Grazie
mille per aver recensito o letto questa schifezza!!!
Vi prego di recensire anche questo capitolo per farmi migliorare.
Beh,
ora buona lettura (O.o?!?!) !!!
Kevin
Erano
appena le tre di notte, camminavo assorta nei miei pensieri con lo zaino sulle
spalle e una leggera brezza mi accarezzava il viso. Ogni tanto prendevo a calci
qualche sasso, non avevo una meta precisa, stavo semplicemente aspettando, di
malavoglia, che arrivassero le otto per poter andare a scuola.
Di
solito ogni notte la mia bocca assaporava il piacevole gusto del sangue ed io
lasciavo che quel liquido rosso mi scorresse per la faccia fino al collo, ma
quella notte nemmeno il mio istinto da
vampiro reclamava qualche goccia di sangue e questo accadeva solo perché la
rivelazione di Gordon mi aveva sconvolto talmente tanto da farmi isolare dal
resto del mondo per pensare.
Per
arrivare fino alla scuola c’era ancora un’ora di cammino e decisi che mi sarei
seduta davanti al cancello della mia scuola in attesa che arrivasse Laura, la
mia migliora amica, e anche se lei era un semplice mortale non badava molto
all’aspetto esteriore, ma soprattutto a quello interiore,e io e lei ci capivamo
semplicemente con uno sguardo.
Erano
circa cinque minuti che camminavo in direzione della scuola, ogni tanto alzavo
la testa per guardare il cielo con tutte le sue stelle che sembravano i
lampioni accesi di una grande città; più di una volta rimasi assorta nei miei
pensieri e andai a sbattere contro un muro o un albero, ma ora sbattei contro
qualcosa che non era affatto duro come la corteccia di qualche pianta.
Caddi
a terra, mi ripresi un attimo e mi scusai senza alzare la testa per non vedere
contro chi avevo scontrato. Appena mi rialzai mi accorsi di non avere lo zaino
e dopo essermi scostata una ciocca da davanti al viso notai che davanti a me
c’era un ragazzo, che dimostrava circa un anno di più di me e aveva gli occhi
verde scuro che brillavano nella notte mentre i capelli corti di un castano
chiaro si muovevano con il vento, e mi porgeva lo zaino.
Io
lo guardai e mormorai un grazie prima di riprendere lo zaino e ritornare sui
miei passi. Stavo per andarmene quando il ragazzo mi prese per un braccio e
disse: ”Ehi ragazza, cosa ci fai fuori a quest’ora di notte?”
Non
sapevo cosa rispondere, ma poi mi dissi che non erano fatti suoi se decidevo di
andare a farmi un giro nella notte fonda, per cui risposi con tono un po’
scontroso: “Non sono fatti tuoi!”
Il
ragazzo mi guardò trattenendo a stento una risata, poi mi domandò: “Come ti
chiami, ragazza?”. Mi venne spontaneo rispondere a quella domanda.
“Luna”
“Bene
Luna, io sono Kevin. Lo sai che è pericoloso andare in giro di notte in questi
tempi? Potresti incontrare un Vampiro o un Lupo-mannaro.”
Lo
guardai, mi trattava come se fossi una bambinetta di sei anni e di certo non
poteva sapere chi ero se no non mi avrebbe detto queste cose, decisi di
raccontare qualche storia così per fare.
“Io
non credo né ai lupi-mannari né ai vampiri, sono solo delle leggende e solo i
bambini ci credono, forse dovresti stare tu attento a non farti spaventare
dalle tue stesse fantasie.”
Kevin
mi guardò, ma l’espressione sul suo volto era stranamente indecifrabile e
inquietante. Decisi di andarmene, il prima possibile, lontano da quel ragazzo
così strano.
“Scusa,
ma ora devo salutarti perché devo andare a scuola.”
“Ma
se sono solo le cinque di mattina?!”
Non
sapevo più cosa rispondere per cui me ne andai senza dire una parola.
Quando
arrivai davanti al cancello della scuola erano appena le sei meno cinque,
pensavo ancora a Kevin e mi chiedevo il perché di quelle domande, ma poi mi
distrasse l’alba e rimasi per molto tempo a fissare il sole che splendeva in
alto nel cielo e mi domandai come facessero gli altri vampiri a sopportare di
non poter mai vedere le splendida luce che emetteva quella stella per tutto il
giorno…
Ad
un tratto uno strano rumore mi fece ritornare alla realtà e notai che sopra una
grossa quercia c’era un animale simile a un enorme cane o gatto, chiusi gli
occhi un istante per assicurarsi che non mi fossi addormentata, appena mi
risvegliai nell’albero non c’era più nessuno.
Sussurrai
a me stessa: “Per un attimo mi era sembrato di vedere…di vedere un Lican…no,
non è possibile…il sole è ormai sorto e questa notte non c’era nemmeno la luna piena…”
Fino
all’arrivo di Laura, verso le otto meno un quarto, rimasi a fissare l’albero
nel caso che la creatura si fosse rifatta viva, ma non vidi più niente di
simile a quell’animale sull’albero.
Durante
la lezione di storia venni interrogata e non presi un gran bel voto dato che
pensavo sempre a Gordon, a Kevin e alla creatura sull’albero.
All’uscita
da scuola io accompagnai Laura a casa e a circa metà del tragitto, lei si
fermò.
“Lu,
oggi sembri particolarmente distratta…si può sapere cosa hai? A me puoi dirlo,
lo sai.”
Forse
potevo davvero dirgli tutto, ma mi avrebbe creduto? O mi avrebbe preso per una
pazza? Probabilmente la cosa migliore da fare era non dirle niente, almeno per
ora…
“Niente…niente
di importante…”
Laura
non era molto convinta della mia risposta, comunque annuì in segno di assenso e
ricominciammo a camminare verso casa sua.
Ad
un tratto sentii qualcuno che mi chiamava e quando mi voltai e vidi Kevin che
mi salutava agitando una mano.
“Luna,
ma lo conosci quel ragazzo”
“In
effetti…ma solo da poco!”
“Come
sei fortunata in amore!!! Quel ragazzo è veramente carino!!!”
“Forse…ma
ti assicuro che invece il suo carattere non è affatto carino…”
Laura
non mi rispose e fissò Kevin che mi stava venendo incontro.
“Ciao!
Dove vai? A casa?”
“Scusa,
ma…”
“Ciao,
io sono Laura, la mia migliore amica di Luna.”, m’interruppe la ragazza che
avevo accanto.
Kevin
le sorrise e poi disse: “Piacere, Laura, io sono Kevin.”, detto ciò si girò
verso di me: “La stavi accompagnando a casa? Posso venire anche io?”
“No,
mi disp…”, Laura mi tirò una gomitata allora io mi corressi a malavoglia: “Ma
ceeeeeeeeeeeeeeeerto…con piaceeeeeeeere!!!^____^’’’’’ ”
Arrivati
davanti alla casa della mia migliore amica, Laura mi prese da parte.
“Ehi
Lu, quello lì te lo devi curare bene! E’ veramente figo e anche il suo
carattere e bello!!!”, detto ciò ci salutò e salì in casa sua.
“Kevin,
ma si può sapere cosa vuoi? E poi come hai fatto a trovarmi?”
“Volevo
semplicemente sapere dove abitavi. Trovarti è stato molto semplice, è bastato seguirti
dopo l’uscita da scuola.”
“Al
momento non abito da nessuna parte, non chiedermi il perché. Ora devo trovare
un posto dove mangiare qualcosa. Ma tu non ci vai mai a scuola?! O_o?”
“Sono
uscito da poco da scuola e lo zaino lo già portato a casa mia; comunque che ne
dici di venire a mangiare qualcosa con me?”
Accettai
infondo non avevo nulla da perdere.
Prendemmo
i nostri motorini e andammo a mangiare in un bar verso la periferia della
città; c’erano della camere in un piano superiore ed era un locale molto antico
a cui non avevo mai fatto caso, forse perché non passavo mai da quelle parti.
Comunque
Kevin conosceva tutti lì dentro e appena mi presento ad alcuni suoi amici loro
mi guardarono storto. Kevin mi lasciò per qualche minuto da sola in un tavolino
mentre lui parlava un po’ ai suoi amici e ordinava qualcosa da mangiare.
Dopo
circa dieci minuti mi raggiunse, insieme ai suoi amici che ora mi sorridevano,
e con le mani reggeva un vassoio con sopra due birre e due panini con della
Milanese e dell’insalata.
“Allora
Luna, questo e Lucas”, un ragazzo alto con capelli e occhi castani mi porse la
mano e io la strinsi, “lui e Lucius”, un ragazzo abbastanza più alto di me, con
gli occhi neri come la pece e i capelli castano scuro, mi mise una mano sulla
spalla e mi sorrise, “questa,invece, è Erika”, una ragazza alta più o meno come
me, con i capelli lunghi e biondi e gli occhi verde foglia, mi strinse la mano,
“e questa e Alessia, la mia sorellina di cinque anni. ”, una bambina spuntò da
dietro gli altri ragazzi e mi fisso sorridendo (vero che è una amore? ^.^
ndkevin Si! ^.^ nda però è ank una peste… è.é’’’… ndkevin Nn c credo!!! è.é!!! nda)
Stare
insieme ai quei ragazzi mi piaceva, mi faceva sentire diversa e nessuno di loro
mi escludeva, inoltre più guardavo Kevin più scoprivo che mi piaceva e questo
mi rendeva strana ma anche molto felice.
Alessia
si era addormentata sulle mie gambe e quando Kevin se ne accorse decise che
sarebbe stato meglio se l’avesse portata a casa; così mi sorrise e dopo aver
preso in braccio sua sorella la portò in una stanza al piano di sopra.
Immaginai
che il padrone del locale fosse suo padre e quindi che lui e sua sorella
vivessero lì, pensai di chiedere a Kevin di poter passare la notte lì dato che
non sapevo dove andare, così lo raggiunsi al piano di sopra.
“Kevin,
senti, come ti ho già detto non ho una casa al momento, quindi mi chiedevo se
avessi potuto ospitarmi tu per la notte…”
Lui
mi squadrò con gli occhi per qualche secondo, poi mi sorrise.
“Va
bene. Dormirai insieme a mia sorella perché solo lì c’è un letto in più e le
altre stanze sono gia occupate. Ok?”
Annuii
e sorrisi, ero veramente felicissima.