Cuffie.
Justin's POV.
Se
avessi aspettato solo un secondo di più per entrare in
quella
stanza, ora non sarei qui a seguire una ragazza solo per prevenire un
qualsiasi disastro che potrebbe capitarle.
Se avessi rifiutato e
se mi fossi messo contro Dio, ora non sarei qui a seguire una ragazza
solo perché è troppo imbranata e riesce a
scivolare anche mentre
sta ferma.
Però, mi tocca occuparmene. Non posso allontanarmi da
lei, se non per pochi metri, quindi sono costretto a osservare la sua
giornata senza mettermi in mezzo, rimanendo a debita distanza di
sicurezza perché non possa sentire la mia presenza.
Sospiro e la
guardo tirare fuori l'iPod e infilarsi le cuffie nelle orecchie, per
poi guardare a destra e sinistra prima di attraversare la strada per
raggiungere la sua via di casa.
“Dannazione.” Sibila, cercando
di slegare le cuffie dai soliti nodi che si formano nella sua
borsa.
Okay, lo ammetto: faccio io i nodi. Passo 8 ore al giorno,
cinque giorni a settimana con un solo obiettivo: proteggerla.
Ma
questo mi fa anche perdere di vista tutte le ragazze che fanno la
doccia negli spogliatoi, quindi devo pur vendicarmi su di lei, no?
Sì.
Lux tira fuori le chiavi di casa e ne infila una nella
toppa, girandola prima di aprire la porta e richiuderla subito dopo
essere entrata.
“Non sei affatto ospitale.” Borbotto mentre
oltrepasso il legno e entro in casa. Mi butto sul divano e Lux
sussulta, guardandosi intorno. Bene, l'ho spaventata. Oggi
sarà una
bella giornata.
“Mamma!” Urla, salendo le scale per andare in
camera sua. Mi metto a frugare nella sua borsa e tiro fuori il libro
di matematica, appoggiandolo sul tavolino e aprendolo.
Vediamo se
pensa di essere impazzita di colpo o no.
Mi sdraio di nuovo sul
divano e metto le braccia sotto la testa, aspettando il suo
arrivo.
“E come al solito non c'è.” La sento
sospirare quando
rientra in sala. Lancia un'occhiata al libro di matematica e si
guarda intorno di nuovo. “Sto impazzendo, è
ufficiale.”
“Non
sai quanto.” Ridacchio, mettendomi a sedere e soffiando sui
suoi
capelli.
Fa un salto all'indietro che avrei dovuto registrare, se
solo avessi un telefono o una fotocamera.
“Ma che cazzo...”
Lux si sistema per bene i capelli e muove la mano nel punto dove
prima le ho soffiato contro.
Mi scanso velocemente proprio mentre
la sua mano mi colpisce la guancia; la guardo ritirarla e aggrottare
la fronte.
Cazzo, mi ha dato uno schiaffo! Mi massaggio la
guancia, pur non sentendo dolore, e mi alzo.
“Stronza.”
Borbotto a bassa voce.
“Vivo in una casa infestata.” Sospira,
buttandosi sulla poltrona e accendendo la televisione. Tira fuori una
barretta di cioccolato e ne stacca un pezzetto.
Mi siedo sul
bracciolo della sua poltrona e aspetto che metta la barretta sul
tavolino per cambiare canale, e questo succede qualche secondo
dopo.
Allungo una mano e tiro leggermente l'angolo della carta,
trascinando la barretta sullo spigolo del tavolino.
Lux non se ne
accorge, impegnata com'è a cambiare canale. Bene, la metti
così?
Ora
vediamo se non te ne accorgi.
Mi alzo e raggiungo la TV, premendo
il bottone per spegnerla. Lux sbuffa, alzando gli occhi al
cielo.
“Dannata TV vecchia di un secolo, sarà meglio che
ti
accendi!” Sbotta infine. Caccio una risatina e accendo la TV,
mentre Lux la guarda perplessa, poi annuisce. “Bene,
esattamente.”
Scuoto la testa e vado in camera sua, buttandomi sul suo letto a
due piazze e stiracchiandomi. Ora che è a casa e al sicuro,
posso
anche riposarmi dopo la lunga giornata.
Un urlo mi fa cadere
dal letto. Cazzo. Mi massaggio il braccio sul quale sono crollato
mentre vado al piano di sotto. Cosa ha combinato questa volta?
La
raggiungo in cucina, sbadigliando, e la trovo che gioca con dei
pezzetti di vetro di un bicchiere, probabilmente.
Sì, dai, fatti
un taglio sulla mano così perderai tutto il sangue prima che
i tuoi
genitori tornino a casa! Brava, così si fa.
Sbuffo e la guardo
posare tutti i pezzi di vetro sul bancone per poi gettarli nella
spazzatura con un pezzo di carta.
La porta d'ingresso si apre e
sua madre entra in casa. “Lux!”
“In cucina!” Lux tira
fuori dal frigo una bottiglietta di vetro di coca cola e cerca un
aggeggio per aprirla, mentre io ridacchio e tolgo il tappo con
facilità.
Quando si gira e fa per aprire la bottiglie, inarca un
sopracciglio. “Ho le allucinazioni. Mamma!” Urla,
uscendo dalla
cucina. La seguo. Non posso perdermi questa scena. Guardo i suoi
capelli ondulati muoversi e qualche riflesso del sole fa splendere le
ciocche un po' più chiare del suo biondo normale.
“Che c'è,
Lux?” La donna seduta sul divano alza lo sguardo sulla
figlia. Si
chiama Anne, e tradisce il marito sette giorni su sette con il
lavoro. Chiamatela stacanovista.
“Ho le allucinazioni. Cioè...”
Lux si siede accanto a lei e beve un sorso di coca cola. “Non
è
che sono allucinazioni, ma continuo a vedere cose che si spostano da
sole e roba così. E la TV si è spenta e accesa da
sola.”
Anne
ride, alzando gli occhi al cielo. “Lux, sai che quella TV
è
vecchia di un secolo. É un miracolo che funzioni almeno un
po' e
faccia vedere almeno uno dei 300 canali, ormai.”
Lux ci pensa
un po', poi fa spallucce. “Penso di sì.”
“Hai fatto i
compiti?” Chiede la donna.
“No, non ancora. Non voglio fare
matematica, il libro è maledetto.” Dice
tranquillamente.
“Su,
su. Lo dici ogni volta. Vai, e niente musica!” Le urla quando
Lux è
già sulle scale.
Entra in camera e la seguo velocemente dentro
prima che possa sbattermi ancora la porta in faccia.
“La TV è
vecchia di un secolo, è un miracolo che funzioni almeno un
po' e
faccia vedere almeno 300 canali, ormai.” Imita la voce di sua
madre
e non posso fare a meno di ridere. É buffa.
“Questo cazzo di libro
è davvero maledetto. Tutta la casa lo è.
Specialmente il
bagno.”
Oh, sì. Probabilmente dovrei smettere di girare la
manopola per leva l'acqua da calda a gelida, giusto? Nah, va bene
così. Forse dovrei anche smettere di tirare la tenda della
doccia,
ma non ci riesco. Magari potrei anche evitare di aprire le finestre
di colpo mentre si sta asciugando. Una volta le è venuta la
polmonite e mi sono sentito così in colpa che ho passato una
settimana a letto con lei senza allontanarmi mai per paura che
potesse svenire o cose così.
Lux si siede alla scrivania e fa
cadere la testa sul libro, sbuffando. “Equazioni qui,
equazioni lì.
Non mi serviranno a un cavolo le equazioni.”
Vero.
“E non
ci faccio niente con la teoria di Einstein!” Sbotta ancora,
sedendosi composta.
Doppiamente vero.
La ascolto sfogliare le
pagine lentamente e sottolineare qualche formula prima di mandare a
fanculo la matematica e buttarsi sul letto.
Ovvero, sopra di
me.
Caccio un grugnito e Lux prende il suo telefono, completamente
ignare del fatto che mi sta praticamente addosso, e non in una
posizione molto aggraziata, lasciatemelo dire.
Cerco di sfilarmi
da sotto e per un qualche miracolo ne esco indenne, tirando un
sospiro di sollievo.
Scrive a Michael, il suo migliore amico che
ha una gigantesca cotta per lei ma non trova le palle per
dirglielo.
E comunque fa bene, dato che a Lux non piace. Lei e
Arianna parlano così spesso di ragazzi che ormai mi sento
parte
delle loro vite abbastanza da origliare, seduto accanto a loro
dovunque siano.
“Sai, se quel tipo trova le palle per dirti che
gli piaci, probabilmente ti dovrò rincorrere fino al
Giappone quando
scapperai a gambe levate.” Ridacchio, non ricevendo nessuna
reazione da lei.
Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo,
specialmente quando non ti vedono e non ti sentono.
Sono
praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni
che ho visto nuda almeno un miliardo di volte e che non sa neanche
della mia esistenza.
Mi sento come uno stalker che spia le sue
vittime prima di rapirle.
Alzo gli occhi al cielo: devo smetterla
di guardare Criminal Intent prima di andare a
dormire.
“Maledizione.” Canticchia Lux mentre fa avanti e
indietro per la stanza, ripassando brevemente Scienze per
l'interrogazione di domani.
“Mi stai facendo incazzare.”
Borbotto, pur consapevole che non può sentirmi, quindi
continua a
camminare.
Afferro un lembo del cuscino e ci gioco, aspettando che
si metta a letto per andare a dormire, così posso divertirmi
un po'.
Mi dovrò svegliare alle 7 come lei, domani, e non ho
intenzione di
perdere ore di sonno solo perché ha deciso di non studiare
tutto il
giorno per farlo alle 11 di notte.
Chiude il libro e lo infila
nella borsa, poi si siede e inizia a togliersi i pantaloni. Oh,
sì.
Questa è la parte migliore della giornata quando sono
appiccicato a
lei.
La sento sbuffare un po' quando non riesce a sfilarsi una
gamba e alzo gli occhi al cielo: che imbranata.
Lancia i jeans
sulla scrivania senza badarci tanta attenzione e si sfila la
maglietta, gettandola sopra i jeans.
Prende una maglia
dall'armadio e se la mette velocemente, poi va in bagno per lavarsi i
denti e la faccia.
Quando ritorna e spegne la luce, mi sposto un
po' nel letto così non mi viene addosso. Si sdraia accanto a
me e
imposta la sveglia sul cellulare, poi lo mette in carica e sospira,
fissando il soffitto.
“Oddio, Musica no.” Si lagna infine,
coprendosi gli occhi con le braccia.
Ha da suonare la chitarra
domani, e non sa perfettamente gli accordi, perciò
c'è una
grandissima probabilità che si inventi che le corde della
chitarra
si sono spezzate e che quindi non poteva esercitarsi.
“Pazienza.
Farà finta che le corde si sono rotte.” Fa
spallucce e io
ridacchio: lo sapevo.
Si gira e si rigira nel sonno più volte,
dandomi qualche sberla di qua e di là. Alla fine decido di
alzarmi
dal letto per evitare un qualsiasi trauma cranico e mi siedo nella
poltrona, guardandola dormire.
É più carina quando dorme perché
non parla e non rompe i coglioni. E specialmente non rischia di farsi
uccidere da un palo quando cammina guardando il telefono.
L'ho già
dovuta salvare tante di quelle volte che mi sorprendo di non avere
avuto una promozione per avere più tempo libero da lei.
“Non
ti lamentare e vedi di fare il tuo lavoro, Justin.”
Cazzo.
Dio deve smetterla di leggermi nel pensiero. Non ha altre cose a cui
pensare? Come la guerra in Iraq e porre un giudizio su Osama Bin
Laden?
“Non adesso.”
Ah,
okay.
Infine Lux si stiracchia nel sonno e sospira, continuando a
dormire senza girarsi neanche una volta.
Nel frattempo io metto in
disordine la sua stanza, gettando roba di qua e di là per
darle un
tocco più spaventoso.
Scommetto che domani mattina le verrà un
colpo quando non riuscirà a trovare il suo quaderno con i
compiti di
Inglese.
Bbbuongiorrrno.
:)
Come state, belle fanciulle?
Ho dovuto fare dei salti
mortali per pubblicare questa storia perché non avevo idee,
quindi
ringrazio Vojceofanangel per essere rimasta al telefono con me.
:)
Ora, le frasi in corsivo sono ciò che dice Dio, non so se
l'avete capito.
Per quanto riguarda la storia, non ho niente da
dire ancora.
Spero vi piaccia.
Sciao, bellesse. :)