sulla sua. "Come ti senti?" le domandò premuroso.
"Male. Non sono abituata a bere" rispose e lui annuì. 
"E' meglio se dormi adesso" la portò sul suo letto, facendola sdraiare e coprendola con la coperta.
Le diede in bacio sulla guancia e fece per andarsene, ma una presa gli bloccò il braccio.
"Justin?" lo chiamò lei.
"Dimmi, piccola" rispose ritornando dov'era.
"Dove vai?" domandò sbadigliando per la stanchezza.
Lui le accarezzò i capelli "Vado a dormire sul divano, così ti lascio dormire tranquillamente" le sembrò la dolcezza fatta persona in quel momento, ma si sentiva senza forze all'improvviso e chiuse gli occhi "Non mi lasciare, Justin. Dormi con me, ti prego" lo supplicò stanca.
Lui sorrise prima di sdraiarsi dietro di lei abbracciandola, facendola coccolare sul suo petto nudo. "Buona notte, piccola" le disse prima di spegnere le luci.
"Adoro quando mi chiamo piccola" gli svelò lei con la voce impostata dal sonno "Buona notte, Justin" aggiunse quasi subito cadendo in un profondo sonno.

Non sapeva il perché, ma solo ora si era reso conto che domani mattina, molto probabilmente, Summer non si sarebbe ricordata di niente. Si sarebbe solamente svegliata con un mal di testa tremendo ed un vuoto di memoria e per lei, sarà come se non avesse mai vissuto quella serata.



Matthew Evans (Austin Butler).
     Lucas Jones (David Beckham), papà di Summer.

Brian long (Alex Pettyfer)
                Sarah McClay (Andie Macdowell),                                                                                                                                                                                                                                    mamma di Summer


Tyler Williams (Jeremy Sumpter).                                            
      Victoria Sullivan (Candice Swanepoel).

Steven King (Matthew Goode).                             Brianna Lopez (Emanuele Ghislotti)
         


Juan Diaz (Garrett Neff)                         Seth Cooper (Eugen Ivanov).
         Allison Ross (Demi Lovato).

  
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