Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: wale    20/08/2013    3 recensioni
“Dai Dean, anche noi ci meritiamo una vacanza ogni tanto, non trovi?”
“Sammy…”
“No, ascolta me per una volta! Non possiamo fare niente adesso per Lucifero, l’Apocalisse e tutta quella merda; quindi non ci vedo proprio nulla di male se ci fermassimo per un momento a prendere fiato. Abbiamo concluso l’ultima caccia solo tre ore fa!”
L’altro sbuffò consapevole che il fratello non avesse torto.
“E va bene…e com’è che ti vuoi fermare proprio in un paese sperduto come questo?”
“Bèh…prima di tutto perché è di strada e poi…”
Ma i Winchester, si sa, non riescono proprio a stare lontani dai guai...
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 CAPITOLO III

 


 
 
“E bravo Sammy, a quanto pare hai preso il fascino dal tuo fratellone! Quella Cadie non è niente male sai?”
“Smettila Dean, non è come credi!”
“Si, come no…”lo canzonò con un sorriso.
“Non gliel’ hai detto a papà vero? Si insomma, dei suoi poteri…” domandò il più piccolo imbarazzato.
“Naah! Non ne vedo il motivo. E poi sarebbe più semplice parlare con il presidente degli Stati Uniti che con papà” rispose l’altro senza smettere di sorridere.
Sam lo ricambiò con un sorriso più timido.
“Sai, Cadie è come noi Dean…anche lei vuole fuggire dal suo destino.”
Il maggiore diventò serio.
Sapeva dove volesse andare a parare, non era la prima volta che affrontavano un discorso del genere.
Sam era stanco di quella vita, e come poteva biasimarlo? Cazzo, era solo un bambino! Un bambino troppo buono e puro per un lavoro che ti ruba l’innocenza con violenza.
“Perché non restiamo qui, Dean?” continuò, poi, dopo un breve silenzio.
“Sammy…”sospirò l’altro.
“Papà non potrà opporsi se noi due rimaniamo uniti! Ti prego, non è quello che vuoi anche tu?”
“Non dire sciocchezze. Noi dobbiamo seguire papà, che ti piaccia o meno. È questo quello che fa un bravo figlio” rispose l’altro, cercando di mantenere un tono pacato.
“Parli così solo perché hai paura di lui! Sei un codardo Dean!!”
“Smettila di dire stronzate! Noi siamo cacciatori quindi cerca di levarti dalla testa questa assurda idea di voler essere normale! Noi non lo siamo e non lo saremo mai, mettiti l’anima in pace!” sbottò Dean esausto.
“Sono stufo di queste scuse! Non è giusto che io non possa scegliere! La verità è che è tutta colpa della mamma! Se lei non si fosse fatta uccidere a quest’ora-“ quello che seguì fu il tonfo di un corpo che cade a terra.
Dean, spinto da una rabbia cieca, aveva colpito il fratello che, incredulo, era rimasto seduto sul pavimento con la mano sul viso per fermare il sangue che scendeva dal naso e con gli occhi sgranati verso quelli verdi dell’altro.
Solo dopo diversi secondi il maggiore si rese conto di ciò che aveva fatto e il terrore per quel gesto così violento verso il suo fratellino lo portò ad indietreggiare sconvolto.
“S-Sammy scusami io non…”
Il minore lo ignorò e, dopo essersi rimesso in piedi, uscì in fretta dalla stanza.
 
 
 
 
 
Sam e Dean erano in macchina in assoluto silenzio, con la radio spenta, ognuno assorto nei propri pensieri. Fu il minore il primo a prendere parola.
“Ehi Dean, quella cosa che mi hai detto su Cadie….si insomma, che ti ha baciato…era vera?”
Il fratello si voltò a guardarlo, stupito per quella domanda e dopo un piccolo silenzio che fece fremere, non poco, l’altro, gli rispose con un sorriso strafottente.
“Certo Sammy che sei proprio un credulone, non credevo che ci cascassi sul serio!”
A quelle parole il minore sorrise, visibilmente sollevato.
“Ti ha chiesto di me?” continuò, poi.
“Si, certo. Ma non ci ho parlato molto visto che sono scappato subito a cercarti” mentì.
“Capisco….”
Seguì nuovamente un breve silenzio prima che riprendesse a parlare.
“Dean…”
“Mmh?” mugugnò l’altro, disattento.
“Mi dispiace…”
A quelle parole il più grande si voltò stupito verso il fratello per poi tornare a guardare davanti a sé, senza riuscire a sopprimere un sorriso.
“Non fa niente, Sammy”
 
 
Ci misero poco più di un giorno per arrivare in città e non appena giunti in ospedale si presentarono come gli agenti Stuart Sutcliffe e Pete Best*.
“Non sapevo che L’FBI si occupasse di cose del genere” commentò, sconcertato, il primario.
“Oh, le assicuro che ci sono tante cose che lei non sa” rispose Dean, facendo l’occhiolino e rendendo l’uomo ancora più perplesso.
“Mi dica, non ci sono state alcune spiegazioni cliniche?” domandò Sam, cercando di giungere al nocciolo della questione.
“N-no, i soggetti sono crollati da un momento all’altro, senza alcuna presenza di traumi o disfunzioni biologiche…”
 
 
“L’unica cosa che possiamo fare è capire che cosa hanno in comune questi casi.”
“La follia?” disse Dean, come se la cosa fosse ovvia.
“No, non è possibile. Ho controllato e tra le vittime ci sono due membri del personale”
“Magnifico! Sono più di venti persone e ci vorrà troppo tempo per riuscire a controllare ognuna di loro!” Sbuffò Dean, cercando di allentare la morsa di quell’odiosa cravatta.
“Già è un bel pasticcio…” osservò Sam.
…Quando Dean si era allontanato, il dottore, in via del tutto eccezionale, gli aveva dato le informazioni che aveva richiesto su una paziente in particolare: Cadie Butler.
A quanto emergeva dalla cartella clinica, la ragazza si era internata di sua spontanea volontà e la prima diagnosi l’aveva classificata come una schizofrenica paranoide. Dopo un certo periodo di ricovero era fuggita, facendo perdere ogni traccia di sé.
Ma la cosa che più lo aveva colpito era che il periodo di internamento di  Cadie coincideva perfettamente con quei casi misteriosi di coma.
Doveva esserci per forza una connessione…
“Ehi, terra chiama Sam, mi senti?”
“S-si scusami, che hai detto?”
“Io vado dalle famiglie del personale coinvolto, tu invece cerca di scoprire qualcosa qui dentro. Stare in un posto del genere mi fa venire i brividi dopo la nostra breve esperienza*…”
“Ok, ci vediamo dopo.”
 
 
Quando Sam entrò nella sala comune dove i cosiddetti ‘matti’ erano intenti a passare il tempo , si osservò intorno per un po’ cercando di individuare quello che a suo parere potesse sembrare….come dire?... Il più normale?
Notò un uomo seduto da solo, in silenzio, davanti a una scacchiera e dopo un respiro profondo si diresse verso la sedia in cui sarebbe dovuto esserci l’avversario.
“Salve signore, sono Pete. Invece lei è…” iniziò Sam, amichevole.
“….”
Ok, bene. Forse la sua non era stata proprio una scelta azzeccata
“Senta, sto indagando sui pazienti che sono stati ritrovati in stato comatoso senza una causa apparente. Per caso ha notato qualcosa di strano a riguardo?”
“…”
“Può dirmi qualunque cosa creda di aver visto o sentito, giuro che non la prenderò per pazzo.” lo avvertì, rendendosi conto, solo dopo aver parlato, della stupidità della sua affermazione.
L’altro per la prima volta lo guardò negli occhi, facendolo sussultare.
“Stai schiacciando Napoleone” bisbigliò.
“C-come, scusi?”
“Napoleone, l’imperatore. Non lo vedi idiota?! Non può giocare se tu gli sei sopra!” rispose, irritato.
“Mi scusi!” disse Sam balzando dalla sedia, ancora troppo perplesso per quello che era successo.
Ma una voce femminile alle sue spalle catturò la sua attenzione.
“Sei qui per cercare loro?”
Quando si voltò vide una donna che doveva avere una cinquantina d’anni ed era certo che sarebbe stata bella in una vita di normalità, senza quegli occhi spalancati e contornati da occhiaie di lunghe notti insonne e quei capelli grigi, così trascurati, che sembravano essere come carta abrasiva al tatto.
“Mi scusi?” domandò Sam, confuso.
“Sono state loro” continuò la donna, ignorandolo.
“Cosa? Ha visto qualcosa?” provò il cacciatore.
“Sono state loro!!! Loro!!!” continuò la donna agitandosi ed alzando sempre più il tono della voce.
“Cosa è stato? La prego, io posso aiutarla!” cercò di calmarla Sam. Ma non appena poggiò le mani sulle spalle della donna, questa prese ad urlare come un’ossessa, portando ad un tempestivo intervento degli infermieri che la bloccarono per sedarla.
“Non si preoccupi signore. Non è la prima volta che fa così. Quella donna ormai è partita completamente.” La derise una del personale prima di dare le spalle al ragazzo, ancora sconvolto.
 
 
Quando Sam tornò all’hotel era esausto. Tutta quella situazione non faceva altro che diventare più complessa ogni giorno di più. Ma ciò che ritrovò nella stanza al suo ritorno riuscì a catturare la sua completa attenzione: Dean stava dando da mangiare a un lucido gatto nero quelle che sembravano essere…Patatine fritte?
“Da quando ti piacciono i gatti?” domandò Sam, sorpreso, dopo aver richiuso la porta della stanza.
“Uh? Ciao Sammy. Non dire sciocchezze lo sai che le odio queste bestiacce.” disse con ovvietà il fratello che, però, mostrò un sorrisetto compiaciuto quando notò che l’animale apprezzava il manicaretto che gli aveva offerto.
“Ma allora questo qui?”
“Bàh, non me ne parlare! L’ho incontrato per strada e da allora non sono più riuscito a liberarmi di lui” sospirò il cacciatore andandosi a sedere su una sedia consunta che si trovava lì vicino.
“E’ carino però” fece Sam avvicinandosi al gatto per accarezzarlo ”e a quanto pare si tratta di una lei…” continuò sorridendo.
“La cosa non mi interessa. Gli ho dato un po’ di cibo così spero che si accontenti e che mi lasci un po’ in pace!” sbuffò.
Per tutta risposta il gatto si stiracchiò e dopo un piccolo miagolio si avvicinò a Dean, prendendo a fargli le fusa.
“Ahahah! A quanto pare è proprio vero che le femmine sono attirate dagli uomini che le trattano male!” lo canzonò Sam.
“Ah-ah, davvero divertente! Piuttosto.. hai scoperto qualcosa?” domandò il fratello, cercando di scansare il gatto con un calcio.
“No, a dire il vero ho avuto dei problemi con una donna internata e il primario mi ha impedito di fare altre domande ai pazienti.” Rispose, dicendo solo parte di quella che era la verità.
“Ah, fratellino, saresti veramente perso senza di me!” affermò Dean stravaccandosi grezzamente sulla sedia. ”La vittima numero uno, Aveline Harris, era una ragazza gentile, brava a scuola e diplomata con il massimo dei voti. Purtroppo dopo che la sorellina si ammalò fu costretta ad abbandonare gli studi per prendersi cura di lei, dato che non avevano una madre e il patrigno era in galera. Poco più di un anno fa la sorellina è morta…” poi, dopo essersi schiarito la gola continuò “Invece la vittima numero due era James Walker, un ex tossico che per i suoi piccoli crimini era stato costretto a servizi socialmente utili. Anche lui, in passato, aveva avuto diversi problemi in famiglia”
“Stai pensando che il fattore comune sia una vita difficile?” domandò Sam, sorpreso per quell’allusione.
“Bèh, a parte questo sono due soggetti completamente diversi; Aveline era una santa e James un ex criminale…” affermò offeso per la visibile perplessità del fratello verso il suo ragionamento “E poi ci metto la mano sul fuoco che la maggior parte della gente che si trova rinchiusa lì dentro non se la sia passata molto bene!”
“Oh, questo è vero. Però è tutto così assurdo…”
E cosa c’entrava Cadie in tutto questo?
“Ehi smettila bestiaccia! Per caso mi hai preso per un tappetino elastico?!” tuonò all’improvviso Dean verso la gatta che era appena balzata sul suo stomaco.
“Non credi che dovresti darle un nome?” gli fece notare Sam prendendo il computer.
“No, non credo proprio visto che se ne andrà presto”
“Che ne dici di Fifì?” fece il fratello, ignorandolo completamente.
“Cavoli Sammy! Dare nomi non è proprio il tuo forte, non è vero?” lo guardò inorridito, per poi avvicinarsi con il viso al musetto affusolato del micino.
“Certo che sei davvero una bella bestiaccia lo sai?” notò, inclinando leggermente la testa. “Ho deciso, ti chiamerò Anthrax*!” affermò entusiasta.
“Ma Dean, non puoi darle il nome di un gruppo!” fece notare Sam, contrariato.
“Non accetto critiche da uno che vuole chiamare il mio gatto Fifì! Non sono mica una donnina come te Samantha!”
“Oh, allora adesso è il tuo gatto…” lo canzonò il fratello, portando Dean a boccheggiare imbarazzato.
 

Quella sera il maggiore dei Winchester crollò. Era stanco, troppo. Il viaggio era stato davvero pesante e, a causa delle indagini, non si era fermato un momento da quando era giunto in città.
Nel bel mezzo della notte aprì gli occhi, ancora troppo intontito per capire che non era giorno, ma il russare leggero del fratello gliene diede la conferma.  Subito dopo, si rese conto che a svegliarlo era stato un leggero movimento che aveva percepito sopra di lui ed avrebbe certamente reagito, nonostante i riflessi rallentati, se quella figura dai sinuosi lineamenti femminili non avesse preso a strusciarsi sopra di lui.
Riuscì a sentire i capelli di lei solleticargli il petto nudo e le sue mani delicate accarezzargli il corpo, indugiando sulle cicatrici. Dean rimase immobile mentre quella longilinea figura strinse le sue mani in un tocco delicato, quasi incorporeo, per portarle sopra il cuscino all’altezza del suo viso.
Sentì il viso di lei avvicinarsi, il respiro irregolare che si mischiava al suo.
Dean cercò di ridurre la distanza tra le loro labbra, spinto da un irrazionale desiderio che lo portava ad ignorare il fatto che fosse una sconosciuta, introdottasi furtivamente nel suo letto. Però la donna, nel mentre, si allontanò, facendolo grugnire di dissenso.
Sentì, nel buio, le sue mani staccarsi da quelle di lui per poi scivolare sulle braccia, sul petto e soffermarsi sui fianchi, appena coperti dal leggero lenzuolo che si sovrapponeva tra loro.
Sussultò.
Il piacere gli inebriava i sensi per quella situazione così assurda e solo allora gli venne in mente che suo fratello era lì, che dormiva poco distante dal suo letto. La consapevolezza del rischio di essere beccato in flagrante lo fece eccitare ancora di più e decise, così, di mettere fine a quella piacevole tortura e di prendere in mano la situazione, quando all’improvviso, la voce di Sam lo fece sobbalzare.
“Svegliati Dean!”
Il cacciatore sgranò gli occhi, un po’ provati dalla luce del sole che penetrava dalla piccola finestrella della stanza e notò Sam in piedi che si stava vestendo.
Diavolo era solo un sogno... Un assurdo e meraviglioso sogno!
Sei un porco, adesso ti accontenti anche dei gatti!” lo prese in giro Sam, lanciandogli un cuscino in pieno viso. Dean aveva tutta l’intenzione di reagire per quell’attacco a tradimento, fin quando quelle parole presero un senso non appena notò la figura minuta di Anthrax che dormiva beata sul suo ventre, mentre poco più giù, nascosta dal sottile lenzuolo, splendeva in bella vista il suo alza bandiera mattutino.
“Cazzo! Vattene gattaccio!” sbraitò Dean, scacciando la gattina che andò a rifugiarsi dietro le gambe di un Sam fin troppo divertito.
“Cavoli Dean, hai proprio bisogno di una ragazza!” lo derise il fratello, incapace di contenere le risate.
“Non dire stronzate Sam!” rispose l’altro, paonazzo, cercando di liberarsi da quella trappola di lenzuola per correre dritto in bagno.
E che cazzo…!Ma quanto era disperato se riusciva addirittura ad eccitarsi per le fusa di uno stupido gatto!?!?!
Riuscì appena ad alzarsi dal letto che la nota figura di un angelo si materializzò davanti a lui, impedendogli la fuga.
I due si guardarono in viso per un breve ed imbarazzante istante.
Il silenzio venne interrotto quando l’angelo abbassò lo sguardo e lo rialzò, sgranando i suoi ingenui occhi blu in un’espressione di pura preoccupazione.
“Dean che cos’hai? Se hai bisogno di una mano io-“
Castiel non riuscì a completare quella frase, detta con la più totale incoscienza, che Sam scoppiò in un’incontenibile risata. Dean arrossì ancora di più ed incapace di rispondere alcunchè, in quella che riteneva essere la più imbarazzante esperienza della sua vita, scappò in bagno, sbattendosi la porta dietro le spalle, tra le risate del fratello e gli sguardi confusi dell’angelo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*rispettivamente, primo bassista e primo batterista dei Beatles quando ancora non erano noti.
(piccolo omaggio al mio gruppo preferito, i cui nomi però sarebbero troppo famosi per essere usati)
 
*riferimento all’episodio 5X11
 
*Gli Anthrax sono un gruppo musicale speed/thrash metal statunitense.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: wale