Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Faffy    24/02/2008    4 recensioni
Fanfiction confusa, molto strana, direi. Non anticipo i personaggi, perchè so già che quando la leggerete mi odierete a morte. Nata mentre scrivevo "Don't phunk with my heart". Come nasce il fuoco.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura, Touya/Toy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ancora da Touya

Prima di iniziare... per Sakura93thebest: scusami tanto ma per ragioni assolutamentissimamente tecniche non posso più aggiornare le mie ff... è un discorso un po' lungo ma sono davvero molto felice che ti sia interessata, grazie e scusa se ciò può costituire una delusione.

Ancora da Touya                                                                                            Per Vale (StarChild)

 

Dopo aver ritirato il pacco dalle poste, come mi aveva chiesto mio padre, tornai a casa, mi barricai in camera infilandomi le auricolari nelle orecchie e mi sdraiai sul letto esausto.

La musica seppur violenta cullava con dolcezza delicata e angelica, mentre i suoni si dibattevano furiosi… dietro di me la vergine luce bianca recava con sé venti lievi ma freddi.

L’emozione.

Adrenalinica.

Il mio pianto.

Fammi una promessa

Come si fa con i bambini… Angelo del mio buio spirito… Luminescenza perlacea delle mie ombre.

Lascia intonare in me le note sfrenate e diaboliche di una musica furiosa. Una voce di donna si eleva sulle altre come il grido di un angelo ferito che brucia ed arde per conoscere le passioni di noi umani. Invidiandocele stillando lacrime di perla. Grida. Grida… per me! Sibilanti le voci, che angosciosamente serpeggiano, strisciando tra le parole della canzone, ringhiando silenziosamente. Il vento mi sfiora la schiena. La musica e il dolore dolcissimo dell’emozione si attorciglia tra le costole si ancora sullo sterno come le unghie di una strega, raggiunge con rapidità di una droga la gola ed esplode in testa in uno slancio che mi farebbe gridare euforico.

Senza pensarci inarco la schiena sporgendo il petto. Aspetterò la sensazione del vento intrufolarsi sotto la camicia e giocare con la mia schiena con dolci baci, mi sporgo in avanti come a rialzarmi trascinando indietro le braccia ricercando la sensazione fresca e ruvida delle lenzuola. Mi ritrovo in posizione seduta, riporto in avanti le spalle e per ultimo faccio ricadere il collo in posizione eretta.

Il vento.

La musica.

Ed ora… se sapessi farlo, suonerei furioso un violino sulle candele della mia anima e sul loro dolce fumo. Furioso! Gridando! Ridendo… con l’anima sanguinante e la testa leggera abbagliata dal cielo.

Angelo vergine.

Angelo sanguinante.

Non piangere… bimba di stella.

Con estrema lentezza sollevai le palpebre. Un riflesso argentato si antepose all’individuazione, davanti a me, di Yukito.

Voglio sentire i cori funebri delle Ninfe.

“Bwaah” mi lamentai senza troppa convinzione, “Sembro un cadavere” sospirai.

“Confermo!” scherzò lui lasciandomi sulle labbra il breve calore di un bacio. Lo lasciai fare. Per il semplice motivo che nella mia vita non ricercavo moralità alcuna, ma la perfezione attraverso la bellezza e Yukito era bello come il firmamento stesso.

L’aria sembrava di un grigio così chiaro da infondere una serenità malinconica.

“Sakura ha detto che non c’eri così sono rimasto fuori a vedere quando arrivavi e quando sei rientrato sono venuto qui passando dalla finestra” spiegò a bassa voce.

Il suo profilo sembrava del colore sconosciuto che si nasconde tra la superficie dell’acqua ed il suo profondo ed abissale baratro.

“Io non volevo affrontare di nuovo tua sorella… mi è sembrata strana”

La cosa catturò la mia attenzione assonnata. Yukito provò a parlarmi ancora, ma vedendo che non gli prestavo ascolto si alzò con rassegnata tranquillità e si dileguò con brevi parole di commiato.

Perduto ormai il sonno mi alzai in piedi. Come nei quadri di Caspar David Friedrich il mio spirito annegava nella maestosità di quanto mi era attorno, ad al mio fianco v’erano colossi sopiti. Il silenzio e la lieve cortina di buio chiaro che accarezzava le mie articolazioni.

I vellutati petali delle rose… e la loro rugiada fresca. Sorella, sei già in piedi, confusa, forse, perché Yukito è uscito senza che tu l’avessi fatto entrare. I petali che al tocco sono talmente mondi e dolci. Delicati…

Bimba di stella

Accompagnati alla notte

Innocenti e preziosi come il tuo viso da accarezzare… ma quei petali che si rivelano neri alla vista sono abbrancati al desiderio del mondo… alle sue pulsioni, ai suoi peccati alle sue tristi storie e tutta la terra sanguinerà dolente al loro capezzale. Vorrei che fossi morta dolce Sakura. Così averi mischiato il mio sangue al tuo e la nostra sporca unione sarebbe stata ignota a tutti… fammi una promessa… come si fa con i bambini…

Mentimi! Mentimi amore o sarò pietra abbattuta…

Ripudiami come il male.

Fammi una promessa bimba di stella

Perché sei le mie ombre, il mio sonno, il mio buio, l’aprirsi delle mie dita per accogliere le tue mani…

Le descrizioni di ancestrali, trascendenti forme dolci di movimento… le sfumature d’ombre di copri che si accompagnano dolcemente in un amplesso…

Dimentica perché io non sono in grado.

Se non mi cacci io non ce la farò. Se non mi uccidi perderai la tua vita tra le mie braccia, ed anche allora io non ti farei scivolare dal mio abbraccio.

T’amo con la forza che può solo uccidere. Perdona la mia litania mesta ed errabonda. Lasciami naufragare lieto nel mio dolore. Lascia che anneghi e dammi sepoltura in perduto luogo così che non rimanga neanche il barlume delle mie ossa pallide… salva te stessa da me. Ché sono un mostro di sperduto spirito… sono della stirpe di Caino che non merita perdono e non può attender a redenzione. Indolente la rabbia… frugami…

“Ciao, non sei rimasto molto a dormire” disse piano mia sorella.

“Neanche tu”

Lei si strinse nelle spalle. “Shaoran Li sa, vero? Sa che ti sei presa una cotta per me” buttai fuori senza pensarci, e forse avrei dovuto evitarlo.

Lei si limitò, però, ad annuire laconica e triste.

Mi infuriai vedendo nella mia mente la presenza sfacciata di Shaoran subentrare nel mio perfetto articolarsi di intimità e segretezza… nei miei pensieri, nella mia verità.

La mia dilaniante verità.

Scintille d’odio si moltiplicarono nel mio petto come le teste dell’Idra di Lerna.

Perché ho scelto il mio sporco amore che a te s’abbranca? Perché mi bruci al tuo sol sguardo bimba di stella?

Et pourtant elle a sa douceur!

Eppur la tua pelle ha dolcezza

Forse contrasterei con fin troppo netta opposizione la dolcezza delle mie nenie di angelica delicatezza alle mie furiose controbattute.

Non vedi? Ti dedico il conflitto della mia anima! 

Dondoli incerta sulle gambe sottili. Le ho disegnate. Ho disegnato centinai di volte il tuo copro nudo perdendomi in un dolcissimo annegare nelle ombre delle tue curve, nelle morbidezze che rendevo, nel brillare dei tuoi occhi, nella neve del tuo volto.

Le ho nascoste nel mio armadio e che Dio, se esiste, mi risparmi dal vivere il giorno che le troveranno rimirando la mia somma sporcizia a lode del tuo nome!

Sakura mise in tavola la colazione. I biscotti intinti nel latte mi accompagnavano in morsi morbidi e piacevoli.

“I bicootti!” feci in tono scherzoso nel tentativo di spezzare il nostro imbarazzo e di tradire l’uragano della mia anima…

Sakura rise.

“Senti sorellina, non fa niente… abbiamo messo su un bel casino ma dobbiamo far sì che le cose ritornino come prima, tu lo sai…” dissi con falsissima affabilità.

“… non sarebbe giusto fare a pezzi quel che ci resta della nostra famiglia” le sorrisi con dolcezza stavolta sincera.

Sakura si alzò in piedi improvvisamente facendo stridere la sedia spostandola.

“Touya, non capisci” mormorò.

“…nulla è come prima, tu mi sottovaluti, ma io… ti amo sul serio e vivrò sporca, sarò una croce arrugginita e rinnegherò me stessa, ma non te!” esclamò con una convinzione inimmaginabile dalla sua fragile persona.

“Non te”

E tutto divenne crudelmente dolce al tatto, al gusto e all’anima, quando inaspettatamente, con le ginocchia sul tavolo si sporse verso di me baciandomi per la seconda volta.

Come per la prima, due giorni fa, il mondo si fermò piegandosi in angolature inesistenti accartocciandosi come bruciato…

Figlia di Lilith e delle crudeli lance degli Achei bellicosi.

Figlia di Ecate e Nemesi.

A tal tormento mi va cingendo il tuo niveo tocco. Tal aspro pianto va intonando su te, crudele, il canto della contrita Echo.

“SAKURA!” riuscii a gridare liberandomi dalla sua fragile presa.

“Tu…” dissi riprendendo fiato maledicendo ogni mia singola parola.

“… non devi farlo mai più, capito?”

Cercai di essere gentile per quel che mi era possibile, poi mi alzai e senza che se ne accorgesse le presi il cellulare dal mobile della cucina, e mi chiusi in camera lasciandola afflitta dietro di me.

E più sola che mai.

Cercai i messaggi ricevuti, come sperai c’erano gli ultimi inviati da Shaoran il giorno prima, cioè il giorno dopo il primo bacio di mia sorella.

 

 Ore 16.06

 

Sì, ho capito e ti ripeto che non intendo rinunciare a noi, puoi dirmi tutto quello che vuoi, ma io credo che si tratti di un momento, che cambierà, perché io so che siamo destinati a rimanere insieme Sakura.

 

Ore 16.13

 

Cosa vuol dire? Che quando ci siamo fidanzati già sapevi di essere attratta da lui? CAVOLO È TUO FRATELLO E IO SONO IL TUO RAGAZZO!

 

Ore 16.20

 

Mandi messaggi chilometrici ma riproponi le stesse argomentazioni e non cambi la mia posizione. No che non ti lascio stupida, e preferirei che la smettessi di dire sciocchezze.

 

Ore 17.00

 

Un’ora e mi rispondi solo “sarebbe meglio”? Cosa intendi? Mi stai piantando?

 

Ore 18.00

 

INSISTI A VOLERE LE MIE RISPOSTE DOPO CHE MI HAI LASCIATO! A CHE GIOCO STAI GIOCANDO? VA AL DIAVOLO! LA VITA È TUA, PIÙ DI DIRTI CHE STAI SBAGLIANDO CLAMOROSAMENTE NON POSSO FARTI UN BEL NIENTE! ORA BASTA, CIAO.

 

Mi venne voglia di scaraventare il cellulare in un angolo della stanza e calpestarlo come desideravo fare, in quel momento, con Shaoran. Stupido. Se avesse voluto avrebbe potuto rovinare mia sorella, metter in giro brutte voci, forse fu per quel motivo che mi diressi spedito a casa del ragazzo, lo feci scendere e lo pestai sotto casa sua.

Ci andai giù pesante, mi fermai solo quando il giovane cinese non riusciva più neanche a lamentarsi e a tentare di difendersi.

Lo tirai per il colletto avvicinando il suo viso al mio. “Mia sorella non mi ama affatto, te l’ha detto solo per avere una scusa per lasciarti” dissi con tono tale che Shaoran ricordasse bene e assorbisse quanto detto.

“Non osare dire in giro cose strane, capito bene?”

Non aspettai risposta, anche perché non ne sarebbe stato capace, lo lasciai lì a terra, suonai il citofono senza rispondere e me ne andai sicuro che la sua amica l’avrebbe potuto recuperare immediatamente.

L’avevo picchiato, ma mi ero ben curato di procurargli più dolore che effettivi danni o ferite, perlopiù avevo colpito il ventre e certamente avevo evitato il viso. Non era colpa sua dopotutto, anzi, era andato incontro a mia sorella per quel che gli era stato possibile, però non volevo rischiare che potesse arrivare a ferirla.

Rientrai in casa con la stessa terribile stanchezza di quel mattino stesso. Quella sera andai da Yukito gli dissi stancamente che preferivo le donne ai ragazzi, poi eravamo finiti ugualmente a letto insieme.

Sulla strada del ritorno canticchiavo malinconicamente a denti stretti.

Perso in quella che mi parve tristezza profonda.

Mia bimba di stella che rechi morte e dolcezza in unico canto. Lieve è l’aspra terra al tuo passo, muoia il sole affondando in Gea umida, ma che tu sorga in ogni mia livida notte.

Mio amore, amore sporco, Dio perdoni questo cuore maledetto che strilla come una banshee, assoggettato a te…

Dio perdoni me, e perdoni te uniti stretti nel rovo della nostra maledizione.

Legati insieme, e lieti di esserlo, dalle viscere di Satana.

 

 

***Bimba di stella***

  
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