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Autore: Frozen pal    22/08/2013    1 recensioni
Quattro sorelle vengono chiamate al cospetto di Odino, Padre degli dèi, per un'emergenza: Midgard, il mondo terrestre, sta per affrontare una minaccia. Saranno in grado di salvare la Terra?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ero mattiniera, per nulla, e tutte e tre lo sapevano. Ma evidentemente volevano farmi diventare la vittima di un loro malefico scherzo, visto che le sentivo bisbigliare e avvicinarsi sempre di più al mio letto. < Non ho alcuna intenzione di tagliare la gola a nessuno oggi, se volete sopravvivere non mi provocate > Dissi con voce assonnata e un po’ troppo bassa per i miei gusti.
< Veramente ci stiamo provando le divise che ci ha consegnato la regina Frigga in persona > Mi misi di scatto seduta sul letto e spalancai gli occhi. < Colpa mia se non ti svegli nemmeno con l’apocalisse? >
< Mi stai mancando di rispetto Eileen? > < Nah > Disse scuotendo la testa. Poi mi sorrise. < Si > Scossi la testa e mi decisi ad alzarmi.
< A quanto pare i colori sono stati scelti dalla Regina per noi… Eileen, tu hai la maglietta sbracciata rossa, Sydne, tu hai quella gialla, io ho quella bianca e… Freya tu hai quella blu > Dalia mi lanciò la maglia, che mi sembrava troppo stretta per i miei gusti.
< Non potremmo chiedere delle tuniche?... > Tutte mi fulminarono con lo sguardo. < O… Solo per me? >
< Perché vuoi metterti indumenti maschili quando puoi conquistare con il tuo fisico qua a palazzo? >
< Dalia, noi siamo qui per addestrarci, per prepararci ad affrontare una battaglia > Dissi quasi ringhiando. < E non per far vedere le nostre grazie a degli stupidi maschi che non sanno come trattarc i>
< La prossima volta ti lascio nel tuo sonno, bella addormentata > Disse ironicamente Eileen.
< Ma anche no, visto che dovremmo incontrarci con Thor tra un’ora alla prateria > Ci avvisò Sydne. < Ecco qua i pantaloni… Ce n’è qua un paio con le toppe blu… Immagino sia per te Freya > E me li lanciò.
In un quarto d’ora eravamo tutte pronte. Dalia aveva una canotta bianca e lunga, tanto da coprire ciò che non nascondevano le calze grigio scuro, e portava degli stivali in pelle che le arrivavano fino alla coscia; Sydne aveva la canotta gialla, un paio di pantaloni marroni con una cintura in pelle bordeaux e degli stivaletti corti beije; Eileen aveva la canotta rossa, un corpetto bordeaux e dei pantaloni in pelle nera, con degli stivaletti neri; infine io avevo la canotta blu, il corpetto nero, che mi soffocava un po’, i pantaloni di pelle nera con toppe blu alle cosce e gli stivali neri che mi coprivano i polpacci.
< Andiamo forza > Ci incitò a muoverci Dalia. < Non voglio fare figure >
< Solo tu eh? Ricordati che andiamo a farci addestrare da Thor, quel bellissimo, e non dico altro, dio > Aggiunse Eileen, facendomi sorridere.
Tanto non avrebbe mai potuto permettersi un legame più profondo, a meno che lui non l’avesse presa sotto la sua ala protettiva, cosa che consideravo poco possibile, data la sua personalità turbata in questi ultimi tempi. Percorremmo i corridoi immensi del palazzo reale e delle dame da compagnia, nostre coetanee credo, ci fissarono e si misero a ridere non appena le passammo a fianco, facendomi scuotere la testa. Non avevano mai visto delle ragazze che si rendevano utili alla propria patria? Mi dispiace per loro.
Il lavoro della dama che doveva intrattenere gli ospiti, o nel caso fortunato la Regina, per me era di una nullità enorme: a cosa serve una persona del genere? Finta, falsa… Che viene mandata a palazzo dalla propria famiglia solo per trovarsi un nobile da sposare? A nulla, ecco a cosa serve.
Una volta arrivate alla vasta prateria che circondava un bosco enorme e dalla brutta fama ad Asgard, notammo immediatamente il dio del tuono che ci attendeva con i suoi amici guerrieri. Tra cui c’era anche Sif, l’unica femmina che, fino adesso, aveva avuto la fortuna di poter combattere.
< Salute a voi, sorelle alchimiste! > Disse entusiasta Thor. < Da oggi comincerete ad addestrarvi per la battaglia, ho intenzione però di dividervi > Ci guardammo tutte terrorizzate: noi valevamo qualcosa solo quando eravamo insieme. < Poi affineremo le tecniche di lotta a gruppo, che credo siano più efficaci con voi > Sospirai di sollievo, non potevo pensare ad una lotta in cui io non aiutavo Dalia a controllare il suo spirito libero, che avrebbe potuto ucciderci con un tornado, o il poco contegno di Eileen, che ci avrebbe mandate al rogo. Allo stesso tempo però mi resi conto che Thor aveva ragione: dovevamo comunque saper lottare da sole, altrimenti saremmo state spacciate.
< Bene. Hogun e Volstagg, voi vi occuperete a turni di Dalia ed Eileen > Dichiarò a gran voce il biondo. Le mie sorelle si spostarono verso i loro addestratori, Eileen sbuffò insoddisfatta. < Sydne verrai con me > Sorrisi e guardai mia sorella, mentre si dirigeva imbarazzata verso il principe. < Infine tu, Freya, sarai addestrata da Sif e nientemeno che Fandral > Annuì e mi avvicinai a loro. < Ci divideremo in ambienti diversi, facendo pausa a pranzo e al tramonto, prima di cenare a palazzo. Buon addestramento a tutti! > Dichiarò, alzando in aria il martello, Mjolnir.
Tutti si dileguarono, mentre io rimasi lì con la guerriera e lo spadaccino migliore di cui avessi mai sentito parlare in tutta Asgard. Non mi meravigliava il fatto che fosse un guerriero fedele al principe.
< Hai un nome degno di onore, Freya > Cominciò Fandral. < Ma qui adesso non sei nessuno > Continuò in tono freddo. < Solo quando dimostrerai di valere davvero qualcosa, battendo sia me, che la guerriera Sif, allora forse ti degnerò di un po’ di rispetto > Alzai le sopracciglia.
< Non ti piace l’idea che io e le mie sorelle siamo state scelte da Thor personalmente, mentre tu hai buttato sudore e sangue per diventare ufficialmente un guerriero affermato? > Domandai. < Capisco >
< A quanto pare sei più perspicace di quanto pensavo > Si introdusse Sif, che mi puntò la sua lancia alla gola.
< Sai noi di solito non siamo poi così malvagi con i fanciulli di tenera età come voi, ma se vuoi valere qualcosa in battaglia, dovremo trattarti come uno zerbino > Battei le mani e tirai fuori un coltello dalla mia mano, spostando a terra la lancia di Sif e pestandola con il piede, per poi puntarle il coltello alla gola.
< E dicevi di non essere incline alla violenza > Disse sarcastico Fandral. < Direi che possiamo cominciare > Fino all’ora di pranzo mi fecero correre, saltare, fare esercizi fisici e impugnare varie armi. Si stupirono quando si accorsero che io mi trovavo bene con le armi più piccole e che mi adattassi ad ognuna di quelle che mi facevano impugnare. Dopo aver mangiato tre mele, prese da un albero nelle vicinanze facendo il tiro a segno con i coltelli, mi portarono all’interno del bosco dalla brutta fama.
Anche se c’era ancora luce, là dentro era tutto oscurato a causa degli alberi enormi e pieni di foglie che avevano segni di lotta sulla propria corteccia.
< In questo bosco abita l’ultima specie di draghi di Asgard > Cominciò Fandral. Draghi? Non potevo desiderare di meglio. < Il tuo compito è riuscire a domarne uno, ma senza ferirlo >
< E a cosa sono serviti tutti quegli esercizi con le armi? > Domandai scocciata.
< Ogni cosa a suo tempo, ragazzina > Rispose in modo irritante Sif. < Noi ti aspetteremo fuori dal perimetro del bosco, vedi di tornare intera > Presi un respiro profondo e guardai di fronte a me.
Mi circondava il buio, cosa di cui avevo sempre avuto paura, senza alcun motivo… Semplicemente, l’idea che qualcosa potesse sbucare da lì e farmi del male mi terrorizzava. Ma adesso dovevo impegnarmi, c’era in gioco la mia dignità e dovevo almeno provare a sopravvivere.
< Hai per caso freddo? >
< No… > Spalancai gli occhi e mi voltai piano piano.
Alle mie spalle c’era una creatura enorme, che non distinguevo bene a causa del buio, ma ero certa fosse un drago, riuscivo a intravederne gli artigli delle zampe a terra.
< No ti prego non urlare! Non. Farlo. > A momenti non respiro e tu mi chiedi di non urlare?!?
< Tu… Sai parlare? > Domandai confusa. < I draghi non parlano, emettono versi osceni e basta >
< Quei “versi osceni”, come lo chiamate voi, sono l’antica lingua dei draghi, chiaro? > Disse irritato il drago. < E poi… Come fai tu a capire la mia lingua? Sei… Una sottospecie di mutante? >
< Grazie mille > Dissi scocciata. < Sono un’alchimista e… Dovrei catturarti > La bestia indietreggiò. < Ascolta > Il rettile troppo cresciuto si fece vedere, non era affatto come me l’aspettavo: era alto almeno due metri, invece che sei, e non aveva un aspetto così malvagio. < Facciamo un patto >
< Mi stai ingannando > Ammisi. < I patti con voi rettili non valgono nulla, potresti uccidermi quando > < Io non ho intenzione di passare la mia esistenza da solo > Mi interruppe. < Ho a malapena diciassette anni e tu mi sembri simile a me, per certi versi > Ero confusa. Cosa voleva da me? < Voglio essere tuo compagno di viaggio, un amico per te, come io voglio te al mio fianco. Sento che sei potente, che mi posso fidare > < Non mi conosci nemmeno… >
< Senti, ho un intuito raffinato e che non sbaglia mai, va bene signorina?!? >
< Perché insisti tanto?!? >
< Perché credo tu sia degna della mia amicizia > Non capivo ancora come potesse saperlo.
< Non lo so, è una pazzia > Dissi guardandolo. Il drago si intristì. < E io sono talmente folle da pensarci anche! > Dissi alzando il tono.
Mi sentivo stranamente tranquilla accanto a quel drago, cosa ambigua, dato che Asgard li aveva quasi completamente isolati dal regno perché li disprezzavano.
Che cosa potevo fare?

< Non credo proprio che… > Fandral si bloccò proprio quando mi vide uscire dal bosco. < Sei viva! >
< Ovviamente > Dissi fiera. < Sapete se per caso accettano draghi a palazzo? >
Entrambi si guardarono confusi e stupiti. Appena sentì i passi del mio nuovo amico avvicinarsi a me sorrisi. < In guardia! > Disse Sif.
< Ehi! Buoni buoni! > Cercai di calmarli. < Sapete, a volte penso che queste creature siano meglio di tutti noi di Asgard messi assieme… > Ammisi soddisfatta. < Porgete i vostri saluti… > Il mio amico si rimpicciolì e mi saltò in braccio. < Al drago mutaforma qua presente!... Hai un nome? >
< Mi chiamo Wrath! > Disse entusiasta. < E tu invece sei Freya > Spalancai gli occhi.
< E come lo sai? >
< Che tu sappia, Thor ha eseguito gli ordini di suo padre? > Domandò Fandral sconvolto a Sif.
< Ovviamente, anche… I luoghi… > Rispose lei stupita. < In ogni azione di Odino, è presente un disegno definito > Dichiarò poi infine la guerriera, sorridendomi. < Credo abbiamo a che fare con una alchimista straordinaria, Fandral. Dovremmo portare più rispetto >
< A me va anche bene solo se non mi tentate di uccidere di esercizi fisici > Dissi alzando le braccia.
< Sei fin troppo umile, alchimista, dovresti farti più valere per i tuoi bisogni >
< Allora voglio più cibo a pranzo > Dissi incrociando le braccia.
Entrambi scoppiarono a ridere, anche Wrath, che non si staccava dal mio collo e continuava ad abbracciarmi. E io non avevo intenzione di staccarlo da me, forse lui era l’unica creatura in tutta Asgard che poteva capire quanto non volevo combattere, quanto avevo paura. Forse proprio a lui, potevo confessare i miei timori, senza sentirmi presa in giro. Perché sapevo che mi avrebbe capito.
  
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