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Autore: lightblueTommo    22/08/2013    10 recensioni
Esiste la probabilità dell'impossibile? C'è qualche limite posto tra il normale e la fantasia? E se questo ipotetico limite dovesse essere oltrepassato? Aldilà di ciò che normalmente siamo portati a pensare esiste dell'altro, pensato da molti anche come "speciale".
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Aroma di caffè e ciambelle: il più buon odore che possa svegliare una persona. È piuttosto tardi, perciò decido di alzarmi. Il contatto dei piedi nudi con il pavimento freddo crea un brivido che percorre la mia colonna vertebrale facendomi venire la pelle d’oca. Scendo giù in cucina e trovo mio padre seduto al tavolo intento a leggere il giornale, quando si accorge di me. “Buongiorno tesoro.” Gli sorrido un po’ assonnata e vado ad abbracciarlo. Sa di dopobarba. “Dovevi essere davvero stanca ieri sera.” Addento una ciambella e lo guardo confusa. “Perché?” dico masticando. “Quando sono tornato a casa tu stavi dormendo sul divano, ed erano solo le 9pm.” Ecco perché mi sono svegliata direttamente nel letto. Mi sorride e si siede accanto a me guardandomi mentre faccio colazione. “Però non mi fissare anche tu mentre mangio.” Dico masticando un pezzo di ciambella. Ride. “E’ vero scusa, non me lo ricordavo.” È ovvio che lui sa del mio fastidio. Dopo qualche minuto di silenzio dice: “Sono contento che tu e la mamma abbiate fatto pace e che abbiate risolto tutto.” ingoio e bevo un sorso di caffè dalla tazzina. “Anche io, mi mancava.” Abbassa leggermente il viso sorridendo. C’è qualcosa che non va. “Papà?” “Si?” lo rialza sempre con il sorriso sulle labbra. “E’ successo qualcosa?” scuote la testa. Ho capito. “Tu sei ancora innamorato della mamma, non è vero?” annuisce quasi provando vergona per ciò che ha appena ammesso. “Non ho mai smesso di esserlo.” Non ho mai saputo la loro storia, ma adesso è arrivato il momento di conoscerla. “Com’è andata tra voi due?” è un po’ spiazzato dalla mia domanda ma ha capito dove voglio arrivare. “Ci siamo conosciuti quando avevamo la tua età, eravamo in un bar, una parola tira l’altra e.. sai come vanno queste cose.” Si, lo so bene. È stato proprio così che ho conosciuto Niall, lui si è avvicinato e ha iniziato a parlare. “Quel giorno era bellissima. Non che ora non lo sia, ma quella volta lo era in particolare. Aveva i capelli raccolti in una coda, un filo di trucco e indossava un vestito blu. Un mio amico la conosceva e così me l’ha presentata.” Ha lo sguardo perso nel vuoto. “E’ stato un colpo di fulmine. Da lì siamo usciti diverse volte insieme e un paio d’anni più tardi era la mia ragazza. Il nostro fidanzamento è durato cinque anni. Tua madre era sempre splendida, non passava giorno in cui non ci vedessimo. Eravamo innamorati, glielo si leggeva negli occhi quanto le piacesse stare con me. La facevo ridere e a lei importava quello, tanto quanto la dolcezza e la sincerità.” Sembra un’adolescente. “Durante il sesto anno abbiamo deciso di sposarci e in quello stesso anno ti abbiamo concepita. Quando sei venuta alla luce entrambi eravamo al settimo cielo. Abbiamo deciso di chiamarti Bianca perché la tua pelle era candida e soffice come la neve, entrambi eravamo d’accordo sul nome. Ti guardavamo crescere di giorno in giorno e ci meravigliavamo di quanto stessi diventando bella.” Odio arrossire per un complimento. Forse è la cosa che odio di più fare, perché fa trasparire il mio attuale stato d’animo. “Tra me e lei era tutto normale, finché un giorno, tu avevi sei anni circa se non ricordo male, è tornata a casa dicendomi che aveva conosciuto un altro. Il mio cuore è andato in frantumi. Ha chiesto la separazione e lì ho capito che avrebbe comportato anche l’allontanamento da te. Amavo tua madre e l’amo tutt’ora ma la decisione di separarmi da te, di non rendermi partecipe a pieno nei tuoi primi successi è stata una cosa crudele. L’aver conosciuto Cameron l’ha cambiata e ha fatto sì che cominciasse a disprezzare persino la mia presenza.” Quell’uomo ha rovinato un’intera famiglia. “Me l’ha portata via.” Si passa le mani sul volto per poi riappoggiarle sul tavolo. Le raggiungo con le mie e guardandolo dritto negli occhi lo rassicuro: “La mamma non è innamorata di Cameron. Non lo è mai stata e me ne sono accorta soltanto due giorni fa.” Aggrotta le sopracciglia. “Perché lo ha sposato allora?” alzo gli occhi al cielo, è così chiaro. “All’inizio ne era invaghita, e questo l’ha portata in un certo senso ad incuriosirsi a lui..” “Continua.” Ha capito che ho molto altro da dire. “Il punto è che secondo me lei è ancora innamorata di te.” “Impossibile.” Controbatte serio. “Forse se n’è resa conto solo ora di non averti mai dimenticato papà. Ti trattava male perché voleva convincersi di non aver fatto la più grande stronzata della sua vita.” “Bianca!” non avevo mai imprecato davanti a lui. “E’ la verità. Cameron non ha fatto altro che procurarle dispiaceri, posso elencarteli uno per uno.” mi fa cenno con la testa ci cominciare. “Beh, il primo è stato il rendersi conto di aver perso l’amore della sua vita; il secondo è stato quello di aver allontanato sua figlia dal padre biologico; il terzo di aver sposato un uomo irritabilmente repellente; il quarto di averci concepito un figlio ed essersi ritrovata da sola con questo, per giunta che soffre di epilessia, perché il signorino aveva e ha impegni di lavoro improrogabili. Devo continuare?” Fa cenno di no con la testa. “Papà, la sua vita sta andando a rotoli. Le manchi.” Sospira pesantemente appoggiandosi allo schienale della sedia. “Cosa devo fare?” sorrido a bocca larga, eccolo il mio papà forte e combattivo. “Beh tu cerca di mantenerti in contatto con lei, io farò da capro espiatorio. Terrò Cameron lontano da voi due.” Mi guarda confuso. “In che modo?” si riferisce alla mamma. “Magari invitala a prendere un caffè, telefonale. Ovviamente non tutto subito.” Annuisce entusiasta all’idea di ritornare da mia madre. Però improvvisamente quel sorriso da bambino va via. “E se non dovesse andare tutto secondo i piani?” “Ci andrà, vedrai.” Insiste. “Ma se non dovesse?” lo assale l’insicurezza. “Papà, noi ci proviamo. Se la storia inizia ad andare bene allora proseguiamo. Se dovesse prendere una brutta piega già dall’inizio allora lasceremo perdere.” Annuisce lentamente. Passa qualche minuto e capisco che sta cercando il modo migliore per chiedermi qualcosa che probabilmente lo imbarazza. “La mamma al telefono mi ha detto che da qualche giorno ha notato qualcosa.” Perfetto, ha toccato un tasto abbastanza dolente. “Cosa nello specifico?” mi fingo menomata. “La presenza di una nuova persona che per così dire ‘riempie’ le tue giornate.” Colpito e affondato. Maledetto rossore che colora le mie guance ogni volta che mi ritrovo in situazioni imbarazzanti. Ah, ma questa è tutta colpa tua Niall. So che puoi sentirmi. Prima del tuo arrivo tutto questo non succedeva mai! “Beh, s-si..” “Dai parlami un po’ di lui.” Sorride. “Col tempo te lo averi detto, comunque.” Sto iniziando a sudare. Ma perché! “Si chiama Niall Horan e ha diciannove anni.” Non è il tipo di padre geloso che pedina la figlia per evitare che si imboschi con qualche giovanottello di primo pelo, ma neanche un padre menefreghista che lascia la propria figlia allo sbaraglio. “E’ il tuo ragazzo?” semplice, chiaro e conciso. Senza giri di parole, avevo scordato questo suo modo di fare. “No.” Sorride; forse ne è rassicurato. “Tu cosa provi per lui.” Adesso inizia la fase psicoanalitica. Che gli rispondo? Non posso mica dirgli la verità, anche perché Niall mi sente e non voglio che lui lo sappia. Perfetto, penserò in una maniera così complicata e contorta delle cose alla rinfusa, così che non possa capire niente. “Non lo so. Siamo amici, beh.. forse neanche quello. Proprio non lo so.” “Problemi particolari?” a parte il fatto che ha delle doti soprannaturali, no, nessuno in particolare. “Diciamo che è una situazione abbastanza complicata.” Sospira. “Va beh. Sai che per qualunque cosa io ci sono, vero? Dovessero esserci problemi o magari il semplice bisogno di un consiglio, io sono qui.” Sorrido. Ha capito che non voglio andare oltre nella conversazione. Ho sempre confidato tutto a lui, ma stavolta è diverso. Questa volta ho dei segreti non miei da custodire, che non posso sperperare a chi mi pare e piace. Mi da un bacio in fronte ed esce dalla cucina. No, ci ripensa. Fa un passo indietro e mi dice: “Ah, dimenticavo.. non lontano da qui hanno allestito una fiera. Potresti andarci per non annoiarti!” annuisco. Bella idea. Potrei chiedere a Niall di accompagnarmi ma, ahimè non ho il suo numero di telefono. Salgo in camera mia e prendo l’occorrente per fare una doccia. 

Quattro chiamate senza risposta da un numero che non conosco. 

Ecco, richiama! “Bianca sono Niall.” Già, che stupida, mi avrà sentita. “Come hai fatto ad avere il mio numero?” esita. “Questo è un po’ complicato da spiegare ma.. è successo qualcosa?” domanda a trabocchetto? Come fa a non sapere quello che ho pensato. “Volevo chiederti se ti andava di uscire un po’. Mio padre mi ha detto che c’è una fiera qui vicino.” Passano diversi minuti prima che risponda. “Si certo.” sorrido. “D’accordo.” “A fra poco allora.” questa è quel tipo di telefonata che riesce a mettere di buon umore una persona.





Eccoci qua :3 stavolta non è passato tanto tempo dall'ultimo capitolo lol.
Bene, per cominciare vorrei ringraziare tutte le persone che lo stanno leggendo, siete davvero tante :') e poi soprattutto quelle che lo stanno recensendo capitolo dopo capitolo, siete fantastiche! Mi date consigli, mi fate complimenti, siete troppo dolci ujwdeg <3
Anyway spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto come gli altri :3 
Al prossimo capitolo bimbe mwah :*
 
  
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