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Autore: Girasolefelicissimo    21/08/2013    3 recensioni
Se Satana mettesse al mondo una figlia femmina? Cosa mai potrebbe succedere? Di sicuro la sottovaluterebbe dato che è una ragazzina e penserebbe che non potrebbe far del male ad una mosca.
Ma fa male, non bisogna mai e poi mai sottovalutare una ragazza, sopratutto se ha ricevuto le sue fiamme..
E se questa ragazza, costretta a frequentare l'accademia Vera Croce ed a essere sorvegliata da uno dei suoi figli gli creasse un mucchio di problemi? Non solo al Padre ma anche al Preside di quella 'povera' scuola?
Genere: Azione, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distesa sul letto, teneva un piccolo pugnale tra le dita, osservando come i suoi  occhi rossi riflettevano sulla lama lucente. Sospirò poggiando il pugnale sulla pancia e fissando il soffitto bianco, quando improvvisamente qualcuno miagolò e interruppe i suoi pensieri. -Mhm?- Si guardò intorno perplessa, chiedendosi chi avesse fatto quel verso, ma poi, accorgendosi del silenzio tombale della sua casa, ritornò a fissare il pugnale. -Miao!- Ancora. Si alzò sbuffando dal lettone e  andò in cerca di ciò che miagolava. Che fosse un gattino?
Scese al piano di sotto e trovò un'adorabile e pelosa sorpresa.
Un gattino, bianco e batuffoloso che rotolava su un tappeto e miagolava.
Si avvicinò curiosa e il gattino, notandola si fermò e si mise a gattonare sulle sue quattro zampettine pelose, muovendone una davanti come per chiamarla.
Fissando il gattino, le scappò un piccolo "Aww". Adorava i gattini.
Si avvicinò al pelosino, accarezzandogli piano la testolina e facendogli dei grattini dietro le orecchie. -Che ci fa un piccolo gattino come te qui eh? Come sei entrato?- Gli chiese, continuando a coccolarlo.
Il gattino le rispose semplicemente con dei piccoli "Miao".
Lo prese delicata tra le braccia e lo portò in camera sua, posandolo poi sul letto. S'inginocchiò difronte a lui, mentre esso si stendeva e poggiava il musetto sul materasso.
Aveva avuto sempre un debole per i gattini, non riusciva a resistergli, in questi vent'anni infatti, ne aveva avuti molti, fin da bambina.
Guardò la sua piccola testolina e vide che aveva due grossi occhioni verde scuro.
Con entrambe le mani, iniziò ad accarezzargli le guance pelose e cotonate. -Sei davvero adorabile, sai?- Gli disse, sorridendo dolce.
Mentre Alice teneva il viso vicino al musetto del gattino, esso venne ricoperta da una strana nube bianca che subito sparì e il posto del micetto venne preso dal Demone che quella volta l'aveva salvata. Era steso sul letto, col mento poggianto sulle nocche delle mani, mentre le candide mani della demoniessa posavano sulle sue guance. I loro visi erano distanti ad un palmo di naso. Alice reagì subito, urlando e indietreggiando, cadendo a terra poichè prima era in ginocchio. -Oh, non mi coccoli più?- Chiese il demone viola, imbronciandosi. Aveva deciso di ritrasformarsi, per farle uno scherzetto, cosa che adorava fare a chiunque lo accarezzasse mentre era un gattino.
-Che cavolo ci fai qui?!- Gli urlò contro.
-Volevo incontrarti!- Disse con abbastanza felicità, ma la sua felicità venne interrotta da Alice, che lo tirò per il ricciolo che aveva sul capo. -Ahi! Mi fai male!- Piagnucolò il viola, mentre lei continuava a tirare con abbastanza forza e il demone si sentii il ricciolo staccarsi dalla  cute. -Non ti voglio a casa mia! Vattene, subito!- Gli ordinò, costringendolo a scendere dal letto.
Il viola si rialzò dal pavimento, massaggiandosi la testa. La mora subito s'irritò vedendo come non accennava ad andarsene e fece un piccolo ringhio.
-Qualcosa la irrita?-
-Si, la tua presenza!- Il demone le sorrise, non rispondendo nulla.
Stufa, fece apparire la sua spada. Una spada dalla lama lunga e sottile con una elsa al cesto di colore oro con dei piccoli diamantini blu che proteggeva la sua mano.
Puntò la punta affilata al suo mento, minacciandolo. -Vedi di andartene. So cosa vuoi. E già ti rispondo con un secco no. Quindi puoi riferire al nostro caro papino che hai falli..-
-Oh, ma io non sono qui per questo.- La interruppe, scuotendo la mano e continuando a sorridere, non sentendosi minimamente minacciato.
La giovane donna, fissò confusa il viola. -E allora per che cosa?- Gli chiese, continuando a tenere uno sguardo serio.
-Per stare qui con lei!- Affermò.
-Tsk, e speri  che io ci creda?-
-Non deve per forza credermi.- Rimase perplessa, e parecchio, quel demone stava architettando qualcosa, se lo sentiva nel profondo, ma non sapeva con esatezza cosa.
E aveva ragione, pienamente ragione.


Dopo un paio di mesi, il rapporto tra Alice e Mephisto sembrò "Rafforzarsi" sotto un certo aspetto. Il viola aveva studiato alla perfezione ogni sua abitudine e Alice riuscì a capire più o meno come ragionava la sua mente contorta.
La demoniessa, finalmente era riuscita a rimanere da sola e si era liberata del demone, ma la pace  durò poco, poichè la sua finestra e metà del muro vennero sfondati e un cumulo di pietre e fumo invasero la sua stanza.
-Heeeeeeelloooooo!- Salutò con una voce cupa uno degli otto re di Gehenna.
La demoniessa si pulì il viso sporco di polvere e riconobbe la folta chioma corta e rossa di Astaroth. Emise un piccolo ringhio, parecchio infastidita.
-Come sta la mia piccola demoniessa?-
-Chi non muore si rivede, eh, Astaroth?- Lo fissò disgustata.
-Sei sempre così acida?-
-E tu sei sempre così distruttivo?- Gli chiese, indicando il muro della stanza distrutto.
-Sai come sono.- Le rispose ridendo.
-E so anche come buttarti fuori di qui a calci.- Disse, prendendo uno slancio contro di lui e calciandolo con forza fuori, dallo stesso muro che il demone aveva distrutto.
Entrambi atterrarono fuori dalla villa della demoniessa, che era abbandonata da tempo e lo stesso le strade che conducevano ad essa, poichè gli abitanti pensavano fosse infestata e prossima alla demolizione.
Il re del marciume tossì e sputò un po' di sangue, tirando poi un pugno sul viso della donna, per ringraziarla di quell'adorabile volo e della botta che aveva appena ricevuto alla schiena.
-Guarda che così danneggi il mio nuovo corpo..-
-E tu il mio naso!- Lo colpì con forza alle costole e con pochi pugni già gliele aveva frantumate tutte.
Il rosso, digrignò a denti stretti e spinse via la demoniessa, mettendosi poi sopra di lei e stritolandole il collo, procurandole poi delle strane macchie nere e violastre, che sembrarono marcirle la pelle.
E infatti era così. Astaroth voleva che la sua pelle marcisse, per poi ucciderla.
L'aria iniziò a mancarle, mentre i suoi vestiti venivano lentamente ricoperti dal sangue di Astaroth, che per colpa dell'emorraggia interna causata dalle diverse costole rotte che bucavano gli organi interni, adesso stava perdendo su di lei un cumulo di sangue.
Doveva salvarsi o rischiava di perdere la testa, lettaralmente.
Strizzando un occhio, sollevò la mano sinistra e conficcò velocemente due dita nell'occhio sinistro del demone, facendo poi infuocare la sua mano e così l'interno del suo cranio iniziò a prendere fuoco.
Un'immenso bruciore si propragò attraverso l'apertura che gli aveva procurato la demoniessa, facendolo così rotolare per terra ed emettere urla strazianti.
Inutilmente provava a fermare le fiamme che scioglievano la cartilagine e il sangue che scorreva coposo.
-Hahaha..Haha..- Ridacchiò la demoniessa, distesa sull'erba secca e sporca di sangue mentre si teneva una mano sul collo, aspettando che la sua guarigione sovrumana la guarisse.
-Brucia?- Gli chiese col fiatone, mentre rideva ancora e teneva gli occhi semi-chiusi.
-Brutta stronza!- Gridò a squarcia gola, mentre le fiamme non accenavano a diminuire e i capelli, da bolo rosso erano diventati neri.
Alla fine, dopo strazianti urla, sembrò abbandonare il corpo dell'uomo che aveva posseduto.
Tirò un sospiro di sollievo e a fatica si alzò dall'erba.


Attorno al collo, teneva una garza che le serviva per accelerare la sua guarigione demoniaca, un altro po' e la sua pelle sarebbe caduta a pezzi.
Piccole striscioline di marciume nere e viola iniziavano dal mento fino  alle guance, non erano molto gravi, ma le procuravano bruciore e irritazione, voleva grattarsi, ma se l'avrebbe fatto, si sarebbe ritrovata pezzi di pelle tra le sue unghie. Osservava il paesaggio notturno dell'esterno della sua villa da camera sua, adesso, grazie ad Astaroth. Adesso le toccava anche riparare un muro.
-Astaroth..- Mormorò. -Iblis, Azazel, Egyn.. Sono miei fratelli.. E Satana, mio padre.- Affermò nella sua  testa.


Il giorno dopo, Alice andò in cucina, sicura di ritrovarci Mephisto a sorseggiare del tea come sempre e così fu.
Seduto come al solito su una poltrona rossa dai manici dorati che beveva tea e mangiava biscottini.
-Buongior..-
-Portami all'Inferno.- Gli ordinò, senza neanche salutarlo o lasciar finire il suo corddiale saluto.
Il viola sbattee per un paio di volte le sue palpebre e la fissò perplesso.
-Eh?- Chiese confuso, posando la tazzina.
-Mi hai sentito. Portami da nostro padre.-
Quasi non voleva crederci, ancora non aveva messo in atto il suo piano e lei voleva raggiungere l'Inferno? Di sua spontanea volotà? Non era abituato agli imprevisti. Da nessun essere vivente e non.
Iniziava ad adorare sempre di più quella donna, ma una domanda lo turbava. Perchè aveva scelto di raggiungere l'Inferno?





Negli Inferi, c'era agitazione, più di quanta ce ne era di solito.
Le fiamme che circondavano il palazzo di Lucifero aumentavano e le grida delle anime finite al suo interno erano ancora più strazianti.
-Come sarebbe a dire che non riuscite a portarla qui?!- Chiese sua maestà con irritazione al suo demone servitore, Iblis, che  era chinato al suo cospetto.
-Chiedo perdono, mio signore, ma vostra figlia oltre ad essere abbastanza forte è anche protetta da Alice.-
-Cosa?!- Sbraitò il signore dei Demoni. -Alice?!-
-Si, mio signore. È ancora viva.- Lucifero sembrò riflettere per un attimo e capì al volo cosa voleva fare Alice con la ragazzina. -Mio signore?- Chiese Iblis, aspettando un suo ordine.
-Se la ragazza non cede, uccidetela. Immediatamente.- Il re del  fuoco annuì e lasciò il regno.










   
 
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