Dieci
anni dopo…
Dieci anni.
Ben dieci lunghi anni erano passati da quella volta, da quello scontro. Da
quella terribile battaglia. Molto era cambiato, alcune cose erano state
dimenticate, altre invece erano rimaste impresse nella memoria di coloro che potevano
raccontarla.
***
Seduta
davanti al fuoco, vi era una ragazza, anzi non più ragazza, ormai era una donna.
I lunghi
capelli color zaffiro le ricadevano pesanti sulle spalle e ogni tanto, con un
gesto automatico, li ricacciava dietro le orecchie sperando di fermali.
Attorno a
lei un gruppo di bambini scalpitava impaziente.
“Forza,
comincia…noi vogliamo sapere…” incalzò uno.
“Dai, non
tenerci sulle spine…siamo qui apposta, ce l’hai promesso questa mattina
all’accademia!” protestò un altro.
Sospirò e
lentamente si alzò, posizionandosi al centro del cerchio, a pochi passi dalla
grande fiamma arancione che ardeva violenta.
Lanciò uno
sguardo verso la montagna. Era buio e le tenebre avevano avvolto da tempo tutto
il paesaggio circostante; lei però sapeva bene che scolpito su quella roccia
secolare, vi era la figura di qualcuno che non avrebbe mai potuto dimenticare.
“Quello che sentirete echeggiare
nell’aria questa sera, ciò che le vostre orecchie ascolteranno, è il racconto
di un avvenimento che ha cambiato per sempre la storia del Villaggio della foglia
e di tutti gli altri Paesi…”
I bambini
si ammutolirono all’istante, lasciando spazio alle parole della loro Sensei.
“La battaglia che si è consumata
proprio sulla terra che voi ogni giorno calpestate, non è avvenuta per la
conquista di chissà quale territorio, non è avvenuta per sete di potere o
smania di ricchezza…tutt’altro, il motivo scatenante è stata l’Amicizia…”
“L’amicizia?” fece eco qualcuno.
La giovane
annuì.
“Si esatto…l’amicizia. Il peggiore
fra tutti i mali e il più bello fra i sentimenti che l’uomo può provare. Tre
fra i più grandi Ninja degli anni passati si sono scontrati. Tre Ninja che voi
conoscete con l’appellativo di Leggendari. Non sono Orochimaru, Jiraya o il
Vecchio Hokage Tsunade.”
“E chi sono?”
“Tre semplici ragazzi la qual
potenza crebbe così tanto da farli diventare subito i tre nuovi Ninja
leggendari, nonostante avessero appena 20 anni…”
“Ma cosa c’entra l’amicizia?”
Rivolse un
altro sguardo verso la montagna.
“Il viso che vedete scolpito lassù,
il Sesto Hokage, lui è uno dei Ninja Leggendari. Lui si è battuto per
proteggere il suo migliore amico, per non vederlo sprofondare nell’oblio della
corruzione e del tradimento, per salvaguardare quel sentimento che da
giovanissimi li portò ad essere inseparabili e a condividere ogni tipo di
sofferenza… -si
fermò, quella parte del racconto la rendeva particolarmente nervosa- …Loro due erano così simili e così diversi
allo stesso tempo. Ognuno combatteva per un motivo ben preciso, ma il fine era
lo stesso, raggiungere uno scopo. Colui che si è macchiato del segno del
tradimento, sarebbe potuto diventare un Grande Ninja, ma la sete di vendetta
era troppo grande per poter essere controllata e così si lasciò soggiogare.”
“Parli di Sasuke Uchiha vero?”
Annuì.
“Si Reika…proprio lui. Nessuno
poteva immaginare che questa grande amicizia sarebbe sfociata in una guerra,
una tremenda guerra che pretese gli sforzi di molti all’interno del Villaggio.
Il Maestro Neji, Chouji…Il Maestro Kiba e anche tutti i Ninja Medico dovettero
combattere.”
“E come andò a finire?”
Strinse i
pugni. A distanza di dieci anni ancora non riusciva ad accettarlo. Non riusciva
a capacitarsi del fatto che loro due, ma soprattutto LUI, non ci fossero più.
Era tutto così assurdo.
“Hina-Sensei…allora?” insistette un bambino.
“Si scontrarono…Naruto e Sasuke si
scontrarono. Combatterono per lungo tempo utilizzando le tecniche più micidiali
e distruttive. Naruto non avrebbe mai rinunciato al suo migliore amico, alla
persona con la quale aveva passato parte della vita, con la quale aveva
combattuto coprendosi l’un l’altro. Ridendo e scherzando…Naruto teneva troppo a
Sasuke per poterlo lasciare andare e forse era il suo unico difetto. Non
riusciva a capire che oramai Sasuke aveva preso la sua strada e aveva fatto le
sue scelte. Ma la sofferenza di vederlo lontano era immensa. La solitudine di
non averlo al suo fianco l’aveva consumato fino alla fine e fu proprio per
questa ragione, che quella notte ebbe inizio lo scontro.”
Silenzio.
Qualche secondo di silenzio nell’oscurità della notte.
“E il terzo Ninja?” chiese Reika.
Quei
bambini probabilmente avevano preso la storia come una sorta di racconto per la
buona notte. Una grande battaglia consumatasi all’interno delle mura della
Foglia, l’epico scontro fra bene e male. Ma Hinata lo capiva bene del resto,
proprio quello era stata, un’epica battaglia.
“Il terzo Ninja…beh…lei altro non
poté fare se non restare in disparte ad osservare. Perché per quanto potesse
essere forte e caparbia, per quanto fiato avesse sprecato nella speranza di
farli smettere, quella era
“E così e stato…vero?”
“S-si…così è stato…” confermò con un filo di voce.
Di certo
quello non era il momento più adatto per mettersi a singhiozzare, ma certi
ricordi sono veramente difficili da poter cancellare definitivamente e il SUO
ricordo l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. Il ricordo di quella notte
non l’avrebbe mai più abbandonata.
“Hina-Sensei…perché piangi?” chiese un bambino andandole
incontro.
Si asciugò
le lacrime con le mani, sistemando poi i capelli all’indietro.
“Scusate ragazzi è che ricordare
certi momenti è triste…senza contare che se penso a quanto deve aver sofferto
Sakura, mi vengono i brividi. Lei nel giro di una notte ha perso le uniche due
persone alle quali teneva più di ogni cosa al mondo…”
Il rumore
di alcuni passi destò l’attenzione di tutti.
Hinata
allungò il collo oltre il cerchio e fra le ombre intravide una figura. Era
Shikamaru.
“I bambini ti hanno ancora chiesto
di raccontargli la storia di Naruto e Sasuke?” chiese avvicinandosi al fuoco.
“Si …questa volta hanno insistito
talmente tanto che ho deciso di accontentarli.” ammise.
Annuì.
“Siete contenti?” domandò il ragazzo.
“Si Settimo Hokage …adesso sappiamo
come sono realmente andate le cose!” confermò Reika facendo anche le veci dei suoi compagni.
“Bravi ragazzi…ora però è tardi! Se
volete diventare forti come lo è stato Naruto, dovete allenarvi duramente…e
quindi è meglio che andiate a letto. Domani c’è lezione!”
Shikamaru
prese con sé alcuni bambini e dopo aver salutato Hinata, scomparve all’interno
della via principale del villaggio.
La ragazza
rimase ad osservare il fuoco per qualche istante.
“Hina-Sensei…” chiamò una vocina.
Alzò il
viso e vide la piccola Reika avvicinarsi.
“Ti accompagno a casa?” le propose Hinata.
“Prima voglio sapere chi è quella
bambina che sta sempre con il Settimo Hokage. Ha circa la nostra età, ma non
viene all’Accademia eppure l’ho vista allenarsi nel parco…è brava!”
“Natsuko…si chiama Natsuko
Uzumaki…è la figlia di Naruto e Sakura…è nata qualche mese dopo
“Ma Sakura che fine ha fatto?
Perché ha lasciato Natsuko al Settimo Hokage? Non vuole più bene a sua figlia?”
Sospirò.
“Oh certo che le vuole bene…ama
infinitamente quella bambina!”
“E allora come mai?”
“Perché il vero responsabile della guerra, la persona che ha scatenato tutto…colui che ha messo Sasuke contro il suo migliore amico, non è mai stato eliminato e Sakura, ha giurato sulla tomba di Naruto che avrebbe portato a termine la missione…l’avrebbe vendicato a qualsiasi costo. Orochimaru deve morire.”
Kiss
Aly.