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Autore: Notalovestory    19/08/2013    1 recensioni
«Poteri magici? Ma in questa scuola si divertono a prenderci per il culo o si sparano quindici canne insieme al secondo?»
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Secrets.







Erano già passate due settimane, le peggiori di tutta la mia vita. Era ormai palese che Louis Tomlinson nutriva puro odio verso di me, proprio come la vicepreside, e passavamo la maggior parte del tempo a litigare. Zayn, invece, non mi rivolgeva parola quasi mai, ma ogni tanto lo trovavo a fissarmi. Osservava ogni mio minimo movimento e anche se a volte provavo a ricambiare il suo sguardo, ero comunque io a distoglierlo per prima. 
- Goldie, se non ti sbrighi ti trascino giù per i capelli! - mi urlò quest'ultimo, dalla camera.
- Louis, c'è un problema! -
- Non me ne frega un cazzo! -
- Non trovo la maglietta! - lo sentii bisbigliare qualcosa a Zayn.
- Prova a vedere in giardino, dentro alla fontana... - disse, stranazzando. La risata di Zayn riempì la stanza. Maledetti stronzi. Sbuffai, mi infilai l'accappatoio del moro e uscii. Mi stava un po grande , ma era sempre meglio che uscire nuda.
- Hai il mio accappatoio! -
- Però, sei perspicace. -
Afferrai una maglietta e mi diressi in bagno. Dopo essermi vestita scesi. Quando vidi Peps, sembrò quasi un'apparizione.
- Donzella, pronta per svolgere i pesanti compiti dati dalla cara vicepreside Julie? - le chiesi, facendo un inchino. Peps rise divertita, e mi imitò.
- Certamente, mia cara fanciulla. Come minimo, ci farà pulire con la lingua i sotterranei. E a loro? Dirà di lavarsi i denti, arduo compito - Scoppiai a ridere insieme a lei, mentre si spostava una ciocca di capelli biondi dietro all'orecchio.
- Non è colpa nostra se le state antipatiche...- Ribattè Liam, passandosi una mano fra i capelli.
Parli del diavolo e spuntano le corna. Julie oltrepassò la porta del salotto vestita di tutto punto, con la solita cartellina sotto braccio.
- Oggi Pepper e Golden lavoreranno in giardino, mentre i ragazzi metteranno a posto la sala da pranzo. - quando Pepper spalancò la bocca, mi preoccupai che la sua mascella potesse staccarsi e cadere a terra. 
- Tutto qui?!  -  disse poi, piccata.
- Questo atteggiamento non giova alla vostra situazione, Pepper. Non mi piace che qualcuno, soprattutto dei miei studenti, mi si rivolgano così, quindi aggiungo anche il pulire la stalla, ai vostri compiti -
- Ma non è giusto! - ribattei, irritata.
 
Il giardino e la stalla?! Sul serio?!
- Non è giusto! - replicò Pepper, furiosa, accanto a me, mentre si attorcigliava una ciocca di capelli.
- Signorina, non è lei che decide. -
Sospirai e mi sedetti sul divano, vicino a Niall che mi sorrise. Dopo pochi minuti la porta si aprì ed entrò il preside. L'avevo visto solo una volta, cioè quando ero arrivata in quella specie di scuola. Era un uomo sulla sessantina, con capelli e barba bianca. Gli occhi erano piccoli, vispi e azzurri. Julie fece un passo indietro abbassando la testa. 
Gli unici con cui avevo legato in quei sette giorni erano Pepper e Niall. Io e Peps avevamo scoperto che la vicepreside nutriva uno strano risentimento verso di noi ma non eravamo a conoscenza del motivo. Eravamo sempre noi a fare il "lavoro sporco", tornavamo sempre in camera stanche morte, ma ovviamente a quella stronza non fregava.D'un tratto la porta si aprì ed entrò il preside, sempre in giacca e cravatta. Ma non sentiva il caldo? Julie fece un passo indietro, per farlo passare, e ci guardò con un'espressione seria.
- Non si risponde cosi alla vicepreside, ragazze - disse, lanciando un'occhiata a Pepper che fece finta di niente guardando da tutt'altra parte  - Per cui, pulirete la stalla, alle cinque di questo pomeriggio, ma i ragazzi vi daranno una mano, vero ragazzi? - Niall e Liam annuirono prontamente, a differenza di Harry, Louis e Zayn che sbuffarono.
- Ragazzi? - chiese di nuovo, con un tono che non ammetteva repliche. Zayn spostò lo sguardo dal pavimento al vecchio uomo in completo blu, e annuì stancamente.
- Certamente, preside. -
- Ma... -cercai di replicare, senza alcun risultato. Il preside mi zittì con un gesto della mano.
Quando i due docenti furono usciti, Louis mi si piazzò davanti con la sua solita faccia da culo.
- Che diamine vuoi?! -
- E' sempre colpa tua e della tua amichetta, dannazione! -
- Ma non è stata colpa loro, Louis. - ci difese il riccio con tono dolce, guardando prima Louis poi Pepper.
- Zitto Harry! - Louis voleva sempre comandare. Un pallone gonfiato, che si credeva il re del mondo. Si sistemò la giacca nera poi uscì. Zayn, mi guardò male. Sul lato inquilinistico, Pepper era messa decisamente meglio di me.
Due ore dopo.
- Goldie, hai finito? Sono le cinque, muoviti! - 
Mi scrollai di dosso un po di terra e  mi avviai verso la stalla. La puzza di letame si sentiva da fuori. L'edificio era vecchio, si notava dal legno rovinato dall'umidità e le piogge brevi ma abbondanti di inizio estate. Dentro c'era una luce che ci permetteva di farci strada tra le balle di fieno, le gabbie delle galline, e i secchi in cui mettevano il mangime.
- Dove sono quei cogl... -
- Ragazze! - Harry entrò nella stalla insieme a Niall. Sobbalzai, poi ricambiai il saluto. Dopo qualche minuto di silenzio e sorrisi imbarazzanti decisi di incominciare una conversazione.
- Sapete dove si sono cacciati gli altri? - Tutti mi guardarono disinteressati, poi il riccio si alzò per andare a cercare i tre mancanti.
- Vado a cercarli, voi aspettate qui. -
- E chi si muove... - Peps guardò Harry andare via, poi sospirò. Un sorrisetto si fece spazio nella mia bocca, poi mi alzai e seguita dagli altri cominciammo a vagare per la stanza puzzolente. Eravamo in cerca di qualcosa, ma non sapevamo di cosa.
- Ragazze, guardate! - esclamò il biondino eccitato. Corremmo verso di lui. Con l'indice indicava un libro, ricoperto di spighe di grano e coperto tra le balle di fieno. Era grande ma la rilegatura era fragile. Sulla copertina non c'era scritto niente e non c'era neanche una figura.
- Secondo voi di cosa si tratta? -
- Scopriamolo. - lo aprii. Tutto di quel libro era strano. A partire dal fatto che tutti noi ne eravamo incredibilmente attratti, e come se fossimo stati destinati a trovarlo. Iniziari a far scorrere lo sguardo sulle pagine ingiallite dal tempo.
Continuai a sfogliare finchè una pagina in particolare non catturò la mia attenzione. La osservai. Il sole illuminava dei piccoli pallini, erano di diversi colori, sette colori e accanto ad oguno di loro era presente una didascalia.
 
Il primo colore era il rosso, rosso brillante. Rappresentava la capacità di capire cosa provavano le persone in un preciso momento, le sensazioni. La frase seguente era stata resa illegibile, appariva quasi trasparente ora. Sfiorai con un'unghia il piccolo pallino rosso.
Il bianco. La capacità di riconoscere le menzogne.
L'arancione rappresentava la capicità di essere abile come un felino ed intelligente e furbo come una volpe.
Il colore che seguiva era il viola, capacità di mostrare i propri ricordi e la capacità di cancellare quelli di un'intera vita. Capacità di cancellare la memoria.
Blu chiaro: la capicità di dominare il fuoco.
E il blu scuro; la capacità di abbindolare chiunque, con il proprio fascino.
Il verde, la capacità di leggere nel futuro.
 
- Non capisco... - chiusi improvvisamente il libro, lasciando che la polvere si adagiasse sul pavimento lurido.
- Che diavolo è? - chiese Niall, quasi spaventato. Pepper scosse la testa, sconvolta. Dei passi riecheggiarono per la stalla.
- Che diavolo è, cosa? - quella voce mi era familiare. Zayn si avvicinò a me, e mi tolse dolcemente il libro dalle mani, cominciando a leggere.
- Che cazzata. -
- Dai Zayn, pensaci. Forse c'entra qualcosa con questa scuola, è strana. Tutti qui sono strani, a partire da Julie...- Louis non aveva proferito parola, stranamente ed era interessato alla conversazione fra me e Zayn come tutti gli altri.
- Non credo alla magia, anzi penso che questa scuola ti stia dando alla testa. Dovresti tornare a casa, piccola. - sospirai. In effetti, forse quel libro era un'immensa cazzata scritta da alcuni studenti che erano stati lì prima di noi. 
Il moro, che era uscito dalla stalla pochi secondi prima tornò indietro. Si avvicinò a me cosi tanto che riuscii a notare il taglio degli occhi perfetti. Mi sfiorò la guancia con il pollice per pulirmi dalla terra rimasta sulla mia faccia. Spalancai la bocca, fissandolo.
- Che hai da guardare? Eri sporca - ribattè, per poi girare i tacchi e andandosene stizzito. Lui sì, che era strano.
  
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