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Autore: Himeno    21/08/2013    9 recensioni
Due ragazzi che non conoscono ancora l'amore e che sono uno il contrario dell'altro, possono innamorarsi? Angelo e Diavolo. Il loro amore potrebbe nascere a causa di un gioco? la mia prima ff su questo cartone favoloso! Leggete e ditemi che ne pensate^^ kiss
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Raf/Sulfus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Game'
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Capitolo 23

 

 

Questa situazione fa veramente schifo. Proprio adesso doveva venirmi la febbre e come se non bastasse è arrivata la padrona di casa, la famosa Temptel. Vedendoli insieme nella stessa stanza ho potuto notare meglio le somiglianze madre e figlio. Hanno lo stesso portamento e quell’aria di superiorità tipica dei Zolfanelli. Per non parlare dei magnetici occhi ambrati. Ho sempre avuto un debole per gli occhi azzurri ma devo ammettere di apprezzare anche il colore caldo e luminoso dell’ambra. Sul viso di Sulfus, sembrano gli occhi di un predatore, di un forte e fiero leone. Ma ora basta pensare a quei due. Ho la testa che mi scoppia ed è meglio prendere al più presto la medicina. Odio essere malata, proprio come odio le giornate piovose. Fin da piccola, mi facevano stare a casa sul letto mentre avrei preferito mille volte divertirmi. E poi mi facevano sentire debole. Sono sempre stata una persona abbastanza energica ed eccomi ora a letto con la febbre.

Finalmente trovai Marcus e subito gli chiesi un termometro e delle medicine.

-Davvero non si senti bene, signorina Raf?- disse preoccupato toccandomi la fronte. –In effetti scottate. Aspetti un attimo qui che vado a prendere quello che le occorre-

A breve ritornò con termometro e pasticche. Mi misi il termometro e aspettai qualche minuto. Lo sfilai e guardai il display.

39 di febbre. Fantastico, davvero. Peggio di così non poteva andare dentro questa casa.

-Oh è piuttosto alta. Chiedo subito a Tilda di prepararle una minestra calda. Così dopo mangiato potrà prendere la medicina e riposare- disse il vecchio Marcus.

-Ti ringrazio, Marcus. Sei molto premuroso- gli sorrisi sincera. La sua gentilezza mi ricorda molto Lorena. Nel pensarla, sentii di nuovo nostalgia di casa, o meglio dire nostalgia del tempo in cui mio padre era una persona migliore e non una che dava via sua figlia come un oggetto. Dopotutto Lorena è alle dipendenze di mio padre e non ce l’ho con lei per non essere intervenuta mentre mi portavano via. Che avrebbe potuto fare contro Sulfus allora? Ed ora, rimuginando, non me la sento nemmeno di dare la colpa a mio padre. E’ sempre stato un uomo ingenuo e pacato, un uomo debole che si è lasciato cadere in tentazione da delle stupide carte. Però… grazie a tutto ciò, ho incontrato Sulfus e ho potuto conoscerlo meglio. Nonostante mi faccia ingelosire con le sue numerose ex, il mio cuore continua a battere per lui. Dev’essere la febbre se no non penserei mai così tanto a lui e soprattutto, se non stavo male, non avrei mai ringraziato mio padre per essermi trovata in casa Zolfanelli. Sto decisamente male.

Mi andai ad accomodare in sala da pranzo. Grazie al cielo la signora Temptel era andata a riposare dopo il lungo viaggio e Sulfus era andato a lavorare. Non me la sentivo proprio di pranzare in loro compagnia con la mente offuscata dall’influenza.

Ben presto, Marcus mi portò la minestra calda con accanto le medicine.

-Mi raccomando, solo dopo aver finito tutta la minestra, prendete le medicine- mi disse.

-Ok, grazie- risposi per poi scoppiare a ridere.

-Che cosa c’è?- chiese confuso il maggiordomo.

-Niente, è solo che… mi ricordi una persona che è come una mamma per me. Dici quasi le stesse parole-

-Oh capisco. Ma più che madre, io potrei essere suo nonno- sorrise.

-Saresti un ottimo nonno. Non hai proprio nessun nipote?- gli chiesi innocentemente e lo vidi irrigidirsi.

-No… nessuno- disse facendo sparire il suo sorriso. C’era qualcosa di strano nel suo comportamento.

-Mi dispiace. Non dovevo essere così invadente. Non sono affari miei dopotutto-

-Non si preoccupi. Ora è meglio che vada. Ho un mucchio di lavoro da fare- disse facendo per andarsene. –Per qualsiasi cosa, chiamatemi-

-Certo. Ti ringrazio- e poi l’anziano maggiordomo uscì dalla stanza.

Non avrei dovuto parlargli così. Forse gli ho fatto ricordare qualche brutto ricordo. Comunque se non aveva nessun nipote, mi sarei offerta volentieri di diventarlo io. Non rammento tanto dei miei nonni. Quelli materni non li ho mai conosciuti perché avevano diseredato mia madre quando sposò mio padre. Non erano favorevoli al loro matrimonio per motivi che non ho mai saputo. Mentre quelli paterni morirono per un incidente d’auto quando io avevo 4 anni. Sono maggiormente cresciuta con mio padre e Lorena. Alcune estati, invece, le passavo con i miei zii nonchè la sorella di mio padre Eloise e suo marito Carlo. Lì giocavo con i miei cugini David e Catherine e mi divertivo un mondo con loro. Mi mancano tanto. Appena questa storia finirà, se mai finirà, vorrei andarli a trovare. Dopotutto sono la mia famiglia.

Adesso la smetto di pensare e ci do sotto con la minestra. Non vedo l’ora di farmi una dormita. Dopo mi sentirò meglio, ne sono sicura.

 

*****************************************

 

Non c’è un attimo di pace nella mia vita. Solo il caos. A mia madre sono bastati pochi minuti per rovinarmi la giornata. Stare in ufficio è meglio che dover sopportare quella strega però sono preoccupato per Raf. Già, è inutile negarlo. Ci tengo a tal punto a lei da preoccuparmi a cosa possa farle Temptel. Ma questo non significa che ne sono innamorato. Non può essere, io non sono capace di amare. Posso voler bene a qualcuno come amico tuttavia mai come innamorato. Ho imparato a mie spese che l’amore è un sentimento inutile e che porta solo sofferenza. Non posso permettermi di illudermi con Raf.

Finisco di fare le ultime pratiche e poi mi avvio verso casa. Al mio ritorno non mi aspettavo quella tranquillità. Era decisamente troppo tranquilla la casa. Di solito c’era la servitù che si muoveva silenziosa ma almeno si vedevano in giro mentre adesso è proprio un mortorio. Dov’erano spariti tutti? Mi diressi verso la cucina e trovai Marcus che discuteva con Tilda sul menù di stasera.

-Ehy Marcus, Tilda. Che succede? Dove sono tutti quanti?- chiesi loro.

-Salve signorino. Purtroppo è l’ennesimo capriccio di vostra madre. Ha licenziato la buona parte della servitù- mi rispose la donna.

Che cazzo! E’ ritornata da solo poche ore e già ha fatto danno.

-Adesso la signora Temptel sta riposando ma prima ha mandato via cinque domestici per motivi stupidi- continuò Marcus.

-Motivi stupidi?- inarcai un sopracciglio. A Temptel va bene licenziare anche senza un motivo. Quella stupida. Ora dovrò di nuovo assumerli.

-Una non è stata capace di pettinarle i capelli, un altro non gli ha messo per bene i vestiti nei cassetti, ecc…- fece spallucce il vecchio.

-Capisco. Allora fammi sapere dove sono andati quelli licenziati così che possa di nuovo riassumerli. E appena mia madre si sveglia, fammelo sapere. Le metterò in quella testa vuota un po’ di buon senso-

-D’accordo- annuì lui.

-Bene. E… un'altra cosa- dissi esitante.

-Cosa?-

-Come sta Raf? Prima che me ne andassi in ufficio, non aveva una bella cera-

-Oh, la signorina Raf ha la febbre. Poco fa ha finito di mangiare la minestra calda e poi ha preso la medicina. Starà dormendo adesso-

-Ok- non sapendo che altro dire. Mi sentivo leggermente in imbarazzo.

-C’è altro che mi dovete chiedere, signorino Sulfus?- mi domandò Marcus.

-No… nient’altro, grazie- dissi avviandomi poi verso la mia stanza.

Stavo per varcare la soglia della mia camera quando mi venne in mente di andare a vedere Raf. Bhè… non c’è niente di strano ad andare a vedere se riposava bene, no? La mia testa mi dice di starne alla larga ma sento come se una forza invisibile mi attiri verso di lei e non riesco ad evitarlo.

Vado nella stanza dell’angioletto. Bussò piano e non sentendo risposta entro comunque. Lei è beatamente addormentata sul letto, coperta da pesanti coperte. Mi avvicino e la sento respirare con affanno. A quanto pare la febbre sta peggiorando, eppure vedo sul comodino vicino al piatto vuoto della minestra che ha preso un’aspirina. Possibile che non abbia ancora fatto effetto?

Presi il suo fazzoletto bagnato dalla fronte e andai di nuovo a bagnarlo. Una volta fatto, glielo rimisi. Merda, è caldissima!

Senza accorgermene rimasi a controllarla per più di un ora e finalmente vidi che la sua espressione non era più sofferente. Menomale, vuol dire che l’influenza è calata. E’ la prima volta che mi sono preso cura di una persona malata. Pensavo che avrei potuto peggiorare la situazione e invece…

Guardai il suo volto addormentato. Dalla prima volta che l’ho vista, ho sempre pensato che Raf era davvero bella. Ne ho conosciute di ragazze bellissime eppure solo lei mi attrae veramente. Non ricordo di aver mai desiderato una donna come desidero Raf. Prima di conoscerla, pensavo al sesso come a un bisogno fisico. Non ho mai fatto l’amore perché non ho amato nessuna delle ragazze con cui sono stato, e neanche mi interessa. Illudermi sarebbe sbagliato tuttavia perché sento come una corrente che mi trascina verso questo angioletto biondo?

Il mio viso si avvicinò al suo e le nostre bocche si unirono. La baciai e la mia testa si svuotò. In quel momento non c’era che lei con il suo inebriante profumo.

Questa è decisamente una follia. Una bellissima e devastante follia.

 

Continua…

 

Hello, gente! Sono da poco ritornata dalle vacanze e mi sono messa a scrivere questo capitolo che dedico alla mia sore Lory che pochi giorni fa è stato il compleanno. Spero che piaccia. Voglio anche anticiparvi una cosa. Ho intenzione di usare il cugino David, che vi ho citato sopra, per qualche parte della storia. Forse potrei utilizzare anche Catherine, chissà. Vedrò man mano che scrivo XD Bye bye!

   
 
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