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Autore: hellrid    20/08/2013    2 recensioni
Non era lei. Non poteva essere la mia Annie: come aveva potuto, quella ragazzina dolce e imbarazzata, diventare così cinica e superficiale? Mi trovai, mio malgrado, a sorridere amaramente, mentre la voce dell'inviata di Capitol City, Annabelle Delacourt, rimbombava nella mia mente. «Felici sessantasettesimi Hunger Games!» diceva «Possa la fortuna essere sempre a vostro favore!»
E fu allora che capii: Annie non era impazzita. Non era nemmeno diventata, improvvisamente, una brutale assassina. Cercava di essere forte, perchè sapeva che l'unica cosa che volevo fare in quel momento era distruggere quella dannata carrozza ristorante pezzo dopo pezzo, in lacrime. Istintivamente, mi avvicinai a lei senza dire una parola e la baciai. Le accarezzai le guance, trovandole calde ed umide: non ci dicemmo una parola, quella notte. Semplicemente, restammo abbracciati e piangemmo insieme.

Finnick/Annie, ovviamente! Il rating potrebbe modificarsi mano a mano che la storia si sviluppa.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Wish you were here.
 
Non sai quante volte ho pregato che tutto questo fosse solamente un perfido inganno della mia mente malata e che tu, dopo uno dei tanti incubi che popolano le mie notti, arrivassi in camera mia e mi tranquillizzassi, stringendomi forte e soffocando i miei singhiozzi con quelle carezze così delicate.
Ma tu non sei mai venuto: mi hai lasciata qui, da sola, con un enorme vuoto nel petto che nessuno mai riuscirà a colmare, perchè nessuno sarà mai come te.
Dove sei? Dimmelo, ti prego! Tutti mi credono pazza, quando, mentre cammino per la strada, scoppio in lacrime urlando queste parole: il fatto è che, tu lo sai, io non sono pazza. Semplicemente, io so. So che non puoi essere veramente un corpo morto, dilaniato dagli ibridi e dalla ferocia di Snow, perchè nessuno riuscirebbe mai a ridurti in quello stato.
Magari ora sei nel vento, nella gentile brezza marina che mi accarezza il viso prima dell'alba.
Oppure nella pioggia, che nasconde le mie lacrime dandomi una strana sensazione di forza.
O nel sole, che nemmeno nei giorni più luminosi potrà mai competere con la bellezza del tuo sorriso.
Ricordi quando ti accorgesti di essere innamorato di me? Dicesti di non sapere quando era successo, ma che, probabilmente, lo avevi sempre saputo. È esattamente quello che intendo io: non so come faccio a sapere che tu sei ancora con me, che non mi hai mai lasciata del tutto, lo so e basta. È solo per questo che sono ancora qui a combattere, amore mio: dicevi di odiare chiunque volesse farmi del male e non credo che mi avresti mai perdonato, se avessi deciso di spegnermi lentamente, bevendo solo le mie lacrime e nutrendomi dei miei ricordi. Dei nostri ricordi.
Ma nonostante questo, certe volte penso a te e fa male. Mi odio per questo, perchè non sono stata abbastanza forte da mantenere la promessa che feci a me stessa quando Katniss arrivò da me con le lacrime agli occhi, dicendomi che tu non c'eri più: giurai che mai pensare a te mi avrebbe fatta star male.
Tu non eri lacrime, eri la battutina oscena che mi faceva ridacchiare imbarazzata.
Tu non eri dolore, eri l'abbraccio caldo che mi faceva sentire protetta.
Tu non eri tristezza, eri il "ti amo" sussurrato piano al tramonto, in riva alla spiaggia, in uno di quei momenti che nessuno avrebbe mai potuto rovinare.
Eppure, quando penso che non sei qui accanto a me, è difficile rimanere lucida: dimentico persino come mi chiamo, a volte. Dopotutto, il nostro nome racchiude la parte più importante della nostra essenza: è la prima cosa che gli altri conoscono di noi. Ma chi sono, io, senza la metà più importante della mia anima?
Ma sii orgoglioso di me, perchè non mi sono lasciata andare, non di fronte a lui. È la mia unica ragione di vita, l'unico uomo che, oltre a te, ho amato incondizionatamente: nostro figlio. Sai, sono sicura che voi due sareste stati sempre a battibeccare: avete lo stesso caratteraccio e la stessa voglia di essere sempre al centro dell'attenzione. Ma sono più che certa che vi sareste adorati, perchè tutti e due avete lo stesso cuore grande come il mare che entrambi adorate.
Ora è lui che mi difende quando gli altri dicono che sono pazza, proprio come facevi tu quando eravamo giovani.
Non mi ha mai vista piangere, riesci a crederci? Non sono sempre stata la madre perfetta, ma ho sempre fatto in modo che il nostro Nathaniel fosse orgoglioso di essere se stesso. Che fosse orgoglioso di essere un Odair.
Ed è buffo, perchè è proprio lui a dirmi che, dopo tutto questo tempo, sarebbe ora che mi trovassi un altro marito: dopotutto, sono ancora giovane e bella, dice lui, nessuno me ne farebbe una colpa. Sono certa che anche tu saresti d'accordo, ma non avrebbe senso. Sono ancora tua e sempre lo sarò, Finnick Odair. Ed è ora che nostro figlio sappia di te. Di noi, di come ci siamo conosciuti. Della musica di quella vecchia chitarra che mi ha salvata dall'abisso.
  
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