Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
Segui la storia  |       
Autore: julierebel17    22/08/2013    1 recensioni
"Non riesco a capire cosa diavolo mi prende, c'è che non ha senso ritrovarmi qui, dinanzi a te, con questa espressione da vittima incompresa del mondo. E' che quando si tratta di te, divento un'altra persona. Scusa"
"Sei solo una stupida". Resto sconvolta al sentir pronunciare tali parole.
"A-Andy io..." non riesco a terminare la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia. Poggia il mento sulla mia testa. Posso ascoltare il suo cuore battere, direi che è senza dubbio la migliore ninnananna che potesse mai cullarmi in questo mare di emozioni.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Ciao a tutti! Rieccomi con un nuovo capitolo. Vi avverto, non ho avuto grandi idee durante gli ultimi due giorni quindi non so cosa ne sia uscito. In ogni caso, spero vi piaccia. Per favore, fatemi sapere cosa ne pensate, ho davvero bisogno di qualche parere! Baci. Julie-

#Helen
Si è fatta ora di pranzo e sono ancora con Andy, chissà dove vuole portarmi.
“Ehi”lo chiamo. “Dove andiamo adesso?” “Ti va di pranzare fuori?” “E-eh?” “Si, dai, andiamo in un ristorantino che conosco, cucinano benissimo, promesso”. Mi fido di lui.
“Ok”.  Facciamo un po’ di strada a piedi ed entriamo in un piccolo locale. L’arredamento è moderno. Ci sono tavoli neri, in legno, lucidi. Le sedie invece sono di un bianco brillante. Nonostante sia giorno, l’interno è buio in alcuni punti, mentre in altri si creano giochi d’ombre fuggenti grazie all’utilizzo di candele profumate.
“Su, sediamoci”. Ci avviciniamo ad un tavolino ed Andy mi aiuta educatamente a sedermi.
“Grazie”gli sorrido. “Nulla”. Oltre a noi  non ci sono altri clienti, se non una coppia di adorabili vecchietti e qualche manager o direttore d’azienda (li si riconosce dai vestiti).
Arriva il cameriere.
“Salve, i signori desiderano?”tiene in mano un taccuino dalla copertina bordeaux.
“Per me…un-un’insalata grazie”rispondo un po’ imbarazzata.
“Anche per me”dice Andy. “Da bere?” chiede il cameriere. “Acqua” “Vino” rispondiamo rispettivamente.
“Un attimo e sarete serviti, buongiorno”. Il cameriere saluta ed entra in cucina.
Andy comincia a parlarmi. “Mi dispiace per prima” “A-ah, figurati, Lucas…”
“Se solo ti sfiora, dimmelo che lo uccido” “Non ti capisco, sai?”. Sembra stupito da ciò che ho appena detto.
“Eh?” “Non capisco perché ti ci applichi tanto”ribatto un po’ triste. Non ho mai avuto qualcuno che badasse a me. Perché dovrei metterlo nei guai inutilmente? Forse dovrebbe solo evitare d’impicciarsi.
“Sei proprio una stupida. Perché mi applico dici? Non lo so, ma a quanto pare non te ne fotte un cazzo!”mi urla contro. Non volevo che si arrabbiasse.
“A-Andy non volevo farti arrabbiare, non voglio che ti preoccupi per me perché hai già altre cose più importanti a cui pensare” “Dannazione Helen! Ti conosco da tre giorni e non chiedermi perché, ma adesso sei tu la cosa più importante a cui devo pensare!”mi dice gridando così tanto da attirare l’attenzione degli altri clienti.
Non ho parole con cui ribattere.
Importante, per qualcuno. Non lo sono mai stata. Mi alzo e faccio per andarmene, ho lo stomaco grande quanto una nocciolina dopo la discussione.
“Dove vai? Sta qui”mi dice prendendomi la mano.
“Va-va bene”gli rispondo quasi piangendo.
Tutti continuano a fissarci come se si trattasse di un telefilm:
“Ladies and gentlemen siete curiosi di sapere cosa accadrà tra Andy ed Helen? Restate nel locale e lo scoprirete!”
Ci manca che qualcuno pronunci una frase del genere.
“Scusa per prima”. Andy è imbarazzato. “Non preoccuparti…ci sono abituata”. Mi guarda con aria infelice.
“Signori, ecco a voi”il cameriere s’intromette e lascia le due insalate sul tavolo. Facciamo quasi finta di mangiare, anche se nessuno dei due è dell’umore adatto.
Continuo a giocherellare con la forchetta. “Su, mangia, ti fa bene” mi dice quell’idiota con un profondo senso paterno.
“S-si”ingoio svogliatamente una fogliolina verde. “Allora? Di-di cosa dovevi parlarmi?” mi faccio coraggio ed apro un nuovo discorso, magari migliore di quello precedente.
“Mmh, si, un secondo”. Finisce di masticare. Prende una lunga sorsata di vino.
“Dunque…”. Certo che se comincia la conversazione così…diciamo che è “incoraggiante” quanto mangiare una pizza durante il primo giorno di dieta.
“Si?”chiedo affinché continui a parlare.
“…quello che ti ho detto prima…lo-lo penso sul serio.”
Sto in silenzio ad ascoltarlo. “…mi…mi dispiace per…insomma…ricordi la sera in cui mi ubriacai?”
Un flashback attraversa la mia mente. Letto-Andy-Posizioni equivoche-Complimenti-Abbraccio-Bacio.
Arrossisco violentemente. Abbasso il capo. “S-si…” “Ecco…quelle cose che ti ho detto…intendo…beh Helen…se-secondo me sei davvero bellissima” dice tutto d’un fiato.
Ho lo sguardo fisso sull’insalata. Vedo piccole gocce d’olio scivolare lungo le foglie di un color verde acceso.
“Ehi, mi ascolti?”. Andy richiama la mia attenzione. Alzo il capo e scorgo per un attimo il suo sguardo speranzoso, ma gelido.
“Si, scusa” “Senti. Bando alle ciance. Mi dispiace per averti messa in difficoltà con Ash…sai con quel b-bacio…”
#Andy
Cosa cavolo le sto dicendo?! Mi sento proprio un idiota! Al posto di dirle che mi piace, mi faccio problemi a causa di Ash, che tra l’altro vuole usarla come giocattolino.
#Helen
In difficoltà con Ash? Mi ero dimenticata di lui. Non dovrebbe neanche scusarsi.
Infondo quel bacio…per quanto non voglia ammetterlo, mi è piaciuto…solo un po’…credo…
Decido di parlare, dato che sembra seduto su uno sgabello fatto di spine. “E-ecco, Andy, non devi scusarti. Quel bacio…infondo…anche io...cioè..aaah…lasciamo perdere. Non riesco a spiegarmi.”
Mi guarda come deluso. Va a pagare rifiutando categoricamente i miei soldi ed usciamo dal ristorante.
Camminiamo in direzione del parco. Una volta arrivati ci sediamo all’ombra di un albero.
“Hele?” “Dimmi” “Cosa intendevi prima con quel ‘non riesco a spiegarmi’?”mi chiede come se avesse pensato al mio comportamento per tutto il tragitto.
Mi guarda con degli enormi occhi azzurri. Quasi ci annego. Ha un’espressione così seria e preoccupata. Sembra davvero in ansia per la mia risposta.
Non so quale strana forza mi dice di fare ciò che non avrei mai pensato potesse accadere.
“Questo”gli sussurro all’orecchio ed in men che non si dica lascio sulle sue labbra l’ombra di un bacio.
Poi lo abbraccio. Non mi dà alcuna risposta. Si limita ad accarezzarmi i capelli.
“Mi riaccompagni a casa, per favore?”gli chiedo come svegliandolo da un sogno.
“Si”annuisce.
#Andy
Dev’essere un sogno. Ma si! Un sogno stupendo. So già che accadrà qualcosa di brutto. A momenti.
Mi sveglierò e non sarà più al mio fianco. Non potrò più tenerla così vicina a me. Non potrò accarezzarle i capelli. Vorrei che tutto ciò durasse in eterno.
#Helen
Giunti a casa saluto Andy. “Beh…allora…ci sentiamo…ora devo andare a studiare…ehm…puoi darmi il tuo numero?”  gli dico un po’ imbarazzata.
“Certo”. Memorizzo il suo numero sul cellulare. “Grazie” “Nulla”. Mi dà un bacio sulla guancia e va via.
Mi chiudo la porta alle spalle scivolando su di essa. Sono rannicchiata con le ginocchia al petto ed il cuore che tra un po’ vola via.
L’ho…baciato e questa volta…era sobrio.
Vado in camera mia. Mi soffermo a guardare una vecchia foto che, incorniciata, poggia sulla scrivania.
Eccolo lì, Mark, il mio ex. Occhi castani, capelli altrettanto scuri, un po’ ribelli e sorriso spacca cuori.
“E pensare che una volta lo amavi” dice la solita vocina rompiballe. “Si, ma hai detto bene…UNA VOLTA”
Mi stendo sul letto, quasi ci sprofondo. Poi comincio a studiare, devo pur sempre fare qualcosa, tanto vale sia qualcosa di UTILE.
 
Si sono fatte le otto e non so cosa cavolo fare.
Prendo il cellulare. “Da’ come stai?” “Weee cugiiii! Tutto bene, te? Com’è andata l’uscita con gli amici?”
“Bene. Mi sono divertita”. David sembra sinceramente felice per me.
“Cugì, devo andare a lavoro, ci sentiamo?” “Ok, salutami Julie” “Ciao piccola”.
Mi ero dimenticata che domani devo andare a pranzo da Lucy, avevo pensato di portarle una torta al cioccolato, ma mi sono dimenticata di comprare il lievito.
Non è molto tardi, no? Corro giù in salumeria, tanto chiudono alle otto e mezza.
Detto fatto, mi ritrovo tra le corsie di una piccola salumeria, c’è di tutto e di più, a me sembra un supermercato. Prendo gli ingredienti che mi servono, l’unica cosa che non trovo è il cacao.
Cammino fino a quando trovo lo scaffale su cui è posato. Diavolo quanto lo hanno messo in alto, nemmeno un tipo di un metro e ottanta ci arriverebbe.
Non vedo commessi in giro. Beeene.
Mi alzo in punta di piedi, allungo il braccio, ma non ci arrivo. Che palle. “Mmh aahi!” tendo i muscoli che ho, fino allo stremo delle forze.
Nulla. Mi sento una nanetta. Provo di nuovo, nell’intento di riuscire a realizzare l’impresa, ma proprio quando ho quasi ottenuto il mio pacchetto di cacao…caz…
…la farin…qualcuno blocca i due pacchi di farina che quasi mi si stampavano in faccia.
“Gra-grazie” dico tenendo uno scatolino bianco e rosso tra le mani. Mi volto e non credo ai miei occhi…”TU?! Che ci fai QUI?!”
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides / Vai alla pagina dell'autore: julierebel17