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Autore: LiduenKvaedhi    20/08/2013    3 recensioni
I problemi familiari spingono Gwen, una ragazza appena diciottenne, a fuggire di casa, sotto proprosta di un ragazzo del suo solito Boxing Club. Tutto sembra andare per il meglio, finchè Gwen scoprirà i segreti più oscuri della vita del ragazzo.
Dal testo:
“MA SEI IMPAZZITO?!” urlò inconsciamente Gwen verso ragazzo.
“A me sembra un'idea magnifica” protestò lui con un sorriso stampato in faccia.
One-shot trasformatasi in Short poi chissà, potrebbe addirittura diventare una long.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Gwen non aprì bocca per tutto il tragitto e fu felice che Duncan fece altrettanto. Guardò per tutto il tempo fuori dal finestrino, studiando attentamente le sagome degli edifici davanti a cui sfrecciavano, per non pensare alla follia di ciò che stava facendo: insomma, Duncan era praticamente uno sconosciuto. Si erano parlati poche volte da quando aveva cominciato a fare la box sei mesi prima e lei non conosceva niente della sua vita, ma l'istinto le diceva che la sua vita sarebbe cambiata, ed era ciò di cui lei aveva bisogno: un cambiamento.
La differenza fra il suo quartiere e quello dove abitava il ragazzo era netta: dove viveva lei le case erano tutte uguali, di mattoni rossi e con tetti spioventi di tegole nere, e poi era pieno di condomini vecchissimi bisognosi di un urgente restauro ed edifici vari abbandonati. In più, il miglior negozio che si poteva trovare era un alimentare di bassa qualità. Al contrario, la parte moderna della città era ricca di grattacieli, centri commerciali e negozi.
Duncan si immerse nel traffico serale, causato dalla gente che si preparava ad andare nelle discoteche e nightclub. Nonostante fosse sera inoltrata, la città era piena di luce e di vita e le fece venir voglia di saltare giù dall’auto e andare in esplorazione di quel posto magnifico.
Dopo quaranta minuti di viaggio il ragazzo parcheggiò in un garage sotterraneo di un edificio altissimo. Scesero dalla macchina, presero le loro borse e Duncan fece strada alla ragazza, portandola in quell’edificio imponente. Presero l’ascensore fino al piano terra, dove le porte si aprirono e i due ragazzi salirono altri quattro scalini, fino ad una grande porta blindata. Rufolando nel borsone, il moro ne tirò fuori un paio di chiavi con cui aprì la casa.
– Benvenuta nella mia dimora! – disse Duncan lasciando cadere il borsone a terra con un sordo tonfo e alzando le braccia al cielo, o meglio, al soffitto.
Gwen si guardò intorno perplessa: solo il salotto era più grande di tutto il piano terra della sua casa.
Notò immediatamente l’arredamento ultra moderno e la televisione gigantesca. Il posto era stranamente pulito, troppo perché ci abitasse un solo uomo.
–Bene - risprese a parlare Duncan - questo è il salotto/sala da pranzo/cucina! Poi lungo quel corridoio ci sono le camere, ognuna con un bagno proprio, la sala pesi, lo studio e lo sgabuzzino, oltre che la cabina armadio di Courtney –.
Courtney ripeté nella sua testa, era certa che ci abitasse una ragazza in quella casa, era troppo ordinata.
– Tu starai nella stanza degli ospiti e ovviamente puoi trattenerti quanto vuoi, anche per sempre. Poi di fianco alla tua camera c’è quella di Trent e Scott e di fronte alla loro c’è la mia e quella della mia ragazza –.
La sua ragazza ripeté nuovamente a se, con uno strano sapore amaro in bocca.
– Poi di fianco alla mia camera c’è lo studio e la cabina armadio e poi all’altro lato c’è lo sgabuzzino, mentre di fianco a quella dei ragazzi c’è la sala peso. Sicuramente avrai capito che la tua stanza è la prima porta a sinistra. C’è anche il giardino e per andarci basta che apri quella porta finestra la.
Lei gli sorrise, poi chiese – Domani non è che mi accompagneresti a prendere la mia roba a casa? Sai, se devo starò qui ‘per sempre’ come hai detto mi serviranno le mie cose, no?!
Storse la bocca per qualche secondo, pensoso, poi le rispose – Ho un impegno domani, ma ti farò accompagnare da uno dei ragazzi.
In quel momento si sentì una chiave girare nella serratura. Dalla porta entrò una ragazza ispanica, molto bella. Aveva i capelli lisci, lunghi fino alle spalle. Erano mechati di diverse tonalità di castano e portava anche una frangetta sul volto. I suoi occhi erano di un marrone scuro molto intenso, facevano quasi venire i brividi. Era di media statura, con un fisico mozzafiato: capiva perché Duncan fosse attratto con lei.
La castana squadrò Gwen da testa a piedi, poi chiese acidamente – E lei chi è?
– Lei - cominciò il ragazzo avvicinandosi alla fidanzata - è un’amica che aveva bisogno di un posto dove stare. Quindi trattala bene e si carina con lei, altrimenti mi arrabbierò – Si avvicinò all'orecchio della ragazza e, quasi sussurrando, continuò – E sai come divento
Suonò quasi come una minaccia e gli occhi di lei si fecero piccoli come due fessure, poi lo oltrepassò biascicando un 'ok'.
– Piacere, mi chiamo Courtney Carter – affermò acidamente la ragazza, porgendo la mano alla gotica.
– Piacere, sono Gwen – si sforzò di sorridere, anche se sembrava che Courtney stesse per sgozzarla da un momento all’altro.
– Vado in camera, buonanotte – la castana lanciò un’occhiataccia ad entrambi e si diresse in camera loro, sbattendo la porta.
– Che tipa – mormorò fra sé e sé Gwen, ma Duncan udì lo stesso ciò che disse.
– Eh si, ma a letto è una bomba! – un sorriso malizioso comparve sul suo volto, mentre la ragazza alzò gli occhi al cielo, fingendo di non aver sentito e cambiò discorso – Vado anche io a dormire.
– Ok, a che ora vorresti fare quella commissione? – chiese lui.
– Mattina, nessuno dei miei dovrebbe essere in casa.
– Perfetto, allora buonanotte anche a te!
– Notte e, Duncan... grazie – Lui le rispose con un occhiolino ed andò in camera sua; lei fece lo stesso.
La stanza era molto più grande della sua, quasi il doppio: la moquette era grigio chiaro e i muri color avorio. Un lampadario sferico scendeva dall’altissimo soffitto e ed emanava una luce con le sfumature bluastre.
Un letto matrimoniale era attaccato al muro alla sua destra e di fronte c’era una scrivania e una libreria e accanto ad essa la porta per il bagno. Alla sua sinistra c’era un armadio gigante, con le ante scorrevoli. Per il resto era spoglia.
Posò il borsone sul letto e andò a vedere il bagno.
Un parquet molto chiaro rivestiva il pavimento e le pareti erano bianche. Una vasca con doccia in porcellana si trovava alla sua destra, messo in orizzontale lungo la parete, con una tendina opaca bianca. Il lavandino era in marmo con un lavello sempre in porcellana e degli scompartimenti sotto. Proprio di fronte a lei c’era il gabinetto.
Richiuse la porta e decise che era l’ora di andare a letto: si tolse le scarpe e i pantacollant e si legò in una piccola coda i capelli.
Si infilò nel letto e, quando stava per addormentarsi, sentì l’ingresso nuovamente aprirsi e un brusio si levò nella stanza accanto.
Quelli che sicuramente erano gli altri coinquilini di Duncan passarono davanti alla sua porta.
– Non accetterò mai più una missione del genere – una voce roca e arrogante arrivò alle orecchie della ragazza.
Una seconda voce si alzò, questa più dolce della prima – Davvero; poi guarda come ho ridotto questa camicia! Ora è tutta mac… – Le loro voci tornarono ad essere un brusio e la ragazza si addormentò di sasso, dopo che la stanchezza dell’allenamento terminato da appena un'ora e mezzo prima si fece sentire.

- I bla, bla, bla di Chiara -
Ciao ca tutti!
So che questo capitolo è un po' una palla e che la cosa più emozionante è la comparsa di Courtney (Non ve lo aspettavate, eh?!).
Vabbè via, il prossimo spero che varrà un po' meglio.
Un bacione, Chiara <3
  
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