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Autore: Lunastorta98    21/08/2013    2 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
E infine Silente, l'ultimo volto che mi comparve in sogno. A lui dovevo davvero molto: lui aveva fatto in modo che io venissi ammesso a Hogwarts nonostante due anni prima fossi diventato un Licantropo; lui mi aveva spinto a non isolarmi e a cercare degli amici a scuola, dicendomi che sicuramente avrei trovato qualcuno che mi avrebbe accettato per come ero; lui mi aveva offerto un posto di lavoro quando ormai non avevo più uno zellino. A Silente dovevo tutto!
Tratto dal secondo capitolo:
Io l'amavo e senza di lei sarei rimasto solo per sempre.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 2 Mi svegliai di soprassalto sentendo dei passi veloci che salivano le scale, presi istintivamente la bacchetto e con un rapido incantesimo non verbale sigillai la porta della stanza. Sentii un tonfo e un'imprecazione, ma non riuscì a distinguere la voce. La persona in questione tentò di aprire la porta e quando si accorse che era chiusa di sicuro fece un incantesimo per aprirla perché la vidi entrare. Mi rigirai su un fianco fingendo ancora di dormire, non mi interessai di sapere chi fosse. - Sveglia dormiglione!- esclamò una voce fin troppo familiare, ma rimasi immobile con gli occhi serrati continuando a dare le spalle all'entrata. Sentii che si era seduta accanto a me, anche grazie a qualche doga quasi rotta che aveva cigolato, così fui costretto a girarmi verso di lei. -Tonks...- sussurrai. La curiosità di sapere cosa ci facesse lei dentro la Stamberga Strillante era tanta, ma non glielo chiesi, anche perché non avevo voglia e neanche la forza di discutere con lei un'altra volta. -Finalmente ti ho trovato! L'Ordine ti sta cercando dappertutto e tu sei qui a dormire beato- esclamò allegramente. Come se ieri non fosse successo niente. Mi misi a sedere; mi sentivo stanco, distrutto e sicuramente dovevo avere un aspetto se possibile peggiore del normale. Mi passai una mano sul viso stropicciandomi gli occhi. Scattai in piedi, in modo relativamente veloce, per allontanarmi da lei -Adesso arrivo.- dissi appoggiandomi al muro, accanto alla finestra e guardando fuori. Lei doveva aver notato che mi ero alzato solo per allungare le distanze tra di noi perché i suoi capelli erano diventati da rosa cicca a rosso fuoco e poi marrone scuro, fino ad arrivare a un grigio spento. Si alzò rapida e si avvicinò alla porta. -Bene, allora vado!- nella voce aveva qualcosa di diverso, forse stava trattenendo le lacrime. Mi voltò le spalle e con quel gesto scattò qualcosa dentro di me -Aspetta!- riuscii a dire prima che lei cominciasse a scendere le scale Lei si voltò, asciugandosi con il dorso della mano un occhio e guardandomi, ma non si avvicinò. Rimasi in silenzio, molti pensieri mi stavano frullando in testa in quell'istante. Non avevo più nessuno e perdere definitivamente anche lei sarebbe stata l'ultima cosa di cui avevo bisogno. -Cosa c'è? Mi hai vista piangere e ora ti senti in colpa? Il motivo lo sai, ma non voglio essere rifiutata un'altra volta, non ho intenzione di sentirmi di nuovo una pezza da piedi...- -Aiutami...!- sussurrai mentre lei ormai gridava -Non piangerò mai più per... come hai detto?- si fermò di colpo guardandomi -Aiutami...- ripetei avvicinandomi a lei -Aiutarti?!- non era triste, sembrava arrabbiata, solo arrabbiata. Avanzò velocemente verso di me -Dammi solo una ragione!- urlò e io arretrai di mezzo passo -Ieri sei stato piuttosto chiaro, no? Tu non mi ami, mi hai rifiutato mille e mille volte e ora vieni a chiedere il mio aiuto solo perché sai che non riuscirei a dirti di no, ma ti sbagli di grosso!- strinse i denti scrutandomi con una sguardo furioso e voltandomi nuovamente le spalle, ripartendo alla volta del castello -Io ti amo!- lo dissi senza quasi rendermene conto, alzando la voce in modo da sovrastare la sua che ancora stava trovando modi diversi di esprimere la sua rabbia. Mi mossi di qualche passo in avanti afferrandola dal polso e facendola girare verso di me -Come... come hai detto?- la voce che le tremava dalla rabbia e uno sguardo che non riuscii a decifrare, poi senza nessun preavviso mi diede uno schiaffo, mentre molte lacrime cominciarono a rigarle il volto Rimasi col volto girato di lato per qualche istante, portando lentamente la mano dove mi aveva colpito. Tornai a guardarla, lasciandole il polso. Nel frattempo lei aveva ricominciato a urlarmi contro ma io la ascoltai distrattamente con ancora la mano sulla guancia. Da lontano mi arrivava qualche cosa tipo "non mi prendere in giro" oppure "sono mesi e mesi che non fai altro che respingermi" e aveva ragione... Non avevo alcun diritto di farmi avanti in quel momento. Però non riuscii a trattenermi, avevo bisogno di aggrapparmi a qualcuno, di avere una persona al mio fianco in quel momento più che mai. Mi avvicinai a lei e l'abbracciai -Ti prego, aiutami...- sussurrai stringendola a me Lei rimase immobile per un istante e allentai la presa, forse era troppo tardi. Ma lei ricambiò l'abbraccio, stringendosi a me di nuovo -Sono stato uno stupido a tenerti lontana, ho sempre negato a me stesso i sentimenti che provo per te... Lei rimase in silenzio. Sapevo perfettamente di non avere le qualità adatte a lei: Troppo vecchio Troppo povero Troppo pericoloso Ma anche lei ormai le aveva imparate a mente, ma non le interessava come non aveva mai mancato di ripetermi. -Remus... sei un'idiota!- esclamò, ma questa volta sorrideva. I suoi capelli erano tornati del consueto rosa cicca che sinceramente adoravo e il suo viso a cuore, ancora rigato da qualche lacrima superstite mi guardava senza astio. Sorrisi anche io , piegando appena in su un lato della bocca e appoggiando una mano sulla sua guancia per asciugarle il viso col pollice. Lei si avvicinò a me sollevandosi sulle punte dei piedi per arrivare al mio viso e mi cinse il collo con le braccia. Fu un istante. La distanza che ci separava svanì. La baciai e lei ricambiò La notte passata da solo mi aveva fatto capire che c'era ancora una persona che mi stava aspettando e che avrei perso se mi fossi ostinato a ignorarla. Io l'amavo e senza di lei sarei rimasto solo per sempre.
  
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