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Autore: Ino chan    21/08/2013    3 recensioni
## SEGUITO di Just close your eyes.##
Pioggia. Freddo. Nuvole. Neve. Freddo.
Le stagioni ormai sono solo nomi, il sole è sparito dai cieli. Il giorno è fatto di una grigia luminosità che rende tutto freddo e asettico, la notte è buia e senza stelle. Quella cappa di nuvole nere che ha coperto la terra come un pugno sembra diventare ogni giorno più fitta e scura.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ' Ragnarǫk'
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"Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra"
@Zombi

 

 

Útgarðr
Capitale di Jötunheimr

 

 

Sif è furiosa e più la sua mente esce dal torpore in cui è stata gettata a forza più si rende conto delle proporzioni del guaio in cui si trova. E’ una specie di altare quello su cui è stesa, sente  delle iscrizioni dietro la schiena e come direbbe Darcy, definirsi fottuta in questo caso,  è essere ottimista.
Strattona le catene che le tengono a forza le braccia sollevate, fa lo stesso con quelle che le stringono le caviglie, grida per  darsi forza  mentre Sigyn,  ai piedi dell’altare  piagnucola tamponandosi la ferita al collo con una mano.
-Risparmia le energie Sif.-
Sif alza la testa,  il sorriso che Loki le rivolge è benzina sul fuoco della sua rabbia
-LIBERAMI SUBITO LOKI!-
Loki scrolla la testa mentre avanza verso di lei a passi lenti. Non smette di sorriderle e Sif è divorata dal desiderio di mettergli le mani attorno al collo e stringere fino a fargli saltare gli occhi dalle orbite.
-Ero ancora un bambino quando , nella biblioteca di Asgard, trovai un libro molto interessante .- Sigyn accoglie con un sorriso radioso la mano che Loki le tende -Descriveva i segni che annunciano la venuta del
Ragnarök.- Sigyn  allunga  il viso verso quello di Loki, lo sguardo che gli rivolge è così carico di desiderio che Sif si ritrova ad arrossire. Lei è certa che nessuno l’abbia mai qualcuno l’abbia mai guardata a quel modo.
Loki  affonda le dita fra i capelli della sua promessa sposa, le blocca la testa all’indietro con uno strattone possessivo e la guarda dall’alto.
E’ così arrendevole e sottomessa. In una parola patetica.
 -Uno per uno.- mormora mentre passa  le labbra sul collo di Sygin teso per lui. Lecca il sangue che lo sporca, le vezzeggia e la dea geme deliziata chiudendo gli occhi.
 Sif a quella vista,  non sa più se vuole uccidere Loki, Sigyn  oppure sé stessa.
-Fra questi, uno colpì la mia attenzione.-
-Qual’era?- sibila con il viso ancora rivolto verso il trono vuoto che sembra sul punto di caderle addosso.
- Per scatenare l’apocalisse occorre versare del sangue su una vergine.-
Sif non si rende conto quanto sia profondo il buco in cui Loki l’ha trascinata almeno fino a quando non  sente Sigyn urlare. Se la ritrova stesa sulle gambe . Loki è dietro di lei, come un boia, e ha in mano un pugnale.
-OH PADRE ODINO.-

 

 

Stark Industries
-Laboratori-

 

 

-Sei ancora arrabbiato?-
-Per essere esatti sono furioso.-
-Ed è per questo che ti sei rintanato qui?-
-Già.-
-Non ti ricordavi che sono in grado di trovarti ovunque?-
-Ecco da chi ha preso Nala le sue doti da segugio.-
Lenus sbuffa girando i tacchi e prendendo a camminare, a senso inverso , attorno al tavolino dove Tony è seduto da circa venti minuti.  E dove Lenus si sta esibendo  in una perfetto  imitazione di un avvoltoio girandogli attorno.
-Hai finito?- gli chiede infatti Tony alzando gli occhi - Inizio a sentirmi una carcassa prossimo allo spolpo.-
-Tu non vuoi parlarmi, io a stare fermo mi annoio.-
Tony lascia cadere la pennetta saldatore con uno sbuffo e appoggia , pesantemente, le spalle allo schienale della seggiola  - Parliamo.-
-Mi sto arrovellando sul perché Loki si sia portato via Lady Sif.-
-Thor ha detto che è sempre stato innamorato di lei.-
-Quindi pensi che voglia darle una bottarella?-  Lenus piega la testa verso  una spalla e  lancia uno sguardo scettico a Tony da sotto in su.
Tony alza le braccia sopra la testa  -Anche gli dei hanno i loro pruriti.-
Lenus scrolla la testa - Non sarebbe da Loki.- si massaggia la fronte con una mano mentre cammina, stavolta avanti e indietro, di fronte al tavolo da lavoro occupato da Tony.
- La regina dei morti non farà salpare la nave che Loki dovrebbe guidare il giorno del Giudizio Universale, hai ucciso il cagnone infernale…- Tony fa schioccare le dita - …E’ fatta amico. L’hai fermato. Ora dobbiamo solo ricompattare le fila e capire dove ha portato Sif.-
-Ne sei certo?-
-Perché sei così disfattista?-
-Loki sembrava  amareggiato dal tradimento di Hela, non dal colpo di mannaia che ho inferto ai suoi piani.-
Tony corruga la fronte. Effettivamente…
- Pensi che sappia qualcosa che noi non sappiamo?-
Lenus sorride - Il dio degli Inga…AH!-
-Lenus?- Tony scatta in piedi mentre Lenus crolla sulle ginocchia - Che ti prende?-
-Dei! Dei!- si lamenta lo stregone mentre Tony cerca di sostenerlo circondandogli il torace con entrambe le braccia e facendogli appoggiare la schiena contro il suo petto  per mantenerlo seduto- Non lo senti questo rumore Tony ?-
-No.- Tony si guarda attorno mentre Lenus si aggrappa al suo maglione con entrambe le mani e grida  ancora di una sofferenza lacerante  -Sono urla… Migliaia di urla.-

 


Útgarðr
Capitale di Jötunheimr

 

 

E all’improvviso è come guardare una cartolina che viene strappata fino a metà.  Sif non si rende conto di stare urlando mentre il sangue di Sigyn le scorre lungo le gambe, sa solo che ha paura che la testa le scoppi da un secondo all’altro.
Il corpo di Sigyn freme a per qualche altro istante quando Loki allontana il pugnale dalla sua gola, poi cade di lato e l’attenzione di Sif è tutta per la fessura  oltre l’altare.
A quello strappo nella realtà da cui proviene un vento indomabile.
-Che cosa hai fatto?-
-Ho dato inizio a tutto vergine guerriera.- Loki ride di gusto sciogliendo le catene che tengono bloccata Sif con uno schiocco di dita - Solo io potevo farlo.- Sif  cade giù dall’altare, le gambe totalmente intorpidite - Lenus non ha fermato proprio nulla, nessuno può fermare nulla, mia figlia Hela vedrà il suo regno svuotarsi, le anime dei morti cammineranno fra i vivi.-
Sif vorrebbe scappare, vorrebbe davvero scappare, ma non riesce. Le gambe sporche del sangue di Sigyn non rispondono al suo volere,  si alza, fa un passo e crolla sul petto di Loki che la stringe a sé possessivo.
-LASCIAMI!-
-Ti ringrazio per avermi aiutato a coronare il mio sogno.-
-IL TUO SOGNO?-
-La fine di tutto.-
Sif  tira pugni al petto di Loki, cerca di allontanarlo, ma la presa del dio su di lei è ferrea - Buio, freddo e grida. Morte.  Ora tutti proveranno cos’è la vera sofferenza.-

 

 

Stark Tower

 

Buio.
 

L’orologio sul polso di Noelle Moore segna  mezzogiorno preciso eppure il cielo è buio come se fosse mezzanotte. Passa una mano sulla nuvoletta di condensa che si è allargata sul vetro  e si volta verso Harley che fissa il cielo in palese apprensione  e Tony junior stretto al suo peluche di Iron Man.
-Andrà tutto bene.- mormora anche se non ci crede.

 

East Harlem.


Freddo.

 

 

A Harlem, Clint stringe il braccio attorno alle spalle di Phil che lo sostiene  sobbarcandosi quasi tutto il suo peso. Sono fermi davanti alla finestra, il cielo sembra quasi sul punto di cadere in pezzi sopra  New York e una spessa patina di gelo si sta allargando come edera sull’edificio di fronte a loro.
-Clint.- 
Nella voce di Phil risuona chiara la vena di sgomento che Clint sente battere in gola, se lo tira più vicino e annuisce anche se, oltre al suo nome, non ha detto nient’altro. 
-Lo so. Ti amo anch’io.-

 

East Harlem
Pizzeria da Carlo

 

 

Grida.

 

 

Darcy affonda il viso nel giubbotto di Bruce coprendosi le orecchie con le mani, grida terrorizzata, ma le sue urla si perdono fra quelle che già squarciano l’aria. Sono usciti di corsa dalla pizzeria non appena il buio è calato sulla città e ora il pensiero comune è che forse, sarebbe stato meglio se fossero rimasti all’interno  al sicuro.
Luci bianche percorrono il cielo, sembrano gigantesche stelle comete, ma ogni loro passaggio è segnato da un urlo che non ha nulla di umano.
Immaginate  unghie che grattano una lavagna e moltiplicate per venti.Ecco.
 Perfino Natasha, la seria e impassibile Natasha, porta le mani ai lati del viso proprio come Darcy per coprire le orecchie.
-COSA DIAVOLO SONO?-
-Non lo so, ma temo per Steve.- mormora Bruce fra un grido e l’altro cercando lo sguardo di  Natasha.
-Io ho paura per noi!- è la risposta soffocata di Darcy .
 



Upper West Side
Lincoln Center
  

 

 

Morte.

 


-Sharon Carter non vorrai uscire spero!-
Amanda Carter, cinquant’anni appena compiuti,  strattona il giaccone dalle spalle della sua unica figlia che quasi rischia di finire per terra. Sharon si volta inviperita verso la madre  che la sovrasta per altezza e digrigna i denti guardando il cielo oltre la finestra.
Ex agente dello SHIELD, Amanda è sempre stata una donna ferrea, incapace  di mostrare il minimo attaccamento a marito, semplice insegnante di scuola materna e alla figlia così diversa da lei -Non sai cosa sta accadendo, uscire ora significa…-
-STA ZITTA, MAMMA!-
Peggy Carter, ormai ultranovantenne,  esce dalla sua camera da letto  appoggiandosi al girello per anziani che usa per camminare da quando, l’anno prima, si è lussata un anca cadendo nella vasca.  Sharon incrocia il suo sguardo, prima di tornare a fronteggiare la madre che le sbarra la strada verso la porta d’ingresso.
-Papà è là fuori.- E anche Steve, visto che  le ha telefonato prima dell’inizio dell’inferno per dirle che sarebbe venuto a prenderla.
-Tuo padre non è uno sciocco, si sarà riparato.-
-La verità è che non te n’è mai fottuto un cazzo di lui, avevi bisogno di una  copertura e lui…- l’escalation di Sharon viene bloccata dalla voce sottile  di Peggy.
- Harrison? Dov’è Harrison?-
 Sharon afferra la madre per le spalle e la sbatte contro il muro, raccoglie da terra il giaccone, ma non fa a tempo ad afferrare la maniglia della porta che tutte le finestre della casa, i ninnoli, le porcellane, scoppiano.
Peggy lascia cadere il girello per coprirsi le orecchie con le mani, Amanda, a terra si raggomitola su sé stessa.
Sharon piega le ginocchia e si accovaccia coprendosi la testa con le braccia,  non ha mai sentito nulla del genere in tutta la sua vita.
  
 

Vista da fuori la scena è apocalittica
La casa  prima sembra quasi sollevarsi dalle fondamenta, poi pare diventare  una  specie di muffin schiacciato quando le centinaia di fuochi bianchi che prima l’hanno avvolta dal basso verso l’alto , si concentrano sul soffitto, facendo saltare coppi, volare le grondaie e  finire in strada il comignolo.
Harrison Carter è un uomo  piccolo di statura, con lineamenti precisi e regolari e  intelligenti occhi nocciola . Somigliantissimo alla figlia che da lui ha ereditato il carattere aperto e entusiasta, è una di quelle persona naturalmente docili e amabili  che hanno il dono di farsi amare con una semplice battuta e gesto gentile.
Quando Steve lo incrocia in mezzo alla strada  in cui si sono aperte spaccature e voragini sa che quell’ometto piccolo e nervoso, gli ricorda qualcuno.
Qualcuno a cui si è rifiutato di pensare per molto tempo.
-OH MIO DIO, QUELLA E’ CASA MIA.-
Steve lo guarda mentre smonta dalla sua motocicletta. Ha accompagnato Sharon a casa dei genitori giusto il giorno prima .
-Harrison Carter?-chiede.
 

 

 

-Zia, zia usciamo.-
Peggy si aggrappa alle braccia di Sharon per sostenersi. Amanda, pragmatica come al solito, le ha lasciate indietro senza voltarsi e Sharon, nonostante il momento, non ha potuto fare a meno di chiedersi s’è vero che l’ha partorita. Se per caso non l’abbia trovata sotto un cavolo e presentata, il giorno della sua nascita, a suo padre come loro figlia.
-Sharon esci da qui. Lasciami andare!-
-Non ci penso per niente!-
Il pavimento sotto i loro piedi si gonfia, Sharon cade sul pianerottolo che da’ sul vialetto, facendo da cuscino alla vecchia zia  che crolla su di lei. Le due donne ansimano abbracciate mentre i fuochi che sembrano intenzionati a distruggere la loro casa si fermano, di colpo.
Peggy scivola in ginocchio, ha una corona di capelli bianchi a incorniciarle il viso e gli occhi nocciola, enormi.  Si alza, a fatica, poggiandosi al muro - No.- mormora - Voi non avrete mia nipote.- Avanza di un passo, Sharon cerca di agguantare un lembo della sua camicia da notte, ma le sfugge dalle dita - Io sono vecchia, prendete me come vostra compagna.-
Harrison e Steve arrivano assieme al cancello dove si trova anche Amanda aggrappata alle sbarre, troppo impressionata per premere il bottone e girare la maniglia.
Peggy si avvicina alle luci,  sorridendo, ma qualcosa colpisce la sua attenzione e si ferma.
Oltre l’alta cancellata Steve la fissa , senza riconoscerla, e lei porta una mano al petto quando, dopo settant’anni, incrocia di nuovo i suoi occhi.
-Steve?- mormora.
Steve vede solo le labbra della vecchia muoversi, non capisce che ha pronunciato il suo nome, non si rende conto che quella è Peggy. La sua Peggy.
-SHARON!- è troppo preso dalle sorti di quello scricciolo biondo ancora seduto sul pianerottolo.
E’ un attimo, le luci si tuffano nel corpo di Peggy che sembra accartocciarsi su sé stessa, Sharon grida  e Harrison nonostante l’età , cerca di scavalcare il cancello per andare dalla figlia troppo vicina a quelle luci bianche che, fino a qualche momento prima ce l’avevano proprio con lei.
-SHARON!-


FINE CAPITOLO.

L’apocalisse è iniziata.
Sharon sopravvivrà o il sacrificio di Peggy sarà stato vano? E che ne sarà di Sif nelle mani di LokI? Spero che avrete la bontà di continuare a seguire Monster nelle  sue battute finali prima dell’arrivo di Sunrise. Il finale della storia.

Disclamers:
Il capitolo è ispirato ad un episodio della serie Merlin.

   
 
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