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Autore: marthiachan    23/08/2013    1 recensioni
"È tornato.
Dopo tutto questo tempo...
Ho sentito i miei ormoni scalpitare quando me lo sono trovato di fronte, così pallido ed etereo come lo ricordavo, ma ancora più bello. I suoi occhi verdi da felino avevano qualcosa di diverso, di ancora più affascinante. Potevo leggervi il dolore che aveva provato negli ultimi tre anni e che lo aveva quasi trasfigurato. Il suo sguardo ora non era più così freddo e scostante. Non so come spiegarlo, ma era pieno di calore e sofferenza. Forse erano le piccole rughe che gli si erano formate attorno agli occhi a dargli quella profondità. O forse no. Nessuna ruga può trasformare così tanto qualcuno."
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Long fic legata alle mie precedenti “Tornare a casa” e “La ricerca della felicità.” Può essere letta anche senza aver letto le precedenti perché i fatti principali sono sostanzialmente gli stessi, solo che sono raccontati dal punto di vista di Molly.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sherlock's Diary'
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Benvenuti a un nuovo capitolo.
Molly è confusa. I sentimenti che prova per Sherlock si sono riaffacciati violentemente a causa delle ultime parole che lui le ha rivolto.
A questo si aggiunge una buona dose di senso di colpa nei confronti del suo fidanzato.
Buona lettura.

4

Dopo una notte insonne, quando ha suonato la sveglia ero uno straccio. Non ho potuto evitare di pensare alle parole di Sherlock e mi sono girata e rigirata per ore nel mio letto. Non avrei mai creduto che lui potesse considerarmi la sua unica vera amica. Ancora se ci ripenso mi commuovo.
Comunque, stamattina ho ingurgitato mezzo litro di caffè e sono andata a lavoro, ma la mia testa ha continuato a vagare dove non avrebbe dovuto.
Per l'esattezza dalle parti di Baker Street...
Mentre facevo un autopsia tutto quello che riuscivo a pensare era la sensazione di stare tra le braccia di Sherlock.
La spigolosità delle sue spalle.
Il suo odore così intenso e delicato allo stesso tempo.
Ho dovuto scuotere la testa più volte per ricordare a me stessa che non avrei dovuto indugiare in quelle fantasticherie.
Molly, smettila, sei fidanzata.
Ho ripensato a William. Probabilmente avrei dovuto chiamarlo per sapere come si sentiva dopo ciò che era successo, ma non mi era nemmeno passato per la testa.
Una pessima fidanzata.
Appena ho avuto una pausa da lavoro ho preso il mio cellulare e ho telefonato a William in ufficio. Mi ha risposto quasi subito, ma era sul lavoro quindi non era molto disposto a parlare.
“Ma stai bene?” ho chiesto cercando di appurare almeno questo.
“Sì, certo. Ho preso un calmante e una notte di sonno ha fatto il resto.” ha replicato lui abbassando il tono per non farsi sentire da orecchie indiscrete. “E stasera ho un appuntamento con il mio terapista.”
“Capisco. Chiamami se hai bisogno di me... Per qualsiasi cosa.”
“Certo, Molly. Grazie per essere così comprensiva.” ha concluso infine chiudendo la conversazione.
Ho sospirato. William doveva essere molto turbato per aver chiuso così bruscamente la conversazione. La visita dal terapista l'avrebbe aiutato.
Ero ancora confusa riguardo a Sherlock e avevo bisogno di parlare con qualcuno. Chi avrebbe mai potuto capire? Chi mai avrebbe potuto aiutarmi a decifrare il suo comportamento?
Inutile dire che solo una persona poteva essere in grado di far luce su Sherlock e così l'ho chiamato.
“Ciao John, sono Molly. Disturbo?”
“Molly! Ciao! No, non disturbi, figurati. In cosa posso aiutarti?” mi ha risposto John sempre gentile.
“Ecco, io... Non so bene da che parte cominciare. Ieri Sherlock è passato da me al Barth's.”
“Oh, capisco. Cosa ha combinato questa volta?”
“Ecco, ha avuto una discussione con William, il mio fidanzato. Sono venuti alle mani.”
Addirittura?”
“Sì, beh, sai come è Sherlock, ha detto chiaramente di non apprezzare William, e lui ha perso il controllo e gli ha dato un pugno...”
“Non ne sono stupito, in effetti.”
“Ho dovuto implorare Sherlock di non reagire e, per fortuna, mi ha dato ascolto.”
“Capisco.”
“Dopo io e Sherlock abbiamo parlato ed è stato così strano.”
“Ti ha detto qualcosa di spiacevole?”
“No, al contrario.”
Al contrario?” ha chiesto lui con tono incuriosito e incredulo. “Cosa vuoi dire?”
“Oh, John, sono stata io a dirgli tante cose orribili... Ho detto che non eravamo veramente amici... Che lui non mi considerava un'amica ma solo un mezzo utile... Che per lui ero solo uno strumento come il suo cellulare o il suo violino...”
“E lui come ha risposto?”
“Ha detto che forse era vero, ma che il cellulare e il violino sono mezzi senza i quali non può vivere e che non può vivere neanche senza di me.”
John è rimasto in silenzio all'altro capo della linea. Sembrava confuso e potrei dire che abbia trattenuto il respiro per circa un minuto. E poi mi è sembrato di sentirlo sorridere.
“Ha detto altro?” ha aggiunto infine con tono gentile.
“Sì. Ha detto che il suo modo di dimostrare affetto è anticonvenzionale... Strano. Ha detto che si è tenuto in contatto con me perché voleva che fossi io il legame con la sua vecchia vita.... Ha detto che sono la sua unica vera amica...” ho detto infine non riuscendo a trattenere un singhiozzo.
“Molly... Stai bene?”
“Sì, sì, sto bene... È solo che ogni volta che ci ripenso...”
“Perché hai voluto raccontarmelo, Molly?”
“Perché pensavo che mi avresti aiutato a capire... Per tutto questo tempo lui mi ha trattato come se non fossi niente più che... un oggetto. E ora... Cosa devo pensare?”
John è rimasto in silenzio per un po'. Anche lui non era certo di cosa pensare.
“Sai, Sherlock è fatto così. Lui ti fa capire solo quello che ritiene di doverti far capire. Non hai idea di cosa mi ha detto stamattina! Mi ha detto di non voler essere il mio testimone ma era furioso che avessi scelto mia sorella. E poi mi ha detto che stavo cercando di fare dei giochetti psicologici per convincerlo a offrirsi volontario. Tutto questo per non ammettere che, in realtà, lui vuole essere il mio testimone. Insomma, capisci quanto è contorto?”
“Sì, certo... Ma secondo te quello che ha detto è vero? Lui mi ritiene davvero... la sua unica vera amica?”
“Credo che sia la cosa più sincera che abbia mai detto, e probabilmente non se ne rende nemmeno conto.”
Ho sorriso. John è sempre così gentile, e non potevo fare a meno di chiedermi se pensava davvero quello che diceva o se lo diceva solo per consolarmi.
“Molly, lui tiene molto a te. Forse non è in grado di ammetterlo, e tanto meno sa come comportarsi in merito, ma io so che ti vuole bene. A modo suo.” ha aggiunto poco dopo per spiegare cosa intendesse.
“Grazie, John.” ho replicato con un sospiro. “Ora è meglio che vada. La mia pausa è finita. Ci vedremo al matrimonio, ok?”
“Certo. Verrai con il tuo fidanzato?”
“Sì, certamente. Ora devo proprio andare. Ciao, John.” ho concluso chiudendo la conversazione.
Sono tornata al mio laboratorio e ho passato il resto della giornata analizzando campioni e riflettendo su quello che mi ha detto John.
Sherlock tiene a me? Mi considera davvero sua amica? E poi cosa intendeva John quando ha detto che “lui ti fa capire solo quello che ritiene di doverti far capire”? Significa che quello che mi ha detto ieri non era reale, ma che serviva solo a compiacermi? John ha anche aggiunto che mi vuole bene ma che non sa come comportarsi in merito. Come è possibile che un uomo così brillante, tanto da essere in grado di manipolare chiunque, non sia in grado di comportarsi con le persone a cui tiene?
Non so proprio cosa pensare. Sherlock Holmes resterà sempre un mistero per me. Ma se John dice che mi vuole bene, a modo suo, forse è vero. E io dovrei essere felice di questo e farmelo bastare. Di più non posso pretendere da lui.


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