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Autore: cipolletta    19/08/2013    3 recensioni
Aileen Jackson era un ragazza normale, più o meno.
A parte il suo nome, che le dava il voltastomaco solo a sentirlo, era una ragazza come tutte le altre.
A parte la sua iperattività e dislessia.
A parte che suo padre, era Poseidone.
Anche Isaac Lahey era un ragazzo normale.
A parte la sua velocità, il suo udito e olfatto.
A parte che era un lupo mannaro.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Isaac Lahey, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Ci hai parlato quindi?- domandò Scott appoggiandosi con il corpo alla testiera del suo letto.
Isaac scosse la testa- Non di quel argomento-
Scott annuì ma si rabbuiò- Devi farlo-
-Se lei non ricorda di me… allora non ricorda nemmeno di cosa siamo ?- domandò cercando una risposta alla domanda che gli annebbiava il cervello dal momento in cui Aileen si era risvegliata dal coma.
-No, non credo almeno. Ecco perché devi parlarle! La luna piena c’è fra una settimana!-
- Che centra con lei la luna?-
-I suoi simili, Isaac. Scommetto quello che vuoi che attaccheranno quella notte, e cercheranno di coinvolgerla. Ora, vuoi che ti odi traviata dalle parole di quelli?-
Quelle parole bastarono per convincere il lupo mannaro, che decise che avrebbe parlato alla ragazza l’indomani mattina.
 
Melanie chiuse gli occhi e posò una mano sul muro scorticato della vecchia casa.
Cercò di svuotare la mente e dopodiché prese un grande respiro.
Dal nulla, improvvisamente, dell’edera cominciò a rivestire tutta la casa, passando sotto le finestre, sopra la porta principale, attorcigliandosi intorno alle colonne e alle grate, passando intorno ai quattro scalini, al porticato e alla lampadina fulminata dell’esterno.
Quando riaprì gli occhi, Peter la guardava soddisfatto.
Oramai la casa era irriconoscibile, non sembrava neanche più la vecchia villa bruciata di un tempo.
Staccò la mano dal muro e la portò sopra la sua testa, per poi chiudere nuovamente gli occhi.
Piccoli fiorellini blu apparirono di qua e di là, colorando la brillante edera verde.
Peter le batté le mani e Melanie riaprì gli occhi, soddisfatta.
-Perfetto- esclamò l’uomo.
-Cosa avete combinato?- tuonò una voce alle loro spalle.
Melanie si voltò e alla vista di un Derek infuriato represse l’istinto di scappare a gambe levate.
-Nipote, pensa una buona volta. Così i semicosi non riconosceranno la casa- lo ammonì Peter incrociando le braccia muscolose.
Derek con poche falcate arrivò al fianco della bionda e la guardò con cattiveria.
-Tu- sibilò – come ti sei permessa?- domandò bruciandola con lo sguardo.
-Sei solo una… bambina- sputò con acidità.
Melanie provò a ribattere ma indebolita da tutto il potere che aveva utilizzato, restò muta, cominciando ad intravedere tutti punti neri intorno a lei.
Fece in tempo a sentire le possenti braccia di Derek afferrarla prima di venir risucchiata dall’oblio.
 
-Fammi un doppio caffè amaro-
Aileen inclinò la testa e socchiuse gli occhi alla vista dell’amica nervosa più del solito- Lyd? Tutto bene?-
La rossa batté un pugno sul tavolo – No, cavolo! Non riesco a trovare il ragazzo che mi ha scritto il bigliettino!- si lamentò
Aileen prese una tazzina e la appoggiò sotto la macchina del caffè, avviandola.
-Ce l’hai qui con te?-
-Cosa?-
Prese la tazzina oramai piena della bevanda amara e la porse all’amica – Il bigliettino intendo-
Lydia bevve un sorso e strizzò gli occhi, probabilmente disgustata dal sapore del caffè.- Magari un cucchiaino di zucchero mettilo và-
Aileen annuì divertita e zuccherò il caffè. Lydia ne bevve un altro sorso e cominciò poi a frugare dentro la sua borsa bianca Praga.
-Eccolo- porse un pezzettino di carta tutto stropicciato all’amica – Non so cosa te ne fai , ma… eccolo-
Aileen afferrò il biglietto e lo scrutò da tutte le angolazioni possibili.
Eppure era certa di aver rivisto quella scrittura. Era certa di aver rivisto quella calligrafia altamente disordinata e quasi incomprensibile.
 
-So cosa sei- una voce famigliarmente roca la colse di sorpresa, facendola sobbalzare.
Si voltò verso il bancone del bar ed incontrò gli occhi di Isaac che la scrutavano da cima a fondo.
Si slegò il grembiulino nero da intorno alla vita e lo appoggiò senza cura sul ripiano di marmo, per poi aggirare il bancone e finire di lato al ragazzo, afferrandolo per mano e conducendolo fuori dal bar.
Incrociò le braccia e socchiuse gli occhi –Cosa stai dicendo?-
Isaac si guardò intorno – Una semi dea non è cosi?-
Aileen boccheggiò ed annaspò alla ricerca di qualcosa da dire, ma le corde vocali non volevano sapere di tirare fuori qualche suono.
-Cosa.. che?- balbettò gesticolando animatamente.
Isaac la zittì posandole l’indice sopra le labbra e l’afferrò una mano.
-Non posso dirti molto. Solo che so cosa sei e no, non lo dirò a nessuno. I tuoi simili hanno attaccato i miei amici e tu devi aiutarci –
-Non capisco-  sussurrò confusa.
-Dopo il tuo turno, ci vediamo nel bosco, ti spiegherò tutto-
Aileen non ebbe nemmeno il tempo di chiedergli in quale punto del bosco o a che ora precisa che Isaac era corso dall’altra parte del marciapiede verso la sua moto, e lei era rimasta con la mano appoggiata lievemente nel punto in cui le sue mani avevano sfiorato le labbra.
 
Il rumore dei tacchi a spillo di Lydia risuonò sull’asfalto della strada deserta della ricca zona residenziale di Beacon Hills.
Quando una mano l’afferrò la spalla da dietro, la rossa urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e voltandosi la sua mano trovò la guancia di Tyson con un ‘CIAF’ sonoro.
-Auch!- urlò Tyson portandosi una mano sul punto colpito – Ma che ti prende?-
Lydia roteò gli occhi – Mi hai spaventata-
-Non .. non era mia intenzione- sussurrò sostenendole lo sguardo.
Lydia si perse per la prima vera volta ad osservare il ragazzo.
I capelli neri corvino come quelli della famiglia Jackson facevano contrasto con la pelle bianca come il latte. Notò con piacere i suoi occhi blu come il fondo dell’oceano con tuttavia sfumature leggere di verde.
Si sorprese di non aver mai notato tutti questi particolari.
Si accorse perfino della bocca rosea e carnosa, dell’altezza smisurata e del corpo ben piazzato. Delle mani affusolate, dei muscoli sulle braccia.
Si accorse che Tyson però non era un ragazzo tutto aspetto e niente cervello, cioè i tipi che di solito frequentava lei.
Era… buono, gentile, timido perfino.
-Sei diverso- disse alzando una mano in aria vicino alla sua guancia.
La ritirò ed abbassò gli occhi. Cosa le prendeva?
-Non immagini quanto- mormorò lui – Aileen mi ha mandato a chiamarti.-
 
-Spera per te che sia urgente. Stavo andando alla ricerca dell’autore del biglietto-
-E’ importante- ribatté Aileen – giura di non arrabbiarti- disse prendendola per la mano e trascinandola da un angolo appartato del bar.
-Spara-
-Mio… mio padre è Poseidone, il dio degli Oceani. Ed esistono anche altri ragazzi come me che hanno altri dei come genitori e..-
Lydia incrociò le braccia al petto – Mi domandavo quando ti saresti decisa a dirmelo-
Aileen rimase a bocca aperta – Cosa?- boccheggiò
-Pronto?- Lydia si portò un dito alla tempia e lo picchiettò contro – Ti sei dimenticata che ho il quoziente intellettivo superiore alla media?-
-Come?- balbettò
-Tu non te ne rendi conto ma lasci indizi di qua e di la ogni tanto. E poi non sei l’unica cosa bizzarra che vedo in giro-
Aileen provò a ribattere ma la stoppò con una mano – Tutti credono che io sia un ingenua che deve essere protetta- Si indicò da sola- Ma non hanno capito che ne so più di quanto immaginano. Non capisco come pretendano che io ancora non sappia nulla quando mi ritrovo come ex ragazzo un ex Kanima diventato lupo mannaro come i miei amici. –
-Lup.. lupi c cosa?-
Lydia si bloccò – Tu.. tu non sai?-
-Cosa dovrei sapere? E cos’è questo Kanima?-
 
-Sei arrivata- disse voltandosi verso di lei.
Aileen sobbalzò- Si- rispose poi con freddezza.
Isaac la raggiunse in poche falcate, facendo scricchiolare sotto di lui le foglie secche e la sovrastò con l’altezza.
-Devo parlarti-
-Di cosa?- domandò sarcasticamente la ragazza allontanandosi – Del fatto che ti spuntano artigli e zanne? O del fatto che ogni luna piena combatti col desiderio di squartare qualcuno? Oppure che anche gli altri lo fanno? O anche che Jackson Whittemore era una specie di macchina assassina?-
Isaac annaspò alla ricerca di qualcosa da dire, ma si limitò ad abbassare lo sguardo.
-Lo so. Avrei dovuto dirtelo… ma..-
-Ma niente Isaac. Avresti dovuto dirmelo e basta. Almeno avresti dovuto farlo dopo la seconda volta che mi hai baciato-
-Beh… tecnicamente mi hai baciato tu-
-Non mi interessa!- urlò furiosa- Non mi interessa nulla! Tu sapevi.. anzi.. sai cosa sono! Avevo il diritto di saperlo anch’io-
-Ti stavo cercando di proteggere per la miseria ma lo capisci?- sbottò Isaac allargando le braccia e facendo indietreggiare la mora.
-Stavo cercando di evitare che succedesse ancora- urlò trapassandola con lo sguardo.
-Che succedesse ancora cosa?-
Era confusa. E molto.
Isaac scosse la testa – Lascia stare-
Qualcosa nel suo cervello cominciò a squillare, come una campanella in lontananza. Un ronzio che le impediva di pensare ad altro.
-Isaac cosa non avrebbe dovuto succedere?- chiese, il ronzio sempre più forte e confusionale.
-Tutto quello che devi sapere è che alcuni semi dei come te hanno attaccato i miei amici. E anche la tua, di amica-
- La mia am..Lydia?-
-Ti dice nulla il nome Melanie?-
 
Sbatté più volte le palpebre. Vedeva tutto come se fosse ricoperto da una patina bianca.
Cercò di mettere a fuoco  e poco dopo notò una figura in ombra seduta sul vecchio divano accanto a lei.
-Derek?- sussurrò con la voce impastata.
Il lupo abbassò lo sguardo – Mi dispiace- disse torturando la stoffa del divano con le mani.
Melanie sentì un moto di rabbia crescerle all’interno e diffondersi in tutto il corpo e con le poche forze che sentiva si mise a sedere.
-ti dispiace?- domandò incredula – Senti mettiti d’accordo con te stesso-
Derek la guardò perplesso – E’ vero che sei proprio lunatica allora. Io ti pongo le mie scuse e tu mi rispondi cosi?-
Melanie digrignò i denti.
-Prima mi spaventi, poi mi offri un rifugio, poi scopro che ogni notte eri da me. Poi ti salvo e mi tratti male per poi ricomparire e salvarmi. Uccidi il mio aggressore, mi medichi e poi mi tratti male perché tuo zio mi chiede un favore, poi mi afferri mentre svengo e quando mi sveglio mi chiedi scusa. E sarei io quella lunatica?-
Quando le labbra di Derek incontrarono le sue, Melanie si chiese se il mondo sarebbe esploso da lì a poco.
-Mel! Cosa diavolo ci fai qua?- la voce di Aileen interruppe nella stanza e Derek si affrettò ad allontanarsi da lei.
La bionda si voltò mortificata verso l’amica – Io.. possiamo parlare in privato?-
 
-C-cosa?-
Annuì.
-Come è successo?-
-Un ictus. Un minuto prima ero all’aeroporto pronta a ritornare in Francia e… e un minuto dopo mi arriva la chiamata. Mi dicono che mio padre è morto, capisci? Ero devastata. Non volevo tornare e fare il funerale, probabilmente perché… perché non lo accettavo. Così.. sono rimasta e ho viaggiato un po’ con l’autostop. Sono arrivata qui e… e … e non lo so Aile-
Aileen accarezzò un braccio alla migliore amica, poi la strinse in un abbraccio.
-Mel..mel ssssh- cercò di calmarla ma oramai sembrava aver dato via ad una crisi di pianto.
-Mi dispiace…- disse fra i singhiozzi- Non ti arrabbiare con me. Avrei voluto dirtelo… ma.. ti ho visto ed eri così felice e…- pianse ancora di più- e non volevo rovinarti tutto!-
Aileen tenne stretta Melanie fra le braccia e le accarezzò delicatamente i capelli color grano.
-Non avresti rovinato nulla. Ora però, calmati. Non sono arrabbiata. Solo che mi sarebbe piaciuto esserti d’aiuto prima-
Melanie sciolse l’abbraccio e guardò l’amica negli occhi.
-Sei la migliore- disse tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime con il braccio.
Aileen le tirò una gomitata scherzosa- Piuttosto.. mi sembra che qui qualcuna abbia fatto colpo eh?-
Melanie scoppiò in una risata alquanto isterica- Non.. non credo- disse
-Vedremo.. intanto.. dovete spiegarmi questa storia dell’attacco-
 
-Thomas Delavine?- chiese sconvolta.
Melanie annuì, seguita da Peter , Derek e Isaac che era arrivato poco dopo di lei.
-Sentite io..sono nuova a tutta questa cosa dei lupi ma.. credo che non meritate di essere uccisi senza motivo-
-Credi?- chiese sarcastico Peter guardandola storto.
Aileen annuì, non consapevole che il tono dell’uomo non era una domanda ma più una sorta di battuta fra le righe.
-Però.. non riesco a capire il ruolo mio e di Melanie in tutto questo-
 
Bussò piano piano alla porta.
-Ah, Lydia, sei una fifona, i tuoi amici ingrati sono in pericolo e tu che fai?-
Bussò con forza alla porta.
-Ciao Tyson!- esclamò ritrovandosi il viso del ragazzo che la guardava stranito.
-L-Lydia- balbettò lui – cosa ci fai qua?-
-Tyson… ti devo parlare-
Il ciclope si fece da parte e la rossa entrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle.
-Allora… Lo so, non avrei dovuto farlo ma ho seguito Aileen. Li stanno per attaccare vero?-
Tyson scosse la testa in segno negativo ma Lydia si accorse fin da subito del suo esitare.
-Tyson a me puoi dirlo-
-Percy … Percy ha aderito. Anche lui vi si unirà, insieme… insieme alle cacciatrici di Artemide-
-Ci aiuteranno?- chiese incredula Lydia.
Tyson sembrò esitare -No-
 
 



HOLA.
Lo so, è più corto del solito e sono pure in ritardo:(
Però devo spendere due paroline per voi.

QUESTA STORIA HA RAGGIUNTO 93 RECENSIONI E TANTE VISUALIZZAZIONI. E' STATA ANCHE INSERITA NELLE VARIE CATEGORIE E PER QUESTO IO VI RINGRAZIO CON TUTTO IL CUORE, PERCHè SIETE FANTASTICHE/CI.
Questa specie di ringraziamento volevo farlo alla fine, ma poi ho deciso che alla fine ci sarà un ringraziamento 'migliore'.
Spero vi piaccia anche questo capitolo, che un granchè non è, e me ne rendo conto.
Secondo voi, Percy, da che parte si metterà?
Aileen recupererà la memoria?
E Lydia e Tyson?
Derek e Melanie?
Leggere per scoprire.

E dopo il "SUPERQUARK MOMENT" .... come direbbero al mio paese; me dò.
Che poi vuol dire che me ne vado.
Ok, vado.

Un Bacione one one one
Cipolletta.

OK,ok,vado.
Cià.
  
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