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Autore: SSONGMAR    20/08/2013    14 recensioni
Era giovane, alto, palestrato e moro. Alzò lo sguardo ed accennò un sorriso. - Salve ragazzi, lieto di conoscervi, sono il professor Lendon Wolf. -
Dal capitolo V: In quel momento ci fu silenzio. Bum bum qualcuno stava bussando, era il mio cuore che non cessava di correre all’impazzata. Non ci scostavamo, non distoglievamo lo sguardo, lui semplicemente restava immobile come se avesse preso il mondo tra le mani. Mi guardava con quegli occhi profondi ed io guardavo lui. Sembravamo esserci catapultati in un altro mondo, dove non esisteva nessuno, dove c’eravamo solo io e lui, dove non esistevano ragioni, dove si perdeva praticamente la testa.. dove non si era più coscienti. I respiri diventarono affannati e i cuori battevano all’unisono.. il tempo si fermò e quando riuscii a riprendere coscienza le sue caldi labbra avevano già incontrato le mie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Sette anni dopo..

POV Lendon
Correvo a perdifiato lungo quel corridoio bianco e silenzioso dove si udivano solo i miei passi.
A quella chiamata avevo lasciato il lavoro immediatamente per recarmi sul posto. Mi fermai davanti ad una porta con una luce verde, mi chinai ansimante sulle ginocchia per poter respirare.
- Eccolo è arrivato – una voce femminile aveva detto alle mie spalle, mi voltai e vidi i miei suoceri correre verso di me – muoviti o perderai questo momento meraviglioso – mi dissero. Deglutii ancora ansimante ma sentivo la mia gola secca ed il cuore che andava a mille, una donna in camice bianco e sorridente mi si avvicinò – lei è il signor Wolf? – mi chiese gentilmente – si – riuscii a dire, ero talmente emozionato ed in ansia che non riuscivo a spiccicare parola – da questa parte – indicò la donna ed io la seguii silenziosamente.  Mi fece indossare un camice bianco ed una mascherina e mi indicò la direzione in cui dovevo andare, vi entrai e vi erano tantissimi dottori, guardai verso il lettino e vidi finalmente Ciel.
- Lei è il marito? – disse l’uomo accanto a lei – si – risposi, Ciel mi vide ed allungò la mano verso di me – Lendon – mi disse. Era sudata, aveva gli occhi rossi e si sentiva male, si vedeva – vogliamo cominciare? – immediatamente tutti i dottori la circondarono, io me ne restavo di fianco a stringerle la mano mentre lei sofferente sospirava – più forte signora Wolf – disse immediatamente l’infermiera, Ciel stringeva forte la mia mano e piangeva, le sua urla erano percepibili anche a km di distanza. In quel preciso istante non sapevo cosa fare esattamente, poi ricordai le varie lezioni a cui partecipammo – respira Ciel – dissi immediatamente – sei brava piccola mia – sussurrai toccandole la fronte dolcemente, stava dando alla luce il frutto del nostro amore.
Quando ci lasciammo sette anni prima nel cortile della scuola pensai di non rivederla mai più. Cominciai a bere da lì a poco e mi rifiutavo di cercare un nuovo lavoro. I miei genitori cominciarono a preoccuparsi per me, non volevo nessuno tra i piedi e mi abbandonai completamente a me stesso. Chiusi la stanza del pianoforte a chiave, iniziai a pensare seriamente che suonare in pubblico fosse una cosa che portava male, perché ogni volta che l’avevo fatto mi era successo qualcosa di brutto, avevo perso prima Eles e poi Ciel ed era capitato entrambe le volte durante una mia esibizione.
Non volevo vedere le donne manco lontanamente, cominciavano a farmi schifo.
Poco dopo trovai un lavoro, ottenni una cattedra nell’università in cui avevo studiato grazie a mio fratello che studiava ancora lì e si era appena laureato. Cominciai ad insegnare matematica lì e qualche anno dopo me la ritrovai tirocinante. Quando la vidi era seduta alla caffetteria della facoltà bella come il sole e donna, era diventata una donna. Era insieme a Tiffany, la ragazza che partecipava al potenziamate ed era sorridente. Quando la vidi ebbi un tuffo al cuore, erano passati quattro anni dall’ultima volta che ci eravamo visti e molto probabilmente anzi, sicuramente lei si era rifatta una vita ed era anche fidanzata.
Mi diressi a passo svelto verso il bancone per ordinare un caffè quando qualcuno mi chiamò – professor Lendon? – mi voltai e vidi Tiffany sorridermi, anche lei era cresciuta tanto – ciao Tiffany – ricambiai il sorriso – cosa ci fa qui? – chiese immediatamente – ci lavoro – risposi sorridendo – e tu? – chiesi guardandomi intorno – sono con .. – si bloccò immediatamente, sapevo benissimo con chi era. Improvvisamente si avvicinò Ciel – Tiffany ci vuole ancora tanto? – disse mentre era intenta a sfogliare un libro, alzò lo sguardo e mi vide, rimase ad occhi sgranati a fissarmi quando il libro gli cadde dalle mani. Il mio cuore cominciò a battere velocissimo – ciao Ciel – riuscii a sussurrare, vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime – L- Lendon – riuscì semplicemente a dire. In quel momento tutte le persone presenti in quella caffetteria sparirono, restammo solo io e lei – magari avete tante cose da dirvi – cominciò Tiffany – vi lascio soli – aveva forse detto perché si allontanò immediatamente. I miei occhi erano persi in quelli di Ciel, lei cominciò a piangere. Mi guardai intorno e la presi per mano – vieni con me – le sussurrai, lei annuì e mi segui immediatamente. Trovai una stanza vuota, a mia sorpresa era una stanza di musica, sospirai – come mai sei qui? – le chiesi ma immediatamente lei si fiondò su di me ad abbracciarmi, sentii dei brividi corrermi lungo la schiena, erano passati quattro anni, quattro fottuti anni dall’ultima volta che l’avevo vista. La strinsi forte a me e non riuscii a trattenere le lacrime, cominciammo a piangere insieme, mi sarebbe piaciuto vederla diventare così donna.. era bellissima – non ti ho mai dimenticata – le confessai – ti amo Ciel, ti ho sempre amata – le dissi e lei si avvicinò lentamente alle mie labbra, mi guardò negli occhi come per chiedere il permesso ma mi ci avvicinai io e la baciai, un bacio che avevo desiderato per quattro anni. Da quel giorno cominciammo a frequentarci di nuovo e poco dopo le chiesi di sposarmi, ed ora eccoci qui.
- Dia l’ultima spinta signora è quasi fatta – aveva urlato l’infermiera ed aveva ragione, sentii il pianto del mio bambino e mi sentii svenire, poggiai la testa su quella di Ciel e le sorrisi, lei era ancora in preda alle lacrime – brava piccola mia, bravissima – le dissi ancora prima di lasciarle un bacio sulla fronte.



Due anni dopo ancora..

POV Ciel
Il rumore dei suoi piedini che picchiettavano sul pavimento era per le mie orecchie un dolce rumore, ormai il nostro piccolo aveva imparato a camminare e se ne andava in giro per la casa a combinare pasticci.
- Alex – la voce di Lendon dall’altra stanza – ti mangio – urlò immediatamente mentre il piccolo rideva a crepapelle e scappava alla vista del ‘’mostro’’.
Alex, il nostro piccolo, il frutto del nostro amore era un bambino adorabile, somigliava tantissimo a Lendon, ogni piccolo particolare era suo tranne che per la carnagione, quella era mia. Correvano entrambi avanti e indietro per la casa e alcune volte davvero non riuscivo a capire chi fosse il bambino tra i due, ma nonostante tutto sorridevo ed ero felice.
Quando ci incontrammo dopo quattro anni dalla separazione in quella caffetteria il mio cuore cessò di battere. A quel tempo facevo da tirocinante in quell’università abbastanza lontana da casa mia, ma non mi sarei mai sognata di rivederlo. Ci eravamo ritrovati dopo quattro anni come alunna/professore/colleghi e il tutto non mi faceva altro che pensare che quello fosse assolutamente destino.
Entrambi eravamo stati innamorati ugualmente l’uno dell’altra e non avevamo avuto nessuna relazione. Lui mi raccontò di quanto fosse stato male ed io feci lo stesso. Ci baciammo nell’aula musica dell’università e quella sera stessa andai a dormire a casa sua, nel suo appartamento che era stato disabitato a lungo. Notai che la porta dove aveva il suo pianoforte era chiusa a chiave, non capii ma lui mi raccontò il suo punto di vista e cosa pensasse a riguardo – suona per me Loving you a thousand times – avevo detto e lui mi aveva accontentato. Mi sedetti accanto a lui con la testa poggiata sulla sua spalla lasciandomi trasportare dalla sua musica ed il suo profumo, un profumo che nessun’altro uomo avrebbe potuto indossare. Dopo cena ci stringemmo caldamente nelle coperte, nonostante fossimo adulti ricordo che non successe assolutamente nulla, eravamo troppo presi dallo stare insieme, dall’essere felici per esserci ritrovati che non pensammo a nulla. Dormimmo in completa intimità tutta la notte ed il mattino dopo girammo per le strade della città mano nella mano e sorridenti. Non avevamo più paura degli sguardi delle persone, ci eravamo ritrovati e quella per noi era la cosa più importante.
Dopo qualche mese partimmo per un viaggio di lavoro, andammo a Parigi e fu lì che lui mi chiese di sposarlo. Mi comprò cento rose e mi offrì una cena al ristorante e sotto la torre Eiffel fece la sua fatidica domanda – vuoi sposarmi? - . Ero scoppiata completamente in lacrime – si – gli dissi prima di lanciarmi su di lui, sarebbe diventato mio marito, l’amore della mia vita, il mio professore, l’unico uomo che era riuscito a farmi provare sensazioni meravigliose e ben presto padre dei miei figli.
Quando tornammo nella nostra città decisi di portarlo a casa, inizialmente i miei genitori erano contrari, ci fu Mark però per fortuna a convincerli e ci sposammo poco dopo in una chiesetta su una collina, proprio nel periodo della fioritura dei ciliegi. Le mie amiche ed i miei amici furono tutti felici di partecipare al matrimonio. Key e Sully vennero assieme, Ines e Jonny erano già sposati ma alla fine si sapeva, stavano insieme da tanto. A mia sorpresa Sophie cominciò ad uscire con Joon e la cosa mi fece tanto piacere, erano davvero belli assieme, Savannah riuscì ad accalappiare Jeremy e se lo portò all’altare col disappunto di Victoria ovviamente. Anche Jasmine e Selvy trovarono finalmente la loro anima gemella, mentre Tiffany era riuscita a stare accanto al suo amore trasferendosi immediatamente da lui, ragione per il quale ci ritrovavamo tirocinanti nella stessa università. L’unica persona di cui non sentii più parlare fu Larisse, non seppi assolutamente che fine avesse fatto e manco Joon lo sapeva. L’ultima volta che la vidi fu al mio esame di stato che riuscii a passare, fortunatamente, brillantemente.
E adesso mi ritrovavo qui, nella casa dei nostri sogni nel posto dei nostri sogni, qui ancora insieme e felici.

- Tesoro, tesoro – corse immediatamente Lendon verso di me – cosa c’è? – dissi spazientita, era un bambino – Alex sta suonando il piano, vieni – urlò correndo lungo il corridoio con le braccia spalancate – ma cosa dici? Ha solo due anni Lendon – dissi sorridendo, mi alzai dalla panchina posta fuori casa e mi diressi dentro. Entrai nello studio di Lendon e vidi il mio piccolo Alex seduto al piano, i miei occhi si illuminarono di gioia, se ne stava lì e con le sue piccole dita picchiettava il piano, Lendon prese la macchina fotografica ed immortalò quel momento. Il piccolo cominciò a sorridere – papà buffo – continuava a ripetere ed aveva ragione, ma d’altronde questo era tutto quello che io, Ciel Owen, avevo sempre sognato.
                      
                                                                                                                                                                                  Fine


Angolo autrice
Siamo giunti ahimè alla fine della storia. Sto ancora piangendo perché per me è stata una storia importantissima e l’unica cosa che desidero adesso è che non morisse. Mi piacerebbe in futuro ricevere altre recensioni, mi piacerebbe che qualcuno si soffermasse ancora per un po’ a leggerla, sarebbe per me la gioia più grande.
Lendon e Ciel sono riusciti finalmente a stare insieme, si sono sposati ed hanno avuto un meraviglioso bambino, il piccolo Alex. Ciò ci fa capire quanto sia forte il destino e quanto sia forte l’amore vero perché, diciamolo, il loro era il più vero e puro di tutti.
Ringrazio chi ha seguito la storia costantemente, chi l’ha messa tra i preferiti e addirittura chi ha aggiunto me negli autori preferiti. Quando cominciai a scrivere questa storia non me lo sarei mai immaginato poiché era la prima che pubblicavo qui. Continuerò a scrivere altre storie, stavo pensando di pubblicarne una che si intitola L’oceano tra noi, e spero voi mi seguiate anche lì. Un grazie grandissimo a chi ha recensito, a chi mi ha dato consigli, grazie davvero siete stati un grande punto di forza e vi ho adorato.
Avrei tantissime cose da dirvi ancora ma mi fermo qui altrimenti finisco davvero col piangere. Grazie ancora, vi lascio con qualche regalino di Lendon, ve lo meritate .Un bacio grande a tutte voi. Mi auguro, alla prossima storia



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Qui vi lascio il link per sentirlo cantare e suonare il piano
https://www.youtube.com/watch?v=8KRJLAVt8sk


Anche lui è triste per la fine della storia:(

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