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Autore: Notalovestory    07/03/2013    8 recensioni
«Poteri magici? Ma in questa scuola si divertono a prenderci per il culo o si sparano quindici canne insieme al secondo?»
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Why here? Why us?

 
 
 
 
 
 
«Goldie, muoviti.» la voce di mia madre echeggiò per il corridoio, mi stava avvertendo. Stava inziando a farsi tardi. Afferrai con una mano la valigia, trascinandola per le scale.
«Oh, cos'è quella faccia, tesoro? Sono sicura che ti troverai bene in quella scuola!» mia madre mi sorrise, accarezzandomi i capelli neri.
‘Ci mancherai’ mio padre mi sorrise, con gli occhi che brillavano. Io, al contrario suo e della mamma, detestavo ogni tipo di smanceria.
«Anche voi, ma ora devo andare. C'è un carro funebre fuori che mi aspetta» così definivo le macchine lunghe e nere, con i vetri piuttosto scuri.  Sistemai i miei bagagli, poi agitando la mano per un ultimo saluto, entrai nell'auto.
«Non sono Rihanna, perchè questi finestrini e questa macchina? Non era meglio una semplice auto blu?»
«Sarebbe stato noioso, lei non trova?» il tizio al volante rise. Non volevo andare in una scuola di studenti indisciplinati, per sei mesi per giunta. Sicuramente ci sarebbe stata una preside severa e una vicepreside imbranata e occhialuta. Mi appisolai dopo alcuni minuti, fino a quando non arrivammo a destinazione.
«Siamo arrivati, può scendere.» l'autista sorrise, poi mi salutò. Scesi dall'auto con un'espressione incuriosita e rimasi impalata di fronte ad un edificio così grande e maestoso. Era immerso nel verde, il che significava che si trovava ben lontano da una precisa città. Non era molto antico, solo molto rustico. Il sole mi batteva sugli occhi, quindi non mi accorsi degli altri sei ragazzi che mi stavano intorno, tra cui una ragazza.
Un signore abbastanza alto e con la barba, affiancato da una signorina roscia con degli occhietti vispi e azzurri, si avvicinavarono. La donna aveva un sorriso piuttosto dolce ed era molto bella, avrà avuto almeno venticinque anni.
«Buonasera ragazzi, e ragazze - disse l'uomo barbuto, sorridendo- e benvenuti. Io sono il capo di questa scuola educativa, se vogliamo chiamarla così, e voi potete chiamarmi professor. Braiton e lei è Julie, la vicepreside. Ora vi accompagnerà dentro per dare un'occhiata, io devo scappare. Ci vedremo dopo per la cena» con un cenno del capo il professor. Braiton ci lasciò con Julie, sparendo dietro al muro del giardino.
La vicepreside eseguì gli ordini e i miei occhi, prima di entrare, si posarono su una figura abbastanza alta che buttava una sigaretta a terra per poi schiacciarla col piede. Girai lo sguardo non appena il moro alzò la testa.
«Sembra un mondo parallelo!» esclamò un ragazzo biondo, con la cresta e occhi azzurri, sfoderando un sorriso a trentasei denti. La vicepreside sorrise a sua volta. Il corridoio era lungo e pulito e fornito di molte stanze. L'edificio non era antico, anzi moderno e molto grande. 
«Se vi mostro tutto l'edificio si farà tardi, quindi passo a smistarvi nelle vostre stanze così che possiate sistemarvi - annunciò la vicepreside - le combinazioni per le stanze sono puramente casuali quindi, può capitare che siate anche mischiati con le ragazze.» Qualche fischio eccheggiò tra i maschi che si lanciarono sguardi d'intesa.
«Allora Goldie con Zayn e Louis, mentre Pepper con Liam, Harry e Niall.» dopo averci accompagnati nelle rispettive stanze se ne andò, lasciandoci sistemare i bagagli e le altre cose. Erano grandi, fornite di computer, finestre con vista e un grande bagno, uno solo. Puntai subito gli occhi su quella stanza ma intanto il ragazzo dagli occhi celesti aveva fatto lo stesso, così ci precipitammo dentro.
«L'ho visto prima io.» dissi, incrociando le braccia.
«Stronzate.»
«Non puoi metterti a competere con una femmina perchè vuoi entrare per primo al bagno, cos'è? Vuoi segarti?»  lui mi fece il verso, lasciandomi passare, poi si buttò a peso morto sul letto, aspettando che finissi.
Dopo essermi lavata i capelli, uscii dal bagno lasciando una scia di bagnato per terra. Non avevo il pettine, e non volevo chiederlo a quei due quindi aprì la porta della stanza per dirigermi verso una camera più avanti, per andarla a chiedere a Pepper, l'altra ragazza.
Bussai una, due volte, poi aprirono. Davanti a me un riccio, alto una quaresima, stava sorridendo.
«Ciao, serve qualcosa?»
«Volevo sapere se la ragazza aveva un pettine, io l'ho scordato e gli altri due sono troppo occupati a prepararsi, quindi...»
«Il mio si è rotto qualche minuto fa - sorrise divertito - vado a chiederglielo» si spostò, facendomi spazio per entrare. La loro stanza era più grossa di quella in cui avevano messo noi, forse perchè era più grande. Notai subito la parte di Pepper, si era stanziata sotto alla finestra e aveva già ordinato tutto. Il riccio di prima distolse la mia attenzione dalla parte di camera del ragazzo biondo.
«Ehm..Pepper?» lo guardai bussare cautamente alla porta del bagno.
«Vi ho già detto che l'acqua non la paghiamo, non c'è bisogno di fare la doc..oh, ciao» vidi la porta spalancarsi, e la figura già vestita di Pepper - anche se con i capelli fradici - sporgersi per guardare chi stava bussando, quando mi vide abbassò la testa, sorridendo imbarazzata per la figuraccia.
«Le serviva una spazzola..» le disse Harry, trattenendo una risata. Pepper entrò nel bagno e mi porse il suo pettine.
«Scusa per l'accoglienza poco..accogliente.» mi disse ridendo.
Dopo essere uscita, corsi nella mia stanza. Era tardi e dovevo iniziare a prepararmi per la cena.
 
 
La sala da pranzo era immensa, come tutte le stanze del resto. La tavola era già apparecchiata e ci sedemmo tutti, senza dire una parola. Nessuno aveva il coraggio di iniziare una conversazione.
«Passami l'acqua.» Louis, mi guardò irritato.
«Per prima cosa, ho un nome. E secondo, non sono la tua schiava, puoi benissimo allungare una mano e prendertela.»
«Sei sempre così antipatica?»
«Povero chi ti sopporta.» mi passai una mano tra i capelli ancora umidi.
«Smettetela, siete due palle al piede» disse un ragazzo dai capelli color castano chiaro e  gli occhi marroni.
«Tu saresti?» chiesi, picchiettando le mani sul tavolo.
«Sapessi»
«Simpatia portami via»
«Sono più simpatico di te»
«Io sono più simpatico di voi due» continuò il ragazzo con la maglietta a righe mentre sorseggiava l'acqua.
«Basta»
«Volete stare zitti?» Louis sputò l'acqua che continuava a tenere in bocca da prima, in faccia ad Harry che, per ribattere, gli tirò l'insalata piena di aceto sui capelli.
«Che classe» Liam, il ragazzo dagli occhi marroni e i capelli castano chiaro, si girò, per poi tirare a Pepper la coca cola, direttamente dalla bottiglia. In poco tempo tutti ci stavamo tirando del cibo, pur essendo consapevoli che dopo che ci avrebbero scoperti ci avrebbero messi in punizione a vita.  Infatti, nella stanza entrò Julie. Era vestita tutta impettita, con una piccola cartellina in mano.
«Oh dio»
«Ripuliremo tutto, ma la prego, non ci metta in punizione» la supplicò il biondino, inginocchiandosi e abbassando la testa. Un piccolo sorriso si allargò nella bocca della vicepreside.
«Ok, ripulite tutto ed io intanto tengo occupato il direttore»
 
 
«Sigaretta?» Pepper mi pose un pacchetto, dove c'erano ancora sei sigarette intere e ne presi una. 
«Grazie. Io vado in camera»
«Buonanotte» mi risposero gli altri all'unisono. Mi dispiaceva lasciar sola Pepper con cinque ragazzi, ma ero sicura che se la sarebbe cavata.
Uscii fuori. Il giardino era illuminato da dei lampioni, la vista era grandiosa ma metteva ansia. Mi accesi la sigaretta e mi strinsi nella felpa imbottita. Pur essendo appena entrati nella stagione estiva di sera tirava il vento.
«Bello vero?» la voce roca e allo stesso tempo dolce di Niall mi fece sobbalzare.
«Molto, un po' angosciante, ma bello..»
«Tu sai perchè siamo quì?» 
«Bella domanda... No, non lo so. Ma forse lo capiremo presto»


 




  
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