Disclaimer: I
Tokio Hotel non mi appartengono. Questa storia non è scritta
a scopo di lucro e
nulla di ciò che è scritto è realmente
accaduto.
Escape from
the Stars
†…Prologo…†
Era stata
una decisione affrettata.
Forse
addirittura avventata, ma per qualche strana ragione non riusciva a
pentirsi
della sua scelta repentina, presa nel giro di pochi minuti in quel
soffocante e
dispersivo aeroporto di Francoforte, dove fin troppe volte in vita sua
aveva
messo piede.
Era
semplicemente fuggito.
Sgattaiolato
via.
Non lo
credeva realmente possibile, invece ce l’aveva fatta.
Era
bastato andare in bagno con la sua fedele borsa, indossare degli
occhiali
diversi, togliersi anelli, bracciali e collane e mettere sopra i suoi
vestiti,
una delle magliette che Tom gli faceva sempre trasportare (occupando
così
quello spazio che Bill aveva sempre destinato alla sua enorme trousse).
Ringraziò
il cielo che, quel giorno, avesse deciso di non mettersi lo smalto,
altro segno
distintivo della sua identità.
Era
bastato davvero così poco per camuffarsi e sembrare
totalmente un’altra
persona.
Si era
avviato, trascinandosi dietro un pesante trolley, verso i banchi dei
voli low
cost dopo essersi assicurato di aver portato con sé la carta
di credito
pre-pagata e anonima, ma con un saldo capace di far girare la testa ad
una
notevole quantità di persone, che aveva deciso di fare un
giorno, per
assicurarsi l’anonimato quando gli capitava di andare a fare
spese in luoghi
abbastanza affollati. Firmare col nome di “Bill
Kaulitz” non avrebbe certo
giovato a mantenere il suo anonimato.
L’attenzione
del ragazzo andò a concentrarsi su un grande cartellone: i
voli last minute.
Di
possibilità ve ne erano molteplici: Berlino, Edimburgo,
Helsinki, Praga, sino
alle Maldive e Santo Domingo.
Certo, una
meta tropicale non gli sarebbe dispiaciuta, ma non si sarebbe di certo
goduto
il soggiorno.
Andare in
spiaggia passare il tempo a crogiolarsi al sole o in piscina senza Tom
non
sarebbe stata la stessa cosa.
E lui
voleva staccare.
Liberarsi
dallo stress e vivere come una persona normale.
Si
avvicinò al banco, conscio che in quel momento stava per
fare una follia, ma
non riuscì a smettere di sorridere mentre, gentilmente,
l’uomo sulla sessantina
seduto davanti a lui, gli confezionava un bel biglietto di sola andata
a nome
di “Bill Kaulitz”
Da
lì a
cinque minuti il check-in avrebbe chiuso e Bill si affretto a spedire
la sua
valigia.
Tra il
check-in, il passaggio attraverso il metal detector e
l’imbarco, era accaduto
tutto così velocemente che non ebbe neanche il tempo per
preoccuparsi cosa
sarebbe successo quando si sarebbero accorti della sua sparizione.
Avrebbero
potuto sguinzagliare segugi per tutto l’aeroporto, inviare
allarmi ad ogni
poliziotto, che lui sarebbe già stato troppo lontano per
essere raggiunto.
Solo
quando l’aereo decollò, Bill si rese conto, con
somma gioia di essere libero.
Sì.
Ma allo
stesso tempo si era cacciato in un mare di guai e questa volta, sarebbe
stato
difficile farsi aiutare, reo il suo orgoglio e quella voglia di
libertà che, in
tutti quegli anni e quei mesi aveva sempre sognato e che non aveva mai
avuto il
piacere di assaporare a pieno.
Note
dell’autrice nevrotica:
Una
longfic… Non twincest??! O_o
Si, qui
le cose si stanno mettendo male per la sottoscritta, ma …
Stacchiamoci un po’
dalla solita routine XDD
A dire il
vero la trama che avevo pensato vedeva tutt’altri personaggi,
infatti il
protagonista della vicenda doveva essere Ville Valo in crisi mistica
che
fuggiva da qualche parte, al di fuori dalla Finlandia, ma poi qualcosa
ha
voluto che nella mia mente si formasse l’immagine di Bill
fuggiasco… Si, colpa
della lettura di Moscow Intimacy di Tabata [a sua volta ispirata a
“Ti Amo” di
Alba], ma questa avrà ben poco a che fare con le FF citate.
Il titolo
della FF è parzialmente scopiazzato da una canzone dei
Cinema Bizzarre “Escare
to the Stars”… Comunque non ci lucro sopra in
nessun modo ù_ù
Ciao
LaTuM aka
Lokex