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Autore: Stregatta    27/02/2008    3 recensioni
Bill richiuse la porta della camera con un calcio,innervosito. Quando non capiva qualcosa diventava furioso. E in quel momento non capiva nulla del comportamento del fratello,del mutamento avvenuto in lui da qualche giorno…
Eh, se solo sapessi a cosa stai per andare incontro, Bill Kaulitz... [ultimo capitolo + epilogo ]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Placebo, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wicked 2

II






Il vento gelido che batteva impietosamente la strada luccicante di pioggia rendeva il fatto di essere in coda, stipati uno contro l’altro come sardine in scatola davanti al locale, persino confortante, visto che quell’agglomerato di calore umano serviva in parte a compensare gli spifferi glaciali della notte di Lipsia, per nulla attenuatisi dall’inizio di maggio.
Nonostante ciò Bill continuava a rabbrividire nel suo leggero giubbino di pelle, e la sua irritazione iniziale era accresciuta da quel freddo lancinante.
- Di questo passo morirò assiderato, o mi prenderò un malanno di quelli seri…- borbottò fra sé e sé, e Tom, accanto a lui, rispose : - Ecco cosa succede a cercare di fare il duro a tutti i costi, fratellino…-
Bill rimase in silenzio, le braccia conserte sul petto e lo sguardo torvo.
I ragazzi erano usciti dal loro appartamento senza rivolgersi la parola, dopo la loro lite…

- Cosa?-
- Cosa “cosa”?-
- Mi riferisco a quello che hai appena detto.-
- Che Brian Molko è meraviglioso?-
- Esatto.-
Tom ridacchiò, un po’ sorpreso. – E quindi?-
- Tu non ti esprimi così di solito…- mormorò Bill, scrutandolo attentamente.
Tom continuò nella sua risatina, affondando di più nel sofa.- Oh, bè, forse è arrivato il momento di cambiare, no?-
Il fratello diede finalmente voce all’improvvisa intuizione che lo aveva colpito in maniera inaspettata : - Tu sei… Sei innamorato di lui?-
Tom non disse nulla, semplicemente lo guardò negli occhi.
- Gesù…- Bill si lasciò cadere sul divano accanto al gemello, stupefatto.
- Caro, tu puoi anche chiamarmi Tom…- scherzò il rasta.- Ma davvero questa cosa ti sconvolge tanto?-
- Bè, è… Strano… Voglio dire, in effetti sono giorni che sei un po’ sottosopra, e poi canti canzoni d’amore, e quasi sempre sono canzoni dei Placebo… Cioè, come… Quando è successo?- Bill era curioso di saperne di più.
- Dio, Bill, non stai parlando di un incidente automobilistico o di una catastrofe ambientale! E comunque non lo so… Mi è sempre piaciuto, però boh… Ultimamente penso sempre a lui, ascolto solo sue canzoni, ogni volta che lo vedo mi sembra di… Non so, scoppiare, credo… Ma è una sensazione troppo strana da descrivere!- sospirò, scivolando ancora di più sui cuscini morbidi con un sorriso sognante.
Bill non riusciva a capacitarsi di quella rivelazione, e poi era roso da strani ed inquietanti dubbi.
- E cosa hai intenzione di fare?-
Tom giocherellò con una ciocca di capelli ancora umidicci, con un ‘espressione assorta.
- Bè… Diciamo che sono un po’ grandicello per limitarmi ad una cottarella platonica…-
Il gemello scattò in piedi, esclamando : - Tu hai intenzione di metterti con lui??-
- No!- rispose Tom,continuando poi in tono sornione : - …ho intenzione di provare a mettermi con lui…-
- Tu sei completamente fuso! Ha praticamente il doppio dei tuoi anni!-
- Ed è un problema?-
- Certo che lo è… E poi ha una compagna!-
- Ehm… e naturalmente secondo la tua ottica anche questo sarebbe un problema, vero?-
- TOM!!-
- Senti…- Tom si alzò finalmente dal divano, stringendo il laccio dell’accappatoio involontariamente allentatosi.- … io so solo che non c’è nulla di male in quello che sto facendo e provando, ok? E poi, ora che Brian è a Lipsia…-
- Come come come?- lo interruppe Bill, gesticolando animatamente.- Brian si trova qui a Lipsia?-
Tom sorrise trionfante.- Già. Motivi di lavoro… Deve incidere qualcosa con una cantante delle nostre parti, che ne so… Comunque lui è qui. Nel mio territorio.-
Prima di passargli accanto per avviarsi verso la sua camera, brandendo i vestiti che Bill gli aveva portato, Tom sibilò nell’orecchio del fratello : - Oh, e poi sappi che non riuscirai a fermarmi con le tue argomentazioni…. Io faccio quel che voglio… Chiaro?-


Dopodiché non si erano più scambiati neanche un cenno, tantomeno una frase di senso compiuto.
Bill aveva la gola serrata dalla rabbia, mentre fissava la nuca di suo fratello, che si era girato a scambiare qualche chiacchiera con Georg.
Cosa diavolo si era messo in testa quell’idiota?
Pensava davvero che un uomo adulto potesse interessarsi ad un ragazzino di diciott’anni?
E poi? Come avrebbe gestito un’eventuale relazione con Brian? E un altrettanto eventuale rottura?
Di certo non aveva voglia di stare lì, a raccapezzare i cocci del cuore infranto del suo gemello incosciente e sconsiderato… Ma forse non ce ne sarebbe stato bisogno, forse era solo uno dei suoi soliti capricci.
Qualcosa di effimero ed inutile, che sarebbe stato spazzato via da un altro insensato desiderio, prima o poi.
Prendersela così tanto non serviva a niente.
Che ci sbattesse la testa da solo. Lui se ne lavava le mani.

Finalmente arrivò il momento di entrare nel locale.
Scesero delle scale ripide e oscure, ritrovandosi in un’enorme sala da ballo invasa da un groviglio di corpi sudati e ballonzolanti a ritmo di quella martellante, alienante musica che li stordiva, li eccitava, li inebriava.
I quattro puntarono direttamente una grande porta situata in un angolo della pista, spalancandola in fretta per liberarsi di quell’assordante incubo sonoro.
La porta altro non era se non l’ingresso nella zona più tranquilla del locale, una sorta di pub in stile anni ’50, con tanto di juke-box multicolore incassato in un angolo e stampe d’epoca appese alle pareti.
Gli avventori non erano moltissimi, e l’ambiente era senz’altro più rilassato e godibile.
- Dio, ogni volta che entro qua dentro dopo essere passato in quella specie di girone infernale  tiro un sospiro di sollievo!- esclamò Gustav, e gli altri tre annuirono in risposta.
Bill cominciava finalmente ad aver caldo, e si tolse il giubbino.
- Oh, guarda che belle guanciotte rosse che ha il nostro Billino! La nostra piccola Heidi dalle Alpi Svizzere!- lo prese in giro Tom, additando gli zigomi arrossati dalla reazione al calore dell’ambiente del fratello, che si finse offeso : - Come ti permetti??-
- Mhm, no… In effetti ti identifico molto di più con una delle caprette….-
Bill rise, suo malgrado, mentre lo apostrofava : - Stronzo…- ma Tom non lo ascoltava più.
Fissava un punto indefinito del locale con aria improvvisamente assorta e trasognata, la bocca socchiusa e gli occhi sbarrati.
I suoi compagni si affrettarono a guardare in quella direzione, per capire cosa diavolo avesse potuto sconvolgere in quel modo il loro chitarrista.
Bill fu il primo ad accorgersene.
Individuò un profilo familiare, una fisionomia nota.
Un uomo moro che sorbiva lentamente il suo cocktail, le unghie evidenziate dallo smalto nero e occhi sottolineati dallo stesso colore.
Impossibile. Non poteva essere vero.
Fra tutti i fottutissimi posti di quella fottutissima città proprio lì doveva andare a cacciarsi!
- Oh. Mio. Dio.- fu il commento di Georg, seguito a ruota da Gustav.- Lui qui??-
Tom sorrideva, gli occhi accesi da un'inquietante luce alla quale Bill non sapeva – o non osava – dare un nome.
Si girò verso i suoi amici e suo fratello, sussurrando: - State a vedere, ora…- e prima che Bill potesse slanciarsi per fermarlo Tom aveva cominciato a divorare a passo di carica i pochi metri che lo separavano dal tavolo occupato da Brian Molko.
I tre lo videro chinarsi su di lui, che alzò lo sguardo scoccandogli un sorriso cordiale e tendendogli la mano, che il rasta si affrettò a stringere.
Dopo quei primi convenevoli il ragazzo agitò un braccio in direzione dei suoi tre compagni, guardandoli di sfuggita e convogliando lo sguardo di Brian su di loro, che disse qualcosa, inclinando il capo e sorridendo sempre in quella maniera calma e disponibile.
Bill si sentì rabbrividire di nuovo come durante la fila per l’ingresso.
Aveva capito dove voleva andare a parare quel maledetto stronzo di suo fratello…
Infatti, come aveva previsto, Tom caracollò verso di lui, sussurrandogli : - Che colpo di fortuna, eh…?- e poi, rivolgendosi verso Georg e Gustav . – Ragazzi miei, il signor Molko ci ha invitati al suo tavolo… Vogliamo accomodarci?-

I quattro si sedettero al tavolo un po’ appartato, un po’ titubanti nei loro sorrisi impacciati e nelle strette di mano che seguirono le presentazioni.
Bill si sistemò sulla piccola panca imbottita  fra Tom e Georg, evitando accuratamente di scegliere un posto accanto a Brian, che invece si ritrovò a condividere il sedile con Gustav, proprio davanti a Tom, che sfoggiava un sorriso a trentadue denti.
Bill non faticava ad indovinare quale fosse il motivo della sua allegria, e cercò di reprimere l’irritazione per quell’atteggiamento da fangirl infatuata che stonava da morire sul Tom Kaulitz che conosceva da diciott’anni, ormai.
L’atmosfera nel gruppetto era comunque abbastanza distesa, e ben presto, superata la soggezione iniziale, si intavolò una conversazione vivace su vari argomenti, primo fra tutti il concerto della settimana seguente, al festival del Rock Am Ring, al quale, con grande sorpresa e felicità di Tom e leggero disappunto di Bill, avrebbero partecipato anche i Placebo.
- Sarà la prima volta che ci esibiremo ad una manifestazione così importante… Sinceramente non sappiamo cosa aspettarci!- esclamò Georg, sorridendo con un po’ di giustificata apprensione nello sguardo.
Brian sorrise di rimando, rispondendo : - Capisco… Mi ricordo ancora quando il timore della reazione del pubblico per noi era la consuetudine, prima di ogni concerto… Anche se alla fine l’adrenalina spazzava via ogni insicurezza!-
- Insicurezza? Non si direbbe, sei sempre molto…Come dire… Disinvolto, nelle tue performances…- il tono di Tom era velato di malizia e sottintesi, e questo non sfuggì di certo a Bill, che aveva voglia di afferrare il gemello per le spalle e scuoterlo, impedendogli di civettare così apertamente con quell’uomo.
Brian rivolse l’attenzione verso il rasta.
- C’è modo e modo, per sconfiggere l’insicurezza… E comunque trovarsi sul palco davanti ad un pubblico in delirio aiuta di certo a sciogliersi!- replicò l’uomo.
- Già… Infatti questa mezza specie di ologramma cotonato seduto accanto a me non è sempre così silenzioso e asociale, quando è sul palco è una vera bomba…- scherzò Tom, indicando il fratello che stringeva in mano il suo cocktail analcolico alla frutta senza proferir parola.
Bill si risentì per quell’attacco, e sillabò sarcastico : - Dovresti essere felice se per una volta non ti sto rubando la scena, fratellino…-
- Dio, in quel cocktail deve esserci finito qualcosa di davvero acido…- disse il rasta, offeso.
- Oh, scusa se non mi piace essere definito “ologramma cotonato silenzioso e asociale”!- sbottò Bill con voce alterata, e subito dopo si sarebbe morso la lingua a sangue, visto che non solo fra i suoi quattro compagni era sceso un silenzio imbarazzato, ma diverse teste curiose si erano voltate a guardarlo.
Brian sogghignò, per sdrammatizzare : - Certo che questo concerto vi rende davvero parecchio nervosi…-
Un timido sorriso si affacciò sui quattro volti che lo fissavano, il più debole quello stampato sulle labbra di Bill.
Dopo quella battuta d’arresto la conversazione ricominciò, e il discorso virò sul versante sentimentale.
- Lasciamo stare…- si lamentò Gustav.- Avere una ragazza in questo momento sarebbe tragico, non potremmo proprio dedicarle un attimo di tempo…-
- Naaah,se veramente ti sta a cuore qualcuno cinque minuti di tempo glieli puoi dedicare tranquillamente anche se sei in tour…- lo contestò Tom, e Brian ne approfittò per chiedergli : -Quindi la tua ragazza si accontenta di soli cinque minuti?-
Tom socchiuse gli occhi, e scandì tranquillamente : - Non ho una ragazza, e neanche ci tengo ad averla, visto che sono gay…-
Bill avvampò, e si girò di scatto verso il fratello, gettando un’occhiata anche al volto di Brian, per controllare la sua reazione a quella rivelazione .
L’uomo si rivolse verso il moretto : - E tu?-
- No, no… Io non sono omosessuale!- balbettò Bill, avvampando.
- Intendevo dire se hai una ragazza…- precisò Brian, e l’ironia che balenò per un attimo nei suoi occhi arrivò come benzina ad alimentare il fuoco dell’imbarazzo di Bill.
- No, non ce l’ho…- fu tutto ciò che il ragazzo riuscì a dire, prima di rifugiarsi affannosamente nel suo cocktail, affogando il nervosismo nel succo d’ananas e limone.

Quell’atteggiamento incuriosì Brian.
Georg e Gustav erano simpatici, alla mano e per nulla intimoriti dalla sua presenza, mentre i gemellini sembravano piuttosto tesi, e soprattutto fra di loro erano particolarmente astiosi.
Chissà cosa c’era sotto. Litigi tra fratelli…I peggiori.
Ma non era solo quel particolare a stimolare il suo interesse, quanto il contrasto fra i caratteri dei due ragazzi.
Tom era diretto, sicuro. Parlava chiaro e guardava dritto in faccia il suo interlocutore, persino nell’ affermare tranquillamente di essere gay.
Per l’età che aveva sembrava davvero molto a suo agio con sé stesso.
Bill invece… Bill era sfuggente. Sicuramente timido, e anche un po’ permaloso.
Brian durante la serata si sorprese più volte a fissarlo, ma solo in rare occasioni il suo sguardo era ricambiato apertamente da quelle iridi nocciola  appesantite da uno spesso strato di ombretto nero.
Quel ragazzo si truccava persino più di lui, per non parlare della french manicure bianca e nera… Il piccolo tedesco aveva stile.


Bill non capiva perché diamine si ritrovasse addosso puntualmente gli occhi verdi di Brian ogni qualvolta osasse girarsi nella sua direzione.
Era imbarazzante, soprattutto perché temeva che quell’interesse, vero o presunto che fosse, non potesse sfuggire all’attenzione del fratello, e la cosa lo seccava da matti.
Ma di cosa si preoccupava… Tanto Tom era troppo assorbito da Brian per accorgersi di qualcos’altro.
Sorseggiava lentamente con lo sguardo ogni particolare anatomico di quell’uomo, un sorrisetto sibillino ad incurvargli le labbra.
Ogni tanto sottolineava l’importanza del suo discorso sfiorandogli un braccio o una mano, in maniera cameratesca eppure complice.
Era talmente palese che stesse cercando di sedurlo che si chiedeva se lo smaliziato cantante dei Placebo ne fosse consapevole o addirittura lusingato.
Di certo la situazione non sembrava essergli sgradita.


Le ore passarono velocemente e piacevolmente tra una chiacchiera e l’altra, ma ben presto arrivò il momento di andar via, visto che David Jost era più assillante ed apprensivo di una madre, e pretendeva che i ragazzi riposassero adeguatamente per presenziare alle prove lucidi e concentrati.
- Bè, è stato un piacere passare la serata con voi, ragazzi… Forse vi verrò a trovare nel backstage venerdì prossimo, se non disturbo, ovviamente…- si accomiatò Brian, stringendosi nel cappotto per cercare riparo dal freddo pungente che li aveva abbracciati appena usciti dal locale.
- Fastidio? Ma scherzi?- ribattè Tom.- Sarebbe un vero piacere per noi!-
“Soprattutto per te, vorrai dire!” pensò Bill, polemicamente, ma non diede voce al concetto.
- Sì, davvero…Per noi va benissimo!- esclamò Georg, mentre Gustav annuiva con un sorriso.
Un attimo di silenzio, mentre tutti e quattro aspettavano il parere di Bill, che non potè far altro che borbottare qualcosa che somigliava molto ad un consenso striminzito.
Brian si incamminò sul marciapiede con la sua andatura leggermente saltellante.
Tom aveva gli occhi liquidi e il volto trasfigurato da un espressione estatica mentre lo osservava dileguarsi nella notte al neon della città.
- Tom?- Georg agitò una mano davanti allo sguardo assente del suo amico, che seppe rispondergli solo : -… avete visto come cammina? Non è bellissimo??-
Bill, poco lontano, alzò gli occhi al cielo esasperato, mentre il fratello sospirava tessendo le lodi degli occhi, dei capelli, delle mani, del sorriso, della voce… In pratica di tutta la persona del cantante dei Placebo.
- Diamine, Tom, vuoi piantarla??- proruppe alla fine suo fratello.
- E’ bello, è vero… Ed è anche simpatico e gentile, più di quanto mi aspettassi… Ma adesso, ti prego,smettila di parlare di lui!- continuò.
Tom lo fronteggiò duramente, sibilando : - Bill, ascoltami bene ora… Continuo a non capire cosa ti dia fastidio del fatto che a me piaccia Brian…-
- Te l’ho già detto, è più gran…-
- Cazzo, sono maggiorenne, Bill! Non sarebbe pedofilia o violenza carnale, anche perché in caso io sarei più che consenziente…-
- Dio, Tom!!-
- Bill, non provare a fare il santarellino con me!-
- Non sto facendo il santarellino, sono solo preoccupato per te!-
- E io ti ripeto che so cavarmela da solo, e non c’è bisogno che tu ti comporti da donnetta isterica!!-
- Se io sono una donnetta isterica tu sei un…Un…- la creatività di Bill mancava dolorosamente all’appello, in quell’istante, perciò la frase fu ultimata da un grugnito furibondo, proprio mentre una limousine dai vetri oscurati posteggiava accanto a loro.
- Questa è per noi…- mormorò Gustav, nascondendo un ghigno divertito provocato dalla sfuriata dei gemelli, molto simile a quello che tentava di occultare allo stesso modo Georg.
I quattro salirono a bordo della lussuosa vettura in totale silenzio.

Note dell’autrice : ok, prima di tutto sappiate che ho letteralmente adorato le vostre recensioni, tutte deliziosamente sospese fra il “ Ma che cazz…??” e il “ Daaaai, che figata :D !”... Non me l’aspettavo proprio, e per questo mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno espresso una loro opinione sulla storia, per me conta moltissimo ( ma naturalmente la mia gratitudine va anche a chi l’ha semplicemente letta e preferita ^^ ! ) !
Comunque ho anche notato che alcune donnine perspicaci hanno colto l’aspetto “gatta ci cova” dell’atteggiamento di Bill… Ma io non vi dirò nulla al riguardo, dovrete continuare a seguire la fic per scoprire qualcosa di più *risata malvagia* !
Baci :*** !

P.S. :…confermo : il video citato nel capitolo precedente era quello di Taste In Men (oddioddioddioddio, cosa non è quel video *ç* …. ) ^^!
   
 
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