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Autore: Natsu_Fire    23/08/2013    5 recensioni
Quando però un meraviglioso cavallo bianco le fu di lato fu costretta a fermarsi.
-Hey.. ti vedo di fretta, se vuoi ti do un passaggio..tanto vedo che dobbiamo fare la stessa strada..-. Hinata si girò e, sicuramente più bello del cavallo era il suo padrone.
So che non è granché come intro ma la storia a me piace :) vi consiglio di leggerla, e se volete di commentare.. oltre alla NaruHina ci saranno altre, come la SasuSaku, ShikaIno,NejiTen, e altre! Leggete e scoprirete! :D
Sì lo so sono fusa .-. a presto ^///^
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Erano le 16:30, Hinata era nel suo appartamento, e dopo essersi vestita e truccata aspettò l'ora tanto attesa.

16:30...

16:37...

16:44...

16:56...

16:59...

17:00...

17:03...

17:06...

17:10...

Hinata iniziò a pensare che non sarebbe venuto. “Forse si è dimenticato” pensò delusa. Ma in quel momento suonarono al campanello. Hinata sobbalzò, e nervosa per l'emozione andò ad aprire.

Naruto appena la vide si perse ad ammirarla. Era divina, un paio di leggins blu elettrico e una maglia bianca con maniche a pipistrello con qualche schizzo blu lunga fin sopra le ginocchia e delle zeppe blu jeans. Non era esageratamente truccata, e i capelli erano insolitamente raccolti, lasciando cadere qualche ciocca.

-Sei bellissima- gli sfuggì. Hinata arrossì vistosamente.

-A-anche tu, Naruto..- anche Naruto arrossì, contro le aspettative della mora. Indossava dei jeans scuri aderenti e una maglia bianca stretta, da cui si intravedeva il fisico allenato e sulla quale risaltava quella famosa collana di cui Hinata voleva scoprire il significato.

Si fissarono un po', poi Naruto ruppe il ghiaccio.

-Andiamo mia principessa?- Hinata sorrise imbarazzata “Mi ha chiamato ancora principessa” e rispose divertita facendo arrossire e poi ridere il biondo -Agli ordini mio principe azzurro!-. Attraversarono il piccolo vialetto che portava al cancello ed Hinata notò con sorpresa che non c'era Rasen con lui, ma uno scooter mezzo scassato. Naruto sembrò notare lo sguardo diffidente di lei.

-Tranquilla, è vecchio ma funziona!- la tranquillizzò facendole un dolce sorriso.

-Dov'è Rasen?-

-Beh oggi l'ho lasciato a casa.. Quando esce con me, con me deve stare.-

-In che senso?-

-Non mi piace lasciarlo legato ad un palo mentre io sono altrove, non l'ho mai fatto e non lo farò mai- spiegò sorridendole. Hinata sorrise di rimando. Possibile che quel ragazzo fosse tanto buono? Salirono sullo scooter rosso.

-Dove la porto mia signora?- chiese tra il comico e il divertito Naruto modificando un po' la voce.

-Dove desidera lei, mio sire- rispose lei facendo lo stesso e stringendosi di più a Naruto. Non sapeva perchè ma la faceva sentire protetta.

-Ahahahah sei troppo forte Hinata!- disse continuando a ridere -ma sul serio, dove andiamo?-

-D-dove vuoi Naruto.. Io non ho problemi-

-E va bene andiamo al bar, ma..tieniti forte! Ora si corre!-

Dopo un po' arrivarono davanti al bar Sharingan.

-Ti va bene questo bar?- chiese lui titubante. In effetti ce n'erano di migliori.

-Sì, non mi fa differenza-

“E' davvero unica, si accontenterebbe anche di una cantina” pensò il biondo mentre entravano e si sedevano l'uno di fronte all'altra in un tavolino contornato da divanetti rossi.

 

***

 

-Ehi biondino portami qualcosa!-

-Anche a me!!-

-Mi dispiace gente, oggi ho lavorato abbastanza! Non sarò il vostro cameriere!- ribatté Naruto a quelle persone. In effetti doveva aspettarselo.
 

 

 

Passò un uomo sui 35 a prendere le ordinazioni. Era davvero buffo agli occhi di Hinata, che a stento trattenne una risata. Portava una cosa strana che gli contornava la faccia anche se erano ad agosto. Gli occhi a mandorla, ma grandi. Sì, davvero buffo.

-Ehi Naruto che ci fai qui con...- squadrò Hinata -...questa bellezza di ragazza?!- chiese shockato -Non pensavo avessi buoni gusti!-

Hinata arrossì a quel complimento. Ma Naruto non sembrò far caso a quello che aveva appena detto.

-Yamato portaci due granite..-

L'altro sbuffò -Gusti?-

-Hinata che gusto vuoi?-

-F-fragola, grazie-

-Ok allora una alla fragola e una..mhh..al caffè-

-Arrivo subito!-

***

 

-Come fai a conoscere tutti qua dentro?- chiese curiosa Hinata.

-Lavoro qui- disse sorridendole.

-Davvero? Dev'essere verament-

-Odioso- Hinata alla faccia contrariata di Naruto rise di gusto.

-Perché? Pensavo fosse semplice come lavoro..-

-Oh no no, tutto il contrario! La gente dopo anni che viene qua non ha ancora imparato il tuo nome, sciacquette che vogliono sicuramente più di un caffè, bambini viziati che non hanno la pazienza di aspettare un secondo, persone che ti danno ordini continuamente, il proprietario che se la prende sempre con me e il mio collega Yamato che mi stressa con i suoi problemi d'amore! E non ti dico verso chi! Anzi te lo dico... verso il signor Kakashi, il proprietario! Stare 7 ore di fila qua dentro è una cosa impossibile..- finì tenendosi la testa fra le mani.

-Da quanto fai questo lavoro?- chiese divertita lei, presa dal discorso.

-Da sette anni..quando avevo 14 anni- Hinata lo guardò sorpresa.

-Tu invece che fai? Lavori? O ancora università?- cambiò discorso lui.

-Non vado all'università, non ne ho avuto bisogno..Sai, sono andata al conservatorio quando avevo 8 anni, e due anni fa ho iniziato a lavorarci come insegnante-

-Cosa suoni?- chiese meravigliato.

-Pianoforte- disse lei sfoggiando un sorriso raggiante. Parlare della sua passione la faceva sentire soddisfatta di qualcosa.

-Mi piace il piano.. Sai, anche mia madre lo suonava...- ci fu un attimo di silenzio -Voglio sentirti suonare un giorno di questi! Con quelle mani sono sicuro che mi farai provare emozioni bellissime!- Hinata sorrise annuendo.

Il discorso venne interrotto dall'arrivo di Yamato.

-Ecco a voi!-

***

 

Dopo aver preso la granita, chiacchierarono un po' del più e del meno e, saliti in moto, andarono al parco. Era affollato, ma trovarono un posticino tranquillo con una panchina libera.

-Allora Hinata, raccontami di te..- disse ad un tratto il biondo. A Hinata non faceva piacere raccontare la sua storia, ma sentiva stranamente la voglia di sfogarsi con qualcuno, e se quel qualcuno era Naruto sarebbe stata felice.

-Quando avevo 9 anni mia madre e mio padre divorziarono, così mio padre, due mesi dopo, la.. uccise...- Hinata si fermò un attimo, per vedere se fosse necessario che continuasse,e a quanto pareva Naruto anche se turbato voleva saperne di più. Sospirò per poi continuare -Per i quattro anni successivi io abitai da mio cugino Neji. Quando però mio padre uscì dal carcere, quando io avevo tredici anni, mi obbligò a tornare con lui. Continuai a frequentare il conservatorio a sua insaputa. Lui non voleva, ma era l'unica cosa che mi faceva dimenticare la mia situazione. Il pianoforte è stato il mio compagno fedele, il mio sfogo, la mia passione più grande. Così almeno una volta a settimana marinavo la scuola per andare là. Lo sapevano solo Sakura, Ino e Tenten, ma quando avevo 17 anni lui lo scoprì. Pensavo volesse uccidere anche me così presa dal panico andai da Neji, che inaspettatamente mi aiutò a scappare. Bastavano due mesi lontana da mio padre, e poi avrei compiuto 18 anni, e di conseguenza essendo maggiorenne potevo andarmene di casa definitivamente. Per circa un anno stetti a casa di Tenten, mi ero laureata al conservatorio e Neji e la mia amica avevano legato molto e alla fine si erano fidanzati. Poi un giorno mi chiamarono dal conservatorio chiedendomi insegnare, e non mi tirai di certo indietro. Così mi comprai una casa, e piano piano mi ricostruii una vita lontano da mio padre, che mi reputa ancora una fallita e forse mi starà addirittura cercando.. ma ormai non mi interessa più niente di lui, è solo un uomo spregevole a cui non importa la vita degli altri...- concluse con un pizzico di odio e delusione, mentre una lacrima solitaria le rigava il volto.

-Mi dispiace, davvero, Hinata- le asciugò la lacrima con la mano -Ma ti prometto che non si avvicinerà nessuno a te per farti del male, adesso ci sono io- disse rassicurandola con un sorriso. Lei parve calmarsi, quel sorriso stava diventando una droga. Quando si riprese guardò incantata Naruto, era pensieroso e guardava un punto non preciso davanti a sé, mentre il vento gli scompigliava i capelli rendendolo dannatamente stupendo. Il suo sguardo variava da triste, ad arrabbiato, a deciso per poi tornare triste e così via. Quando si accorse però che la mora lo stava fissando si ridestò e tornò quello di sempre.

-Avanti si è fatto tardi ti riaccompagno a casa- disse sorridendole mentre si alzava.

-Naruto?- lo bloccò per un braccio Hinata.

-Mh?-

-Adesso tocca a te raccontare la tua storia-

-N-non voglio stancarti.. sai è lunga..- cercò di svignarsela da quella trappola. In fondo la sapeva solo Sasuke, non sapeva se riusciva ad aprirsi nuovamente.

-Avanti Naruto, io te l'ho raccontata- disse lei convincendolo. Aveva ragione Hinata, e in fondo neanche la sua storia non è felicissima. Così iniziò.

 

FLASHBACK

Minato Namikaze e Kushina Uzumaki stavano tornando a casa dopo una giornata passata al maneggio in compagnia del loro amato figlio. Era il 10 ottobre e proprio questo bambino, Naruto Uzumaki, compiva ben sei anni. Kushina lo mandò di sopra per prepararsi.

-Su piccolo vai su, io e papà abbiamo un regalo per te!-

-Un regalo? Wow mamma e cos'è, cos'è, cos'èèè?- disse con gli occhioni pieni di curiosità.

-Lo scoprirai più tardi Naruto, sappi solo che con quello ti ricorderai sempre di noi e..-

-Minato, ha detto abbastanza non ti pare?- disse ghignando pericolosamente la donna.

-S-sì Kushina h-hai ragione.. su N-Naruto vai eheheh-

Il bambino andò a lavarsi e vestirsi, contento. Ma mentre scendeva tutto contento sentì un botto, uno sparo, e una voce, quella di sua madre, che gridava un nome.

-MINATO!-

-Zitta! Dicci piuttosto dove tenete il denaro!- disse un'altra voce. Naruto non la conosceva, e sempre più spaventato si diresse verso le scale, ma fu lì che si fermò.

-Se non ci dai i soldi uccido anche te bambolina-

-Bastardi! Non siamo ricchi! Questo è quello che abbiamo!- gridò tra le lacrime, per poi ributtarsi sul marito morto in mezzo ad una pozza di sangue. -Minato amore mio, che ti hanno fatto? Svegliati ti prego, ti prego....-

-Se non vuoi darci il resto, possiamo anche dirci addio bambola- e partì il secondo sparo che fece accasciare sul pavimento la donna mentre quelli scappavano via. Avevano dei mantelli neri con nuvolette rosse, dovevano sicuramente far parte di quell'organizzazione chiamata Akatsuki. Erano in tre. Uno portava una maschera ovale su per tutto il viso, un altro era con una coda alta bionda e l'altro aveva i capelli rossi. Naruto vide la scena ma quei tre non si erano accorti di lui. Scese le scale a velocità e arrivò sui corpi dei genitori. Volevano derubarli perché pensavano fossero ricchi! Iniziò a piangere.

-M-mamma.. p-papà.. rispondete per favore... per favore non morite... MAMMA, PAPA'!- cercava di scuoterli mentre piangeva e gridava.

Dopo un po' la porta, lasciata socchiusa, si riaprì di scatto.

-Auguri Nar.. Santo cielo!- un uomo dai lunghi capelli bianchi entrò come un lampo a fianco del bambino, che tra le lacrime e i singhiozzi stava ancora piegato sui genitori.

-Jiraya che succ... oh mio Dio! Kushina! Minato!- una donna dal seno prosperoso e dai lunghi capelli biondi raccolti in due code affiancò subito il marito.

-Tsunade sbrigati... dimmi che sono vivi-

-P-per Minato non c'è niente da fare, ma per Kushina forse sì, portiamola in ospedale!- disse tra le lacrime.

-Naruto tu stai qua..-

-Per favore Jiraya portami con te, ti prego- disse il piccolo ancora tra le lacrime, mentre il grande acconsentiva sconfitto.

Andarono in ospedale. Come predetto da Tsunade, Minato era morto sul colpo, mentre Kushina era in coma.

Il giorno dopo Jiraya e Naruto, dopo una notte insonne e di dolore, andarono a casa delle vittime e notarono con disperazione che mancavano tutti i cavalli del maneggio. Tutti tranne uno. Era ancora un puledro (si chiamano così i cuccioli di cavallo vero?! .-.), ma zoppicava, forse era questo il motivo per cui non lo avevano preso. Naruto girò per tutto il maneggio ormai vuoto. Non c'era. Rasengan, il cavallo di suo padre, non c'era. Per quanto ricordasse Naruto, doveva essere il padre di quel cavallo zoppicante, stessa fisionomia, stesse caratteristiche. Erano praticamente due gocce d'acqua, se non fosse per il fatto che il cavallo piccolo, sotto l'orecchio, aveva una strana “voglia” o comunque un segno strano. Sembrava uno shuriken, di quelli che usavano i ninja delle leggende. Naruto decise che quello sarebbe stato il suo cavallo. Lo chiamò RasenShuriken, in memoria di Rasengan e per quel segno che lo distingueva da suo padre.

Dopo l'accaduto Naruto si trasferì da Jiraya (il suo padrino) e da Tsunade. Continuò la scuola, la prima elementare, e poi il pomeriggio andava a farsi compagnia con Rasen cercando di riavere una piccola parte di quella vita ormai persa per sempre. Poi un giorno Jiraya e Tsunade lo chiamarono e l'uomo iniziò a parlare.

-Naruto.. ecco vedi, quando siamo andati a casa tua, ho trovato il regalo che volevano farti i tuoi-

-Non lo voglio più- rispose triste il piccolo.

-Naruto- lo richiamò il vecchio prendendolo per le spalle – i tuoi genitori ci tenevano a questo regalo.. sai, era di Minato, glielo aveva regalato Tsunade quando ancora era un moccioso.. ci teneva ancora, perchè diceva che quando lo guardava si sentiva legato al passato, e voleva dartelo già da adesso perché era fiero di te, anzi, è fiero di te. Con questo ti sentirai sempre legato a loro- e tolse dalla tasca un ciondolo. Era semplice, azzurro e lungo, legato ad un laccio nero. Da allora non si è mai separato da quella collana.

Era primavera e purtroppo Jiraya si spense a causa di un infarto. E pochi mesi dopo, in piena estate, sua moglie lo seguì per il dolore. Naruto era rimasto di nuovo solo, quel tragico destino che si ostinava a peggiorare. Sapeva, anche se molto piccolo, che sarebbe dovuto andare in orfanotrofio così scappò insieme a Rasen verso la sua vecchia casa. Non era cambiata, sembrava solo che avesse troppa polvere e delle pozze rosse di sangue ormai asciutto.

-Aprirò di nuovo il maneggio, è una promessa!-

Non andava più a scuola, non avendo dei tutori, così durante il giorno girava insieme al suo piccolo cavallo in città, sperando di racimolare qualche soldo per vivere facendo dei giri a cavallo a dei bambini. Passarono molti giorni in cui non toccò cibo. Spesso quel poco che riusciva a comprarsi col poco guadagno lo dava a Rasen, per farlo stare in salute, non curandosi mai di se stesso.

Una sera d'inverno, quando aveva 9 anni, Naruto era seduto per terra, con la schiena appoggiata al muro, infreddolito. Non aveva raccolto nemmeno un soldo, nessuno aveva voglia di giocare a cavallo e cavaliere in quelle fredde giornate. Gliene dicevano sempre di tutti i colori: “vai a casa a giocare e non rompere marmocchio!” “Vai dai tuoi genitori, si staranno preoccupando per te” “levati dai piedi moccioso non voglio mettermi a giocare adesso” “non avrai i miei soldi brutto fallito” ecc ecc...

Dopo essere stato, come di consueto da quel maledetto giorno, in ospedale, stava ormai per addormentarsi, quando una voce lo risvegliò.

-Che ci fai qui a quest'ora?-

-...-

-Hai perso la lingua? Che dobe..- Naruto a quel suffisso parve infastidirsi e rispose a tono.

-Dobe a chi?!??!??! Razza di teme..-

-Allora ce l'hai la lingua!- disse compiaciuto l'altro. Riusciva sempre nei suoi intenti.

-Tsk!-

-Chi sei?-

-Non credo ti importi-

-Hai fame?-

-N-no- mentì, stava letteralmente morendo dalla fame, erano tre o quattro giorni che non metteva qualcosa nello stomaco.

-Allora me ne vado..-

-A-aspetta..- lo fermò imbarazzato il biondo -potresti farmi compagnia per un po'?-

-Non posso, i miei genitori si arrabbieranno-

-Ah..- disse abbassando il capo -tranquillo non fa niente..- riprese sforzando un sorriso.

-Vuoi qualcosa da mangiare? Sai qui ho una mela... se vuoi te la posso dare..-

-D-davvero lo faresti?- chiese all'orlo delle lacrime. Allora c'era qualcuno che aveva un cuore in quella città.

-Lo faccio solo perché non la voglio,dobe- disse mantenendo il suo tono indifferente.

-Grazie infinite teme!- lo ringraziò sorridendo l'altro.

-Mi chiamo Sasuke Uchiha, non teme..razza di dobe-

-E io non dobe, ma Naruto Uzumaki- disse ridendo l'altro. Si sorrisero,sarebbero diventati ottimi amici, se lo sentivano.

-Vieni con me-

-Dove?-

-A casa mia-

-No grazie, devo stare con Rasen..- disse sorridendo dolcemente.

-Rasen?-

-Sì, è lui-indicò il cavallo.

-Porta anche lui, lo lasceremo in giardino, a patto che non rovini i fiori della mamma-

-Davvero?- chiese sorpreso il biondino -Grazie Sasuke!- e gli si buttò addosso abbracciandolo. Naruto dormì per circa un mese da Sasuke e passò molto più tempo quindi col moro, che anche se costava ammetterlo, si era affezionato al biondo. Si divertivano anche col fratello maggiore dell'Uchiha, Itachi. Poi però Naruto decise di tornare a casa per non recare troppo disturbo, e per un altro mese i due si vedevano per le strade di Konoha, e molto spesso Sasuke portava all'amico soldi e cibo. Poi tutto finì. Sasuke non si fece più vivo. Naruto i primi giorni non ci fece caso, “forse è malato” pensava, ma passò il tempo e di quello che ormai che diventato il suo migliore amico nemmeno una traccia. Provò ad andare a casa ma suo padre l'aveva sempre cacciato. Non lo riconosceva, in quel mese insieme era stato gentile con lui. Passarono i mesi, e verso settembre i due si rincontrarono casualmente. Naruto cercava di racimolare qualcosa per mangiare e l'altro passeggiava tranquillo.

-SASUKE!- gridò il biondo felice più che mai, ma quello che ricevette fu totale indifferenza. Questo fu un duro colpo da assorbire. Com'era possibile che in alcuni mesi si fosse dimenticato di lui? Riprovò correndogli incontro.

-Sasuke aspetta! Sono io! Naruto!-

-Tsk, lo so dobe- era più freddo del solito, non lo riconosceva più.

-Perché non ti sei fatto più vivo?- chiese triste.

-Tsk, tanto non sei morto di fame-

-NON E' PER QUELLO E LO SAI! Sei mio amico Sasuke! Sei strano, freddo..che è successo?-

-Non sono affari che ti riguardano-

-Sasuke..dimmelo- Naruto aveva sempre il potere di capire quando qualcosa non andava e Sasuke non era mai riuscito a nascondergli niente, capitava solo con lui, forse perché era il suo unico vero amico, e lui lo aveva abbandonato senza lasciargli sue notizie, non accompagnandolo più in ospedale da Kushina, non pregando più insieme a lui affinché si risvegliasse, non guardando più quel panorama fantastico che gli offriva l'ospedale, non giocando più con Rasen e via dicendo.

-I-Itachi... È scappato d-dicendo che voleva una vita tutta sua senza dover rendere conto a nostro padre.. e adesso proprio mio padre è diventato duro con me... mi dispiace Naruto..- si era aperto finalmente, e in fondo si sentiva meglio adesso, sotto l'abbraccio del suo MIGLIORE AMICO.

Un giorno, di nuovo il 10 ottobre, lui compiva 10 anni, ma non gli importava più il suo compleanno, non da allora. Ma, come per ironia, quello fu il giorno in cui anche la sua ultima speranza di spense.

Quel giorno Naruto andò come sempre in ospedale. Entrò nella stanza di sua madre, le pose un dolce bacio sulla fronte e si appoggiò alla finestra per guardare fuori.

-Sai mammina, c'è un panorama bellissimo da qui... non vedo l'ora di vederlo insieme a te...-

Tok-tok.

-E' permesso piccolo?-

-Vecchia Chiyo! Sono contento di vederla! L'ha trovata la medicina per la mamma?- da quattro anni addietro Chiyo era la dottoressa che si occupava di sua madre, che ogni giorno lo rassicurava dicendo di aver quasi trovato la medicina per Kushina.

-Sì piccolo, l'ho trovata.. ma non puoi restare qua mentre la metto in pratica..-

-Mh?...e va bene.... non vedo l'ora che si svegli, così potremo guardare insieme Konoha da questa finestra... è stupenda!!- disse contento mentre usciva. Ma subito dopo che si chiuse la porta alle spalle si ricordò di non aver salutato sua madre col solito bacio sulla fronte, così dopo uno schiaffetto datosi in testa rientrò nella stanza.

-Mi sono diment...- la vecchia Chiyo lo guardava sconvolta, non doveva entrare cavolo. Il bambino sentiva le lacrime pizzicargli gli occhi. Quella vecchia aveva tolto tutto ciò che teneva la mamma in vita. Quei fili erano vitali per lei. Adesso in quella stanza si sentiva solo il “TUUUUUUUUU” della macchina, facendo capire che ormai il cuore di Kushina non batteva più. L'aveva uccisa, quella vecchia aveva ucciso la sua adorata mamma. “Per non farla più soffrire” si giustificava la vecchia, e Naruto non poteva che odiarla e gridarle contro. Gli stettero vicino solo Sasuke e Rasen in quegli anni, gli unici suoi amici.

Quattro anni dopo fortunatamente smise di fare quel “lavoro” col quale viveva a stento, trovò infatti impiego presso il bar Sharingan, di Kakashi Hatake. Così cercò di iniziare una vita nuova, che però crollava sempre quando guardava quel ciondolo che ancora portava al collo, un ciondolo che aveva il potere di far tornare indietro nel passato, come aveva detto Jiraya, facendolo annegare nei più brutti ricordi che si potessero immaginare.

FINE FLASHBACK

 

Eccomiiiiiiiiiiii ** ringrazio chi segue, preferisce e recensisce la storia, grazie ancoraaa :)

allora? Ecco svelata la storia di Naruto! Come vi pare? Forse troppo lunga...ma preferivo farla bene... :D commentate vi pregooo! Questo capitolo è stato una fatica scriverlo, adesso vorrei sapere cosa ne pensate :) si vede che sono soddisfatta? XD ahahaha xD

Il prossimo capitolo spero che sarà pubblicato la prossima settimana!

Spero di sentirvi presto :*

La vostra pazzerella Mary ;)

  
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