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Autore: avrilmiki    26/02/2008    2 recensioni
2031, Riformatorio di massima sicurezza. Jammy è una ragazza chiusa e decisa. L'unica persona con cui scambia qualche parola è Amily, la sua compagna di cella. La sua vita all'interno del riformatorio scorre sistematica...fino a che, quel giorno in mensa, il suo cappuccio le scivola via, scoprendo un intero mondo...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jammy aprì gli occhi stranamente presto, quella mattina.

La prima cosa che vide furono le doghe di ferro del letto sopra al suo, quello in cui dormiva Amily. Più che dormire, il termine adatto era stare. Amily non dormiva molto, andava a letto molto tardi, stordendo Jammy con tutti i suoi allegri discorsi, fungendole da ninna nanna. La mattina invece, nonostante si svegliasse prestissimo, non osava svegliarla, sapeva che Jammy lo odiava. Come ogni mattina, Amily aveva smesso di dormire molto prima di lei. Si capiva dal fatto che le toghe del letto scricchiolavano leggermente, probabilmente perché Amily si stava muovendo a ritmo della musica dell’Mp3 di Jammy. Cantava utilizzando solo il labiale, per paura di svegliare l’amica. Jammy diede un colpo sordo alla rete del materasso:

<< Puoi incominciare…sono sveglia.>>

<< Finalmente!!

Come on get down with the sickness You fucker get up Come on get down with the sickness Madness is the gift, that has been given to me.>>

Disturbed, Get down with the sickness.

<< Queste canzoni non fanno per te…>>

<< Lo so, ma d’altronde è l’unica musica che hai qui dentro! Mi ci sono dovuta abituare! Lo sai che io senza musica non vivo!>>

Jammy scosse la testa…lo sapeva, lo sapeva eccome, visto che era stata privata del suo mp3 praticamente 24 ore su 24. Ma era un sacrificio che era disposta a fare…per Amily ne valeva la pena.

<< Ey, Jam…>>

Aia. Quando Amily cominciava con quell’intercalare e con quel tono, la cosa prometteva male.

<< Sì?>>

<< Noi siamo amiche, vero?>>

Jammy storse la bocca. Amily sapeva perfettamente che non era sdolcinata come lei, e che odiava dire certe cose…perché la metteva sempre in quelle situazioni?

<< A quanto pare…>>

Fu il massimo che riuscì a dire. Amily lo sapeva, così lo accettò e lo apprezzò.

<< E allora perché non mi dici che ti è successo?>>

Jammy fece una pausa.

<< Non so di cosa stai parlando.>>

<< Lo sai benissimo a cosa mi riferisco.>>

<< Se parli di ciò che ho fatto per arrivare qui…è una storia lunga, troppo.>>

<< Direi che abbiamo tempo.>>

<< Non capiresti.>>

<< Mettimi alla prova.>>

<< Per favore, Amily…>>

La bionda chioma di Amily spuntò improvvisamente capovolta a pochi centimetri da quella di Jammy. Si era sporta a testa in giù dal suo letto:

<< Non ti fidi di me, Jam?>>

Jammy scrutò quei vivaci occhi azzurri. Certo che si fidava di lei, con tutto il tuo cuore…

<< La verità, Amily…è che io non posso dirtelo.>>

<< Perché?>>

<< Amily, fidati tu di me, adesso. Non posso.>>

Amily sospirò e scese lentamente dal suo letto, poi si inginocchiò a terra appoggiando la testa sul materasso di Jammy, circondata dalle braccia.

<< Solo se mi prometti una cosa…>>

<< Quale?>>

<< Nel momento in cui capirai che non ce la fai da sola…allora devi parlarmene, fregandotene del fatto che sia rischioso.>>

Jammy ci pensò su per un po’, poi annuì seria.

<< Te lo prometto.>>

Il sorriso di Amily tornò ad illuminarle il viso:

<< Perfetto, allora siamo d’accordo!>>

Jammy la guardò, e si chiese come facesse a sorridere così, dopo tutto quello che la vita le aveva riservato. Jammy sapeva benissimo il motivo della sua presenza in quel riformatorio…non era una cosa da poco, e la sua condanna sarebbe durata per molto tempo ancora. Una condanna ingiusta, una condanna che faceva più volte pensare a Jammy il perché di molte cose...

Ma questa…questa è un'altra storia, la sua.

Era quella di Amily, invece, che ora a Jammy riaffiorava nella mente, mentre l’amica era andata a farsi la doccia. Gliel’aveva raccontata molto, molto tempo prima. Quando non aveva riconquistato ancora quel sorriso, quando sembrava un cucciolo spaurito e spaesato. Se lo ricordava molto nitidamente, Jammy…come se fosse successo pochi minuti prima. Non avrebbe mai scordato le lacrime di Amily, e il dolore della sua voce incrinata dal pianto, mentre le raccontava che era stata sbattuta dentro per un omicidio che aveva commesso annebbiata dal dolore e dalla rabbia.

Suo fratello. Amily aveva ucciso suo fratello.

Anche Amily stava pensando la stessa cosa…ripercorreva la storia ogni volta che si infilava sotto quella doccia piccola e sporca. Non poteva farne a meno…oramai, non le faceva neanche più male. O almeno, non così tanto.

Lei viveva sola con la madre vedova ed il fratello, che in teoria avrebbe dovuto occuparsi di loro, ma che in pratica non faceva nulla. Anzi, era la causa principale delle loro sofferenze. Tornava sempre a casa tardi, ubriaco, drogato…ogni notte più cattivo, più aspro, con più astio nei confronti della vita. Non lo faceva per il dolore della perdita del padre, No. Lui suo padre l’aveva sempre odiato, come odiava sua madre, sua sorella…il mondo intero. La sua era solo cattiveria, cattiveria e sadismo. Tutte cose che si scatenarono del tutto quella notte in cui era rientrato tardi, come sempre.

Aveva svolto le stesse azioni, come da copione. Sbattere qualcosa per terra, insultare la madre. Amily lo sentiva, urlava forte. Ma, quella sera, c’era qualcosa di diverso. Amily, rinchiusa come sempre in camera sua, non si era accorta che suo fratello aveva portato qualcun altro. Se ne rese conto solo nel momento in cui la sua porta si aprì piano…un ragazzo. E, subito dopo di lui, entrò suo fratello, ghignante:

<< Eccola qua la mia sorellina…una scommessa è sempre una scommessa. Ho perso, ed ora è tua.>>

Amily aveva guardato terrorizzata prima suo fratello e poi l’amico:

<< Che…che cosa significa questa storia?>>

<< Stai zitta, Amy…non serve che tu parli, Mike non ha scommesso una chiacchierata.>>

Così detto, era uscito chiudendosi la porta alle spalle.

Era successo tutto molto in fretta. Amily vide lo sporco sorriso di Mike mentre si avvicinava a lei. Si ritrasse per un pelo dalla sua presa e gli assestò un calcio nelle palle, con tutta la forza che aveva in corpo.

Ma la sua rabbia non era finita lì.

Approfittò che Mike fosse piegato in due dal dolore per uscire rapida dalla camera. Andò in cucina. Nonostante fosse arrabbiata, era perfettamente conscia. Sapeva cosa stava facendo, sentiva quel manico fra le mani, si vedeva riflessa nella lama. Lo cercò, ma non era lì.

Improvvisamente, sentì quel suono…lo scroscio dell’acqua nella doccia.

E fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Suo fratello stava facendo la doccia.

Lei stava per essere violentata, e suo fratello stava facendo la doccia.

Sua madre era rannicchiata in un letto con un occhio nero ed una foto di suo padre sotto il cuscino, e suo fratello stava facendo la doccia.

Aprì la porta del bagno molto lentamente. Vedeva la sua ombra, dietro quella tenda di plastica. Anche in quel caso, fu molto rapida.

Una per lei, una per sua madre, una per suo padre, una perché lo odiava, lo odiava con tutta se stessa. E un'altra…un'altra per la rabbia che non riusciva a contenere dentro.

Non si nascose, non scappò.

Ignorò le urla ed i pianti della madre, ignorò tutto. Chiamò la polizia e gli porse i polsi non appena aprirono la porta.

<< Ho ucciso mio fratello, e se tornassi indietro…lo rifarei.>>

Mai lo negò. Mai.

L’avvocato cercò di farla passare per infermità mentale, ma lei si oppose. Continuava a ripetere che era sana, quando l’aveva fatto, e che non si pentiva ne si sarebbe pentita mai, per tutta la sua vita.

La madre non la capiva. Diceva di odiarla, di non riconoscerla più. La rinnegò. Aveva ucciso suo figlio. A lei non importava quanto male le facesse, non le importava quanto Amily soffrisse. Lei vedeva solo la morte di suo figlio, e nient’altro. Dal canto suo, per Amily questa fu una spinta in più a dichiararsi totalmente colpevole. Non accennò nemmeno a Mike, che sentendo le urla dell’”Amico”, si era dileguato più in fretta che poteva.

E così, Amily si era trovata lì dentro, sola contro tutti, sola contro sé stessa…

Jammy era l’unica persona in grado di capirla, l’unica amica che avesse mai avuto, l’unica persona, oltre a sua madre, a cui aveva voluto veramente bene, l’unica con cui fosse mai, riuscita ad aprirsi.

Con questo pensiero, chiuse l’acqua.

Sì, lei si fidava di Jammy. Si fidava, e sapeva che, se non gliene parlava, ci doveva essere un motivo, un motivo importante. E sapeva anche un'altra cosa: Jammy l’avrebbe sempre protetta, non l’avrebbe mai tradita….non le avrebbe mai voltato le spalle.
  
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