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Autore: EagleTheBirdie    22/08/2013    3 recensioni
Christie, è una ragazza che va alle superiori, timidissima nei confronti dei ragazzi; un giorno però troverà dei nuovi amici, che si riveleanno essere dei transfomers, (del team Autobot) ma umani! Christie dovà scoprire perchè sono in questa forma, e insieme dovranno sconfiggere i rivali Decepticon per evitare catastrofi e la conquista della terra. Spero vi piaccia ^^
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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TRANSFORMERS - HUMANS


 

CAPITOLO 2


 


 

Christie si svegliò di colpo, avendo fatto un incubo si ritrovò tutta sudata. Aveva sognato una strana persona che cercava di comunicarle qualcosa, poi il sogno si era trasformato in un incubo perchè la persona aveva subito una strana trasformazione diventando un mostro e spaventandola tanto da farla svegliare. Erano ormai le nove del mattino, quando Christie si alzò dal letto, e si affacciò alla finestra, lì vide delle persone in cerchio, erano tre ragazzi con degli skateboard che stavano parlando, uno di loro si girò verso Christie e le schizzò l'occhio; Christie arrossì di colpo, e si nascose subito dietro la finestra sotto le tende. I ragazzi dopo qualche minuto se ne andarono, e Christie riprese a guardare fuori, sempre cercando di non farsi vedere, ma vide che non c'erano più. Circa un'ora dopo, dopo essersi lavata, vestita, e fatto la colazione, decise di approfittare dei giorni liberi dalla scuola e andare a farsi un giretto. -"Mamma vado a fare un giro"-, -"Si tesoro, cerca di essere a casa entro cena"- Christie si mise le scarpe e uscì. Si portò dietro alla casa, dove si trovava un piccolo boschetto dove restare soli e pensare. Si inoltrò fra gli alberi di abeti e fra i cespugli, restandoci impigliata più volte, quando trovò un grande spiazzo dove c'era solo erba e qualche grossa roccia, e lì si sedette. Non passò molto tempo, che qualcuno emerse dalla boscaglia, Christie si alzò in piedi di scatto per la paura, ma con sorpresa vide che c'erano delle persone; quasi subito notò che erano gli stessi ragazzi che prima parlavano sotto casa sua, e uno di loro le aveva sorriso, si ricordò di lui e cercò di non guardarlo troppo abbassando il viso. -"Guarda chi cè!"- parlò uno dei ragazzi rivolgendosi verso Christie, che rimase ferma senza cenno di movimento, quasi paralizzata. -"Come mai una bella ragazza come te sta in un posto simile? Vuoi venire con noi?"- Christie non sapeva come rispondere, sentì dentro di se solo un'ansia che le percorreva la mente, -"E-ecco io..."- i ragazzi intanto le si avvicinarono sempre di più e finirono per circondarla, tanto che Christie capì che non avevano buone intenzioni. Erano ragazzi più grandi di lei, di almeno tre anni, e portavano delle camicette di colori diversi, uno bianca, uno nera, e portavano poi un berretto stile Hip-Hop sulla testa, tutti sembravano avere un'aria misteriosa e severa nei confronti di Christie, e le sorridevano in modo maligno. Christie iniziò a tremare come una foglia mentre uno di loro tentò di afferrarla per il braccio, ma Christie fu svelta e scappò nello spazio vuoto che i tre avevano lasciato per circondarla, Christie aveva gli occhi sbarrati per la paura e l'ansia di cosa le avrebbero fatto quei ragazzi, e, non appena si girarono per inseguirla, Christie prontamente fece un balzo indietro e iniziò a correre, non riusciva a gridare, e ansimava profondamente mentre correva nell'erba che invadeva quello spazio vuoto del boschetto. I ragazzi, le stavano dietro, come cani da caccia dietro a una lepre, -"Torna qui ragazzina!"-, Christie, sentendo quella voce, aumentò la sua velocità cercando di seminarli, ma casa sua era ancora lontana; riuscì però a guadagnare terreno facendo slalom tra la folta vegetazione che li circondava, poi però si rese condo di non essere sulla strada giusta, mentre il suo cuore batteva forte e le sue gambe crollavano di fronte alla paura. Christie cercava disperatamente di correre più in fretta possibile, e ci riusciva, guadagnando sempre più terreno e cercando la via di casa. Stavano ormai correndo da almeno sette minuti in questo bosco che non finiva più; fino a che Christie vide dei bagliori di sole più forti, che indicavano la fine di quel bosco che stava rendendo un inferno la sua disperata corsa. -"Aaah!"- Urlò per un secondo mentre inciampava su una radice, e cadeva a terra fra l'erba, -"E, e ora? Mi, mi prenderanno!"- pensò in un attimo a quello che sarebbe potuto accadere se fosse rimasta ancora lì, così di fretta, si rialzò, un po' stordita e barcollante cercando di riprendere la fuga, ma non fece in tempo nemmeno a sbattere le palpebre che una mano l'afferrò per il braccio. Era uno dei ragazzi, che velocemente le era saltato addosso e la stava tenendo ferma, e ancora ansimava e rideva fra se -"E ora dove scappi eh?"- Christie si ritrovò di nuovo tra i tre ragazzi, che, tenedole stretto il braccio le provocavano dolore. -"A-aiuto"- pensò Christie mentre piangeva e i capelli le coprivano il volto. Un rumore distrasse il gruppo, che però continuava a tenere ferma Christie. Dal nulla sbucò una figura, era grande e lunga, atterrò uno dei ragazzi con un calcio e poi lo sbattè contro il tronco di un'albero con la testa, -"Ma che cazzo succede!?"- urlò uno dei tre, mentre l'altro era immobile a terra, davanti a lui, un'altra pesona si ereggeva alta e imponente sopra di loro, non era più alta di due metri, ma faceva un grande effetto -"E-e tu chi sei!? Che vuoi!?"- gli chiese uno dei tre violentatori; l'imponente figura si girò verso di loro, sembrava quasi un dio da quanto era alto e un po' muscoloso. Christie sollevò lo sguardo, ancora con gli occhi in lacrime per vedere il quarto individuo, lo guardò come fosse Superman o Batman, come un salvatore mentre chiedeva aiuto, e lo guardò meglio e attentamente, non era ne un ragazzo, ma neanche troppo adulto, massimo trentasei anni; la figurà la fissò per un attimo, poi svelto saltò addosso agli altri due ragazzi che tenevano Christie, lasciandoli di stucco per la sua rapidità, e li mandò al tappeto, con delle mosse di combattimento piuttosto efficaci su di loro, tanto che in poco tempo furono a terra, -"Non mi è concesso uccidervi, però pagherete per quello che avete fatto"-l'individuo aveva un voce possente, che intimidiva gli avversari. Christie rimase impietrita, alla vista di quel combattimento, breve ma letale allo stesso tempo. La figura si diresse verso di lei con lentezza, cercando in tutti i modi di non spaventarla, -"Non voglio farti del male"-, la sua voce parlava dolcemente a Christie, che però si era ristretta come un riccio per la paura. L'individuo si piegò cercando di avvicinarsi, e Christie si rassicurò un pochettino; poi alzò lo sguardo, e vide quel suo viso fiero e gentile, quella persona l'aveva salvata, e ora poteva tranquillizzarsi, però non riusciva ancora a parlare, -"Stai bene?"- le chiese il misterioso individuo, che nel frattempo si era rimesso dritto in piedi con i pugni chiusi; Christie lo guardò e annuì con la testa, aveva ancora le lacrime agli occhi, e così se li pulì con le mani, si guardò un po' intorno e poi osservò con attenzione la figura davanti a se: era l'uomo più alto che avesse mai visto, i suoi capelli erano di un blu accesso e portava una specie di uniforme a due pezzi, la giacca aveva delle fiamme rosse che risaltavano sullo sfondo blu del tessuto, come i pantaloni, lunghi e blu, anch'essi con delle fiamme rosse, portava stivali grigi di media altezza, sembrava quasi un militare, solo più colorato degli altri; e poi i suoi occhi, erano celesti, e sembrava quasi brillassero di luce propria, Christie ne venne attratta fortemente, sembrava quasi un sogno, il suo volto lo faceva sembrare più giovane, e il suo corpo era robusto e bilanciato, con gambe lunghe e delle braccia forti insieme alle larghe spalle. Lui le sorrise però senza mostrare i denti, -"Qual'è il tuo nome?"- le chiese, Christie lo guardò con la paura che ormai era svanita, -"M-mi chiamo Christie"- lui le si avvicinò, e con gentilezza le disse il suo: -"Io sono Optimus Prime".

Christie stava seduta nell'erba, mentre la persona che l'aveva salvata non era molto distante da lei, sembrava simpatica, ma metteva in soggezione colpa della sua altezza. "Mi dispiace ti sia successa una cosa del genere, cerca di riprenderti", Christie si girò verso Optimus, finchè riuscì a parlarci un po', - "L-la ringrazio per avermi salvata... "- Optimus le sorrise gentilmente - "E' stato un piacere, è mio compito proteggere gli umani di questo pianeta" - "Di questo, pianeta?"- Christie lo fissò con aria confusa, - "Ah! Cioè, intendevo...ecco"- Optimus non sapeva com spiegarle le cose, era indeciso se dirle la verità, o farla rimanere all'oscuro, così decise di metterla alla prova. -"Christie, che cosa faresti, se degli esseri fossero venuti qui sulla terra, per poterla salvare da altri esseri, e riportare la pace. Se gli stessi esseri, si troverebbero prorprio qui, nella tua città?"- Optimus la guardò con aria di sfida, i suoi occhi blu lampavano sotto la luce del sole, Christie sembrava confusa, e pensava a cosa avrebbe potuto dire, per rispondere a quella domanda. Optimus la stava mettendo alle strette, quando qualcosa cominciò a brillare dal petto della ragazza.- "Ah!" - Christie vedendo la luce blu che perforava i suoi vestiti, si accorse che proveniva dal suo ciondolo che aveva al collo, così lo tirò fuori, mentre l'oggetto illuminava i volti dei due con una forte luce. - "Come possibile? Sei tu?" -Optimus interruppe la sua prova, mentre si rivolgeva a Christie - "Tu possiedi il cristallo di Energon"- "Il cristallo? Di Energon?"- Christie non sapeva di cosa stesse parlando Optimus, sapeva solo che quello che stava accadendo era sovrannaturale. Optimus le si avvicinò, e con cautela, le prese il cristallo ancora legato al collo, ma senza toglierlo. -"Ha smesso di brillare"- l'espressione sul volto di Optimus cambiò, e diventò pensieroso, - "Lo immaginavo, solo i possessori del cristallo possono usarlo, dev'essersi attivato quando sono venuto in tuo soccorso"- Christie non capiva, aveva in mano il cristallo, ma cosa poteva centrare con Optimus? Il cristallo le era stato dato da quando era nata, perchè c'era un collegamento con Optimus? - "Vieni con me Christie"- "Eh?"- Optimus, velocissimo prese la mano di Christie e se la mise in spalla, - "Tieniti mi raccomando!" - "Cosa!?" - Christie impotente si lasciò trascinare da quelle grandi braccia e si strinse sulle sue spalle, ma in quel momento iniziò a batterle forte il cuore, una situazione del genere non le era mai capitata. Optimus così iniziò a correre, sferzando il vento, e facendosi strada fra gli alberi, uscendo poi dal bosco; era velocissimo, le sue gambe lunghe quasi saltavano come quelle di una cavalletta sulla strada asfaltata.


 

Era un piccolo edificio, ai margini del bosco, tutto rovinato e pieno di crepe, tanto da farlo sembrare la casa degli orrori, tutt'intorno c'era il deserto, ne una macchina, ne una persona, c'era il vuoto più totale, tanti edifici come quello, tutti grigi e trascurati, corrosi dal tempo. - "Siamo arrivati"- Optimus si era fermato proprio di fronte all'edificio, e si affrettò ad entrarci toccando degli strani simboli su una parete, che fecero aprire un' ampio varco. - "D-dove mi stai portando?"- Christie era impaurita al pensiero di entrare in quell'edificio, e vero, Optimus l'aveva salvata, ma non poteva ancora fidarsi ciecamente di lui. -"Non aver paura, ti voglio solo far conoscere qualcuno"- cercò di rassicurarla Optimus, vedendo il suo faccino turbato. I due entrarono nel varco, ritrovandosi in una specie di ascensore che li portò ad un piano inferiore. -"Benvenuta alla base"- La porta si aprì, e un lampo inondò i due, e si ritrovarono in davanti a un grosso omone, all'inizio non lo videro bene, ma poi Optimus parlò, - "Ehi Ehi! Ironhide! La smetti con quella luce? Ogni volta me la devi puntare in faccia quando entro?" - "AH! Prime! Scusa, chi cè li con te?"- L'uomo puntò la luce verso il volto impaurito di Christie, che si nascose dietro la testa di Optimus, - "Ironhide, ti prego spegni quella luce" - Optimus fissò Ironhide con aria furiosa, poi la spense. Christie iniziò ad osservare meglio il grosso uomo che le stava davanti, era più basso di Optimus, ma molto più grosso e muscoloso, aveva una barbetta nera, e... era tutto nero, a parte qualche striscia di grigio sui capelli e sui vestiti, portava una giacca che sembrava in pelle, come i pantaloni, lunghi che riflettevano la luce, poi indossava degli stivaloni, che sembravano quelli di un motociclista, e dietro la schiena aveva attaccato una strana arma, spessa e larga, sembrava un cannone. - "Lei è Christie, l'ho portata qui per vari motivi"- ironhide fissò Optimus pensando se avesse fatto la cosa giusta, poi guardò per un attimo Christie, che notò subito che anche lui aveva gli stessi occhi celesti e luminescenti che aveva Optimus. Ironhide fece un cenno a Optimus e poi se ne andò. Il luogo dove si trovavano era enorme, la sua grandezza poteva essere quella della palestra che aveva la scuola di Christie, era immenso. - "Com'è, ti piace?"- le chiese Optimus sorridendo, - "Ma dove siamo?"- Christie sembrava spaesata, non credeva possibile che sotto quegli edifici abbandonati ci fosse un'area così vasta e piena di congegni tecnologici, che, sembravano non essere stati ancora inventati, perchè non ne aveva mai visti prima. - "Lo so, stiamo ancora lavorando all'impianto di illuminazione, ma dovremmo finire a momenti, ah! Dimenticavo, ora ti faccio scendere"- Optimus fece scendere Christie dalle sue spalle, - "N-non c'era bisogno che mi portassi sulle spalle"- "Era per andare più veloce, e per non stancarti"- Christie si sentiva minuscola in quel posto immenso, poi qualcuno si avvicino ai due,- "Ehi! Ciao!"- Christie fece un balzo perchè qualcuno le era sbucato da dietro, - "Ah, scusami! Non volevo spaventarti!"- Christie arrossì di colpo, perchè davanti a lei c'era un'altro ragazzo, e anche piuttosto carino. - "Piacere! Io sono Bumblebee!"- Bumblebee le strinse la mano sorridendo- "Cosa?"- Christie aveva sentito tutti quei nomi strani, e non sapeva più cosa pensare. -"Lei e Christie"- Optimus prontamente rispose al posto suo, - "P-piacere!"- Christie cercò di rispondergli più naturalmente che poteva. Bumblebee era un po' più alto di Christie, aveva gli stessi occhi di Optimus, i suoi capelli erano corti e biondo chiaro, indossava una felpa gialla a strisce nere e dei pantaloni lunghi neri con delle scarpe da ginnastica grigie, aveva la stessa età di Christie, e questo gli fece piacere. -"Benvenuta nella nostra base!"- Le urlò Bumblebee contento, e Christie ricambiò con un ampio sorriso. - "Ehi, vedo che abbiamo visite"- qualcun'altro parlò, e altre due persone le si avvicinarono, - "Io sono Ratchet, e lei e Chromia, tanto piacere"- Ratchet, era un'uomo sui 45 anni, però la sua anda sembrava dargli di più, anche lui come Ironhide portava una barba e dei baffetti, era biondo, e aveva i capelli corti, lui sembrava avesse una tuta da dottore o da scienziato, era bianca, e aveva i colori di una croce rossa; Chromia invece, portava i capelli raccolti, neri, con dei riflessi blu, e indossava una sorta di tuta da pilota blu e nera, a eccezione degli alti stivali neri che si alzavano sopra le ginocchia, lei a confronto di Ratchet sembrava molto più giovane e non aveva sopra i 30' anni di età. -"Optimus, come mai questa nuova conoscenza?"- Chromia mostrava segni di gelosia nei confronti di Christie, perchè da tempo cercava di dichiararsi a Optimus, ma non ci era mai riuscita. -"Christie possiede il cristallo di Energon"- L'esspressione di tutti si fece più attenta, - "Coosa!?"- Bumblebee si avvicinò a Christie,- "Davvero? Possiedi il cristallo?"- Christie si sentiva a disagio con tutti quegli occhi puntati addosso. -"Ragazzi andiamo, non guardate così quella povera ragazza! Christie, vieni con me che ti spiego tutto"- Ratchet prese Christie per un braccio, e insieme si allontanarono dagli altri, - "Devi perdonarli, sono tutti molto concentrati ultimamente, e dato che sei qui, vorresti sapere qualcosa su di noi e da dove veniamo no?"- Christie fissò Ratchet preoccupata, - "Si, vorrei cercare di capirci qualcosa".


 

Ratchet esaminava a lungo il cristallo di Energon di Christie, mentre spiegava tutta la storia di come fossero finiti li, - "...E quindi dobbiamo proteggere gli umani per questo"- "Ma... è terribile!"- Christie ebbe un momento di panico, ma poi guardò Ratchet, il suo viso era sicuro e deciso, - "Voi ce la farete, non è vero?"- Christie gli fece questa domanda, che lasciò Ratchet un attimo in silenzio, ma poi annuì, -"Si, te lo posso assicurare, quegli imbecilli dei Decepticon non conquisteranno la Terra facilmente!"- Christie sorrise contenta mentre guardava Ratchet, perchè con loro aveva capito che poteva stare al sicuro. -"Ma Ratchet, se voi siete dei...robot, come avete assunto sembianze umane?"-. Ratchet si sentì un po' a disagio mentre Christie gli faceva quella curiosa domanda, - "Ah, ecco è una storia un po' lunga, ti spiegherò tutto più avanti"-. Christie iniziò a pensare che non si fidassero ancora di lei, ma era ovvio, si erano appena conosciuti.

-"Va bene allora? Se hai bisogno di qualsiasi cosa, ricorda di chiamare, e noi saremo li"- "Ok!"- Optimus aveva dato a Christie una sorta di cellulare-allarme nel caso le fosse successo qualcosa. - "Noi dobbiamo andare, ci sono dei Decepticon nelle vicinanze, a presto"- Christie con un cenno della mano salutò tutti e tornò a casa accompagnata da Bumblebee. 

  
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