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Autore: cateperson    23/08/2013    1 recensioni
E se cedere all'amore fosse la cosa migliore che mi potesse capitare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.O.V. JOEY
 
Affrontare le mille domande dei giornalisti quando Nate mi aveva presentata ufficialmente come sua fidanzata era niente a confronto della prova che avrei dovuto superare di lì a poche ore...
L'idea di incontrare la sua famiglia mi faceva tremare, mi scombussolava lo stomaco. Temevo i giudizi dei suoi genitori e di sua sorella, ma soprattutto delle sue due nipotine adorate. 
Sapevo che lui amava i bambini e che era un sentimento corrisposto: lo avevo visto negli occhi della piccola Willow quando aveva pianto tutte le sue lacrime perché non avrebbe rivisto lo "zio Nate" per un po'.
Eravamo ormai scesi dall'aereo, Nate mi teneva per mano e sentiva tutta la mia tensione. Non appena vide da lontano i suoi genitori, la strinse più forte e sussurrò al mio orecchio
"Tu sei perfetta! Vorrei che tu  ti concentrassi esclusivamente sul fatto che ti amo...Per il resto non hai nulla da temere!"
Sorrisi stentatamente, gli lasciai la mano e lui corse incontro a sua madre. Si abbracciarono tutti e io rimasi un po' in disparte ad osservare quella scena di una tenerezza disarmante.
Poi il signor Ruess venne verso di me e, lasciandomi di stucco, mi abbracciò dicendo
"Grazie di avercelo riportato a casa con la gioia negli occhi!"
Le lacrime iniziarono ad affiorare e mi aggrappai stretta a quell'uomo che ancora non conoscevo, ma che già si stava facendo voler bene.
Mi portò dagli altri due, tenendomi sempre sotto braccio.
La madre di Nate mi guardò raggiante, mi tese la mano, ma poi esclamò subito
"Al diavolo queste formalità! Vieni qui e fatti abbracciare Joey!"
Risi di gusto e mi lasciai stringere. Quando ci separammo fui in grado di pronunciare solo poche parole
"È un'emozione e un onore conoscervi!"
I signori Ruess presero i nostri bagagli e si diressero verso l'uscita. Io e Nate li seguivamo ad alcuni metri di distanza tenendoci per mano.
"Allora, sei ancora spaventata?" Mi sussurrò all'orecchio
"Da morire!" Sorrisi e gli stampai un bacio sulla guancia.
 
Arrivati nel vialetto di casa Ruess sentimmo delle urla di gioia provenire dall'interno e subito due bimbe meravigliose uscirono di corsa
"C'è lo zio Nate!" Gridò la più grande, Katie
"Anche la zia Joey" la corresse la piccola Claire
Non potevo essere più felice, mi avevano già accolto nella famiglia. 
Katie saltò in braccio a Nate, mentre la piccolina, un po' più impacciata nei movimenti, venne verso di me, mi tirò la giacchetta e guardandomi con un sorriso radioso allargò le braccia per farsi sollevare.
Mi chinai e la strinsi fortissima nel mio abbraccio
"Grazie tesoro!" Le dissi e la coprii di baci.
Guardai Nate e vidi il suo viso trasfigurato: era la felicità fatta persona.
Katie si fece mettere a terra e corse verso di me
"Spostati Claire, è il mio turno di abbracciare la zia Joey!"
Tutti scoppiammo a ridere, io non mollai la presa sulla piccolina, ma accolsi anche la grande tra le mie braccia.
Nel frattempo la sorella di Nate, Libbie, uscì di casa e rimproverò le sue figlie
"Katie, Claire, lasciateli entrare! Gli zii sono stanchi per il viaggio!" 
Poi venne da me e mi abbracciò e disse
"Capisco molte cose ora! È un piacere conoscerti Joey!"
Quando ci staccammo, andò da suo fratello e gli tirò un pugno sulla spalla
"Avevi ragione Nate! La adoro!" 
Arrossii ed abbassai lo sguardo sorridendo. I due si abbracciarono, poi Libbie, prendendomi sotto braccio, mi condusse in casa, dove stava preparando la cena.
Contro la sua volontà la aiutai ad apparecchiare il tavolo e a tagliare le verdure e lei ne approfittò per chiedermi molte cose, sul mio lavoro, sulla mia vita a New York, sulla mia storia con Nate.
Mi sentivo tranquilla, libera, serena e risposi a tutto senza imbarazzo: volevo davvero far parte di quella famiglia e Libbie era una donna così gentile e una mamma così amorevole che non fu per nulla difficile entrare in confidenza con lei.
Per la prima volta sentii nascere in me un desiderio che non pensavo di poter provare: più la guardavo, più volevo assomigliarle in tutto, nei modi, nella dolcezza, nella tenerezza per le figlie e il marito...Volevo essere moglie e madre come lo era lei...
 
P.O.V. NATE
 
Osservavo di nascosto Libbie e Joey che chiacchieravano e preparavano la cena assieme. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena che era molto vicina alla perfezione.
Ero stupito da come Joey fosse subito entrata in sintonia con i miei genitori, con mia sorella e soprattutto con quelle due piccole pesti. 
L'avevano chiamata subito zia e io sapevo che quella parola le aveva fatto sobbalzare il cuore. 
In tutti quei mesi, da quando era tornata a far parte della mia vita, non c'era giorno in cui non fossi grato di quel dono così prezioso che mi era stato concesso per la seconda volta. 
Molte volte fantasticavamo insieme sul nostro futuro, sul matrimonio, sui figli...
A riguardo avevamo visioni molto diverse: io avrei voluto uno squadrone di bambini, lei invece avrebbe preferito solo uno o due marmocchi, possibilmente poco rumorosi. 
Eppure mentre la guardavo, vedevo nei suoi occhi una luce nuova, che la rendeva diversa, ma ancora più spettacolare.
La cosa che più desideravo al mondo era poterla rendere così felice per il resto della vita, di una lunga vita assieme come compagni legati dal destino.
 
Mi allontanai dalla cucina e mi diressi verso la camera da letto per svuotare le valigie.
Dopo alcuni minuti mia madre bussò alla porta ed entrò. Si sedette sul bordo del letto ad osservarmi e, dopo un breve silenzio iniziò a parlare
"È quella giusta Nate...l'ho capito ancora prima di vederla! Mi è bastato guardare la tua faccia!"
Le sorrisi, poi abbassai lo sguardo, un po' imbarazzato
"Come..."
Non riuscii a finire la frase
"Oh andiamo Nate, sono tua madre...Ti conosco e so quando sei felice e quando non lo sei! Pensa che dopo tutti questi anni lo ha capito persino tuo padre..."
Ridemmo insieme e mio padre, che si trovava nella stanza accanto, sentendo quei rumori, entrò chiedendo cosa stesse succedendo
"Stiamo elogiando la tua perspicacia da Sherlock Holmes in campo amoroso papà!"
"Quindi mi stavate prendendo in giro, mascalzoni?"
Anche lui scoppiò in una fragorosa risata
"Stupidaggini a parte...Nate, non avere paura di rischiare tutto con Joey...lei è davvero l'amore della tua vita e tu della sua!"
"Grazie papà! Credo che non ci siano altre parole per descrivere quanto sia prezioso il nostro rapporto..."
"Per questo io e la mamma abbiamo pensato ad un regalo...Non c'è fretta, sappiamo che sarà utile a tempo debito..."
Mio padre fece un cenno alla mamma, che mi porse una scatolina rivestita di velluto nero. 
"Adesso è tuo...Tuo padre lo regalò a me e io l'ho conservato fino ad ora per te...quando ho conosciuto Joey ho capito subito che era arrivato il momento di consegnartelo." Disse mia madre con un filo di commozione nella voce.
Li abbracciai e li baciai sulla fronte. 
Questo era ciò che rendeva la mia famiglia speciale: non occorrevano tante parole per capirsi, bastava sapersi guardare negli occhi.
Ora, di nuovo, dovevo sbizzarrirmi per fare centro nel cuore di Joey...


SPAZIO DELL'AUTRICE
Ciao a tutte!
Ci stiamo avviando alla conclusione della storia...tra oggi e domenica spero di pubblicare gli ultimi capitoli...
Commentate commentate commentate!
Sono pronta a tutto ;-)
Cateperson
  
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