Capitolo
23
Questa
situazione fa
veramente schifo. Proprio adesso doveva venirmi la febbre e come se non
bastasse è arrivata la padrona di casa, la famosa Temptel.
Vedendoli insieme
nella stessa stanza ho potuto notare meglio le somiglianze madre e
figlio.
Hanno lo stesso portamento e quell’aria di
superiorità tipica dei Zolfanelli.
Per non parlare dei magnetici occhi ambrati. Ho sempre avuto un debole
per gli
occhi azzurri ma devo ammettere di apprezzare anche il colore caldo e
luminoso
dell’ambra. Sul viso di Sulfus, sembrano gli occhi di un
predatore, di un forte
e fiero leone. Ma ora basta pensare a quei due. Ho la testa che mi
scoppia ed è
meglio prendere al più presto la medicina. Odio essere
malata, proprio come
odio le giornate piovose. Fin da piccola, mi facevano stare a casa sul
letto
mentre avrei preferito mille volte divertirmi. E poi mi facevano
sentire
debole. Sono sempre stata una persona abbastanza energica ed eccomi ora
a letto
con la febbre.
Finalmente
trovai Marcus e
subito gli chiesi un termometro e delle medicine.
-Davvero
non si senti bene,
signorina Raf?- disse preoccupato toccandomi la fronte. –In
effetti scottate.
Aspetti un attimo qui che vado a prendere quello che le occorre-
A
breve ritornò con
termometro e pasticche. Mi misi il termometro e aspettai qualche
minuto. Lo
sfilai e guardai il display.
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di febbre. Fantastico,
davvero. Peggio di così non poteva andare dentro questa casa.
-Oh
è piuttosto alta. Chiedo
subito a Tilda di prepararle una minestra calda. Così dopo
mangiato potrà
prendere la medicina e riposare- disse il vecchio Marcus.
-Ti
ringrazio, Marcus. Sei
molto premuroso- gli sorrisi sincera. La sua gentilezza mi ricorda
molto
Lorena. Nel pensarla, sentii di nuovo nostalgia di casa, o meglio dire
nostalgia del tempo in cui mio padre era una persona migliore e non una
che
dava via sua figlia come un oggetto. Dopotutto Lorena è alle
dipendenze di mio
padre e non ce l’ho con lei per non essere intervenuta mentre
mi portavano via.
Che avrebbe potuto fare contro Sulfus allora? Ed ora, rimuginando, non
me la
sento nemmeno di dare la colpa a mio padre. E’ sempre stato
un uomo ingenuo e
pacato, un uomo debole che si è lasciato cadere in
tentazione da delle stupide
carte. Però… grazie a tutto ciò, ho
incontrato Sulfus e ho potuto conoscerlo
meglio. Nonostante mi faccia ingelosire con le sue numerose ex, il mio
cuore
continua a battere per lui. Dev’essere la febbre se no non
penserei mai così
tanto a lui e soprattutto, se non stavo male, non avrei mai ringraziato
mio
padre per essermi trovata in casa Zolfanelli. Sto decisamente male.
Mi
andai ad accomodare in
sala da pranzo. Grazie al cielo la signora Temptel era andata a
riposare dopo
il lungo viaggio e Sulfus era andato a lavorare. Non me la sentivo
proprio di
pranzare in loro compagnia con la mente offuscata
dall’influenza.
Ben
presto, Marcus mi portò
la minestra calda con accanto le medicine.
-Mi
raccomando, solo dopo aver
finito tutta la minestra, prendete le medicine- mi disse.
-Ok,
grazie- risposi per poi
scoppiare a ridere.
-Che
cosa c’è?- chiese
confuso il maggiordomo.
-Niente,
è solo che… mi
ricordi una persona che è come una mamma per me. Dici quasi
le stesse parole-
-Oh
capisco. Ma più che
madre, io potrei essere suo nonno- sorrise.
-Saresti
un ottimo nonno. Non
hai proprio nessun nipote?- gli chiesi innocentemente e lo vidi
irrigidirsi.
-No…
nessuno- disse facendo
sparire il suo sorriso. C’era qualcosa di strano nel suo
comportamento.
-Mi
dispiace. Non dovevo
essere così invadente. Non sono affari miei dopotutto-
-Non
si preoccupi. Ora è
meglio che vada. Ho un mucchio di lavoro da fare- disse facendo per
andarsene.
–Per qualsiasi cosa, chiamatemi-
-Certo.
Ti ringrazio- e poi
l’anziano maggiordomo uscì dalla stanza.
Non avrei dovuto parlargli
così. Forse gli ho fatto ricordare qualche
brutto ricordo. Comunque se non aveva nessun nipote, mi sarei offerta
volentieri di diventarlo io. Non rammento tanto dei miei nonni. Quelli
materni
non li ho mai conosciuti perché avevano diseredato mia madre
quando sposò mio
padre. Non erano favorevoli al loro matrimonio per motivi che non ho
mai
saputo. Mentre quelli paterni morirono per un incidente
d’auto quando io avevo
4 anni. Sono maggiormente cresciuta con mio padre e Lorena. Alcune
estati,
invece, le passavo con i miei zii nonchè la sorella di mio
padre Eloise e suo
marito Carlo. Lì giocavo con i miei cugini David e Catherine
e mi divertivo un
mondo con loro. Mi mancano tanto. Appena questa storia
finirà, se mai finirà,
vorrei andarli a trovare. Dopotutto sono la mia famiglia.
Adesso la smetto di pensare e ci do
sotto con la minestra. Non vedo
l’ora di farmi una dormita. Dopo mi sentirò
meglio, ne sono sicura.
*****************************************
Non
c’è un attimo di pace
nella mia vita. Solo il caos. A mia madre sono bastati pochi minuti per
rovinarmi la giornata. Stare in ufficio è meglio che dover
sopportare quella
strega però sono preoccupato per Raf. Già,
è inutile negarlo. Ci tengo a tal
punto a lei da preoccuparmi a cosa possa farle Temptel. Ma questo non
significa
che ne sono innamorato. Non può essere, io non sono capace
di amare. Posso
voler bene a qualcuno come amico tuttavia mai come innamorato. Ho
imparato a mie
spese che l’amore è un sentimento inutile e che
porta solo sofferenza. Non
posso permettermi di illudermi con Raf.
Finisco
di fare le ultime
pratiche e poi mi avvio verso casa. Al mio ritorno non mi
aspettavo quella
tranquillità. Era decisamente troppo tranquilla la casa. Di
solito c’era la
servitù che si muoveva silenziosa ma almeno si vedevano in
giro mentre adesso è
proprio un mortorio. Dov’erano spariti tutti? Mi diressi
verso la cucina e
trovai Marcus che discuteva con Tilda sul menù di stasera.
-Ehy
Marcus, Tilda. Che
succede? Dove sono tutti quanti?- chiesi loro.
-Salve
signorino. Purtroppo è
l’ennesimo capriccio di vostra madre. Ha licenziato la buona
parte della
servitù- mi rispose la donna.
Che
cazzo! E’ ritornata da
solo poche ore e già ha fatto danno.
-Adesso
la signora Temptel
sta riposando ma prima ha mandato via cinque domestici per motivi
stupidi-
continuò Marcus.
-Motivi
stupidi?- inarcai un
sopracciglio. A Temptel va bene licenziare anche senza un motivo.
Quella
stupida. Ora dovrò di nuovo assumerli.
-Una
non è stata capace di
pettinarle i capelli, un altro non gli ha messo per bene i vestiti nei
cassetti, ecc…- fece spallucce il vecchio.
-Capisco.
Allora fammi sapere
dove sono andati quelli licenziati così che possa di nuovo
riassumerli. E
appena mia madre si sveglia, fammelo sapere. Le metterò in
quella testa vuota
un po’ di buon senso-
-D’accordo-
annuì lui.
-Bene.
E… un'altra cosa-
dissi esitante.
-Cosa?-
-Come
sta Raf? Prima che me
ne andassi in ufficio, non aveva una bella cera-
-Oh,
la signorina Raf ha la
febbre. Poco fa ha finito di mangiare la minestra calda e poi ha preso
la
medicina. Starà dormendo adesso-
-Ok-
non sapendo che altro
dire. Mi sentivo leggermente in imbarazzo.
-C’è
altro che mi dovete
chiedere, signorino Sulfus?- mi domandò Marcus.
-No…
nient’altro, grazie-
dissi avviandomi poi verso la mia stanza.
Stavo
per varcare la soglia
della mia camera quando mi venne in mente di andare a vedere Raf.
Bhè… non c’è
niente di strano ad andare a vedere se riposava bene, no? La mia testa
mi dice
di starne alla larga ma sento come se una forza invisibile mi attiri
verso di
lei e non riesco ad evitarlo.
Vado
nella stanza dell’angioletto.
Bussò piano e non sentendo risposta entro comunque. Lei
è beatamente
addormentata sul letto, coperta da pesanti coperte. Mi avvicino e la
sento
respirare con affanno. A quanto pare la febbre sta peggiorando, eppure
vedo sul
comodino vicino al piatto vuoto della minestra che ha preso
un’aspirina.
Possibile che non abbia ancora fatto effetto?
Presi
il suo fazzoletto bagnato
dalla fronte e andai di nuovo a bagnarlo. Una volta fatto, glielo
rimisi.
Merda, è caldissima!
Senza
accorgermene rimasi a
controllarla per più di un ora e finalmente vidi che la sua
espressione non era
più sofferente. Menomale, vuol dire che
l’influenza è calata. E’ la prima volta
che mi sono preso cura di una persona malata. Pensavo che avrei potuto
peggiorare la situazione e invece…
Guardai
il suo volto
addormentato. Dalla prima volta che l’ho vista, ho sempre
pensato che Raf era
davvero bella. Ne ho conosciute di ragazze bellissime eppure solo lei
mi attrae
veramente. Non ricordo di aver mai desiderato una donna come desidero
Raf.
Prima di conoscerla, pensavo al sesso come a un bisogno fisico. Non ho
mai
fatto l’amore perché non ho amato nessuna delle
ragazze con cui sono stato, e
neanche mi interessa. Illudermi sarebbe sbagliato tuttavia
perché sento come
una corrente che mi trascina verso questo angioletto biondo?
Il
mio viso si avvicinò al
suo e le nostre bocche si unirono. La baciai e la mia testa si
svuotò. In quel
momento non c’era che lei con il suo inebriante profumo.
Questa
è decisamente una
follia. Una bellissima e devastante follia.
Continua…
Hello,
gente! Sono da poco
ritornata dalle vacanze e mi sono messa a scrivere questo capitolo che dedico alla mia sore Lory che pochi giorni fa è stato il compleanno. Spero che piaccia. Voglio anche anticiparvi una cosa. Ho intenzione di usare il
cugino David,
che vi ho citato sopra, per qualche parte della storia. Forse potrei
utilizzare
anche Catherine, chissà. Vedrò man mano che
scrivo XD Bye bye!