“Dottore! Allora, come sta mia filia?”
“Non si preoccupi, signora Weasley. Per fortuna sua figlia è una ragazza forte e di spirito combattivo. Stanno tutti bene.”
“quindi il bimbo è salvo?” chiese Dominique.
“Beh, perché non andate a chiederglielo di persona? Ora è sveglia e ha chiesto di vedervi.”
Neanche a dirlo e madre e figlia andarono di corsa alla camera di Victoire. Teddy era con lei.
Arrivate nella stanza, fecero un sospiro di sollievo vedendo i due sorridenti.
“Ma chèrie! Come stai?”
“Tutto a posto, maman. Anzi – guardò Teddy con aria complice – vi dobbiamo dire una cosa. Il bimbo, anzi, i bimbi sono salvi.”
“Oh, ma è una cosa merav…come scusa?! I…i…bimbi?!”
“Sì, Dom. I bimbi.”
“questo vuol dire che…”
“Sono incinta di due gemelli!”
Fleur e Dominique rimasero interdette per qualche istante. Poi Dominique urlò per la gioia, facendo spaventare la mamma.
“Che bello, che bello, che bello!!! Sarò doppiamente zia!”
“Mon tresor, sono molto contenta per voi due” affermò Fleur, che sorrise un attimo per poi diventare cupa.
“Mamma, che c’è?”
Fleur sospirò.
“Victoire, tuo padre è molto dispiasciuto per sciò che è suscesso.”
“Non è un buon motivo per prendersela così tanto.”
“Lo so, ma se solo gli parlassi e sontissi sciò che ti vuol dire, sarebbe felisce.”
“Doveva pensarci prima” disse la ragazza mettendo il muso.
“Vic, parlagli” intervenne Teddy.
“Ma ti ha trattato malissimo. CI ha tattato malissimo!”
“Lo so, amore, però forse non lo ha fatto perché era davvero arrabbiato. Per favore, ascoltalo. Io lo farei.”
Dopo qualche minuto di silenzio, Victoire decise di ascoltare cosa suo padre aveva da dire.
 
Quando Bill arrivò, gli altri lasciarono la stanza perché lui e Vic potessero stare da soli.
“Ciao, Vic. Come…come stai?”
“Bene. Ok.”
Silenzio.
“Allora, mamma ha detto che volevi parlarmi – Bill fece sì con la testa – Beh allora spero che tu non sia qui per farmi perder tempo.”
“No, tranquilla. Arriverò subito al punto. Mi dispiace.”
“Mpf…”
“Vic, mi dispiace davvero! Non avrei dovuto reagire così. Ma sai perché l’ho fatto? Avevo paura.”
“Paura?!”
“Sì, paura. Paura che…che il mio sangue…sai, per quello che mi è successo…potesse, ecco…” Bill cominciò a piangere.
Victoire allora capì.
“Avevi paura che potesse nascere un…”
“Sì, esatto. Anche con te e i tuoi fratelli è stato un rischio, ma tua madre era così determinata…”
Ancora silenzio.
“Ti prego…ti prego, perdonami.”
Victoire non ce la faceva più. Odiava essere arrabbiata con suo padre.
“Papà, vieni qui” gli disse allargando le braccia per abbracciarlo.
“Oh, Vic! Scusami. Sono stato un…”
“Lupo. Già” concluse lei ridacchiando.
E si abbracciarono.
“Ora non mi stritolare, papi!”
“Oh no. Scusa, scusa.”
“Ehehehe, stavo scherzando. Comunque sarai felice di sapere (spero) che…i gemelli stanno bene.”
“G-gemelli?!”
E di nuovo lacrime per tutti e due. Ma questa volta un sorriso accompagnava il loro abbraccio.
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I mesi passarono e con loro passò il matrimonio, la luna di miele ai caraibi e il pancione di Victoire.
 
Era un giorno come tutti gli altri e mancava poco tempo al parto.
Victoire decise di fare un po’ di shopping a Diagon Alley con la sorella.
“Certo che sei enorme!” esclamò Dominique.
“Lo so, lo so. Sarà la centesima volta che me lo dici.”
“Ma è vero! Sembri una mongolfiera!”
“Dom! Hai finito? E io che volevo fare un po’ di compere in santa pace. Oh!” si portò le mani al ventre.
“E’ un calcetto? Posso sentire?”
“Ho scelta?” chiese Vic sarcastica.
“Evvai – Dom posò una mano sul pancione della sorella – Wow! E’ davvero una cosa fantastica. Ogni volta mi emoziono.”
“Già. Ma tu non ne hai due da…oh! Ahi!”
“Non sono stata io! Non sono stata io!”
“Certo che non sei stata tu, sciocca. Oh-oh!”
Il pavimento era bagnato. Le sorelle si guardarono sgranando gli occhi.
“Oh, Merlino” dissero all’unisono.
“Dom, portami al San Mungo.”
Ma era pietrificata. Indicava il ventre della sorella, fissandolo.
“Dom, santa bacchetta! Datti una svegliata! Manda un patronus a mamma e papà. E anche a Teddy. Poi, andiamo!”
Come risvegliata da uno stato di trance, Dom fece tutto ciò che la sorella aveva chiesto e si diressero in fretta e furia all’ospedale.
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“Ma quanto sci vuole?”
Fleur era decisamente poco tranquilla.
“Non preoccuparti, cara – le disse Bill – Teddy è con lei. Sono sicuro che andrà tutto bene.”
Ma il tempo sembrava non passare più.
Quand’ecco Teddy uscì dalla sala operatoria.
“Stanno tutti e tre bene!”
“Oh, grazie al cielo” disse Bill.
“Volete venire a vederli? Vic è sveglia.”
Bill, Fleur e Dominique si guardarono e annuirono tutti eccitati.
Una volta in camera, i tre videro Vic a sedere sul letto, mentre accanto a lei c’erano due culle per i nuovi arrivati.
“Vi presento Chantal Ninfadora e Remus William.”
Gli occhi dei genitori si fecero lucidi per l’emozione, così come quelli di Victoire e Teddy.
Ognuno dei due nonni prese in braccio un pargolo.
“La cucciola somiglia molto a Vic, ma ha i capelli rossi.”
“Ehm, Teddy è normale che li abbia fucsia ora?” chiese Dominique.
Tutti rimasero senza parole. Poi scoppiarono a ridere quando il maschietto mutò le sue labbrucce in un tenerissimo grugnetto di maialino.
“Non c’è che dire sono proprio dei tipetti speciali – esordì Bill – Benvenuti nella nostra grande famiglia, piccoli.”