Come and save me.
Justin's POV.
“What
was it that got broken inside of you? That sent you off searching
down empty avenues?”
Dannatissima
sveglia. Fottutissima sveglia. Maledettissima sveglia.
E la cosa
peggiore è che mi lamento più io che non ho
niente da fare a scuola
che Lux, che invece si alza prontamente e spegne il telefono per poi
sparire in bagno.
Mi stiracchio nella poltrona e mi appendo a
testa in giù, ricontrollando il casino che ho combinato.
Anne
ucciderà Lux quando lo scoprirà, e questa volta
non potrò salvarla
dalle grinfie di una madre arrabbiata.
Sarà divertente.
Lux
esce dopo essersi fatta una doccia, con un asciugamano ben stretto
intorno al gracile corpo. Ha delle tette enormi se paragonate alle
misure del resto del corpo, comunque.
Si guarda intorno,
sbiancando. “Che cazzo è succes- Mamma!”
Urla.
Sono nella
merda. Mi metto a sedere e sbadiglio, poi guardo fuori dalla
finestra. Beh, almeno c'è il sole.
Anne fa il suo ingresso nella
stanza e sbarra gli occhi. “Lux, ma che diamine è
successo qui
dentro? Con chi ti sei data alla pazza gioia?”
Scoppio a ridere
mentre Lux alza gli occhi al cielo. “Mamma, voglio andarmene
da
questa casa. E non sto scherzando. Non vedi che succedono cose
assurde? Prima la TV, ora la mia stanza. Oh, e non parliamo neanche
di quando sono rimasta bloccata nel seminterrato per quattro ore
perché la porta si è chiusa da sola!”
Strilla Lux, agitando le
braccia senza rendersi conto che l'asciugamano stava per
slegarsi.
“Non dire sciocchezze, Lux. Probabilmente avrai
sbattuto la porta e il chiavistello è caduto. Ora, preparati
per
andare a scuola e pulisci la camera quando torni. Tuo padre e io
staremo via fino all'ora di cena.”
“Ma mamma!” Brontola Lux,
sbuffando. “Non capisci che questa casa è
infestata? Per quanto mi
riguarda, io mi trasferisco da Arianna!”
Anne alza gli occhi al
cielo e il suo angelo custode entra in camera, salutandomi con un
cenno della mano. É molto, molto, molto, molto
più vecchio di me.
Avrà almeno 400 anni, per quello che ne so.
“Ne ho 56, Justin.”
Dice Tomas, sedendosi accanto a me. “E li porto anche
bene!”
Aggiunge, gonfiando il petto.
Caccio una risatina e seguo con gli
occhi Anne che lascia la stanza. Tomas si alza e la segue fuori,
mentre Lux sbatte la porta urlando a sua madre che se muore per
qualche attacco di un fantasma, la perseguiterà per sempre.
Si
veste velocemente e controlla ciò che ha nella borsa.
“Cazzo,
dov'è il mio quaderno di inglese?” Sussurra,
passandosi le dita
tra i capelli e guardandosi intorno.
Devo ammettere che come scena
è abbastanza divertente, se non fosse che quando si muove i
suoi
capelli mi arrivano dritti in faccia.
Alla fine decido di alzarmi
e tirare fuori il quaderno da sotto il letto, spingendolo
segretamente sotto la scrivania.
“Ah, eccolo. Grazie a Dio.”
Sospira lei, raccogliendolo e gettandolo nella borsa.
No, grazie
a Justin, tesoro.
La seguo fuori dalla casa e giù per la strada
fino al suo liceo, dove incontra Michael e Arianna sui gradini
dell'ingresso.
“Non ci crederete mai.” Sbotta Lux, sedendosi
accanto a loro. Michael le passa una mela e lei la addenta
voracemente. “La mia casa è infestata! E mia madre
non mi
crede.”
“Metti le telecamere come quelli in Paranormal
Activity.”
Suggerisce Arianna sghignazzando.
“Sì, così poi se è una
specie di poltergeist mi uccide come nel film. Grazie, Ri.”
Lux
sospira e si guarda intorno.
Io vado a sedermi con gli angeli
custodi di Arianna e Michael e ci aggiorniamo sulle ultime cazzate
che i nostri tre idioti sono riusciti a fare in neanche 24 ore.
“Mamma
mia, mamma mia, mamma mia! Guarda quella che bocce!” Strilla
Chaz,
indicando una ragazza con delle tette enormi che si sfila
l'accappatoio prima di fare la doccia. “Arianna non le ha
così
grandi!” Sbuffa infine, facendomi ridere.
“Non penso che
qualcuno le abbia così grandi in tutto il mondo,
Chaz.” Ridacchia
Ryan, alzandosi di più sullo scalino per avere una visuale
migliore.
“Lux le ha abbastanza grandi.” Dico infine, facendo
spallucce prima di posare il mio sguardo su un'altra ragazza che si
spalma la crema sulle gambe. “Però, quella ha
delle gambe
chilometriche.”
“Non ne hai sentito parlare? É quella che
corre per la scuola, che fa tutte quelle gare e roba così.
Le basta
fare tre passi per arrivare alla linea di traguardo.” Chaz
salta
giù dallo scalino mentre io e Ryan continuiamo a fissare le
ragazze.
“Andiamo, pervertiti! Arianna deve andare!”
“Beh, vai. I
nostri sono ancora qui da qualche parte.” Ryan fa spallucce
leggermente.
In quel preciso momento sento delle urla e cado
immediatamente a terra. “Porca puttana!” Urlo,
tenendomi la
pancia.
“Ehi, che sta succedendo? Ti senti bene?” Chaz mi
corre incontro, dimenticandosi completamente di Arianna.
“É...
É successo qualcosa a Lux. Cazzo!” Mi rimetto in
piedi e corriamo
verso la parte da dove proveniva l'urlo.
C'è una folla
interminabile che circonda qualcosa, così ci passiamo
attraverso e
appena vedo la scena davanti a me, mi maledico ripetutamente.
Lux
è sdraiata per terra con Michael, Arianna e qualche
insegnante che
la circondando, il suo sangue è sparso dappertutto e non si
muove.
“Non respira! Qualcuno chiami un'ambulanza, non
respira!”
Urla un insegnante, mentre io mi inginocchio davanti a Lux e le
prendo la mano. É ancora calda.
“Forza, piccola. Non puoi
morire così solo perché mi sono allontanato per
vedere delle tette.
Anche le sue sono belle, prometto che se vivi guarderò solo
le tue.”
Sussurro, accarezzandole il palmo della mano.
Delle sirene
interrompono il mio monologo e mi costringono a lasciare la mano di
Lux, che viene caricata su una barella e infilata nel furgone
dell'ambulanza.
Chaz e Ryan mi guardano dispiaciuti mentre
Arianna e Michael piangono l'uno sulla spalla dell'altro, non sapendo
come consolarsi.
Mi infilo velocemente nell'ambulanza e mi siedo
accanto a Lux, continuando a tenerle la mano mentre i dottori o gli
infermieri o chi cazzo sono, le mettono una maschera d'ossigeno a
coprirle la bocca.
Cazzo. É tutta colpa mia, avrei dovuto fare
più attenzione. Ora chi lo sente Dio? Mi farà un
culo a strisce
quando mi convocherà.
“Ci
puoi scommetere! Porta su quel culo, Bieber!”
Merda.
Lux's POV.
Mi
sveglio in una stanza con le pareti bianche quando qualcuno mi scuote
violentemente per le spalle, urlando.
“Lux? Lux, svegliati! Non
abbiamo tempo da perdere, vedi di alzarti immediatamente!”
“Mi
lasci stare.” Borbotto, spingendo via la mano dell'uomo della
mia
spalla.
Tira un sospiro di sollievo. “Meno male. Forsa, Lux,
andiamo.” Mi tira su per le braccia e mi fa cenno di
seguirlo.
Mi
guardo intorno: è un ufficio con le pareti biancastre, con
davanti
un corridoio infinitamente lungo. Però, non pensavo che gli
ospedali
fossero così grandi.
A proposito di ospedali.
“Come sto,
dottore? Insomma, non mi sono fatta niente visto che cammino e vedo e
parlo, vero?” Gli chiedo.
L'uomo si gira verso di me e mi porge
un foglio e una penna. “Scrivi lì i tuoi dati
personali, Lux.
Nome, data di nascita, luogo, che scuola frequenti e tutto il
resto.”
Aggrotto la fronte. “Ma sono minorenne, non dovrebbero
farlo i miei genitori?” Chiedo confusa. Non mi è
mai stato detto
di scrivere i miei dati personali, neanche quando ho preso la
patente. Hanno fatto tutto i miei genitori.
“I tuoi genitori non
possono, al momento.” L'uomo fa spallucce tranquillamente e
apre
una porta, incitandomi a entrare.
Lo faccio e lui mi segue, mentre
io guardo le domande, continuando a camminare senza neanche sapere
per dove. É un elenco lunghissimo, pieno di informazioni che
ai
dottori non servirebbero nemmeno, ma preferisco completarlo invece
che chiedere una sola domanda a quell'uomo che mi sta precendendo.
La
prima domanda è sul nome e cognome, perciò scrivo
distrattamente
'Lux
Rivera' prima
di passare alla prossima. Data di nascita. Porca miseria, ma
dovrebbero già averla la mia data di nascita e anche il mio
nome.
Insomma, è un ospedale, no? La mia cartella clinica dovrebbe
aver
girato tra tutti i dottori.
Sento delle voci provenire
dall'interno di una delle stanze e mi blocco, tendendo l'orecchio.
Sono due voci maschili, una più ruvida e l'altra
più delicata.
Probabilmente un dottore e un ragazzo, credo.
“Come hai potuto
farlo, Justin? Avevi un solo incarico, per la miseria! Dovevi solo
proteggerla da un qualsiasi incidente e guarda dove siamo
finiti!”
Urla l'uomo.
Come può urlare contro un ragazzo che è finito in
ospedale? Ma è scemo?
“Giuro che non pensavo sarebbe accaduto!
Cazzo, stavo solo parlando con Ryan e Chaz e un secondo dopo
è
successo! C'era un tale casino, gente ovunque. Non sapevo cosa fare
così sono andato con lei.” Questa volta la voce
è più delicata,
perciò penso appartenga al ragazzo.
“Ma non l'hai salvata!
Justin, come ti ho già detto, avevi solo un compito da fare!
Ti ho
mandato lì per questo, la segui da quando è nata
e ora la fai
finire così? É ancora una bambina,
dannazione!”
Come la segue
da quando è nata? Cos'è, uno stalker? Dovrei
chiamare la polizia?
“Ci ho provato! Le ho parlato tutto il tempo, e credevo che
mi
sentisse perchè ogni tanto mi stringeva la mano. Ma poi
siamo
arrivati all'ospedale ed è morta. Sulla barella. Non ha
fatto
neanche in tempo ad arrivare alla sala operatoria!”
“Avresti
dovuto essere lì con lei per salvarla! Non mi interessa cosa
facevate tu, Chaz e Ryan! Pensavo di avertelo già ripetuto
duemila
volte durante i nostri incontri precedenti, Justin! Non fai mai
attenzione a quello che ti dico e continui a commettere gli stessi
sbagli! Dovevi fare solo una cosa! Una! E quella cosa era proteggere
Lux, non passare il tuo tempo con Chaz e Ryan!”
Proteggere Lux?
Proteggere me? Che cosa vuol dire? Che sono morta? Potrebbe esserci
un'altra Lux, ma non è un nome così comune.
Appoggio la mano
sulla maniglia della porta e l'uomo che mi precedeva si volta.
“No!
Lux, non aprire quella porta, non c'è niente per
te!”
Lo ignoro
e la spingo, aprendola. Mi ritrovo davanti un uomo e un ragazzo sulla
mia età che si girano verso di me, sconvolti.
“Cazzo, Lux.”
Sussurra il ragazzo, guardandomi tristemente. “Mi dispiace
tanto.”
Dice ancora.
Aggrotto la fronte? “Chi sei?”
L'uomo si mette
in mezzo e mi guarda, accennando un sorriso. “Patrick ti
porterà
nella tua stanza, Lux. Devi riposare, adesso.”
“No, no,
aspettate un momento. Avete detto che sono morta! Vi ho sentiti da
lì
fuori. Cosa significa che sono morta? E non ti ho mai visto prima
d'ora, sappilo. E ti denuncerò per stalking!”
Indico il ragazzo
che caccia una risatina, ma viene subito guardato male
dall'uomo.
“Patrick!” Lo chiama, e l'uomo che mi stava facendo
da guida appare dietro di me. “Porta la signorina Lux nella
sua
stanza, per favore.”
“Sì, signore.” Annuisce questo,
prendendomi delicatamente per un braccio e cominciando a tirarmi
fuori dalla stanza.
Vedo solo la porta chiudersi prima di
ritrovarmi nel lungo corridoio. “Che cosa significa che sono
morta?
Sono qui, insomma!”
“Cerca di calmarti, ora devi riposare.
Passerò più tardi per vedere come stai, va
bene?” Dice,
lasciandomi all'interno di un'altra stanza con un letto e qualche
fiore qua e là.
“No che non va bene! Che sta succedendo?”
Mi
prende di mano il foglio e la penna e guarda a quante domande ho
risposto, poi scuote la testa. “Dovrò fare le mie
ricerche, Lux.
Non sei stata molto d'aiuto con le tue risposte.”
“Ma-”
Mi
interrompe. “Dormi bene.” Sorride, chiudendosi la
porta alle
spalle. Mi butto ad aprirla ma sento solo la serratura che si
blocca.
Dove cazzo sono finita?
Justin's POV.
“Allora
siamo d'accordo. Prova solo a farle capitare un'altra disgrazia e sei
ufficialmente fuori, Justin.” Dio mi guarda severamente e io
sospiro.
“Non può darle un altro angelo? Ormai mi ha visto,
e
sa cosa succede quando i morti vedono i proprio angeli
custodi.”
Borbotto, giocherellando con le dita.
Dio incrocia le braccia e
sbuffa. “Sì, so cosa succede. E non intendo darle
un altro angelo,
Justin. Andrai tu personalmente a scusarti con lei quando
scoprirà
ciò che le è successo per colpa tua, hai capito?
Nessun altro si
prenderà le tue colpe per te. Ora sparisci, e vedi di non
capitare
qui ancora una volta se non per dirmi che hai completato il tuo
lavoro tra 70 anni.”
Annuisco e mi rimanda sulla terra,
precisamente nella stanza d'ospedale di Lux. É sdraiata sul
lettino
con vari tubi che le escono da tutte le parti del corpo e un ago
infilato nel braccio.
Anne e Robert sono seduti sul divano, mentre
Arianna e Michael continuando a fissare Lux senza battere
ciglio.
Chaz e Ryan mi rivolgono un saluto veloce e io sospiro,
sedendomi accanto a Lux. Le passo le dita sul braccio, evitando
accuratamente i tubi e gli aghi, e sperando che si svegli presto.
Non
posso saperla in queste condizioni solo perché mi sono messo
a
fissare un paio di tette e un paio di gambe.
Evidentemente l'hanno
salvata. Tiro un sospiro di sollievo e appoggio la schiena alla
sedia.
“Come stai?” Chaz e Ryan si avvicinando a me e io
faccio spallucce.
“Non lo so.” Borbotto infine, tornando a
guardare Lux.
“Ci dispiace. Non avremmo dovuto trattenerti lì.
Insomma, sappiamo che un po' è stata anche colpa nostra,
sai?”
Ryan si dondola sui talloni e guarda per terra, evitando il mio
sguardo.
“Non importa, Ryan. Lei è salva ed è
l'unica cosa che
conta. Ora non avrò più motivo per allontanarmi
da lei.” Sospiro,
stringendo la mano della ragazza nella mia.
Buuuuuuuuuuongiorno.
:)
Beh, sono contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto.
Ygudhhkjhdksh.
Ah, sappiate che Lux si legge Lax, okay? :)
Beh,
tutto qui. Scoprirete il seguito presto.
Sciao, bellesse.