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Autore: Parallel universe    22/08/2013    1 recensioni
Sono un bugiardo, cerco di illudere me stesso. Cerco di arrampicarmi in una scala immaginaria, che, secondo il mio cervello, mi porterà alla disintossicazione, ma si che sono un bugiardo
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Entro in studio, sono il primo ad arrivare. È un bene che sia arrivato in anticipo, avrò tutto il tempo per cercare una fottuta scusa da raccontare agli altri. Mi siedo a terra in un angolo e lascio che i capelli, lunghi fino al sedere, mi coprano la faccia. Sento dei passi e mi sento un coglione, mi ricordo solo ora che gli orari delle prove sono stati cambiati. Dovrò inventare qualcosa sul momento. Per primo entra Flea, posa il suo basso a terra e mi fissa con quegli occhi chiari e furbi. Di solito è allegro e pimpante, ma ora sembra un'altra persona. Mi alzo e gli dico:-Senti, lo so che ho sbagliato, lo so che sono solo un coglione, ma per favore, perdonami- Flea mi squadra dalla testa ai piedi, ma le mie suppliche sembrano fargli un effetto particolare perché la bocca incurvata si trasforma in un sorriso. Mi da una pacca sulla spalla e mi dice:-Va bene, ti perdono, ma la prossima volta che sgarri sei fuori dalla band- Gli rivolgo uno sguardo d'intesa e ripeto a me stesso le parole ammonitrici di Flea, giusto per non dimenticarle. Entrano anche Hillel e Jack che mi salutano con un cenno della mano. Poso il mio sguardo su Hillel e dico:-Salve Slim!- Vengo ricambiato con un sorriso appena accennato. Cerchiamo di produrre qualche canzone e Flea se ne esce con una linea di basso veloce e forte. Tengo a mente le note per scriverci su qualcosa. Guardo Hillel e mi accorgo che le sue condizioni stanno peggiorando di giorno in giorno, non che io sia una persona migliore, ma non voglio perderlo. Perdere Hillel è sinonimo di perdere una parte del mio cuore e della mia anima. È incredibile come due persone possano affezionarsi, è incredibile anche il bene che voglio ad Hillel. Penso che se io riesca a non farmi più, Hillel potrebbe prendere esempio e mettersi sulla giusta strada, ma facendo un esame di coscienza mi accorgo che è impossibile, per me, abbandonare quelle fottute droghe. È impossibile e impensabile. Alla fine delle prove esco dalla sala senza salutare, devo andare a farmi. Con l'auto raggiungo il vicolo buio ma il fottuto messicano non c'è, così devo trovare un altro pusher. Mi immergo nelle strade più malfamate e trovo un miserabile francese che per dieci dollari mi da un sacchettino di eroina. Non è cocaina, ma va bene lo stesso. Il solito sballo, la solita sensazione di benessere e di onnipotenza che le droghe ti "regalano". Quando l'effetto finisce mi sento vuoto, ma approfitto di questo istante di lucidità per cercare di scrivere una canzone. Penso alle droghe, penso che le persone diventano dipendenti di quella merda, penso che bisogni combattere per superare questo ostacolo, si, bisogna combattere! Annoto tutto sul mio taccuino e mi sento soddisfatto per le parole che la mia mente è stata in grado di partorire. L'indomani quando andrò in studio stupirò tutti. Una sensazione di benessere mi avvolge, questa volta non proviene dalle droghe. Mi accorgo che si può star bene anche senza quella merda. Bisogna combattere e sarà esattamente quello che farò. Lo farò per me, lo farò per Hillel, lo farò per la band.
  
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